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Autore: Smeralda Elesar    03/02/2016    4 recensioni
//Ci sono cose che gli uomini non possono comprendere.
Ci sono avvenimenti che gli umani conoscono ma che sono confinati oltre la dimensione dei miti e delle leggende, e che tali devono restare.
Ogni volta che gli umani hanno interferito con le vicende degli dei sono stati spazzati via, travolti dal corso degli eventi e da poteri più grandi di loro.
Chi è toccato da queste cose può sopravvivere ma non può essere la stessa persona di prima, neanche se è un uomo superiore agli altri. Neanche se è un Saint della dea Athena//
//-Anche io ti amavo. Ti amo ancora, Aioros… ma non posso permettere all’amore di accecarmi e trasformarsi in una follia peggiore di quella del passato-
-Taci! Non osare dire di amarmi dopo quello che mi hai fatto! Bada a te, Saga!-
Stavolta non è solo il cosmo del Sagittario, è la freccia d’oro di Sagitter che brilla minacciosa, puntata verso il suo cuore //
Per cominciare una nuova vita bisogna prima liberarsi completamente di quella vecchia, e per farlo bisogna superare tanti ostacoli.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bathmòs

***

 

Ci sono cose che gli uomini non possono comprendere.

Ci sono avvenimenti che gli umani conoscono ma che sono confinati oltre la dimensione dei miti e delle leggende, e che tali devono restare.

Ogni volta che gli umani hanno interferito con le vicende degli dei sono stati spazzati via, travolti dal corso degli eventi e da poteri più grandi di loro.

Chi è toccato da queste cose può sopravvivere ma non può essere la stessa persona di prima, neanche se è un uomo superiore agli altri. Neanche se è un Saint della dea Athena.

Dopo essere tornati in vita ed aver assistito a scontri tra divinità la cosa più difficile è recuperare la dimensione della normalità; tornare a riscoprire i piccoli gesti quali svegliarsi al mattino, vestirsi, relazionarsi con le persone che hanno vissuto le stesse esperienze sovrumane ed hanno gli stessi problemi a riscoprire la vita quotidiana.

E per alcuni è più difficile che per altri.

-Buon giorno, Aioros-

Le parole di Saga sono vuote, forme evanescenti nello spazio tra le colonne e nello spazio tra lui e Aioros.

Il Sagittario lo ignora.

A stento gli getta un’occhiata gelida quando gli passa accanto, tanto vicino da sfiorarlo allungando appena una mano.

E allora Saga sente montare dentro di sé una rabbia bruciante.

Perché ci sono momenti in cui la forma è sostanza, dannazione!

Per la precisione è una sostanza acida e corrosiva che Saga si è sentito sputare addosso quando Aioros gli è passato accanto, guardandolo negli occhi e senza rivolgergli la parola.

La rabbia lo fa tremare. Rabbia e paura per la propria rabbia.

Saga sa che non avrebbe nessun diritto di essere arrabbiato con Aioros, eppure lo è, e deve scegliere se inghiottire in silenzio quella rabbia oppure scuotersi dal suo stato di eterno penitente e far valere le sue ragioni, per quanto scarse siano.

Aioros ha quasi varcato la soglia dell’uscita quando Saga prende la sua decisione e lo richiama indietro.

-Fermati, Aioros! Non hai il permesso di attraversare la casa dei Gemelli!-

Quando si ferma e si volta, Aioros è sorpreso quanto lo stesso Saga.

-Come hai detto?-

Lo sguardo carico di biasimo di Aioros sarebbe abbastanza per ridurlo al silenzio, ma Saga decide che non vuole. Non tornerà a strisciare. Si sforza di inghiottire il battito del cuore che rimbomba forte contro il pettorale dell’armatura.

-Hai sentito bene: io non ti ho dato il permesso di superare la Terza Casa-

-Non ho bisogno del tuo permesso per attraversare la casa di Gemini. Ti ricordo che sono un tuo parigrado-

-E questo ti autorizza ad ignorare le buone maniere? Potevi rispondermi quando ti ho salutato-

-E perché avrei dovuto?-

“Perché ho già pagato abbastanza”

-Perché ti ricordo che sono un tuo parigrado-

Aioros apre la bocca come se volesse rispondere qualcosa di tagliente, ma poi ci ripensa e si limita a scrollare le spalle prima di andare via di nuovo.

-Allora non mi hai sentito! Ti ho detto che non hai il permesso di attraversare questa casa!-

Stavolta Aioros neanche si volta, lo ignora, e allora Saga ci è costretto.

Ritirarsi a quel punto vorrebbe dire svendere qual minimo di dignità che gli resta, e se ha ancora un po’ di rispetto per sé stesso come guerriero della dea Athena allora quello è il momento di dimostrarlo e di combattere per difenderlo.

Poco prima che Aioros riesca a guadagnare l’uscita, Saga evoca il Labirinto e la Terza Casa diventa una bolla sospesa fuori dal tempo e dallo spazio.

In quella bolla scura restano solo lui ed Airos, che vedendosi negare l’uscita si volta verso di lui con un’espressione che è insieme severa e minacciosa.

-Lasciami andare-

Tutto nell’atteggiamento di Aioros gli fa venire l’istinto di rimangiarsi tutto, far sparire il labirinto e gettarsi in ginocchio a chiedere perdono, tuttavia c’è un altro istinto appena nato ma ugualmente tenace che gli impedisce di cedere terreno.

