Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: persephone_    01/02/2016    1 recensioni
La "selezione", o "pesca", o in qualsiasi orrendo modo la si possa chiamare, era di sicuro il cambiamento più drastico: alla tenera età di quattro anni tutti i bambini, esclusivamente maschi, erano obbligati a pescare un foglio in una vasca con miliardi e miliardi di scartoffie.
Lì dentro non si trovavano solo fogli, c'era il mondo, l'umanità, ed il suo fato.
Su ogni foglio, o quasi, v'è scritto un nome: quello è il nome di colei che sposerai e che dovrai onorare per sempre. Il nome della tua compagna, della donna che dovrai avere al tuo fianco per tutta la vita.
-------------
Dean Winchester, quattro anni, osservò con amarezza il suo fogliettino in bianco: era vuoto.
Dean Winchester odiava gli angeli.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Famiglia Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Moonlight sonata;




No.
Non è vero. Non può essere vero.




Fiamme, bruciavano la pelle e riempivano gli occhi di scintille, quelle che non permettono di distogliere lo sguardo; 
si posavano lente sulla ragazza, una stella morente, il suo attimo di splendore prima della dipartita.
È bella anche così, bella come il primo giorno in cui l'ha vista, i capelli scompigliati ed il morbido profumo di biscotti. Di bruciato.

Le prese una mano, tremando, le stese le dita e le osservò: quanto avrebbe voluto infilarle l'anello al dito, senza promesse o cerimonie, metterlo lì e lasciarlo con lei. Il suo amore. 



Era incompleto. Letteralmente.
Non solo su carta, maledetta carta, ma nel proprio animo: poteva sentire parte della sua anima staccarsi lentamente e volare via assieme alla sua stella. Libera. 
Cos'aveva ora nella sua vita? Scintille spente e vuoti impossibili da riempire, musica stonata.




"Ogni posto può sembrare piacevole, con una bella canzone in sottofondo".
Nella mente di Sam riecheggiavano queste parole, dette spesso dal fratello, nel tentativo di trovare un brano, un qualcosa che potesse alleggerire la situazione.
Ci provò.
Niente.

La triste Moonlight Sonata di Beethoven era apparsa nei suoi pensieri, ma non era affatto d'aiuto.
Sam sentiva i tasti del pianoforte stonare sotto le dita del compositore tedesco, li sentiva cadere e perdersi in melodie lamentate, nel lento ritmo della pioggia.
"Ogni posto può sembrare piacevole, con una bella canzone in sottofondo", ma ora vorrebbe solo spegnere la radio che gli si è accesa in mente.
Stava piangendo, con gli accordi in Adagio sostenuto che risuonavano in testa.





Sam era incompleto.








Dean era il tipico fratello ribelle, quello che abbordava le ragazzine sull'autobus e non voleva ammettere ciò che provava, quello che ti sgridava ma era sempre attento al non farti mancare niente. 
Era diverso da Sam, a primo impatto era difficile capire fossero fratelli, dal modo di indossare le giacche o di mangiare, da come aggrottavano le sopracciglia quando non capivano.
Anche nei gusti musicali erano diversi: nella mente di Sam vi erano lenti accordi classici, mentre i sediolini dell'Impala erano impregnati di rock. 
Dean guidava furente, il volante sembrava spezzarsi sotto la sua presa, i Black Sabbath riempivano l'aria ed erano ben intenzionati a rompere i finestrini ricoperti di pioggia. Stranamente, non era d'aiuto.
"Ogni posto può sembrare piacevole, con una bella canzone in sottofondo", ma ora vorrebbe solo spegnere la vecchia radio dell'auto.
Cosa che non fa.
Dean era il tipico fratello ribelle, quello che sentiva il dovere di soffrire più di Sam. Per lui.




Dannati angeli.




Ad un certo punto fermò l'auto e scese. L'aria era colma di tristezza, carta, piume sporche.
Dean alzò lo sguardo, strinse i denti, si sentiva in un dannato déjà-vu.
La Sala di Selezione si dipanava davanti ai suoi occhi, più piccola e più grigia di come la ricordava. Chissà quanti bambini hanno visto la propria vita finire in un foglio di carta, chissà quante famiglie hanno pianto abbracciando il proprio figlio Vuoto.

Il sangue gli scorreva nelle vene come se fosse in ebollizione, iniziò a correre e con tutte le sue forze, sotto la tempesta.



La pioggia sembrava bruciare sulla sua pelle.






Diede un pugno all'angelo che sorvegliava l'entrata, un uomo alto dai folti capelli biondi,  facendolo barcollare all'indietro; sapeva che quell'azione avrebbe avuto conseguenze orride, ma doveva farlo. Per suo fratello.
L'altro ovviamente rispose, si pulì il labbro da un sottile rigo di sangue e indietreggiò di un altro passo, per poter aver uno spazio adeguato allo slancio che -Dean lo sapeva- avrebbe fatto decisamente male. 
Poom.
Il ragazzo finì a terra, graffiandosi il palmo della mano destra per attuire la caduta: fece dannatamente male, il dolore era in così tanti punti del corpo che Dean per un momento si chiese se gli angeli fossero in grado di prendere a pugni direttamente il cervello.
Si alzò con uno scatto di reni -cosa della quale si pentì non appena le varie fitte lo colpirono- e con tutta la forza che aveva colpì lo stomaco dell'avversario. Poi rimase a bocca aperta.
Ci fu un lampo improvviso, immenso, e per un istante Dean vide l'ombra di quelle che dovevano essere ali. Enormi, belle quanto minacciose, perfettamente delineate come quelle che venivano disegnate dai pittori. 
Per quanto tutto questo avrebbe dovuto terrorizzare il ragazzo, ciò non avvenne, ci fu solo un attimo di stupore e poi una scarica di rabbia.
L'essere alato era per terra, si teneva una mano sullo stomaco e ansimava.
Dean Winchester odiava gli angeli. Dovevano soffrire il più possibile.



