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Autore: stormbraver    30/01/2016    2 recensioni
[post 3x02] Quel che era certo è che entrambi erano completamente assuefatti al fascino delle donne Griffin e Marcus si ammonì mentalmente per non essersi reso conto prima che Bellamy provava per Clarke gli stessi sentimenti che lui stesso provava per sua madre.
kabby con un po' di bellarke sullo sfondo
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Griffin, Altri, Bellamy Blake, Marcus Kane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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the weight of us

 

"Si sta facendo buio, ci conviene accamparci qui per la notte."
Kane fermò la sua camminata e lanciò un'occhiata dubbiosa a Pike.
"Non dire sciocchezze, siamo troppo esposti... non voglio rischiare un attacco da parte degli Azgeda."
"Non sanno che siamo qui quindi abbiamo un vantaggio su di loro, se restiamo vigili dovremmo essere al sicuro per qualche ora" ribatté l'altro con sicurezza. L'ex Cancelliere lo scrutò per qualche secondo, cercando di capire quanto poteva fidarsi delle doti da comandante di un ex insegnante. Alla fine la consapevolezza che era riuscito a mantenere parte dei sopravvissuti dell'Arca vivi nonostante l'incombente minaccia dei terrestri dell'Ice Nation ebbe la meglio sul pregiudizio iniziale. Il Marcus Kane di qualche mese prima non ci avrebbe pensato due volte a liquidare la proposta dall'alto del suo grado di Consigliere, ma la vita sulla Terra gli aveva insegnato che molto spesso le apparenze ingannano e che anche la persona più inaspettata potesse possedere qualità su cui era bene fare affidamento.
"E va bene allora, li conosci meglio di me in fondo" concesse, alzando un braccio per far segno al gruppo di fermarsi.
"Puoi dirlo forte comandante!"
Marcus accennò un sorriso alle parole di Pike. Aver trovato nuovi sopravvissuti dopo tutti i mesi che erano passati dalla caduta dell'Arca sulla Terra era un miracolo in cui aveva francamente smesso di credere da parecchio tempo. Certo, le pattuglie di ricerca avevano continuato a fluire costantemente da Arkadia fin da quando la minaccia di Mount Weather era stata estirpata, ma dentro di sé ormai si era convinto che le probabilità di incontrare qualcuno dei loro fossero assai flebili.
Osservando la madre di Monty stringere affettuosamente la mano del ragazzo si rese conto che per la prima volta nella sua vita era contento di essersi completamente sbagliato.
"Perché ci stiamo fermando?" sbottò Bellamy, zoppicando rabbiosamente fin sotto al suo naso.
"Io e Pike abbiamo convenuto che è la scelta migliore, riprenderemo la marcia domani alle prime luci del giorno"
"Kane non possiamo perdere tutto questo tempo, Clarke è in pericolo!" sibilò l'altro, gli occhi scuri che lasciavano trapelare la miriade di emozioni che lo attanagliavano in quel momento. Kane sospirò, incrociando le braccia sul petto.
"Lo so benissimo, ma questa è la cosa migliore da fare al momento. In più tu sei ferito e non ti fa bene sforzare la gamba in questo modo."
"Sto bene, ce la faccio!"
"Bellamy, non voglio sentire altre storie. Adesso cerca di aiutare a preparare il campo per la notte... E' un ordine!"
Il ragazzo borbottò qualcosa che somigliava vagamente ad un insulto, ma Kane fece finta di non aver sentito e si mise al lavoro.
A volte invidiava il fuoco che bruciava nelle vene del giovane ragazzo, ma era anche consapevole di quanto fosse facile uscirne scottati se non si era in grado di dosarne gli effetti, e Bellamy, per quanto fosse maturato molto velocemente, era ancora troppo istintivo. Negli ultimi tre mesi lo aveva osservato da vicino ed aveva potuto contribuire alla sua crescita come uomo. Vedeva in lui le potenzialità per diventare in futuro un eccellente comandante, perciò lo aveva preso sotto la sua ala protettrice e aveva cercato di insegnargli l'importanza della riflessione e dell'autocontrollo. Purtroppo il suo carattere impulsivo rendeva il suo lavoro di mentore più complicato, ma rispetto al ragazzo impaziente che aveva incontrato poche ore dopo aver messo piede per la prima volta sulla Terra aveva fatto molti passi avanti. Quanto meno adesso riusciva sempre a fargli rispettare gli ordini.
