Fanfic su artisti musicali > Mika
Ricorda la storia  |      
Autore: LonelyAlcoholic    02/02/2016    5 recensioni
[Fanfiction partecipante al contest "Nothing's Only Words"]
Periferia di Londra, primi anni del Duemila. Mika, ventunenne e non ancora famoso, incontra per caso Morgan, in una circostanza da Polaroid anni Settanta.
Genere: Erotico, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  • Personaggi: Mika, Morgan
  • Coppia: Mikorgan
  • Prompt: 1 (Past!Mika)
  • Genere: erotico
  • Rating: arancione

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

[Mika]


22 agosto 2004

Alla fine trovo il coraggio di andare a questo festino, motivato solo dalla speranza di incontrare un musicista che conosca qualcuno del settore per ottenere finalmente uno straccio di contratto discografico.. Anche se mi sembra un po’ di fare il giro largo, per così dire. Forse ho fatto male a non partecipare alle audizioni di quel nuovo talent, The X-Factor, ma ho già provato programmi così e ai provini mi hanno sempre detto no.
Raggiungo il luogo della festa, una tipica villetta in stile vittoriano nella periferia, dalla quale proviene un gran rumore, sinceramente mi aspettavo una cosa diversa.. Che mi abbiano dato delle informazioni sbagliate e che questa, in realtà, sia solo una delle tante feste tristi della domenica sera londinese? Mi avevano assicurato che ci sarebbero stati alcuni musicisti e forse anche alcuni discografici. Provare non costa niente, decido di superare il cancello già aperto e, una volta attraversato il cortile, busso forte alla porta. “Se sei un poliziotto, sei obbligato a dirmelo.” biascica il ragazzo che mi apre “..Ti sembro un poliziotto?” gli chiedo confuso, lui scrolla le spalle e mi fa segno di entrare, la domanda non promette niente di buono, e cerco subito con lo sguardo Matt, ma non riesco a vederlo tra tutta questa gente e tutto questo caos. Mi verso del punch dal tavolo lì vicino e cerco di passare inosservato, mentre perlustro un po’ le stanze; quando, finalmente, lo trovo, coinvolto in una gara a chi beve più shottini di tequila.. E capisco di averlo perso per stasera, non potrò contare sulla compagnia dell’unica persona che conosco qui.
Odio stare in festini come questi senza conoscere nessuno, sono tentato di andarmene, ma devo prima verificare se quella cosa dei discografici è vera, e poi sinceramente non ho niente di meglio da fare stasera. Mi siedo sul divanetto in mezzo al salotto e mi guardo intorno, come nella maggior parte delle villette di periferia, l’arredamento è rimasto fermo agli anni Settanta. Mi sento patetico, ho ventuno anni appena compiuti e, invece di divertirmi con gli altri, sto a guardare l’arredamento.. Però, in effetti, probabilmente è il settore in cui mi butterò, se mi andasse male quello musicale. “Qui è tutto così anni Settanta!” commenta un uomo sedendosi vicino a me, mentre si accende una sigaretta, leggendomi nel pensiero “Anche tu” aggiunge poi guardandomi e sorridendo.. Wow, che bel sorriso. Ma che avrà voluto dire? Era un complimento? “Sei il padrone di casa?” mormora, non sorridendo più “No, no.. Io non conosco nessuno qui..” dico, mentendo, in realtà conosco Matt, ma mi vergogno un po’ a dire che è mio amico al momento.. Anche se a regola dovrei