Si preparava a colpire ancora, ma due mani possenti gli fermarono le braccia. La stretta era estremamente forte, anche il solo pensiero di liberarsi svanì subito, la fermezza con la quale era stato placato era innaturale.
Per fortuna Dean, anche se non provocava gli effetti che lui desiderava, poteva ancora imprecare.



"Figli di puttana!" Urlò, sia all'angelo che aveva dinanzi sia a quello che lo teneva fermo -o almeno, pensava che una forza tale potesse appartenere solo ad uno di essi- "Siete dei fottutissimi mostri."
Sentì un breve tremore provenire da una delle mani che lo stringevano.

"Protettori, la gente vi chiama. Protettori del cazzo! 
Sam mi diceva che Dio non fa errori, ed io non ho mai creduto in tutto questo, ma se ha creato voi come nostri protettori... porca puttana se di errori ne ha fatti!"
Continuò ad urlare, imperterrito. Non sapeva in che altro modo distruggere in mille pezzi la loro faccia apatica, lo stereotipo di angioletto, la fede che aveva visto nascere in Sam. Voleva distruggere tutto, urlare la verità, voleva reazioni.


Non successe niente, se non il tremore continuo di quella mano sulla sua spalla, quindi Dean decise di non sprecare parole, quando una voce alle sue spalle intervenne. 


"Smettila. Noi stiamo evitando che la Terra cada in altri conflitti, siamo dalla vostra parte. Siamo come voi."

Il ragazzo rimase qualche istante in silenzio, poi chinò la testa.
Ai Black Sabbath, che ancora rimbombavano nella sua mente, sembrò aggiungersi un pezzo di pianoforte, uno di quelli tristi e malinconici che avrebbe dovuto studiare per qualche noiosa lezione di musica.
Moonlight sonata?
Si chiuse nella sua mente, tentando di cancellare quest'ultima e tornare al suo amato rock, ma non successe niente. Si adeguò al lento ritmo che aveva preso il suo respiro, poi rise amaramente. Rise di gusto, rompendo il silenzio che aveva ricoperto l'aria grigia, rise come non aveva mai fatto. Quando poi smise, dopo vari mormorii divertiti, alzò lo sguardo e le sue pupille brillavano come fossero fuoco. 
Al Diavolo le conseguenze, e parlò.


"Come noi? Come noi?! Diamine-" tentò di girarsi per guardare il viso di colui che lo manteneva "-se ti ritieni come un umano devi avere un'orrenda opinione dell'umanità.
Quelli come te noi li chiamiamo solo mostri, come quelli che cacciava mia madre. Siete solo dei fottutissimi mostri."





Si aspettava pugni, strane magie angeliche, o di venire schiaffeggiato con le ali, si aspettava di tutto ma non di venir liberato. 
Per trenta secondi.


"Basta così, Dean Winchester. Ora vieni con me."

Le mani che lo stringevano si allontanarono dalle spalle e scesero invece sui polsi, afferrandoli con ancora più forza.
Dean poteva sentire le vene pulsare contro la pelle dell'altro, che ora aveva di fronte. Quasi gli rise in faccia, trovandosi davanti a quello che sembrava un lungo impermeabile ed una cravatta storta. E quello sarebbe un angelo?
Non esplose in risate come prima, ma ridacchiò sotto voce.


"Con te, dove? Hai intenzione di arrestarmi, tu? Sembri un fottutissimo esattore."
"Sì, ti arresterò."



Oh. 
In prigione. In prigione dagli angeli, poi. 
Dean Winchester li odiava, ad uno ad uno, per ciò che avevano fatto a lui ma soprattutto per ciò che avevano fatto a suo fratello. 
Sammy.
Sammy, giusto, cosa diamine starà facendo? Dove sarà? 
Dean aveva così tante domande in mente che si limitò ad abbassare lo sguardo e spegnere tutto: dopotutto cosa potrebbe mai fare per il fratello? Farebbe di tutto per riportargli Jessica, o anche solo quelle ore che hanno perso per cercare il padre. Le ultime ore che avrebbe potuto passare con la persona che amava.




Dean respirò profondamente e tornò a guardare il suo strano interlocutore, che era rimasto fermo a fissarlo. Come prima, non riuscì a trattenere una risata.
"È solo una scusa per mettermi le manette?" disse sarcasticamente, aspettandosi una qualche risposta piena di stupide prediche inerenti ai vizi od i peccati. 
Invece si ritrovò solo due occhi a fissarlo confuso, Dean vi riuscì a leggere un chiaro ed enorme punto interrogativo.
"...no?" 
Beata ingenuità. 







Sam non riusciva ad alzarsi. Non voleva alzarsi.
Rimase lì, il corpo della ragazza fra le braccia, l'odore di zolfo che riempiva l'aria.


Di scatto, si girò.




Zolfo?



*******

ciao! Scusatemi per l'aggiornamento così lento, è che rileggendo questo capitolo proprio non mi piaceva. L'ho riscritto un paio di volte, ma sinceramente nella mia mente era più bello (?).
Spero vi sia piaciuto ugualmente!
Adieu. :^)


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: persephone_