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Autore: TrisP    29/01/2016    0 recensioni
Tobias Eaton possiede quattro paure, paure che si trasformano in lettere nel momento stesso in cui il ragazzo deve scegliere un nuovo nome arrivato tra gli Intrepidi: Quattro.
Riuscirà il ragazzo a confessare a Tris i suoi segreti più profondi e terribili? Perché ha queste paure? E cosa ha fatto sì che fossero proprio queste quattro?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Marcus non è in casa a causa di riunioni tra Fazioni e la scuola è chiusa durante il weekend. Tobias, comportandosi da perfetto abnegante per la strada e salutando con un cenno di capo i vicini di casa che incontra, di nascosto durante i weekend passa il tempo ad esplorare le zone di confine della sua fazione. E' curioso di vedere cosa siano tutti quei palazzi rovinati con finestre rotte e macchie di prato intorno, pezzi di una storia che stona con l'ordine pacifico delle Fazioni.

Un pomeriggio d'autunno Tobias decide di trasgredire gli ordini di suo padre e andare verso la comunità di Esclusi più vicino agli Abneganti.

Dopo essersi dimostato indiscreto davanti ai volontari Abneganti che giornalmente portano cibo e vestiti agli Esclusi, senza farsi vedere corre rifugiandosi dietro a un pila di casse contenenti carote, cavoli e mele, tira un sospiro di sollievo e quatto quatto si dirige, sempre attento a non farsi vedere da dietro le varie casse di rifornimenti, verso una casa diroccata.

Tobias si guarda intorno prima di entrarci dentro, e non vedendo nessuno mette piede in quella che per lui a prima vista sembra una topaia: un ammasso di coperte sta in un angolo dell'unico piano della casa, mentre nell'altro sta un lavello incrostato con tanto di rubinetto arrugginito. Ai piedi del lavello stanno buste contenenti probabilmente vestiti sporchi, e più in là ,al muro, ci sono due mensole con barattoli di ogni genere, accompagnati da qualche bicchiere. Piatti sporchi stanno impilati uno sopra l'altro vicino all'ingresso.

A questa vista Tobias indietreggia, e sussulta quando si ritrova faccia a faccia con un Escluso.

“Guarda guarda, un piccolo abnegante che ficca il naso tra le mie cose...Strano per un abnegante poi, devi essere proprio un ragazzino speciale. Vieni, ti faccio conoscere un po' di persone.”

Tobias terrorizzato cerca di scappare e di urlare, ma l'Escluso lo acchiappa e gli mette una mano sulla bocca per farlo stare zitto. Poi un forte colpo alla nuca e il buio.

 

“Steph sei matto? Lo sai di chi è figlio questo ragazzo?”

“Sì che lo so, è il figlio di Evelyn.”

“E di Marcus Eaton. Lo sai che significa questo? Che se gli torci un capello sei morto, che ti trovi prima Evelyn o Marcus.”

“Non lo saprà mai nessuno Heath, troveranno il corpo e si dirà che il ragazzo è morto per una caduta accidentale.”

“Fanne quello che vuoi Steph, io in questa storia non ci entro, mi tengo fuori dai guai. Torturalo con i tuoi amici, ammazzalo, ma se qualcuno lo venisse a sapere sai bene che faresti la sua stessa fine.”

“E sia. Se questo moccioso venisse su come quel bastardo di suo padre... Evelyn lo preferirebbe innocente da morto piuttosto che carogna da vivo.”

 

Quando Tobias si sveglia non capisce dove sia inizialmente, sente solo la ghiaia sotto una guancia e un dolore sordo alla testa.

Poi un colpo allo stomaco lo fa piegare in due, per un momento vede di nuovo nero e quando tenta di aprire gli occhi chiazze scure gli bloccano la vista.

“Alzati moccioso.”

L'Escluso sta in piedi davanti a lui. Tobias piano si mette a sedere e si alza senza avere il coraggio di guardare in faccia lo sconosciuto.

