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Autore: fedetojen    01/02/2016    2 recensioni
Io e Sam, viviamo già da un po’ insieme nella nostra nuova casa: dal primo momento che l’ho visto ho sentito quel senso di protezione, sarà il suo corpo asciutto ma palestrato, o i suoi atteggiamenti o i suoi sguardi a farmi sentire davvero a Casa, quando sono con lui.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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LOVE WILL NEVER FADE

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Io e Sam, viviamo già da un po’ insieme nella nostra nuova casa: dal primo momento che l’ho visto ho sentito quel senso di protezione, sarà il suo corpo asciutto ma palestrato, o i suoi atteggiamenti o i suoi sguardi a farmi sentire davvero a Casa, quando sono con lui.
 
“Saaam!” gridai dalla cucina, sperando che arrivasse prima che il pollo si raffreddasse nel piatto. Nessuna risposta così decisi di andare in camera da letto. Aprii la porta e lo trovai ancora davanti al computer, mentre scrollava la rotella del mouse.

“Sam Winchester, quante volte devo chiamarti per farti venire a tavola?” chiesi a braccia conserte, fingendo di essere arrabbiata, ma appena mi guardò con la fronte corrugata e quegli occhi da cucciolo indifeso, caddi nella sua trappola.

“Scusa amore, ma non è così semplice fare più cose contemporaneamente: lo sai che il lavoro che faccio è molto difficile” disse posando poi gli occhi sul monitor.

“Sai anche che la mia pazienza ha un limite, vero?” chiesi avvicinandomi a lui, posizionandomi alle sue spalle, facendogli un massaggio vicino al collo. Aveva finito il college ed era diventato avvocato: appena vidi tutti quei numeri sul monitor quasi mi venne mal di testa.

“Ti lascio il pollo nel microonde, quando finisci lo mangi, ok?” dissi lasciandogli un bacio sulla guancia, lasciandolo al suo lavoro.

“Grazie amore: come farei senza di te?” disse sorridendomi, prima che chiudessi la porta della camera.

“Rimarresti digiuno” dissi scuotendo la testa avviandomi in cucina.

Mangiai in solitudine, oltre che alla tv accesa ad un canale random, lavai i piatti e mi appisolai sul divano. Caddi stranamente in un sonno profondo e appena sentii in sottofondo rumori di partita, aprii gli occhi: ero coperta da un plaid, mentre Sam era seduto sulla poltrona a guardare la partita.

“Sei sveglia” mi disse sorridendomi Sam. Mi stiracchiai e mi passai una mano sulla faccia, ancora assonnata.

“Hai mangiato?” chiesi sbadigliando.

“Come scusa?” chiese divertito, Sam, soffocando una risata.

“HAI-MANGIATO?” dissi scandendo le parole.

“Sì: era buonissimo, ma è scontato dirtelo” disse facendo spallucce, Sam.

“Per me non è scontato, lo sai: preferisco quando qualcuno mi dice che ho cucinato male invece di dirmi che era tutto buono e leccarmi il sedere” dissi alzandomi, piegando il grande plaid che Sam mi aveva messo addosso. Appena finii di piegare la coperta, mi ritrovai Sam davanti, ad aspettare come un bambino.

“Posso averlo ora un bacio?” mi chiese guardandomi dolcemente. Poggiai la coperta sul divano e mi avvicinai a lui posando le mie mani intorno al suo collo, alzandomi sulle punte.

“Certo” dissi sorridendogli, prima di dargli un bacio lento e dolce. Sam posò le sue mani sui miei fianchi, intensificando il bacio, mentre io infilavo le mie mani nei suoi capelli lunghi e lisci, trovando così una serenità inaspettata.

“Non tagliarli mai” dissi a qualche millimetro dalla sua bocca: rise, sapendo che mi riferivo ai suoi bellissimi capelli castani scuri, li amavo e amavo giocarci.

“Devi prepararti” disse staccandosi da me, dirigendosi vicino al frigorifero.

“Che ore sono?” chiesi guardando verso l’orologio.

“Le…18.30” disse Sam, mentre sorseggiava un intruglio di verdure frullate.

“Devo essere al ristorante alle 19! Perché non mi hai svegliato?” chiesi correndo nella camera da letto.

“Eri così bella mentre dormivi” mi disse con tono pacato, Sam.

“Se farò ritardo e verrò sgridata dal titolare, te la vedrai con me appena ritorno qualsiasi ora sia!” dissi puntandogli il dito contro. Arricciò le labbra e con un cenno del capo, alzò le spalle.

“Nessun problema” disse sorridendo, riprendendo a bere quell’intruglio verde.

“Buon lavoro! Sei sempre bellissima!” mi disse lasciandomi un bacio sulla fronte, mentre scappavo in macchina verso il ristorante.

“Jess: spero questo sia il tuo ultimo ritardo! Ora, vai in sala a mettere l’occorrente su tutti i tavoli” mi disse sgridandomi il titolare.

“Sì, capo” dissi annuendo, andandomene a testa bassa.

“Maledizione” dissi imprecando, mentre sistemavo le tovaglie, i bicchieri e le posate sui tavoli.

La serata nel locale andò a gonfie vele: la clientela non mancava mai, nemmeno nei giorni infrasettimanali, perciò il lavoro non mancava. Arrivai a casa che era mezzanotte: ero stremata ed arrabbiata, perché il capo mi aveva tenuto con il fiato sul collo per tutta la serata a stare attento a ogni mio minimo spostamento.

Appena entrai in casa, buttai le chiavi sul tavolino affianco alla porta e guardai Sam che era con il suo pc nella cucina.

“Ciao amore…da quello sguardo non promette nulla di buono” disse chiudendo velocemente lo schermo del portatile.

Ovvio che non prometteva nulla di buono il mio sguardo: ero arrabbiata e lo stavo fulminando con lo sguardo, in più ero stanca morta perché la maggior parte del lavoro l’ho fatta io per colpa del ritardo.

“Ciao” dissi atona, prendendo dal frigo dell’acqua.

“Che è successo a lavoro?” mi chiese preoccupato, Sam, mentre mi osservava a braccia conserte vicino alla cucina. Non fiatai, bevendo
l’acqua ignorando completamente la domanda di Sam e la sua presenza anche se era difficile non notarlo: si avvicinò a me in poche falcate e mi abbracciò, stringendomi con forza ma nello stesso tempo dolcezza.

“Sai che detesto quando mi ignori: vuoi parlarne?” mi disse allontanandosi quel tanto da guardarmi in volto, senza interrompere il contatto fisico.

“C’è che sono stata rimproverata” dissi allontanandomi da lui.

“E?” chiese incitandomi a continuare.

“E ho lavorato come un mulo e sono stanchissima” dissi sfinita.

“Quindi non te la prendi con me?” chiese divertito, alludendo alla frase detta prima di uscire.

“Sono troppo stanca per farlo” dissi sbadigliando.

“Allora ti do una mano” disse prendendomi in braccio e portandomi in camera.

“Non mi sono nemmeno cambiata!” dissi agitandomi appena mi buttò con poca gentilezza sul letto.

“Non ce ne sarà bisogno” disse chinandosi su di me, lasciandomi una scia di baci iniziando poi a spogliarmi.


ANGOLO SCRITTRICE: Salve gente eccomi con una nuova storia con Sam, che non centra nulla con quell'altra che sto scrivendo. Vorrei che questa storia sia più 'calma' diciamo xD Spero che vi piaccia e lasciate una recensione! Sono curiosa di sapere cosa ne pensate :3

Sam

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