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Autore: Liz93    31/01/2016    2 recensioni
Quella piccola luce che avevi intravisto è già scomparsa e Lydia non sorride più. Ha di nuovo lo sguardo perso nel vuoto, le spalle curve e le mani che tremano impercettibilmente. E ti senti di nuovo debole; come se quel sorriso, scomparendo dal suo volto, avesse risucchiato tutte le tue energie. Ti mordi il labbro, non essendo sicuro di quale sia la mossa giusta da fare. Dopo averci riflettuto un attimo,ti avvicini con passi incerti verso di lei, respirando profondamente. Ti appare così fragile che hai paura che, se solo ti azzardassi a toccarla, si frantumerebbe tra le tue mani.
[Stydia] [Ipotetico post salvataggio di Lydia da EH]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Does she know that we bleed the same?

(dedicata a
_eco )
 

https://www.youtube.com/watch?v=giXZwmfNvdc





Ti fermi un istante a guardarla, ripetendo a te stesso che non si tratta di un crudele scherzo della tua mente. Lei è lì, di fronte a te, e sta bene. E' viva. E tu hai avuto così tanta paura di perderla che quasi non ti sembra vero poterla sfiorare senza che svanisca in un soffio.
Allunghi una mano sul suo viso spento, ben lontano da quello di cui ti sei innamorato quand'eri ancora un bambino. Eppure, per certi versi, sempre lo stesso.
Gl'occhi verdi sembrano quasi senza vita, ti guardano probabilmente senza vederti davvero.
Le labbra sono screpolate e martoriate dai morsi che, supponi, lei si sia inflitta in quei momenti in cui il dolore causato dai suo carnefici diventava insostenibile. 
Le accarezzi piano una guancia, priva del fard che una volta la colorava di quel rosa pesca che tanto ti piaceva.
Non appena sente il contatto con la tua pelle, Lydia socchiude le palpebre e schiude le labbra, non più abitata ad un tocco gentile come il tuo.

-Stiles -

Sussurra, così piano che fatichi a sentirla, così flebile che ti chiedi se abbia pronunciato davvero il tuo nome o se tu te lo sia immaginato, come hai fatto ogni notte da quando lei è stata rinchiusa.

-Stiles-

Lo dice ancora, leggermente più sicura, e capisci che è reale, che ti sta parlando davvero.

-Non serve che tu dica niente -

Le rispondi ed è la pura verità.
Non deve sforzarsi di intavolare un discorso, non deve fare assolutamente nulla.

-Hai bisogno di riposare -

Aggiungi, abbassando la mano e poggiandola sul materasso morbido sul quale siete seduti.
Dopo averla fatta uscire da quell'inferno, l'hai portata a casa tua, quasi d'istinto.
Casa Martin era fuori questione, considerando che la madre di Lydia è all'oscuro di tutto.
Sai bene che l'indomani dovrai -dovrete- affrontare le conseguenze di quel che è successo, ma per ora tutto ciò che desideri è godere della sua presenza accanto a te.
Lydia non ribatte, non ne ha la forza.
Così, continui a parlarle, perchè non vuoi farle pesare quel silenzio che continua ad aleggiare, imbarazzato, tra di voi.

-Se ti va, puoi fare una doccia prima di dormire. Fai tutto ciò che ti senti, come se fossi a casa tua-

Ti sforzi di sorriderle, per infonderle quella fiducia che ha perso inesorabilmente.
La vedi annuire e ti affretti a prepararle degli asciugamani puliti e una tua vecchia tuta. Per dormire andrà più che bene, pensi.
Le fai strada fino al bagno, poggi gli indumenti nel box colorato accanto alla doccia, le indichi il cassetto con il phon e poi esci, chiudendoti la porta alle spalle.
Ormai solo, ti ci appoggi contro, lasciando che le emozioni fluiscano libere su di te.
Il suono ritmico dell'acqua che scorre accompagna i tuoi pensieri e a quel punto concedi ad una stilla salata di sfuggire ai tuoi occhi e rigarti il viso, solo per un istante. Solo per riuscire ad essere forte dopo, per lei. 
Hai visto Lydia in pericolo troppe volte per poterle contare e la sensazione di panico che avvolge il tuo cuore è sempre la stessa, amplificata di volta in volta.
Ma non eri prepato a questo.
E' sempre stata così combattiva, così forte nella sua fragilità, che davvero non eri pronto a vederla in quello stato.
Sei certo che non dimenticherai mai i suoi occhi persi nel vuoto, e il foro nella nuca che quei dannati bastardi le hanno fatto per poterla sfruttare a loro piacimento. Non come una persona, no. Sempicemente come un mezzo per raggiungere uno scopo.
Si sono presi una parte di lei che non potrà più riavere ed è questa la cosa che ti fa più male. 





 
Does she know that we bleed the same?





