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Autore: ckofshadows_    02/02/2016    0 recensioni
In un'accogliente caffetteria in una piccola città, un ragazzo con bellissimi occhi azzurri siede allo stesso tavolo ogni giorno, come se stesse aspettando qualcosa, o qualcuno. Blaine si sente in dovere di sedere e parlare con lui... e scopre l'inimmaginabile.
*********
Questa storia è una traduzione!
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WARNING: L’autrice avvisa che in questo e nel prossimo capitolo ci saranno delle scene di violenza, appena accennate, quindi se qualcuno vuole può saltarli.. Io consiglio comunque di leggerli .. ci sono molte spiegazioni 




Avevo dodici anni quando mio cugino Rob comprò un appartamento a pochi chilometri da casa nostra.

Si era trasferito a New York subito dopo il diploma ed aveva comparto questo appartamento così da poter avere un posto dove stare quando tornava a casa per le feste o le vacanze.

Rob era un agente di cambio ventenne, ma ha sempre avuto del tempo per me.

Mi ricordo che un giorno ero seduto sul pavimento del suo appartamento , nuovo e vuoto, mentre lo aiutavo a scegliere tra i vari colori la vernice e tra i vari campioni di moquette.

“Quale colore ti piace di più tra questi per le pareti?” mi chiese, “ Questo potrebbe essere un po’ troppo giallo.. questo sembra troppo verde.. e questo ha troppo arancione dentro. Non riesco a decidere.

Guardai , strizzando gli occhi, i quattro campioni che ho in mano; mi sembravano tutti della stessa tonalità di grigio.

“ Forse questo” dissi esitante, indicando l’unica di cui Rob non si era lamentato.

“Mi piace.. quanto sia grigio”.

“ E sia”. 

Rob lanciò la carta in una ciotola, dove atterrò perfettamente.

“Va bene  la moquette per le due camere da letto. Ma per il salotto, voglio mantenere i pavimenti in legno, basta aggiungere un bel tappeto. Quali di questi preferisci?”

Tirò fuori dei ritagli di giornale, mostrandomi diversi tappeti con disegni grigi e neri.

Discutemmo per due tappeti in particolare, ma alla fine decidemmo per un tappeto di lana spessa con dei motivi geometrici sopra.

Il giorno che aiutammo Rob a trasferirsi, mi diede di nascosto la mia copia personale della chiave.

“A cosa mi serve?” gli chiesi.

“Leggo di continuo di tutte le pressioni a cui i ragazzi sono sottoposti oggi.”

Lanciò un’occhiata dietro le spalle, per essere sicuro che i miei genitori fossero anche in sala da pranzo,  non a portata di voce.

“Ho pensato che questo potesse aiutarti se avessi bisogno di un posto per staccare”.

“ Staccare dai miei genitori?”

“ Staccare da tutto. E non mi importa  se tu… se vuoi portarci qualcuno “
Sbattei le palpebre, gli occhi spalancati.

“ Intendi… qualcuno tipo una ragazza?”

“ No, ragazzino. Non intendo qualcuno come una ragazza.”

Fu allora che realizzai perché Rob mi avesse chiesto tutti quei pareri su come arredare l’appartamento.

Non era una casa per lui dopotutto.


Il tempo si è fermato.  Il tempo è perfettamente immobile ed il tappeto di Rob è rovinato.

Guardo il liquido rosso gocciolare dalla spranga, che filtra lentamente nelle fibre bianche e grigie del tappeto.

Come se il sangue non bastasse, qualcuno ha vomitato sul tappeto davanti a me.

Dal sapore in bocca e la sensazione appiccicosa sulle mie labbra, ho il sospetto che probabilmente si tratta di me

“ Vieni qui.. No, devi venire qui adesso. Ho.. ho cominciato a colpirlo e poi non riuscivo più a smettere. Credo di averlo ucciso."

Qualcuno sta camminando avanti e indietro per la cucina, parlando  in modo veloce, con voce strozzata. 

Sembra che stia piangendo. 

"Per favore, amico, ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno che tu lo controlli e vedere se è morto. Per favore."

Non sono morto. 

Almeno non credo.

Sono sdraiato su di un fianco, in parte sotto al tavolino, di fronte alla porta.

La testa mi fa male da morire. Lo stesso la mia spalla.