fregarmene di cosa pensa uno sconosciuto. “Neanch’io, conosco solo William, che mi ha trascinato qui..” dice indicando con un cenno del capo un uomo poco più in là, intento a parlare con altre persone, sembra un tipo molto socievole. “Anche tu sei qui per conoscere dei musicisti?” gli chiedo, guardandomi intorno “Sei qui per conoscere musicisti?” mi chiede di rimando, io annuisco appena “Piacere Morgan” dice porgendomi la mano, sbarro un po’ gli occhi e mi sento arrossire, che imbarazzo “Mika..” dico piano, stringendogli la mano “Perché vuoi conoscere dei musicisti? Vuoi metter su una band?” chiede sorridendo, ancora quel sorriso.. Noto anche che ha uno strano accento, che mi piace un sacco. “No, è che.. Magari uno come te conosceva qualche produttore...” dico eloquentemente “Mi dispiace, non sono di Londra” si scusa lui, abbozzando un sorriso “E di dove sei?” chiedo curioso, spostando subito la cosa dei produttori in secondo piano, voglio capire cosa mi ricorda quell’accento. “Sono italiano” risponde, ora che ci penso è vero, l’accento è quello.. Dovevo capire che era italiano dall’abbigliamento elegante, indossa una camicia bianca con tanto di gilet grigio e pantaloni abbinati; eppure il suo accento non è rimarcato come tanti italiani, non è per niente fastidioso da sentire. “Oh, allora tu non vivi qui..” dico dopo qualche secondo, realizzando, mi sento un po’ deluso “Abito vicino a Milano.. Sono qui in vacanza” risponde abbassando lo sguardo, il suo sorriso si è spento improvvisamente “Spero tu ti stia divertendo..” commento, vorrei chiedergli direttamente se qualcosa non va, ma non vorrei sembrare troppo indiscreto. “In realtà poteva andare meglio. Ho scoperto che la mia compagna mi ha tradito negli ultimi mesi.. William mi ha portato a questa festa per distrarmi, è l’unica persona che conosco qui a Londra” dice sospirando piano, mi dispiace davvero per lui, ma allo stesso tempo è un duro colpo sapere che a quanto pare gli piacciono le donne, per un secondo mi sono illuso di piacergli, solo perché ha attaccato bottone con me, dicendo proprio le cose che stavo pensando.. È stata tutta solo una triste coincidenza. “Mi dispiace.” dico, accarezzandogli piano un braccio per consolarlo in qualche modo “Scusa, mi hai detto che sei qui per conoscere dei produttori, e io sto a parlarti dei miei problemi!” dice ad un certo punto, facendo per alzarsi “No, no! Non mi importa, io mi stavo annoiando a questa festa, non mi abbandonare!” gli dico ridendo appena e prendendolo per la camicia, stupendo anche me stesso, perché di solito tendo ad essere timido con gli estranei.. Ma lui ha un qualcosa che mi attira. Mi guarda per qualche secondo “Va bene.. Solo perché mi piace il tuo sorriso” risponde sorridendo a sua volta, rimettendosi seduto. Mi sento avvampare e torno subito timido, non può dirmi certe cose.. Poi ha mai visto il suo? “Anche il tuo è molto bello..” borbotto arrossendo “Grazie” risponde guardandomi profondamente, prima di spegnere la sigaretta nel posacenere sul tavolino davanti a noi “Ti va una birra?” gli chiedo, anche se più che altro serve a me in questo momento “Sì, perché no?” risponde scrollando appena le spalle, mi alzo e vado a prendere delle bottiglie di Tennent’s che ho visto sul tavolo, a fianco al punch.