'O quasi' si disse fra sé e sé, ripensando alla bravata che gli aveva rifilato poche ore prima e che era costata al ragazzo una brutta ferita ad una gamba. Ma quello era stato un gesto dettato dai sentimenti che provava per Clarke, e se doveva essere onesto con se stesso lui era l'ultimo a poterlo giudicare.
Gli tornarono alla mente quei pochi ma interminabili minuti in cui aveva dovuto guardare impotente gli uomini di Mount Weather che foravano la gamba di Abby. Erano immagini confuse, piene di suoni ovattati e distanti. Ricordava che aveva implorato Cage di risparmiarla, di prendere lui al suo posto. Aveva sputato una litania di parole caotiche e disperate, suppliche che lo avevano probabilmente fatto passare per un uomo delirante, ma in quel momento avrebbe fato di tutto, di tutto per far sì che Abby si potesse salvare. La memoria di come il panico e l'angoscia avessero cancellato completamente ogni sua capacità di pensare lucidamente gli fece concludere che Bellamy era probabilmente stato ben più accorto di lui.
Quel che era certo è che entrambi erano completamente assuefatti al fascino delle donne Griffin e Marcus si ammonì mentalmente per non essersi reso conto prima che Bellamy provava per Clarke gli stessi sentimenti che lui stesso provava per sua madre. Certo, aveva notato come i due ragazzi fossero molto vicini, ma aveva inizialmente scambiato la loro intesa per un'amicizia molto sentita e nient'altro. Era stato piuttosto sciocco da parte sua non fare caso alle analogie tra la situazione dei due ragazzi e quella tra lui e Abby, ma d'altronde non si era pienamente reso conto della piena estensione dei suoi sentimenti verso la donna finché non l'aveva vista urlare di dolore davanti ai suoi occhi, e in generale non era mai stato bravo a decifrare le emozioni altrui, troppo preso com'era a nascondere le sue dietro una fredda corazza di finta indifferenza.
Però quella giornata gli aveva aperto gli occhi riguardo il rapporto che legava Bellamy e Clarke. Non era pienamente sicuro che la ragazza ricambiasse, ma le azioni di Bellamy parlavano chiaro: una simile disperata devozione non poteva essere limitata ad una semplice amicizia, seppur profonda. Bellamy era innamorato. E, considerando il fatto che negli ultimi mesi lo aveva visto stringere una relazione con un'altra ragazza, probabilmente non lo sapeva neanche.
Kane si ritrovò a ridacchiare di fronte all'assurdità della situazione: sia lui che Bellamy, due uomini non certamente perfetti ma di sicuro forti e decisi, avevano finito per cadere ai piedi di due donne sicuramente affascinanti, ma emozionalmente scostanti, quasi inarrivabili, come in un banale romanzo rosa in cui la giovane protagonista si innamora di un misterioso sconosciuto. Solo che, nel loro caso, le parti erano invertite. E soprattutto, loro non potevano perdersi a fantasticare su storie d'amore impossibili: vivevano in un mondo fitto di pericoli e avevano dei doveri da rispettare. C'erano molte persone che facevano affidamento su di loro e non potevano permettersi di fare passi falsi.
"Pensare troppo fa male Kane."
Marcus trasalì, preso com'era dalle sue riflessioni non si era reso conto che Pike si era avvicinato e che in quel momento lo stava osservando con un sorriso divertito.
"Scusa, non volevo spaventarti" aggiunse poi inarcando le sopracciglia. Kane di tutta risposta sospirò e liquidò la questione con un gesto della mano.
Notò che erano riusciti a creare una specie di grande giaciglio sotto ad un grande tronco concavo, che, anche grazie al buio, poteva riuscire a nascondere parzialmente la loro presenza. "Bell'idea" commentò, facendo un cenno con la testa ad indicare l'espediente.
