Sapphire
Sapphire Birch si guardò allo specchiò della sua camera da letto.
Restò lì a fissarsi, e fissare il vestito che si era messa, l’ennesimo confezionato da Ruby per lei.
Si sentiva fuori posto, in quel vestitino azzurro tutto fiocchi e fronzoli.
Eppure sapeva che la sua lei bambina lo avrebbe adorato, lo avrebbe messo sempre così come tutti gli altri vestiti di Ruby.
Si sedette per terra, senza smettere di osservarsi. Si sciolse il codino e lasciò che i corti capelli castani le scivolassero sulle spalle.
Ma lei chi era?
Quella dolce bambina romantica, a cui piacevano le cose carine e pucciose, che vestiva con abitini pieni di grossi fiocchi... oppure l’assistente del padre, che odiava le cose da ragazze e che si comportava da selvaggia?
Non lo sapeva. Forse era solo una maschera quella della selvaggia, forse la sua vera faccia era quella di quando era bambina...
Se non fosse stato per quel Salamence, ora lei sarebbe ancora così.
Se non fosse stato per quel Salamence, nessuno le avrebbe portato via Ruby.
Se non fosse stato per quel Salamence... sarebbe la ragazza ideale.
Dolce, romantica, forse sarebbe diventata anche una coordinatrice.
Forse era quella la sua personalità, quella che aveva cercato di dimenticare, quella debole... quella che forse sarebbe piaciuta a Ruby.
Quella maschera... la teneva da così tanto. Quella con cui tutti la conoscevano.
“La ragazza selvaggia”, così l’aveva chiamata Gold al Parco Lotta.
Una lacrima le rigò il volto.
Allo specchio vide la bambina che era stata. Lei era quella, non voleva più mentire.
Prese una scatola dall’armadio. Era rosa e piena di cuoricini. Era di quando era piccola.
La aprì, e trovò una bambola, uno specchietto pieno di brillantini, dei braccialetti, una spazzola.
Prese con delicatezza l’ultimo oggetto, e se lo passò tra i capelli.
Poi si riguardò allo specchio. Quella era Sapphire. Una ragazza carina e dolce.
Rimise con cura le cose nell’armadio, quindi scese le scale con leggerezza, ignorando lo sguardo attonito del padre.
Uscì di casa sistemandosi il fiocco in testa, dirigendosi verso la casa accanto.
In quel momento Ruby stava uscendo, ignorando la ragazzina che lo fissava, chiedendosi se fosse uno sbaglio.
-Ciao, Ruby