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Autore: carachiel    31/01/2016    4 recensioni
Ci sono persone che conoscono fin troppo bene la
sensazione di essere rifiutati, essere odiati, anche dalla propria
famiglia.
Four è uno di questi.
Conosce fin troppo bene quella realtà, dato che ci vive
dentro.
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L'ennesima storia ispirata al rapporto conflittuale tra Four e Tron,
ritrovata nei meandri del mio pc dopo quasi sei mesi dalla scrittura.
E, niente, spero che vi piaccia.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Byron Arclight/Tron, Thomas Arclight/ Four
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Koishan Sakura

Era un piovoso pomeriggio di fine marzo. 

Four era appena tornato da un torneo dove si era classificato terzo. 
Una posizione non certo esaltante ed un altrettanto magro bottino: soltanto due carte Numero.

“Tron non ne sarà certo contento.” pensò il diciassettenne aprendo il massiccio portone mentre un brivido gli ricordava il destino che lo attendeva, triste ma inesorabile, al di là della soglia.
“Speriamo che oggi sia di buon umore, altrimenti sono fregato…”

Purtroppo per salire al piano di sopra, dove si trovava la sua stanza, gli era obbligatorio passare per il soggiorno, dove Tron era solito sedersi per guardare i cartoni, facendo risuonare per la casa l’eco della sua risata distorta e stridula come delle unghie su una lavagna. 
Non c'era altra via

Il Puppet Master tese l’ orecchio, cercando di cogliere anche il minimo rumore. 
Nulla, solo un desolato silenzio, rotto solo dall’eco appena percettibile del proprio respiro.
“Strano, molto strano…” pensò.
Appoggiò la mano sul pomello della porta del soggiorno per poi aprirla, cercando di fare meno rumore possibile.
Entrò, e ciò che vide gli mozzò per un attimo il respiro.

Five era riverso sul pavimento, pallido come un morto. 
Di Tron nessuna traccia. 
Si precipitò verso il fratello, scostandogli i capelli dal collo per cercare la vena giugulare. Aveva la pelle era gelata ma per fortuna era solo svenuto.

Four si stava quasi per alzare da terra quando una forte luce invase il salone, finora immerso nella penombra. 
Non ebbe neppure il tempo di voltarsi che percepì una stretta al petto, come se qualcuno gli stesse stringendo con forza il cuore, smorzandogli il respiro. 
Non gli serviva certo una laurea per sapere chi fosse il responsabile.

“T-Tron…” esalò riconoscendo la luce violacea dello stemma. 
Il bambino mascherato gli si avvicinò con tutta calma, senza allentare per un istante il controllo dello stemma, quasi si stesse assaporando la sofferenza del figlio, spremendogliela goccia dopo goccia. 
“Bene, vedo che riesci ancora a riconoscere tuo padre…” gli sussurrò beffardo in un orecchio “Stà… zitto, bastardo…” replicò il duellante serrando i denti “Tu… non sei e… non sarai mai più… mio padre.”
“Uhh, così mi offendi. Magari ti serve un’altra dose di buona educazione…” disse in tono sardonico il ragazzino mascherato rafforzando il controllo dello stemma.

Il Puppet Master si accasciò a terra mentre la vista gli si annebbiava
“No, non devo svenire…”
pensò serrando ancora di più i denti.

Tron gli si avvicinò, chinandosi fin quasi a toccarlo. “Sai cosa sei ? Un essere inutile, inutile quanto lo sono i tuoi fratelli. Siete solo dei buoni a nulla. Pensavo che poteste essermi anche solo un minimo utili ma, evidentemente, mi sbagliavo. Ma del resto, come dice il proverbio, “se vuoi che una cosa sia fatta bene fattela da solo.”

“Noi… non siamo inutili…” replicò Four.                                                                                                                
“Ah, davvero ? Three si fa sfuggire da sotto il naso quel bel bocconcino di Astral mentre quel cretino del tuo fratello maggiore si fa sconfiggere da una sola carta. Se tu questo lo chiami essere utili…”

“Sta’ zitto !” urlò Four ritrovando all’ improvviso l’energia, mentre una scarica di adrenalina lo animava.
“Noi non siamo così come tu ci descrivi ! E non osare insultare Five ! Lui è migliore di quanto tu non sia mai stato !”

“Oh, non immaginavo che fossi a tal punto sentimentalista…” ridacchiò Tron  

Four strinse i denti fino a farsi male, per poi tirarsi su e saltare al collo di quello che una volta era stato suo padre, sollevarlo per il colletto e sussurrargli “Io sarò anche un sentimentalista ma tu sei un traditore, oltre che un vile, per attaccare una persona disarmata alle spalle, per di più se si tratta di tuo figlio.”

“Oh, che belle parole… se non fossero dette da uno come te

A quelle parole, che gli risuonavano come un velato riferimento alla faccenda di Rio, la stretta di Four intorno al suo collo si fece più forte e Tron, pur cercando di non mostrarlo, iniziava a patire l’assenza di ossigeno.

Four, cercando di imprimervi tutta la rabbia che gli avvelenava il sangue, lo sbatté contro il muro. La testa iniziava a girargli sempre più vorticosamente ma si fece forza e si sforzò di ignorare il dolore e la stanchezza.

Era stanco di essere rifiutato. Anche dalla sua stessa famiglia.

No, lui non avrebbe fatto come Five, chiuso nella sua cieca obbedienza, sordo alla sofferenza altrui. Lui sarebbe stato migliore.

Lasciò Tron per terra e si accasciò per terra accanto a Five, mentre la realtà intorno a lui iniziava a perdere consistenza.

Chissà, magari si sarebbero svegliati nello stesso sogno.


(732 parole)



Angolo Autrice:
Piccola storia ritrovata nel mio pc, la dedico con tutto il cuore a Koishan Sakura, perchè le nostre chat mi hanno convinta a pubblicare questo testo, che altrimenti sarebbe rimasto inedito, come tante mie storie. Spero che vi piaccia.



 
   
 
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