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Autore: _TheSecretMicky__    28/01/2016    6 recensioni
A Park Jimin
Guardo un foglio bianco e penso.
Penso a quanto sarebbe fantastico averti ancora qui.
Nonostante Namjoon continui a dirmi di andare avanti, io non posso permettermi di lasciarti andare.
Alla fine non c’è nulla di diverso rispetto a prima, sei ancora tutto quello che riempie la mia testa.
E’ solo ... mille volte più doloroso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jung Hoseok/ J-Hope, Park Jimin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Park Jimin

Guardo un foglio bianco e penso.
Penso a quanto sarebbe fantastico averti ancora qui.
Nonostante Namjoon continui a dirmi di andare avanti, io non posso permettermi di lasciarti andare.
Alla fine non c’è nulla di diverso rispetto a prima, sei ancora tutto quello che riempie la mia testa.
E’ solo ... mille volte più doloroso.

Guardo un foglio bianco e le mie mani che, tremolanti e piene di paura, cercano di non lasciarsi sfuggire quella tua vecchia, rovinata e ormai quasi scarica penna blu dalle dita.
Quelle stesse dita che più volte ho sognato sulla tua pelle, lasciandomi sveglio in un mondo freddo, dove toccarti non mi era possibile.
Solo poche carezze e qualche raro abbraccio. Ormai mi concedevi solo questo, mentre io dovevo guardare impassibile quei milioni di corpi diversi che, giorno dopo giorno, scaldavano il tuo letto di bugie e lussuria.
Quante volte ho provato a fermarti, meritandomi di essere lasciato indietro.
Ti facevi toccare da tutti dimenticandoti dell’unica persona che ti amava veramente.

Ti ho desiderato talmente tanto, da desiderarti anche ora, nonostante tu sia più irraggiungibile di prima.

Di tutto quel desiderio e sentimento, resta solo questa lettera, i miei ricordi e il tuo profumo in ogni singolo centimetro di questa stanza.
La tua stanza.
Scusami, ma non riuscirò mai a vendere questa casa, nonostante tu me l’abbia chiesto più volte.
Venderò la mia e mi trasferirò definitivamente da te.

Mi ha appena attraversato un pensiero, l’ennesimo pensiero triste.
Un giorno la carta di questa lettera si consumerà, così come la mia mente, il mio corpo e queste mura.
Come puoi lasciare che accada, Jimin? Quando mai hai permesso alle persone di dimenticarsi di te?
Ogni singolo uomo e donna con cui ti sei consumato, ancora ricorda i tuoi occhi.
Ogni singola anima che ti ha amato, anche se superficialmente, ricorda tuttora la tua voce come una delle più belle melodie sulla terra.

Pagherebbero oro per risentirla almeno una volta, mentre io lotto contro il suicidio per riaverti vicino.

Continuo a fermarmi e far vagare lo sguardo su queste fredde, ma ancora vive, mura.
Ricordo su ricordo, ricostruisco la tua immagine, bellissima e sorridente, davanti a me.
Ecco, le tue perfette labbra si schiudono, la tua musica sfugge al loro controllo: “Hobi.”

Anche Taehyung mi ha chiamato così una settimana fa, c’è mancato poco che gli fratturassi la mascella.

Nessuno deve permettersi di rovinare o sovrapporsi ai tuoi ricordi.

Sto impazzendo Jimin, sto impazzendo senza di te.

Tu, che mi tenevi al tuo fianco solo perché sapevi non ti avrei abbandonato mai.
Tu che ti fidavi a tal punto da farmi assistere a tutte le tue entrate trionfali, accompagnate sempre da un qualche bellissimo partner abbracciato al tuo braccio o alla tua spalla.
Non mi hai mai toccato per paura che dopo scappassi anche io, non è vero?

Li ho odiati tutti dal primo all'ultimo, compresi i nostri migliori amici.

Ma non ha senso odiare qualcuno per averti ferito inconsciamente. Per questo l’unico che dovrei odiare sei tu, Jimin.
Invece ti amo. Continuamente, incessantemente, animato da follia pura e masochista.

Ti amo e non riesco a lasciarti andare.

Forse l’ho già detto, ma non importa.
E’ stata colpa mia. Avrei dovuto fermarti.

Avrei dovuto fermarti.

Invece la malattia ha preso comunque il sopravvento, strappandoti lentamente sia la tua bellezza che la tua anima.
Avrei voluto dirti addio, ma non mi hai permesso di vederti.
“Non sono più bello come prima, Hobi, resta dietro la tenda per favore” e io restavo.
Quanto ti deve aver distrutto quella tua stessa immagine nello specchio?
Rasato e pieno di voglie dal colore scuro e terrificante. Il tutto causato da quei rapporti che tanto amavi per dimenticare.
Dimenticare cosa poi, non lo saprò mai.

Quello che forse non saprai mai tu, è che io ti avrei baciato comunque.
Ti avrei detto l’ennesimo “sei bellissimo” anche con la pelle rovinata da verruche e, nei miei sogni, da rughe di vecchiaia.

Io che volevo invecchiare insieme a te mentre tu, da me, desideravi solo qualche battuta e i miei sguardi innamorati che ti facevano sentire amato ed apprezzato.

Ho urlato dopo aver scritto quella frase, l’hai sentito Jimin?
Hai sentito la mia follia? Non ce la faccio più, non posso accettarlo.
Perché ti ha portato via qualcosa di così naturale da non potermi nemmeno vendicare su qualcuno?

Domande su domande, ricordi su ricordi, lacrime su lacrime. Ecco quello che è rimasto di me.
Sono chiuso in questa tua stanza ad aspettare un segno, uno qualsiasi, per cambiare.
O forse sto solo aspettando la morte, come tu hai fatto su quel misero letto d’ospedale di periferia.

Odio me stesso e i miei sentimenti ogni secondo che passa.
Odio quei tuoi capelli, prima scuri, poi rosso fuoco, e poi ancora, arancio. Li sento ancora scivolare fra le dita.
Odio quei tuoi occhi maliziosi e sottili, dal taglio affilato e preciso. Gli stessi occhi che più volte mi hanno perforato il cuore.
Bastava un tuo sguardo.
Odio anche il tuo corpo, sempre tonico, levigato, fluente a ritmo di musica e dalla carnagione lievemente scurita dal nostro paese d’origine, quello stesso corpo che io definivo perfetto, ma che non ti soddisfaceva mai.
Odio ogni singolo ricordo e ti amo più che mai.

Guardo un foglio bianco e piango.
Manca così poco alla fine di questa lettera che già sento lo screpitio della carta quando brucia.
Brucerò queste parole dopo aver passato giorni a trovare il coraggio di ammetterle.

Tu sei morto Jimin.

Non ci sei più, e per questo dovrei lasciarti andare.
Ma tutto quello che riesco a fare, è scrivere lettere che non verranno mai lette, bruciarle in un fuoco misero e spegnere le fiamme con le mie lacrime.

Mi manchi.
 
Per sempre tuo
Jung Hoseok
   
 
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