Questo non è il modo in cui dovevano andare le cose. Avrei dovuto essere al sicuro qui, nel mio piccolo rifugio che Rob ha creato per proteggermi dal mondo esterno.

Mi sforzo di respirare,  dentro e fuori, dentro e fuori. 

La respirazione è importante.

Se sto respirando, sono ancora vivo.

Il piede di porco è coperto di sangue…così tanto sangue che comincio a chiedermi quanto gravemente sono ferito.

Trattenendo il fiato contro il dolore nella mia testa, passo la mano, lentamente, per tutto il corpo, ma non sembra che sia ferito da qualche altra parte.

Sembra che mi ha colpito in testa ed io sono caduto.

Devo aver sbattuto la spalla sullo spigolo del tavolino. Lussata, forse.

Probabilmente dovrei cercare di fermare l'emorragia dalla mia testa, però. 

Tanto sangue sulla spranga.

Tanto sangue sta scorrendo sul tappeto di Rob.

Mi guardo in giro, cercando, nelle vicinanze,  qualcosa da usare.

Il mio sguardo si ferma sulla coperta sul divano e mi si blocca il respiro.

Era solo ieri che io e Kurt eravamo su quel divano insieme, baciandoci e strusciandoci l’uno contro l’altro, ridendo ed amandoci.

Qualcuno sta di nuovo andando avanti ed indietro in cucina.

Mi chiedo cosa farà quando si renderà conto che, dopotutto, non sono morto.

Viene in salotto, solleva la spranga e soffocando un singhiozzo la lascia cadere con un tonfo.

“Questo non sta succedendo. Questo non sta succedendo.”

E’ l’amico di Sebastian.

Quello col neo sul viso.

Quello che va a letto con Sebastian quando è ubriaco e che fa bojutsu… chiudo gli occhi. 

Merda.

Bojutsu.

E’ più facile tenere gli occhi chiusi.

La luce mi da fastidio e , quando chiudo gli occhi, posso fingere che questo sia solo l’ennesima emicranea.

Posso immaginare mia madre che fa bollire l’acqua per il tea e mio padre che poggia un altro panno fresco sulla mia fronte.

E’ più facile.

Morgan usa di nuovo il cellulare; è agitato quando gli rispondono.

“Ma che cazzo, amico. Dove sei?”

Un colpo si sente alla porta proprio in quel momento.

Apro appena gli occhi per vedere Morgan gettare il cellulare su di una poltrona e correre a controllare lo spioncino, prima di aprire velocemente la porta.

“ Era ora, sono secoli che aspetto”

L’altro suo amico.. Lawrence.. entra velocemente, richiudendo la porta dietro di se, rimettendo tutti i serrature.

Si gira verso di noi, guardando verso di me.

Chiudo gli occhi di scatto, ma sono sicuro che mi ha visto osservarlo.
“Morgan, ma che cazzo”.

“ Per favore, per favore. Ho bisogno che vai a controllare per vedere se.. se è morto.. se l’ho ucciso.”

Morgan ricomincia a piangere.

"Non so cosa fare. Continuo a lavarmi le mani, ma non riesco a cancellare il suo sangue ". Si dirige verso la cucina di nuovo, di accendere l'acqua al massimo.

Quando riapro gli occhi, Lawrence mi sta guardando.

Non riesco a leggere la sua espressione. 

"Gesù, ma sei ancora li?" urla Morgan sovrastando il rumore dell'acqua. Ho bisogno che vai a controllarlo!" 

Aspetto che Lawrence gli dica che sono vivo, ma lui non lo fa.

Anzi, si gira e lascia l'appartamento.

 Il sangue sulla spranga si sta raggrumando.

Così come quello sul tappeto. 

Tanto sangue, ovunque.

Una vecchia canzone di Michael Jackson mi passa per la mente, per qualche motivo. 

Annie are you okay, are you okay Annie? ( Annie stai bene, stai bene Annie?).

Inghiotto abbondantemente cercando di non vomitare di nuovo.

She ran underneath the table

He could see she wasn't able

(Corse sotto il tavolo

Poteva vedere che lei non era in grado)

Perché Lawrence non aveva detto a Morgan che sono vivo? 

Mi ha sicuramente visto mentre lo stava osservando.

Forse è andato a chiedere aiuto. 

Forse ha chiamato il 911, ed un'ambulanza è già per strada.

