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Autore: Recchan8    31/01/2016    1 recensioni
Dal testo:
"Annuì lentamente, pensando a quanto potenziale avesse quella ragazza. Socchiuse gli occhi e si trattenne dallo scoppiare a ridere. Lanciò un'occhiata a Hylia e si passò la punta della lingua sulle labbra. Si immaginò la sua pelle candida come la neve striata di un bellissimo rosso scarlatto e i suoi occhi verdi sbarrati, rivolti verso di lui in una silenziosa preghiera. Hisoka, allo stesso tempo, si sentiva attratto e minacciato da quella misteriosa ragazza. Sì, si sarebbe divertito molto con lei.
-E una volta che sarà diventata una manipolatrice del sangue, una degna avversaria... la ucciderò-.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando aprì gli occhi, si rese conto di non trovarsi nella stanza dell'albergo a due stelle in cui alloggiava da un paio di giorni: non le sembrava di ricordare che il letto fosse a due piazze e che la parete a destra del letto fosse una finestra a nastro che si affacciava su di un'immensa distesa di edifici e palazzi.
Si alzò lentamente a sedere e si stropicciò gli occhi, guardandosi attentamente intorno. Sembrava una stanza di un hotel di lusso: c'erano due poltrone e un divano a sinistra del letto, e davanti a esso un grande tavolo rotondo di vetro con quattro sedie; un lampadario di cristallo regnava sull'enorme camera e il pavimento era ricoperto da una morbida moquette bordeaux; le tende della finestra a nastro erano in tinta con la moquette e...
Se ne rese conto solo allora: non era sola.
C'era un ragazzo appoggiato alla parete di fronte al letto. La lieve luce dell'alba lo aveva aiutato a nascondersi nella penombra.
-"Ehi"- lo chiamò decisa.
Il ragazzo, le braccia incrociate al petto, non si mosse. La ragazza si tolse il lenzuolo di dosso e si alzò in piedi, continuando a tenere gli occhi fissi sulla figura davanti a lei.
-"Ehi!"- ripeté. -"Sei stato tu a portarmi qui, vero? Dove sono?"-.
Finalmente il ragazzo si mosse e la luce lo colpì: indossava una maglia nera aderente e senza maniche con disegnati sul petto un cuore e un rombo rossi, dei pantaloni bianchi, delle scarpe nere coi tacchi e la punta all'insù, dei bracciali dorati sotto le spalle e ai polsi; i capelli mossi arancioni erano tirati all'indietro e sugli zigomi aveva una stella e una lacrima. Il ragazzo mosse qualche passo in avanti e incrociò nuovamente le braccia al petto. La squadrò da capo a piedi più volte e aggrottò le sopracciglia fini.
-"Permettimi di farti una domanda"- disse andando a sedersi su una delle sedie attorno al tavolo di vetro. -"Perché... sei in intimo?"-.
La ragazza abbassò di scatto la testa e constatò con orrore che il tipo di fronte a lei aveva ragione: era davvero in reggiseno e slip. Dov'erano finiti i suoi vestiti? Si guardò intorno ma non li vide da nessuna parte. Che il ragazzo-pierrot l'avesse spogliata e le avesse nascosto i vestiti? Che fosse uno di quei maniaci feticisti che si divertono a collezionare gli indumenti delle ragazze carine?
Con uno strattone tolse il lenzuolo dal letto e se la avvolse frettolosamente intorno al corpo. Indietreggiò di qualche passo fino ad avere le spalle contro il muro e cercò con lo sguardò qualcosa con cui difendersi; purtroppo, l'unico oggetto vagamente difensivo e allo stesso tempo offensivo era il cuscino. Se avesse usato i poteri del suo Nen, avrebbe rischiato di mandare in pezzi l'intera camera e di uccidere sul colpo il ragazzo, a meno che non fosse un maniaco in gamba. Purtroppo, a volte le accadeva di non riuscire a controllare il suo Nen.
-"Perché ti sei coperta? Avevo voglia di ammirarti ancora per un po'..."- disse il ragazzo maliziosamente.