"Abbiamo dovuto imparare a farcene venire sempre di nuove. Senza, qua giù non si sopravvive" ribattè l'altro, con una durezza che ricordò a Marcus il modo di pensare che lui stesso aveva quando erano ancora nello spazio e non c'era abbastanza ossigeno per tutti. L'idea di cosa avessero dovuto affrontare gli abitanti della Farm Station e degli effetti che aveva evidentemente avuto sul loro modo di vedere la vita sulla Terra lo fece rabbrividire. Diede una pacca sulla spalla a Pike per confortarlo.
"Non appena arriveremo ad Arkadia vedrete che si può vivere un'esistenza più sicura di quella a cui vi siete abituati."
"L'importante è che ci arriviamo tutti interi" rispose Pike, indicando con la testa un punto dietro le spalle di Kane.
Marcus si girò e vide Bellamy seduto a terra, intento a fissare il vuoto. Con un sospiro fece un cenno a Pike per fargli capire che sarebbe andato a parlare col ragazzo e l'uomo annuì.
Kane raggiunse Bellamy e si sedette al suo fianco, incrociando le braccia sul petto.
"Non ti giudico per quello che hai fatto."
Di tutta risposta il ragazzo emise un grugnito stizzito. "Grazie, ora mi sento decisamente meglio."
Kane lo ignorò, e continuò "Non ti giudico, ma spero vivamente che non lo farai ancora. La tua vita vale troppo per essere buttata via così."
Bellamy lo fissò con uno sguardo furente.
"Salvare Clarke non vuol dire buttare via proprio un bel niente, lei è importante."
"So benissimo quanto Clarke sia importante" lo interruppe l'altro "Lo è per tutti noi, ma soprattutto per te."
"Certo che lo è! Non ha idea di quello che abbiamo passato!" sbottò Bellamy, sollevando la voce tanto da attirare l'attenzione dei loro compagni. Un'occhiata di Kane bastò per far sì che tutti e tre distogliessero lo sguardo e tornassero ad occuparsi di quello che stavano facendo prima dell'esplosione di Bellamy.
"Credimi, ragazzo, non ho la presunzione di poterlo sapere, vorrei solo che tu fossi un po' più cauto."
A quell'ammissione seguì un lungo silenzio, in cui Bellamy fissò lo sguardo sulle proprie dita intrecciate, indeciso su come comportarsi di fronte a quest'atteggiamento inaspettatamente comprensivo.
"In questi mesi mi hai dimostrato quanto vali e l'incidente di oggi non cambia l'idea che ho di te: potresti essere un grande comandante Bellamy, ma devi imparare a mantenere il controllo di te stesso e delle tue azioni." riprese Kane dopo un po', con voce ferma e rassicurante.
"Credimi, so bene che alcune volte, in alcuni momenti, i sentimenti possono prendere il sopravvento e l'unica cosa a cui riesci a pensare è che devi fare assolutamente qualcosa, ma quelli sono esattamente i momenti in cui devi essere in grado di fermarti e pensare. Capisci quello che ti sto dicendo?"
Bellamy si schiarì la voce e deglutì. "Sì, lo capisco signore."
"Non chiamarmi signore, sto cercando di farti un discorso da pari a pari" ribattè Marcus, abozzando un sorriso a cui Bellamy rispose con uno dei suoi.
"In ogni caso, riconosco che quella di oggi era una situazione particolare. So quanto sei affezionato a Clarke, nonostante tutti i suoi difetti, che probabilmente ti faranno anche dare di matto."
Bellamy gli lanciò un'occhiata divertita. "E adesso questo che c'entra?"
Kane diede una scrollata di spalle, cercando di ricomporsi un po' dopo quell'uscita fuori luogo.
"Voglio dire, non conosco Clarke bene quanto te, ma da quel poco che ho potuto vedere è molto simile ad Abby..."
"Non lo so, non conosco abbastanza bene la Cancelliera da poter fare un paragone." ribattè Bellamy. "O perlomeno, non la conosco come la conosce lei..." aggiunse poi con quello che a Kane sembrò un velo di malizia. Marcus lo guardò sconcertato, cercando di nascondere la sua preoccupazione di fronte al fatto che forse non era riuscito a nascondere i suoi sentimenti per Abby così bene come aveva creduto.