Lo spero.

Il dolore alla testa sta peggiorando.

Probabilmente dovrei fare qualcosa per fermare l'emorragia, prima di perdere troppo sangue. 

Cautamente alzo la mano e passo delicatamente la punta delle dita sopra la mia testa. 

C'è un brutto rigonfiamento simile ad un uovo d'oca sul lato sinistro, appena sopra l'orecchio, ma quando , tirando indietro la mano, ci do un’occhiata, non c'è sangue sulle mie dita.

You were struck down, it was your doom

È stata colpita, è stata la tua condanna

A volte è una buona cosa avere le testa sanguinante. Allevia la pressione.

Mi chiedo se devo cercare qualcosa per bucare l’uovo d’oca per aiutare a far diminuire il gonfiore.

Il dolore sta diventando insopportabile appena chiudo gli occhi, cercando di respirare con calma.

There's a sign in the window that he struck you, a crescendo Annie

C'è un segno sulla finestra che ti ha colpito, un crescendo Annie

Stupida canzone.

Stupido Michael Jackson e la sua stupida canzone inquietante.

You were struck down, it was your doom

Sei stata colpita, è stata la tua condanna

Morgan sta piangendo di nuovo in cucina, sento i suoi conati di vomito.

Sembra quasi crudele che Lawrence non abbia solo messo fine alle sue sofferenze dicendogli che sono vivo.

A crescendo Annie

He came into your apartment, he left the bloodstains on the carpet

(Un crescendo Annie

E’ venuto nel tuo appartamento, ha lasciato macchie di sangue sul tappeto.)

Aspetta.

Ha lasciato macchie di sangue…

Spalanco gli occhi, respirando più velocemente.

Se non sto sanguinando.. di chi è tutto il sangue sulla spranga?

Il mio sguardo si posa sul lettore DVD e non riesco a soffocare un gemito di terrore quando leggo l’ora sul display.

Sono quasi le 5:45pm.

Kurt sarebbe dovuto tornare secoli fa.

Oddio.

Kurt.

Vomito di nuovo, grandi conati che portano su solo bile gialla.

Dovrebbe essere qui ormai.

L’ultima volta che ho parlato con lui era circa un’ora fa e mi aveva detto che era arrivato il carro attrezzi per togliere il rimorchio rovesciato. 

Deve essersi imbattuto in Morgan per strada e…

Sputo l’ultimo residuo di vomito, cercando di sforzarmi di pensare.

Kurt è da qualche parte in questo edificio e, a giudicare dallo stato di isterismo di Morgan, è ferito gravemente. Devo salvarlo.

Do un’occhiata intorno nella stanza di nuovo. 

Non posso guardare il piede di porco, non posso guardare il sangue sul tappeto. Non posso pensare al calore del sorriso di Kurt o alla cadenza della sua voce morbida. Devo concentrarmi su come essergli d’aiuto.

Dov'è il mio cellulare?

Controllo la parte anteriore dei jeans con la mano libera, ma le mie tasche sono vuote. 

Dove l’ho messo dopo aver parlato l’ultima volta con Kurt?

Ho un vago ricordo di averlo messo sul caricatore in camera mia, ma non so se l’ho fatto oggi o ieri. Il tempo sembra confuso e indistinto.

I miei occhi si soffermano sulla poltrona accanto al divano e sento i battiti accelerare.

Il telefono di Morgan è li sulla poltrona.

E’ a circa due metri da me.

In una giornata normale, mi ci vorrebbero due passi per raggiungerlo.

Ma questo non è un giorno normale.

Cerco di rotolare sulla spalla ferita ma non posso fare a meno di lamentarmi sottovoce per il dolore che sento.

Fortunatamente Morgan sta lavandosi le mani e sembra che non mi ha sentito.

Sono sulla schiena adesso, cercando di riprendere fiato, digrignano i denti.

Devo raggiungere quel telefono. 

Devo salvare Kurt.

Trattengo il respiro prima di tirarmi su con il braccio buono.

Sento la testa girare a causa del movimento,  ma almeno adesso sono seduto.

Il telefono non sembra così lontano ora.

Cammino lentamente verso la poltrona, barcollando.

Per un momento, prendo in considerazione l’idea di usare la spranga per colmare la distanza rimasta, ma non riesco a toccarla.