Un brivido percorre la tua schiena, mentre le parole di tuo padre si affacciano alla tua mente stanca.
Per qualche strano scherzo del destino, siete portati a provare lo stesso dolore. A portare lo stesso fardello sulle spalle, sebbene per diverse motivazioni.
Due facce di una stessa moneta, due anime tormentate.




 
Don’t wanna cry but I break that way

 


Stringi i denti, lottando contro quel dolore che ha pervaso ogni cellula del tuo corpo, perchè devi riprendere il controllo. Perchè lei merita qualcuno in grado di sostenerla. E, al momento, è tutto ciò che vuoi essere. 

Quando finalmente ci riesci, avverti l'eco di un singhiozzo provenire dall'altra parte del legno massiccio sul quale sei appoggiato.
Lydia.
Fatichi a trattenere un'imprecazione e a rimanere fermo in quella posizione. Dentro di te monta rapidamente una rabbia incontrollata. Vorresti avere tra le mani chi le ha fatto tutto questo, vendicare la sua disperazione, ma sai bene che non è questa la cosa giusta. Non è questa la soluzione.
Fai dei respiri profondi, sbatti le palpebre per riacquistare lucidità e torni in camera, pronto ad indossare il tuo migliore sorriso.
Poco dopo, i passi trascinati di Lydia ti raggiungono e quasi ti viene da ridere per l'assurdità della scena che ti si presenta davanti.

-Blu e arancio?Sul serio?-

Ti punta il dito contro, sollevando un sopracciglio e alludendo alla tuta che le hai prestato per la notte.
La t-shirt che le scende morbida poco più su delle ginocchia è di un blu intenso, in netto contrasto con i pantaloni color mandarino lunghi fino alle caviglie.
Probabilmente quei colori avrebbero fatto sfigurare chiunque, ma non Lydia.
Lydia, che con quella vecchia tutta addosso,nemmeno un filo di trucco e gl'occhi stanchi, rimane la persona più bella che tu abbia mai visto. Non la ragazza più bella... la persona.

-Giuro che non l'ho fatto di proposito -

Ti alzi dalla sedia della scrivania andandole incontro, e ti fermi ad un palmo dal suo viso limpido, senza traccia di lacrime. Come se il pianto di pochi minuti prima non fosse mai esistito.

-Ma sono soddisfatto della mia scelta -

Lydia incrocia le braccia sul petto, guardandoti di sottecchi.
Il tuo cuore perde un battito, nel constatare quanto anche quella semplice espressione ti fosse mancata.

-Ah si?-

Sorridi, di un sorriso spontaneo questa volta.

-Si, perchè per un momento ho rivisto quella vecchia espressione di disappunto che tanto mi mancava-

Decidi di essere sincero, senza filtri.
Sai di aver detto la cosa giusta quando lei ricambia il sorriso, illuminando per un istante quel verde foglia dei suoi occhi.
Non hai più bisogno di mostarti forte. Perchè ti senti forte. Questa piccola casualità è stata in grado di tirarti su ed era quello che ti serviva. 

-Grazie, Stiles. Per tutto -

La interrompi subito, prima che possa continuare.

-Non lo devi nemmeno pensare -

Ed è la verità.
Non deve osare ringraziarti per averla portata in salvo. Non avresti potuto sopportare di lasciarla in quel posto un minuto di più.
Con un cenno del capo le indichi il letto ad una piazza e mezza che padroneggia sulla piccola stanza.
Le coperte sono stropicciate e il cuscino un po' malandato.
Si nota, di certo, la mancanza di un tocco femminile in quella stanza, così come nel resto della casa.
Tuttavia, qualsiasi cosa è migliore di quel letto duro come il marmo riservato ai pazienti di Eichen House.

-Stenditi pure, io vado a prendere una coperta e un cuscino dall'armadio di mio padre e mi metto a terra - 

Poi sembri ricordarti di una cosa, così ti volti verso di lei e grattandoti la nuca col tuo solito fare impaccito, le chiedi:

- Sicura di non voler asciugare i capelli? Non vorrei prendessi freddo -

Quella piccola luce che avevi intravisto è già scomparsa e Lydia non sorride più.
Ha di nuovo lo sguardo perso nel vuoto, le spalle curve e le mani che tremano impercettibilmente.
E ti senti di nuovo debole; come se quel sorriso, scomparendo dal suo volto, avesse risucchiato tutte le tue energie.
Ti mordi il labbro, non essendo sicuro di quale sia la mossa giusta da fare.
Dopo averci riflettuto un attimo,ti avvicini con passi incerti verso di lei, respirando profondamente.
Ti appare così fragile che hai paura che, se solo ti azzardassi a toccarla, si frantumerebbe tra le tue mani.