"E questo che vorrebbe dire?" chiese, cercando di apparire indignato. Inutilmente.
Bellamy ridacchiò, per poi scuotere la testa. "Niente, niente, non si preoccupi." rispose mentre cercava di alzarsi, non senza difficoltà. Kane scattò in piedi e gli tese una mano, che il ragazzo prese prontamente e strinse con gratitudine quando riuscì a mettersi dritto.
"La ringrazio per la fiducia che ripone in me signore" disse solenne, guardandolo negli occhi. Marcus accennò un sorriso sollevando un angolo delle labbra. "Cerca di non farmela perdere piuttosto." Bellamy rise e si incamminò zoppicando verso Monty.
Kane, osservandolo camminare con fatica, sperò con tutto se stesso che la notte scorresse senza intoppi e che potessero arrivare ad Arkadia il prima possibile.
Bellamy aveva urgente bisogno di Abby, e, se doveva essere sincero, anche lui non vedeva l'ora di rivederla.





Arrivarono a casa verso metà mattinata. Con un braccio di Bellamy avvolto attorno alle spalle mentre lo sorreggeva, Kane si gustò l'espressione di felicità mista a stupore che era comparsa sui volti dei due sopravvissuti della Farm Station di fronte a quello che erano riusciti a creare negli ultimi tre mesi.
"Ah però, vi siete dati da fare!" commentò Pike. Kane aprì bocca per ribattere ma venne distratto dalla figura di Abby che camminava verso di loro.
"Monty, aiutami a portare Bellamy verso Abby."
Il ragazzo seguì l'ordine e i tre si avvicinarono alla donna, che nel frattempo avanzava nella loro direzione.
"Marcus! Che cosa è successo?"
"E' una storia lunga Abby, la cosa fondamentale adesso è che tu dia un'occhiata alla sua gamba, poi ti spiegherò tutto."
"No!" interruppe Bellamy "Glielo dirò io Kane, è compito mio." Kane lo guardò intensamente e lesse nei suoi occhi la necessità di affrontare le conseguenze di quello che, a giudizio del ragazzo, era stato un fallimento provocato da un suo errore.
"Va bene" gli disse, poi si girò verso Abby. "Quando hai finito con lui vieni a cercarmi, devo aggiornarti sui nuovi sviluppi" le disse, facendo cenno con il capo verso Pike e la mamma di Monty che erano rimasti leggermente indietro. Un lampo di consapevolezza lampeggiò sul viso di Abby.
"Certo, lo farò. Monty ti dispiace aiutarmi a portare Bellamy in infermeria?"
Marcus osservò il gruppetto procedere lentamente, sperando che Abby riuscisse a sopportare l'ennesima notizia preoccupante riguardo Clarke.
"Tu ed Abby sembrate andare molto più d'accordo di quanto ricordo faceste sull'Arca" commentò Pike che nel frattempo lo aveva raggiunto.
"Abbiamo saputo superare le nostre differenze" rispose distrattamente, per poi girarsi verso di lui e fargli un gesto ad indicare il campo circostante.
"Benvenuto ad Arkadia! Vieni, ti faccio fare un giro."





Kane sentì il rumore della porta automatica che si apriva e richiudeva alle sue spalle e si voltò, trovandosi di fronte una Abby che aveva tutta l'aria di riuscire a stare in piedi solo per miracolo.
"Suppongo che Bellamy ti abbia raccontato" esordì lui, stringendo i pugni ai suoi fianchi.
"Avresti dovuto avvertirmi" ribattè lei fissandolo con ferocia dritto negli occhi. "Diamine no, avresti dovuto venirmi a prendere e portarmi con voi, ma quantomeno il minimo che avresti potuto fare era avvertirmi!"
"Non volevo farti preoccupare" rispose lui, piano, quasi per paura che se avesse parlato troppo forte lei sarebbe caduta in mille pezzi davanti ai suoi occhi.
Abby sospirò e chiuse gli occhi, lasciando che le spalle le si afflosciassero sconfitta.
