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Autore: crownforaking    02/02/2016    1 recensioni
[Harry Potter!AU | secondo anno] Nico cerca in tutti i modi di non guardarlo — senza ovviamente riuscirci, perché non c’è alcuna possibilità che per una volta quello che dovrebbe fare riesca a prevalere su quello che fa effettivamente. Jason sembra fare lo stesso — eppure c’è un istante in cui i loro sguardi si incrociano e nello stesso istante si scontrano il senso di colpa da una parte e la frustrazione dall’altra.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Nico, Percy/Annabeth, Talia/Luke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Principalmente Jason/Nico, praticamente qualsiasi altra ship canon + Talia e Luke perché sono il mio guilty pleasure arriveranno negli anni successivi. Ovviamente ho adattato a cazzo le età dei vari personaggi in base a quello che mi serviva perché, onestamente, non me ne frega proprio un cazzo :D


i.

La prima volta che Jason lo vede è appena salito sul treno che lo porterà ad Hogwarts per la prima volta ed è impegnato nel tentativo di orientarsi, fare qualche conoscenza e possibilmente anche trovare un posto a sedere il prima possibile; Nico siede da solo in uno scompartimento e dopo qualche minuto Jason riesce a convincersi che, nonostante lo sguardo truce dell’altro ragazzo, non corre assolutamente alcun rischio nel tentare di sedersi vicino a lui.

«Ciao, io sono Jason» gli rivolge il più rassicurante dei sorrisi, aspettando che Nico ricambi se non il sorriso almeno in saluto. I primi due minuti, invece, passano nel più completo silenzio e quando Nico schiude le labbra e fa per dire qualcosa, la porta dello scompartimento si apre e un ragazzino riccio irrompe tra di loro con un sorriso smagliante e bianchissimo.

«Ehi, Piper, guarda!» e a quelle parole fa la sua comparsa all’interno dello scompartimento la testa di una ragazza che cerca, inutilmente, di tirare indietro il nuovo arrivato; «tu sei Jason, vero? È troppo figo che vieni a scuola con noi!»

«Leo!» lo rimprovera Piper, rivolgendo uno sguardo di scuse a Jason, prima di riuscire effettivamente a far uscire l’altro ragazzo dallo scompartimento.

Jason fa per aprire la bocca per chiedere a Nico che cosa stava per dire ma la porta si apre per la seconda volta e, per la seconda volta, la testa di Leo fa capolino: «comunque se vuoi venire con noi siamo tipo a due passi da qui» aggiunge, prima di scomparire di nuovo.

Jason riporta lo sguardo su Nico che fissa qualcosa di indefinito al di fuori dal finestrino e sembra non avere la minima intenzione di parlare con lui — aspetta ancora un paio di minuti, perché davvero non vuole sembrare scortese, prima di rendersi conto che l’altro ragazzo non ha nessuna voglia di parlare con lui. A quel punto decide che la cosa migliore probabilmente è lasciarlo da solo e soltanto qualche minuto più tardi è seduto nello scompartimento successivo insieme a Leo e a Piper che si rivelano così tanto simpatici da fargli passare il viaggio in un lampo.

 

ii.

La seconda volta che lo vede tutti quanti gli studenti del primo anno stanno tremando di paura davanti alla prospettiva dello Smistamento, qualsiasi cosa esso sia — Jason sa perfettamente a cosa stanno andando incontro: suo padre gli ha raccomandato così tante volte di assicurarsi di finire a Grifondoro che sarebbe sinceramente molto difficile dimenticarselo. Una buona parte di studenti, però, sembra ipotizzare alternative alquanto pericolose — e un paio di ragazzini sono ben felici di alimentare le paure degli altri con terribili racconti di fratelli e sorelle maggiori.