“Voltati.” dice un'altra voce.

Stordito dal dolore e imapurito, Tobias si gira con la schiena rivolta ai suoi aggressori. Ora una corda tiene i suoi polsi legati.

“Vi prego, non volevo...”

“Stà zitto. Ora fai quello che diciamo noi, altrimenti non ci torni a casa.”

Tobias tace.

“Ora vai sul bordo.”

Tobias guarda davanti a sé e si dirige lento verso il bordo della piattaforma.

“Ora guarda in giù.”

Tobias guarda, e quello che vede lo blocca completamente. E' in cima ad un palazzo altissimo, il vuoto sotto di lui. Gli manca il fiato, fissa lo sguardo nel vuoto e cade in ginocchio dallo spavento.

Sente più braccia che lo afferrano e di nuovo, mentre tenta di urlare e di dimenarsi, gli viene messo un fazzoletto davanti alla bocca.

Sente un calcio da dietro e precipita nel vuoto, il respiro che gli manca dal terrore e gli occhi spalancati su quello che lo aspetta: la morte.

Ma a un tratto sbatte con tutto il corpo contro qualcosa di elastico ma resistente. Una rete.

Tobias chiude gli occhi e cerca di ignorare l'immenso vuoto sotto di lui che lo fa impazzire e gli fa esplodere il cuore nel petto, pompare tutto il sangue che ha senza sosta, fino a fargli male la testa e a mandare in fiamme i polmoni.

Si mette supino e cerca di liberarsi, finalmente riesce a far cadere il fazzoletto dalla bocca e urla. Urla aiuto fino a farsi male ogni volta che inspira per gridare ancora. Urla fino a perdere il conto di quante volte lo fa. Ha i polmoni che bruciano, è esausto. Sopra di sé il grigio delle nuvole in cielo è tutto ciò che vede prima che le forze lo abbandonino e sviene prima di accorgersi che mani amiche lo stanno prendendo tra le braccia.

 

“E poi?” Tris stava seduta sul letto di Quattro a gambe incrociate e lo ascoltava osservando i linementi del suo viso mentre raccontava della sua prima paura.

“Quando mi ripresi ero in un letto in una casa Esclusa e vidi seduta vicino a me una donna con il viso coperto da un velo, vegliava su di me. Si prese cura di me per un po' ma mi disse che quel giorno stesso me ne sarei dovuto andare e non mi sarei mai più dovuto azzardare a tornare, perché se lo avessi fatto mi avrebbero ucciso. Inutile dire che scoprii più avanti che quella donna era mia madre, ma questa parte già la sai.” concluse Quattro con un sorriso appena accennato.

Tris gli prese una mano e lo accarezzò sul viso. “Ecco perchè hai paura dell'altezza e quella volta che abbiamo giocato a ruba-bandiera a squadre facevi fatica a starmi dietro mentre salivo in alto sulle scalette della ruota panoramica.”

 

“Già. Però l'ho fatto lo stesso. Ero troppo deciso a flirtare ed era un'occasione per stare da soli.”

 

Tris rise. “A costo di farsi salire un po' di adenalina?. Te ne sarà salita anche troppa forse, dopo quello che mi hai raccontato.”

 

Quattro la guardò negli occhi, e lei distose lo sguardo arrossendo leggermente.

 

“Beatrice.”

 

Il cuore della ragazza saltò un battito a quel nome pronunciato da lui. Allora lo guardò anche lei negli occhi, occhi blu scuro profondi come gli abissi dell'oceano. Deglutì e disse: “Dimmi.”

 

“Per quanto abbia avuto terrore su quella scaletta, forse quella volta per la prima volta in tutta la mia vita mi sono sentito vivo. Perchè c'eri tu.”

 

Quattro avvicinò le sue labbra al viso di Tris.

 

“E lo rifarei.” sussurrò un attimo prima di baciarla.

   
 
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