“Sbaglio o avevi detto una birra?” chiede ridendo, vedendo che effettivamente torno con un bel po’ di bottiglie “Se vuoi le bevo tutte io” dico ridendo, mentre le appoggio sul tavolino e inizio a berne una, ho sempre preferito la birra a tutti gli altri alcolici. Mentre bevo, noto che mi sta fissando la bocca in modo strano, le sue pupille sono più dilatate, ma poco dopo scuote velocemente la testa e sposta subito lo sguardo verso la sua birra, facendo finta di niente.. Forse anche questa era una coincidenza, però non posso fare a meno di arrossire per l’ennesima volta, e smetto momentaneamente di bere “Allora.. Sei un musicista, che strumenti suoni?” gli chiedo sorridendo, mi fa sempre piacere parlare di musica, e poi è un argomento che dovrebbe mettere entrambi a nostro agio. “Beh.. La maggior parte, tranne quelli ad arco e alcuni a fiato, in pratica” risponde “Veramente?” chiedo impressionato “Sì, diciamo che quelli che suono di più sono il piano, il basso e il sintetizzatore. Tu?” domanda “Io solo il piano e la batteria.. E il kazoo” dico alzando appena le spalle, lui a quel punto quasi si strozza con la birra “Ho detto qualcosa?” gli chiedo perplesso “No, scusa, pensavo al ‘kazoo’, in italiano... Lascia perdere” sorride imbarazzato e fa un breve gesto della mano per dirmi di lasciar correre “Comunque io sono un cantante principalmente” continuo “Anch’io, sono conosciuto come cantante alla fine..” dice bevendo qualche sorso “Ah sì? Mh.. Qual è la tua più grande ispirazione?” gli chiedo interessato, bevendo a mia volta “David Bowie, assolutamente” risponde sicuro “Sul serio? Anch’io amo David Bowie!” dico entusiasta “Io l’ho incontrato, quando ho aperto un suo concerto in Italia con la mia band, due anni fa!” dice, lasciandomi a bocca aperta “Però quando mi è passato vicino, mi ha totalmente ignorato” conclude poi ridendo, non so se stia scherzando, in caso contrario lui in Italia deve essere veramente famoso, non ne avevo idea.. “Ma mi prendi in giro?” gli chiedo guardandolo negli occhi “No, giuro” risponde serio “David Bowie ti è passato vicino..” ripeto, mi sento quasi intimorito e bevo ancora un po’ di birra. “Io ho incontrato Annie Lennox!” dico poi, anche se mi sento un po’ un bambino che vuole fare a gara “Figata!” commenta lui “Sì, ma mi ha dato il consiglio più inutile che abbia mai sentito.. Le ho chiesto cosa mi serviva per raggiungere il successo, e lei mi ha risposto che una volta che hai quel fuoco dentro non hai altra scelta” dico, ricordando con sufficienza quelle parole “Beh almeno lei ti ha rivolto la parola” commenta ridendo, deve ancora fargli male questa cosa di Bowie.. Effettivamente al suo posto mi sentirei come lui. “A volte penso che faccia male incontrare i propri miti..” aggiungo annuendo “Sì, ma comunque non è che adesso ce l’ho con Bowie perché non mi ha salutato, figurati, è andata così.. Lui resta sempre un’ispirazione” dice, continuando a bere. Mi soffermo a guardare i suoi capelli folti, così particolari, sono grigi scuri, quasi neri, con dei piccoli ciuffi argentei, dal modo in cui stanno hanno tutta l’aria di essere davvero morbidi e malleabili, mi verrebbe voglia di metterci le mani in mezzo.. Ma poi vengo distratto dalla musica. “Adoro questa canzone!” esclamo, quando riconosco “Orchestra” dei The Servant, che piace anche a lui, parliamo di musica per non so quanto, mi canticchia anche dei brevi pezzi di canzoni italiane che non conoscevo, il mio repertorio italiano d’altronde si basa principalmente su Paolo Conte, e devo dire che è ancora più affascinante quando Morgan canta nella sua lingua, ha un timbro particolare. Senza contare che è una delle persone più colte con cui abbia mai parlato, oltre che di musica si intende anche di arte, filosofia e letteratura, riesco solo ad ascoltarlo estasiato, mi sento sempre più rapito da lui e, birra dopo birra, i sorrisi e il contatto fisico tra di noi aumenta sempre di più, tanto che lo sto ascoltando di fianco, appoggiato allo schienale