-"Maniaco...!"- sibilò a denti stretti. Allora era proprio come aveva pensato. Strinse i pugni e sentì il sangue ribollirle nelle vene. No, doveva in tutti i modi tentare di mantenere la calma.
Il ragazzo si alzò e le si avvicinò. Le afferrò il mento con due dita e avvicinò il viso della ragazza al suo.
-"Io sarei un maniaco? Sei tu che ti sei intrufolata nella mia stanza"- sussurrò.
Non riuscì a ribattere subito: era rimasta incantata dagli occhi gialli da Stregatto del ragazzo.
-"Cosa?"- domandò poi riprendendosi.
-"Hai capito. Non fare la finta tonta e dimmi come hai fatto a entrare qua dentro... E anche per quale motivo l'hai fatto"-.
Improvvisamente sentì qualcosa di affilato contro il collo. Pensò si trattasse di un coltello, ma quando abbassò lo sguardo, la ragazza si rese conto che era una carta da gioco: un sei di picche. I suoi occhi verdi incontrarono quelli gialli del ragazzo, che le sorrisero sornioni.
-"...Non lo so"- disse tentando di essere più calma possibile. -"Ero convinta fossi stato tu a rapirmi e a portarmi qui"-.
Gli occhi le caddero sulla carta da gioco. Che il ragazzo-pierrot avesse davvero intenzione di tagliarle la gola con una semplice carta? Quanto doveva essere affilata?
-"Davvero? Che strana situazione... In questo caso, lasciami porti un'ultima domanda: preferisci morire ora o adesso?"-.
Lo guardò negli occhi, spaventata: faceva sul serio.
-"Hai tre secondi per rispondere. Uno... Due..."-.
La ragazza scansò con decisione la mano del ragazzo, lo spinse all'indietro e gli assestò un calcio nello stomaco. Il ragazzo si accasciò a terra, così la ragazza ne approfittò per gettarsi sulla porta... che era chiusa a chiave.
-"Lasciamelo dire"- disse il ragazzo alzandosi in piedi. -"Mi hai davvero sorpreso. I miei complimenti. Ti meriti un premio"-.
La ragazza si sentì improvvisamente tirare verso di lui. Si aggrappò alla maniglia della porta, ma la forza era troppo potente. Era come se un filo molto resistente la stesse tirando per le spalle. Finì dritta tra le braccia del ragazzo-pierrot, che si chinò e la guardò negli occhi.
-"Sì, decisamente"- mormorò, e la baciò violentemente, ficcandole la lingua in bocca e intrecciando una mano tra i capelli di lei, facendo in modo che non potesse tirarsi indietro. La ragazza, però, era più forte di quanto si aspettasse: gli tirò uno schiaffo sonoro, gli torse il polso e si liberò. Lo strano tipo la guardò con gli occhi socchiusi e un sorrisino compiaciuto sulle labbra; si passò una mano sulla guancia dove era appena stato colpito e si lasciò scappare una lieve risata.
-"Ma come siamo violenti!"-.
-"Sei tu quello violento! Cosa vuoi da me?!"- gridò lei. Sentì la mano diventare improvvisamente bollente, e per un attimo pensò di fregarsene di tutto e di utilizzare il potere del suo Nen.
Il ragazzo rimase immobile in silenzio per qualche secondo, poi sorrise di nuovo e si diresse verso la porta della camera. Posò una mano sulla maniglia e si voltò.
-"Il tuo nome?"- le domandò.
-"Hylia"- rispose lei senza pensare.
-"Divertiti durante la mia assenza... Hylia!"-.
Fece per uscire quando Hylia lo richiamò.
-"Non mi hai detto il tuo!"-.
-"Hisoka"- rispose il ragazzo-pierrot senza voltarsi. Aprì la porta e uscì, chiudendo a chiave Hylia dentro la camera.





NOTE DELL'AUTRICE
I primi tre capitoli di questa fanfiction risalgono a quasi due anni fa D: Sistemando i file del mio PC mi sono ricordata della sua esistenza e sì, ho deciso di metterla qui su EFP e di continuarla. 
La storia si svolge durante la saga dell'Arena Celeste (come si capirà nel capitolo successivo). Non sarà una fanfiction lunga come "Le Bizzarre Avventure di JoJo: Deep Memories", ma nemmeno breve come "Just be Friends"; credo che come lunghezza si avvicinerà a "Chance".
A presto col prossimo capitolo! ^^

   
 
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