Nico sembra spaventato tanto quanto molti altri, eppure Jason si ritrova a pensare che l’altro ragazzo sia in realtà preoccupato in modo molto diverso tutti quelli che li circondano — perché poi dovrebbe importargli di questo dettaglio proprio qualche minuto prima di entrare nelle fauci del leone proprio non lo sa. Nico si guarda intorno quasi di nascosto, tenendo lo sguardo basso e se possibile cercando di attirare ancora di meno l’attenzione quando tutti loro vengono fatti entrare nella Sala Grande, accolti dal mormorio incuriosito e divertito degli altri studenti.

«Stai tranquillo, non è così male come sembra» si ritrova senza bene sapere come a sussurrare in direzione di Nico, cercando di tranquillizzarlo almeno un poco. L’altro ragazzo lo guarda con un’espressione quasi incredula e per qualche secondo Jason si domanda quale possa essere il significato di quello sguardo — poi intorno a lui scende improvvisamente il silenzio e tutto quello a cui riesce a pensare è l’orribile ipotesi di finire in una casa che non sia Grifondoro.

Jason sente decine di sguardi su di sé che diventano improvvisamente centinaia e centinaia quando qualcuno chiama il suo nome e lui è costretto ad avanzare fino al Cappello Parlante. Contrariamente ad ogni sua paura — dopo una trentina di diverse preghiere e invocazioni — il Cappello gli comunica mentalmente che non c’era alcun bisogno di fare così e che la sua casa di appartenenza è, senz’ombra di dubbio, proprio Grifondoro.

Jason regala un sorriso trionfante a Piper e Leo che lo salutano con i pollici alzati in segno di vittoria dalla fila di studenti ancora in attesa.

Una volta seduto al tavolo viene sommerso da una marea di domande e di commenti e soltanto a cena iniziata riesce a ritrovare con lo sguardo Nico, che siede al tavolo dei Serpeverde con lo stesso sguardo neutro che aveva sul treno.

 

iii.

La prima settimana di lezioni passa tra una novità e l’altra, tra una meraviglia e una situazione possibilmente mortale, tra una decina di studenti che gli rivolgono occhiate invidiose e un centinaio che non vedono l’ora di passare anche solo venti secondi in sua compagnia.

Jason cerca di sfuggire a tutto questo in ogni momento libero, fortunatamente aiutato anche da Piper e Leo che nonostante l’inizio un po’ traballante sembrano aver capito perfettamente che essere circondato da una folla di persone che non vede l’ora di sapere cosa si prova ad avere il grande e potente Giove come padre non è esattamente la sua più grande aspirazione.

Non che gli dispiaccia l'idea di farsi tanti amici, questo no, è che è davvero molto certo che la maggior parte dei suoi nuovi amici voglia davvero soltanto sapere dettagli su dettagli riguardanti la sua famiglia e suo padre e quello che ha fatto.

Jason non ne vuole parlare — ne hanno già scritto ovunque, è successo più di trent'anni prima, che bisogno hanno di parlarne ogni dieci secondi? —, Jason vuole soltanto seguire le lezioni in pace, cercare di svolgere la marea di compiti che hanno da fare ogni singolo giorno e magari andare a vedere qualche allenamento di Quidditch per prepararsi ai provini dell'anno successivo.

Si rende conto, con il passare delle settimane, che tutto sommato se la cava discretamente in quasi tutte le materie di studio — riuscendo perfino a fare un lavoro decente nelle lezioni di Pozioni, durante le quali perfino i migliori sembrano avere qualche problema.

Difesa Contro Le Arti Oscure? Con il padre che si ritrova è fin troppo facile. Incantesimi? Niente che non possa capire con un po’ di studio. Storia Della Magia? Erbologia? Astronomia? Certo, passare i pomeriggi sui libri non era proprio quello che avrebbe voluto, ma almeno riesce a seguire in modo più che decente il programma delle lezioni. Le lezioni di Volo, poi, si rivelano tanto divertenti quanti facili — più per lui che per il resto dei suoi compagni.