del divano, a pochi centimetri dal suo viso. “Non è che hai visto Red Bull in giro?” mi chiede guardando la birra “No, mi dispiace.. Qui ho visto solo bevande alcoliche” rispondo “È che non reggo benissimo l’alcool” ammette, in effetti la Tennent’s è abbastanza alta di gradazione e non so quante ne ha bevute già.. “Sei un musicista rock che non beve?” dico ridacchiando “Beh, si dice ‘sesso, droga e rock’n’roll’, l’alcool non è menzionato, e con queste tre cose sono apposto” dice alzando le sopracciglia e ridendo piano, gli sorrido divertito, sono completamente brillo. “Ma l’alcool è divertente… Aspetta, torno subito!” dico, mi è appena venuta un’idea, forse folle, mi alzo dal divano per andare nella stanza dove ho visto prima Matt, ma barcollo un po’ “Speriamo tu riesca a tornare!” dice Morgan ridendo, rido a mia volta e, quando mi volto per guardarlo male, lo becco a fissarmi il sedere.. Non so se sia l’ennesima coincidenza, ma comunque decido di ondeggiare di più i fianchi andando di là, per quanto il mio stato attuale me lo permetta. Al posto di Matt e di quelli che erano prima con lui, trovo un tavolino con una serie di bottiglie e bicchierini vuoti, alcune scorze di lime e la saliera; prendo la bottiglia di tequila rimasta a metà, alcuni bicchierini di carta dalla confezione, il sale e i pochi lime superstiti ancora integri, per poi dirigermi di nuovo verso Morgan. Riesco a raggiungere il divano senza far cadere niente, e appoggio la roba sul tavolino davanti “Sei andato a fare la spesa?” commenta lui ridendo “Suppongo tu non sia un bevitore esperto di tequila..” affermo con un sorriso beffardo “Guarda che so com’è la tequila, ho quasi trentadue anni” risponde lui scettico “E com’è? Ti piace?” dico, versandola nei bicchieri, segno che è irrilevante la sua risposta, la berrà con me in ogni caso. “No, è troppo amara..” dice guardando i bicchierini disgustato “Ma io so come renderla migliore..” dico sorridendo malizioso “Passati la lingua sul palmo della mano, che ci metto il sale..” spiego “Non era tra pollice e indice?” mi interrompe “Cosa cambia?” chiedo scettico “Non lo so, sei tu il bevitore esperto” commenta sarcastico “Fallo e basta” rispondo, lui sospira piano scocciato, ma poi si lecca la mano, non staccando il suo sguardo dal mio mentre lo fa, facendomi sentire come se avessi già buttato giù il bicchiere di tequila. Deglutisco rumorosamente guardandolo un po’ imbambolato “Sei contento? Allora, il sale?” chiede impaziente, forse non si rende conto di quanto l’ho trovato sexy “Vabbè, faccio io..” dice subito dopo, vedendomi con lo sguardo incantato, e buttando il sale sul palmo “Non potevi prendere qualcosa di più amaro, Mika?” si lamenta ancora, guardando il suo bicchiere e indugiando un po’. Sono stufo del suo sarcasmo, decido di prendergli il polso e portarmi la sua mano alla bocca, iniziando a leccarvi il sale e guardandolo nel modo più provocante che riesco, per fargli provare come ci si sente, o almeno, questa è l’intenzione. A giudicare dall’espressione che ha, mentre mi guarda bere la tequila alla goccia e succhiare il lime, qualcosa ho provocato in lui “E-era meglio così?” balbetta, fissandomi con lo stesso sguardo che aveva quando mi guardava bere la birra “Sì, molto, dovresti provare anche tu..” dico, passandomi la lingua sulle labbra eloquentemente, lui mi fissa ancora immobile per alcuni secondi che mi sembrano infiniti, forse gli ho chiesto troppo. Prende la saliera e, lentamente, si avvicina fino ad arrivare a pochi millimetri dal mio viso, tanto che posso sentire il suo respiro sulla mia bocca, il cuore mi batte fortissimo, lui inclina la testa e.. All’ultimo si sposta in basso, sul mio collo, iniziando a passarci la lingua. Mi lascio scappare un ansito di piacere, ma anche di sorpresa, e spalanco gli occhi godendomi la sensazione. Si ferma solo per buttarci il sale, iniziando a ridacchiare divertito, e io lo seguo a ruota, un po’ per la tequila appena ingoiata, un po’ perché effettivamente