If you’re scared I’m on my way





-Lydia-

Il suo nome ti accarezza le labbra in un piccolo sussurro, mentre, con un coraggio che non senti appartenerti, porti le mani a coppa sul suo viso, sfiorandolo con la punta delle dita.
Una lacrima le sfugge dagl'occhi, pozzi profondi in cui non puoi fare altro che perderti,e ti affretti a portarla via, prima che scenda a rigarle le guance. Cerchi di non pensare a quanto il suo viso ti appaia più scarno di come lo ricordavi, senza dubbio debilitato.

-Lydia, non devi affrontare tutto questo da sola. Io sono qui, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno -

Appoggi la fronte alla sua, facendo scendere le mani prima sul suo collo e poi sulle sue spalle tese. E' così rigida che ti sembra quasi di sentire il fascio di nervi che l'avvolge da capo a piedi.

- Ci sarò sempre per te -


Lydia chiude gl'occhi e tu la imiti, perdendoti per un istante nella beatitudine di quel semplice contatto.
Poco dopo, avverti le sue piccole dita sfiorarti la schiena, cingendotela insicure, e il suo volto appoggiarsi sul tuo petto.
Non puoi fare a meno di pensare che non ti è mai sembrata così piccola.
Con tutta la dolcezza di cui sei capace, avvolgi le tue braccia intorno a lei, desiderando disperatamente darle quel calore di cui ha bisogno. 
Le accarezzi i capelli umidi, cercando di farla rilassare almeno un minimo.
E ti sembra quasi di sentire le sue barriere sgretolarsi sotto al tuo tocco, mentre lei comincia a piangere silenziosamente e tu hai finito tutte le parole.
Non c'è nulla che tu possa dire per farla sentire meglio, perchè deve ancora metabolizzare quello che ha passato. Ha bisogno di tempo, ha bisogno di procedere per gradi.
E il primo passo consiste nel tirar fuori tutto ciò che ha dentro.
Con difficoltà, la allontani leggermente dal tuo corpo.
Lei alza gl'occhi lucidi, disorientata, ma solo per un istante.
Ti abbassi un poco, poggiando un braccio sotto le sue ginocchia e uno sulla sua schiena, per sollevarla.
Ti avvicini al letto, facendola stendere e coprendola per bene.
Accendi la piccola stufetta che di solito non usi mai, non soffrendo molto il freddo, e la sistemi in modo che il calore possa arrivare dritto al letto ma senza troppo impeto.
Così, anche se non ha asciugato i capelli, non rischierà di ammalarsi.
Senza dire una parola, ti rechi nella camera di tuo padre e torni poco dopo, con il necessario per rendere il tuo riposo sul pavimento un po' meno sconfortevole.
Anche se sai bene che, senza il tuo cuscino che hai ceduto a Lydia, non riuscirai a dormire. Ma questa è l'ultima cosa di cui ti importa.

-Stiles-

Senti la sua voce chiamarti, roca e sottile.

-Non voglio stare sola. Non stanotte -

Trascina le parole una dopo l'altra, debolmente, e riesci a cogliervi una leggera nota di panico.

-Non preoccuparti, io sarò proprio accanto a te -

Accenni un sorriso, sistemando la coperta sul pavimento, dal lato del letto su cui lei si è stesa.
Strano come, nonostante sia ad una piazza e mezza, Lydia si sia rannicchiata proprio sull'angolo.
Come se, raggomitolandosi su se stessa, fosse in grado di scacciare il gelo che sente dentro.

-No, io ... -

La senti esitare e ti chiedi cosa stia per dirti.

-Io intendevo dire che voglio che tu dorma con me-

Lydia inghiottisce rumorosamente, spostando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

-C'è abbastanza posto per entrambi -

La sua richiesta ti sembra così assurda che stenti a credere l'abbia fatta davvero.
Nemmeno per un istante ti ha sfiorato l'idea che lei potesse desiderare questo.

-Ti prego-

Aggiunge a bassa voce, socchiudendo le palpebre, e non c'è davvero bisogno che dica altro.
Con il cuore in gola e le mani che iniziano a sudare freddo, giri attorno al materasso, sollevi la coperta e ti stendi proprio dietro di lei.
La tua pelle frema per entrare in contatto con la sua e cresce dentro di te un bisogno quasi doloroso di stringerla, fino a riuscire a credere che lei è davvero tra le tue braccia. Viva, salva. Non più preda di torture fisiche e mentali. 
Hai bisogno di toccare con mano una realtà che hai sognato notte dopo notte, quando la paura di perderla ti divorava dentro consumandoti.
Alzi appena il braccio e le sfiori una spalla, lasciando scorrere le dita lungo il braccio, fino a trovare le sue e stringerle.
Non sei riuscito a resistere.
Lydia ricambia la stretta, portando le vostre mani unite sotto al seno, e improvvisamente tutto ciò che è accaduto nelle ultime quarantotto ore abbandona la tua mente annebbiata.




 
If she ran away, Come back home
Just come home





Lydia è tornata a casa ed è tutto ciò che conta.


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Le frasi citate in corsivo sono prese dalla canzone "where's my love", dei Sylm.
   
 
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