Se soltanto, poi, riuscisse a riportare gli stessi risultati anche nelle lezioni di Trasfigurazione, tutto quanto sarebbe davvero perfetto — ogni singola lezione si ritrova a guardare con invidia Nico che esegue ogni singolo compito come se studiasse da tutta la vita.

 

iv.

Passano due interi mesi prima che Jason riesca a capire quale sia il problema di Nico — o meglio: quali siano i problemi che tutto il resto della scuola sembra aver sviluppato, pian piano, con Nico.

La voce gira così tanto velocemente che quando Leo si piazza accanto a lui durante la lezione di Erbologia, Jason ha già capito che la cosa non gli piacerà affatto: «hai presente il Serpeverde con cui volevi parlare sul treno? È il figlio di Ade».

Le cesoie che Jason teneva in mano cadono a terra e rischiano di impalare il piede di Leo — che impreca un po’ troppo ad alta voce e finisce per far perdere cinque punti a Corvonero.

«Ade nel senso di “Ade il temuto mago oscuro”?» bisbiglia in preda al panico, sperando con tutte le proprie forze che Leo scoppi a ridere e gli dica qualcosa tipo certo che no, Ade nel senso di “Ade il grande mago buono degli unicorni e degli arcobaleni”.

«Ade nel senso di “Ade che è stato preso a calci nell’oscuro fondoschiena da Giove il Pezzo Grosso che guarda caso sarebbe tuo padre”» ribatte Leo, cercando di ignorare gli sguardi truci dei suoi compagni di classe; «e la prossima volta cerca di evitare di uccidermi».

Jason passa il resto della lezione a riflettere su quello che ha appena scoperto e sulle conseguenze che quella identificazione porta con sé: dovrebbe decisamente girare alla larga da Nico, questo è tutto, questa è decisamente la conclusione più ovvia alla quale chiunque potrebbe arrivare.

Suo padre disapproverebbe moltissimo anche soltanto l’idea che Jason possa rivolgere un pensiero che non sia di odio, disgusto o ribrezzo nei confronti di Nico — e l’ultima cosa che Jason vuole è deludere suo padre e sentirsi dire che è stato un figlio meno che perfetto.

Sì, stare il più lontano possibile da Nico è decisamente l’idea migliore che potrebbe avere.

 

v.

Il che è decisamente più facile a dirsi che a farsi: per settimane e settimane riesce ad evitare anche di pensare a Nico — perfino durante le lezioni che hanno in comune, perfino quando tutti quanti lo guardano portare facilmente a termine l’ennesima trasfigurazione con ammirazione mista a terrore — e, nonostante le voci contrariate nella sua testa, si sente quasi orgoglioso del suo autocontrollo.

Poi però arriva il Natale e Leo che torna a casa da sua madre — perché non potrebbe mai e poi mai lasciarla da sola a festeggiare — e Piper che va a trovare suo padre per lo stesso identico motivo e la maggior parte della scuola che torna a casa dalle rispettive, amorevoli famiglie.

E Jason che aspetta da mesi di poter tornare a casa — e di poter rendere orgoglioso suo padre con i racconti di quanto è bravo in tutto quello che fa e di quanto i suoi compagni lo ammirino e lo rispettino — si ritrova a stringere tra le mani la lettera composta di tre righe in cui i suoi genitori lo informano che stanno partendo per una vacanza e la sua presenza non è affatto contemplata.

Non è deluso, si sforza in ogni modo di ripeterselo tutti i giorni, non è affatto deluso e certo, capisce perfettamente perché i suoi genitori non dovrebbero volere i loro figli a casa per Natale — perché no, a quanto pare nemmeno Talia è desiderata al loro fianco. Non che a lei importi qualcosa — glielo dice chiaramente prima di tornare a saltare le lezioni insieme a Luke, fingendo che davvero la cosa non le interessi — di quello che vogliono o non vogliono i loro genitori.