mi fa il solletico. Appoggia il sale e torna di nuovo con la lingua sul mio collo, che gli espongo prontamente, socchiudendo appena gli occhi, mentre sento un brivido lungo la schiena. Si separa, troppo presto per i miei gusti, per bere la tequila tutta in un sorso e dopo rifarsi la bocca col lime. “Hai ragione, molto meglio” concorda infine, sorridendo malizioso “Hai sentito che hanno rubato ‘L’Urlo’ e la ‘Madonna’ di Munch dal museo di Oslo?” mi domanda poi, di punto in bianco, con quel sorriso stampato sulla faccia, che ormai ha fisso da ore “Veramente? Oggi? ..Non riesco a prendere sul serio la notizia se continui a sorridere!” gli dico ridendo a mia volta, più che altro il suo sorriso mi deconcentra, e con tutto questo alcool nel sangue faccio ancora più fatica. “Scusa, ma.. Mi è venuto in mente, non sapevo cosa dire e.. Non lo so, sono felice con te!” dice non riuscendo a smettere “Non è vero, tu sei ubriaco!” sparo a zero, continuando a ridere, nel panico, non so mai come reagire ai complimenti, in particolare ai suoi complimenti “No! Cioè.. Probabile, ma non è per questo, mi piace stare con te.. Sei anche molto bello.” dice fissandomi intensamente con quegli occhi magnetici, credo di essere diventato bordeaux. “L’ultima frase l’ho detta a voce alta..?” chiede dopo qualche secondo, scoppiando a ridere, poi si mette una mano tra i capelli, imbarazzato.. Più lo guardo e più penso sia adorabile “Io l’alcool proprio non lo reggo” mormora scuotendo appena la testa, dovrei dire qualcosa, ma il suo apprezzamento mi ha lasciato un attimo senza parole, e poi con tutte le birre e la tequila che ho bevuto non vorrei dire qualche cavolata. Improvvisamente mi viene da ridere, una risata nervosa, ripenso a tutto quello che mi ha detto stasera, mi sembra troppo perfetto, se fosse come gli altri e tutte le cose che mi ha raccontato fossero bugie, usate solo per fare colpo su di me? “Tu vuoi solo portarmi a letto, dillo..” dico tra le risa “Io?! Tu non fai altro che provocarmi!” si difende, ridendo anche lui “Tu mi hai raccontato un sacco di cose fantastiche, ma magari non sono vere..” gli sorrido assottigliando gli occhi “Non avrei bisogno di raccontarti storie per portarti a letto.” dice arrogante, ma allo stesso tempo in un modo che lo rende estremamente affascinante, per via anche della sua voce bassa e arrochita dall’alcool “Cosa faresti?” gli sussurro senza neanche pensare, intento a fissarlo rapito, lui mi guarda intensamente per qualche secondo, per poi avvicinarsi e chiudere con le labbra la distanza tra i nostri visi. Le sue labbra sono morbide, il suo pizzetto mi stuzzica appena il mento e sento la sua mano accarezzarmi una guancia, per poi infilarsi tra i miei capelli. La sua lingua mi apre delicatamente le labbra e inizia a muoversi nella mia bocca in modo sensuale e perfetto, tanto che non riesco a trattenere un piccolo gemito di piacere, al che lui mi stringe i capelli, e approfondisce ancora di più il bacio, facendomi venire i brividi. Persino il lime nella sua bocca ha un sapore dolce, mi sento in paradiso, ma improvvisamente si stacca da me “Scusa.. Mi fai un effetto strano, Mika” dice ansimante a pochi centimetri dalla mia bocca “Un bello strano..” mormora ancora spostando il suo sguardo sulle mie labbra, mi avvicino di nuovo a lui, pensando che è un pazzo ad essersi fermato, e lo bacio di nuovo, mordendogli il labbro inferiore, per poi aggrapparmi alla sua camicia e mettermi a cavalcioni su di lui. Per un attimo la testa mi gira e con essa l’intera stanza, ma ignoro la sensazione riprendendo a baciarlo con fervore. Passo le mani sotto il suo gilet, tastando il suo petto attraverso la camicia, mentre le sue vanno titubanti ad accarezzarmi le cosce, con le mani decido di spostargliele più su, deve smetterla di fare il gentiluomo “Mi sento osservato qui” ride separandosi dalla mia bocca, effettivamente mi ero momentaneamente dimenticato del mondo circostante, preso com’ero dal contatto con lui, ma quando