E’ troppo facile immaginare il volto pallido di Kurt terrorizzato mentre Morgan gli si avvicina con la spranga in mano.

Ancora qualche passo e riesco a raggiungere il cellulare, soffocando un  grido di sollievo quando le mie dita lo afferrano.

Morgan chiude l'acqua, ed io mi blocco per il terrore.

Se gira l’angolo della cucina e guarda di qua, mi vedrà.

Mi accovaccio lentamente, strisciando verso il tavolo.

Sta di nuovo facendo avanti e indietro , ed i suoi passi riescono a coprire i lamenti  dolore che non riesco a soffocare.

Riesco finalmente a tornare sotto il tavolino.

Stringo il cellulare come se fosse la mia ancora di salvezza.

Ce l’ho fatta. 

L’ho preso. 

Ora posso salvare Kurt.

Schiaccio il tasto di accensione.. ed il mio cuore sprofonda.

E’ necessaria una password per sbloccare il telefono.

Provo con 1,2,3,4. 

Poi con 0,0,0,0 e poi con 1,1,1,1.

Poi inizio a fare combinazioni a casaccio, boccheggiando in cerca d’aria.

Questo non può succedere.

Non posso essere arrivato così vicino, solo per fallire.

Mi si appanna la vista per le lacrime di frustrazione mentre digito ogni combinazione che riesco a pensare.

Poi sento il suono dell’ascensore e passi pesanti lungo il corridoio.

Ficco il cellulare in tasca e mi stendo di nuovo, calde lacrime scorrono sulle mie guance.

I passi si fermano davanti l’appartamento, prima che la maniglia giri lentamente.

Lawrence entra nell’appartamento , chiudendo la porta dietro di se richiudendo tutte le serrature.

Quando si gira verso di me , sembra uno che ha appena visto un fantasma.

Non posso fingere di essere morto.

Non posso nascondere il tremolio del mio respiro a questo punto.

Incrocio il suo sguardo, supplicandolo silenziosamente ma lui mi guarda arrabbiato.

“L’unica cosa che dovevi fare era stare lontano da lui” mi dice con ferocia, la mascella serrata.

“Ti sei comportato come se lui non ti piacesse; perché non sei rimasto lontano da lui.” 

Si passa le mani in faccia, prima di dirigersi in cucina.

Sento Morgan fermarsi bruscamente, poi un silenzio carico di tensione.

“Allora?” dice infine Morgan , in tono lamentoso.

“E' vivo" risponde Lawrence e sento il petto espandersi per il sollievo.

C'è ancora tempo per salvare Kurt.

Devo solo trovare il modo.

Prendo di nuovo il cellulare e provo altre combinazioni .

"Sta.. sta molto male, Morgan."

"Lo so che sta male. Perché credi che ti abbia chiamato?"

E ricomincia ad andare avanti ed indietro .

"Ha bisogno di un medico", mormora Lawrence.

" Ci deve essere una via d'uscita a tutto questo" dice Morgan" Dobbiamo trovare un modo per sistemare tutto".

" Sistemare tutto?" rispose Lawrence sorpreso.

"Il nostro migliore amico giace in una pozza del suo stesso sangue nella tromba delle scale. Esattamente, come credi che possiamo curarlo?"

Le mie dita sono ancora sulla tastiera. 

Posso sentire i battiti del mio cuore nelle orecchie.

Non è Kurt.

E' Sebastian.

Stringo gli occhi , sospirando per il sollievo.

Non è Kurt.

Di sicuro Lawrence non lascerà il suo migliore amico morire.

Sono sicuro di questo.

Parlerà con Morgan; chiamerà un ambulanza che ci salverà entrambi; e la polizia arresterà Morgan.

E finalmente, io e Kurt potremo smettere di guardarci alle spalle.

Possiamo finalmente iniziare la nostra vita insieme.

La mia testa fa sempre più male, ma il sollievo è così concreto che a malapena noto quello che mi circonda.

Noto a malapena Morgan e Lawrence parlare in cucina.

Noto a malapena il suono dell'ascensore in fondo al corridoio; e noto a malapena i passi che si avvicinano alla porta.

Ma poi sento un rumore che supera tutto il dolore e la confusione, un rumore che mi terrorizza completamente:

knock knock knock-knock knock-knock knock knock knock. 



  
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