Peccato che a lui interessi, peccato che lui sia deluso, peccato che lui passi l’ultima settimana di lezioni e la prima di vacanze a chiedersi come sia possibile per dei genitori essere così tanto terribili — e sentirsi un altrettanto terribile figlio di conseguenza.

 

vi.

Nico è uno dei pochi ragazzi che, come lui, sono rimasti ad Hogwarts per le vacanze di Natale — e prima o poi è destino che Jason si ritrovi troppo, troppo vicino a lui per poterlo ignorare. Se fosse una persona normale, poi, non avrebbe nessun problema a fingere che l’altro ragazzo non esista ma no, lui è Jason Grace e non c’è alcun modo che la sua testa gli permetta di comportarsi in un modo che non sia almeno minimamente decente con un altro essere umano.

E, come volevasi dimostrare, quando finiscono seduti vicini durante il pranzo di Natale — perché nel castello sono rimasti così pochi studenti da non riuscire a riempire nemmeno una tavolata — Jason non riesce a resistere alla tentazione di parlare con lui.

«Stai passando un bel Natale?» gli chiede all’improvviso, tra una fetta di tacchino e un boccone di patata arrosto, dandosi immediatamente dello stupido un po’ per la domanda idiota, un po’ per aver effettivamente fatto l’unica cosa che proprio non doveva fare.

Nico lo guarda senza capire — probabilmente anche lui si starà domandando perché mai Jason gli stia rivolgendo la parola; o nel migliore dei casi sta pensando al modo più doloroso per ucciderlo nonostante abbia soltanto undici anni — e rimane in silenzio senza rispondere alla domanda fino a quando Jason non abbandona il tentativo e torna a guardare le montagne di cibo davanti a loro.

«Diciamo di sì» la risposta giunge all’improvviso e per la sorpresa Jason quasi si strozza con la terza porzione di tacchino; si volta subito a guardare Nico che sta palesemente cercando di reprimere una risata alla vista di Jason che tenta di non soffocare con il cibo e l’aria che gli sono andati di traverso.

È la prima volta — e decisamente non l’ultima durante quelle settimane di vacanza — che Jason prova a parlare con lui e Nico non lo ignora come al solito. Parlano più e più volte e con sua immensa sorpresa Jason scopre che Nico non è affatto male.

 

vii.

Il resto dell’anno passa esattamente come dovrebbe passare: Jason, Leo e Piper diventano praticamente inseparabili, le lezioni continuano ad essere impegnative ma fattibili e Percy Jackson, il capitano di Quidditch dei Grifondoro, gli assicura che ha delle ottime probabilità di entrare nella squadra l’anno successivo. Tutto quanto procede alla perfezione e Jason riceve perfino dei quasi complimenti in una delle poche lettere che gli arrivano da casa.

Il resto dell’anno passa esattamente come dovrebbe passare — con la notevole eccezione che spesso e volentieri Jason raggiunge Nico in una delle sue solitarie passeggiate intorno al Lago Nero e lo accompagna parlando del più e del meno. Non ha la più pallida idea del perché lo stia facendo: non c’è nessuna logica che dovrebbe spingerlo a fare una cosa simile, una cosa così tanto stupida e incosciente come fare amicizia con il figlio del peggior nemico di suo padre — nonché più pericoloso mago oscuro di tutti i tempi.

Non ha la più pallida idea del perché eppure questo non lo ferma dal continuare fino a quando la scuola non finisce e tutti quanti tornano a casa per le vacanze estive.

Nico non gli ha chiesto di scrivere, Jason non ha domandato nulla a riguardo e si sono semplicemente salutati come se dovessero vedersi il giorno seguente. Jason passa l’intera estate a chiedersi se sia il caso di scrivergli o meno: alla fine è lo sguardo tempestoso di suo padre a convincerlo che probabilmente a Nico nemmeno interessa.

   
 
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