mi guardo intorno, vedo che ci sono meno della metà delle persone rispetto a quando sono arrivato.. Le tipiche feste domenicali dove la gente va a casa presto e dove gli altri rimangono fino a tardi solo perché sono troppo fuori per rendersi conto dell’ora; subito dopo mi rendo conto di essere il primo a non avere idea di che ora sia, ma poco importa, in questo momento il suo collo cattura tutta la mia attenzione. Mi ci avvento iniziando a morderlo e suggerlo, inebriandomi del profumo dei suoi capelli, inaspettatamente dolce. Sembra piacergli, gli sento emettere dei gemiti rochi direttamente al mio orecchio, stringendomi istintivamente il sedere allo stesso momento, la cosa mi eccita da morire, e continuo, scendendo. Quando mi soffermo vicino al pomo d’Adamo, butta la testa leggermente indietro, sospirando appena, e io proseguo andando sempre più giù, aprendogli i primi bottoni della camicia. Mi sento assuefatto da lui, dai suoi gemiti trattenuti e da ogni sua reazione al contatto con me, ne voglio sempre di più, e da una parte sono grato all’alcool per farmi essere così intraprendente. Ad un certo punto però, mi prende le mani e torna con lo sguardo su di me “Mika, scusa.. Io.. Devo proprio andare” dice con la voce ancora un po’ arrochita, lo guardo un po’ sconvolto, ma poi mi separo da lui, rimettendomi seduto, non nascondendo comunque una certa delusione. Si riabbottona la camicia e, mentre mi chiedo se ho fatto una cavolata ad andare oltre il bacio, noto il rigonfiamento nei suoi pantaloni, è visibilmente eccitato.. Non può avergli fatto schifo “Sei sicuro che non mi vuoi..? Magari non qui..” gli chiedo piano, come ultima possibilità. “Mika, tu sei l’uomo più attraente che abbia mai conosciuto, davvero, è stato eccitante, ma non posso andare fino in fondo.” dice, guardandomi negli occhi “Perché?” domando, non riuscendo a trattenere un piccolo sospiro “Lei mi ha tradito, ma io non voglio fare le stesse cose che ha fatto lei..” risponde, capisco cosa mi vuole dire e annuisco piano “..Lei non ti merita, lo sai questo?” gli chiedo retoricamente, anche se forse suona un po’ presuntuoso da parte mia “Devo dare il buon esempio ad Anna Lou, almeno io” mormora pensieroso “Anna Lou..?” domando confuso “Sì, mia figlia di tre anni..” risponde sorridendo un po’ amareggiato, sono sorpreso, non avevo capito che avessero anche una figlia insieme, mi ritrovo ad annuire di nuovo lentamente, a sguardo basso, ho quasi gli occhi lucidi, ma che mi prende? “Allora.. Buona serata” dice piano, ancora con quel sorriso amaro.. Non riesco a guardarlo negli occhi, ma mi obbliga a farlo quando si avvicina per baciarmi un’ultima volta. Il bacio è dolce rispetto a prima; mentre preme le sue labbra contro le mie, le sue dita si infilano tra i miei capelli, accarezzandoli sinuosamente, e mi sento morire quando si separa da me. “Un giorno cantiamo insieme” soffia sulle mie labbra, guardandomi negli occhi “Sì, va bene” rispondo, è riuscito a strapparmi un sorriso anche in un momento come questo dove quasi stavo per mettermi a piangere. Se mai diventerò un cantante a tutti gli effetti, è difficile che le nostre strade si incontrino di nuovo, però ci spero, niente è prevedibile.


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ciao a tutti!
Come ho scritto, questa storia partecipa al primo prompt del contest "Nothing's Only Words" :)
Nonostante abbia scritto la data come ho fatto durante tutto il corso della mia long "One Man's Trash Is Another Man's Treasure", questa non è da considerarsi collegata in qualche modo, ho messo la data solo per far capire subito che era ambientata nel passato.. In ogni caso comunque, se a voi torna che sia collegata, siete liberi di pensarla come preferite :)
Ammetto che per la cosa della tequila mi sono ispirata alla scena di una puntata di The Big Bang Theory, anche se ho cercato ovviamente di modificarla :) spero vi sia piaciuta! Baci ♥
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: LonelyAlcoholic