"Io sono sempre preoccupata Marcus"
"Lo so Abby" disse lui, mentre lei, tornando a far incrociare i loro sguardi, gli sorrise tristemente. Si guardarono per un po', come se il tempo nel momento esatto in cui le traiettorie dei loro sguardi si erano incrociate si fosse cristallizzato. Era una cosa che gli succedeva molto spesso, ultimamente. Si guardavano e si toccavano molto di più di quanto erano mai stati soliti fare, come a voler dimostrare a se stessi e al mondo quanto la loro relazione fosse cambiata, evoluta. Era da parecchio tempo, però, che non si guardavano con questa malinconia di fondo. Istintivamente, Marcus si mosse più vicino a lei e le poggio le mani sulle spalle, chinandosi leggermente per poterla guardare più da vicino.
"La troveremo Abby, ti giuro che farò tutto quello che è in mio potere per cercarla e la troveremo" le sussurrò, mentre lei sollevava una mano per spostargli delicatamente una ciocca di capelli che gli era finita davanti agli occhi.
"So che lo farai, ma certe volte è così difficile continuare a sperare... Bellamy ha detto che quel terrestre la teneva legata Marcus, io non so se..." la voce le si spezzò e chiuse gli occhi con una smorfia di dolore dipinta sul viso.
"Hey, hey, non fare così Abby, non fare così." Kane la avvolse tra le sue braccia, stringendola con forza e delicatezza e posandole un bacio sulla nuca. Lei rispose all'abbraccio con disperazione, affondando il viso nel petto di lui e aggrappandosi al retro della sua maglietta, stringendone la stoffa tra i pugni.
"Marcus..." sussurrò lei, ma lui la zittì subito.
"Ssh, va tutto bene Abby" le sussurrò tra capelli, mentre continuava a stringerla a sé, accarezzandole la schiena per tentare di calmare il suo respiro affannato. "La troveremo e starà benissimo vedrai, da tua figlia non mi aspetto altro che una tremenda ed insopportabile resilienza." Abby rise e si allontanò dalla sua stretta appoggiando le mani sul petto di lui. Lo osservò con la testa leggermente piegata verso sinistra, come se di fronte a lei ci fosse un indovinello particolarmente difficile da decifrare piuttosto che un uomo che ormai non faceva altro che porgerle il suo cuore ad ogni occasione disponibile.
"Tu piuttosto, stai bene? Non è il caso di farti dare una controllata?" disse poi, spezzando il silenzio e staccando le mani dal suo petto.
"Non preoccuparti, non ce n'è bisogno" le rispose, sorridendo dolcemente.
"Ottimo" rispose lei, sorridendo a sua volta.
"Ottimo" ripetè lui, sollevando le sopracciglia. Abby si umettò le labbra e deglutì, distogliendo lo sguardo dalla bocca di lui prima che il suo corpo prendesse iniziative pericolose.
"Non dovevi parlarmi dei nuovi arrivati?" suggerì, passandogli accanto e dirigendosi verso il tavolo alle sue spalle. "Forza, comincia"
Marcus rise, imitandola e mettendosi a sedere dalla parte opposta del tavolo. 
"Sì signora!"





Note dell'autore:
Questa storia probabilmente finirà per divergere dal canon in quarantamila modi diversi, ma d'altronde non ho la presunzione di sapere cosa passa nella testa di Jason Rothenberg quindi ne ho solo approfittato per sfogare un po' la mia fantasia da fangirl. L'ultima puntata mi ha lasciata piena di feels per daddy!Kane e per i bellarke (oltre ai soliti, onnipresenti feels kabby, che in questa puntata in realtà non c'erano MA io ho trovato modo di infilarceli perché sì) quindi ho deciso di metterli nero su bianco per superare meglio l'attesa fino alla prossima settimana.
E' la prima volta che scrivo in questo fandom (di solito ho sempre scritto principalmente di Harry Potter) visto che ho bingewatchato le prime due stagioni meno di un mese fa, e in generale non sono neanche questa grande scrittrice, però se a qualcuno andrà di leggerla e farmi sapere cosa ne pensa ne sarei molto felice!
ps: il titolo l'ho preso da una canzone di tale Sanders Bohlke, che ho beccato ascoltando una playlist su 8tracks

   
 
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