-No, Aioros, non prima che tu abbia chiesto il mio permesso. Io custodisco la cloth di Gemini e questo tempio, e se vorrai oltrepassare la Terza Casa mostrerai un minimo di rispetto-

-Rispetto?! Per che cosa dovrei rispettarti? Hai tradito il Santuario, hai tradito Athena… hai tradito me!-

È la prima volta che Saga vede Aioros sopraffatto dalla rabbia. Lui lo merita quel disprezzo, tutto, lo sa bene. Ma non può cedere.

-Hai ragione. Non chiedo scuse né perdono per ciò che ho fatto. Forse meriterei davvero le peggiori punizioni, ma non sta né a me né a te decidere. La dea Athena mi ha restituito il mio compito ed io difenderò la fiducia che lei mi ha accordato, per cui se vuoi passare affrontami o chiedi il mio permesso-

Non si aspettava che Aioros lo avrebbe colpito, e invece lo fa: il Sagittario raccoglie il cosmo in un pugno e lo bersaglia con le centinaia di colpi alla velocità della luce del Lighting Bolt.

Saga potrebbe sparire nel labirinto per risparmiarsi quel colpi ma per correttezza non lo fa.

Si ripara dagli attacchi alzando il suo cosmo come una barriera; non li ricambia ma neanche li incassa passivamente.

L’incertezza è ancora tanta ma in fondo sente che l’altro sentimento diventa più forte e non vuole cedere, neanche sotto le accuse di Aioros che pure ancora gli fanno sanguinare il cuore.

-Con che coraggio chiedi questo a me?- Gli chiede Aioros sputando ogni parola con rabbia e disprezzo -Come puoi pensare che io ti considererò mai più un mio pari? Tu, ingannatore e falso, senza cuore, tu che dicevi di essere più che un fratello e più che un amante per me, che dicevi che eravamo i primi eletti di un nuovo ieròs lòchos devoto alla dea Athena? Ed io ti credevo! Credevo ad ogni tua parola! Io… io ti amavo!–

È questo che strazia il cuore di Saga nonostante tutto sembri cancellato, perché non potrà mai dimenticare di avere le mani sporche del sangue di colui a cui aveva giurato fedeltà, fratellanza e amore.

-Anche io ti amavo. Ti amo ancora, Aioros… ma non posso permettere all’amore di accecarmi e trasformarsi in una follia peggiore di quella del passato-

-Taci! Non osare dire di amarmi dopo quello che mi hai fatto! Bada a te, Saga!-

Stavolta non è solo il cosmo del Sagittario, è la freccia d’oro di Sagitter che brilla minacciosa, puntata verso il suo cuore.

Poco importa se verrà scoccata oppure no, perché il suo cuore è già spezzato.

Saga deve fare ancora una volta un enorme sforzo di volontà per non abbassare lo sguardo.

L’unica cosa che lo tiene ancora in piedi e gli dà la forza di continuare è il senso del dovere, perché sente che affrontare Aioros è sbagliato ma ritirarsi sarebbe ancora più sbagliato.

-Non ti chiedo di perdonarmi o di riportare tutto come una volta perché so che è impossibile. Voglio solo che tu capisca che non posso permettermi di sprecare una vita riavuta per miracolo nell’espiazione di colpe passate. Ho pagato. Ho sofferto. Potrei pagare e soffrire ancora, potrei farmi giustiziare da te in questo momento, ma non è questo che la Dea mi chiede per espiare, ed io devo rispettare prima di tutto la sua volontà-

L’arco teso all’estremo trema appena nelle mani di Aioros, e per un attimo Saga si concede di sperare che il compagno non abbia cuore di colpirlo.

Tuttavia nei suoi occhi non vede nessuna esitazione.

-Allora facciamo la prova. Vedremo se la volontà di Athena ti salverà dalla freccia-

Un guizzo di indignazione scuote Saga per un momento.

-Osi mettere in dubbio il giudizio di Athena su di me? E sia allora: scaglia la freccia d’oro contro Saga se pensi che possa farti stare meglio, e vedrai che il Saint dei Gemelli sarà capace di fermarla-

Nonostante l’espressione determinata Saga è spaventato più che mai.

Non dal pericolo o dalla morte.

“Dea Athena, ascolta la mia preghiera. Io desidero che quella freccia trapassi il mio cuore e che Aioros si prenda la mia vita come io mi sono preso la sua, ma so che tu non lo vuoi. Ti prego, dammi la forza di fermare la freccia. Dammi la forza di voler sopravvivere. Dammi la forza di compiere la tua volontà, non la mia”

Il tempo si ferma quando Aioros scocca la freccia.

Saga la percepisce diretta contro di lui, guidata dal cosmo della giustizia.

“Lo merito. So di meritarlo. Ma lo stesso non posso permetterlo. Ti prego, Athena

E Saga la blocca a due mani all’altezza del cuore.

Metallo contro metallo, Cosmo contro Cosmo.

Le sue mani giunte all’altezza del petto sembrano un gesto di preghiera ma hanno la forza di un guerriero che non conosce la resa.

Per la prima volta Saga si sente certo di ciò che sta facendo perché sa che se nella sua scelta ci fosse stata traccia di egoismo la freccia non lo avrebbe perdonato.

Afferra e la porge ad Aioros, che però non la prende subito, piuttosto resta a guardarla ad occhi sgranati.

Allunga le dita e la prende con un gesto meccanico, confuso come se non si rendesse conto di cosa è successo.

-Te lo ripeto, Aioros: la dea Athena mi ha consegnato questa sacra armatura dopo aver conosciuto le mie colpe, e se lei nonostante tutto mi reputa ancora degno di indossarla io devo difendere questa dignità. Non posso permettere a nessuno di mancarmi di rispetto, neanche a te Aioros… neanche a te, amore mio-

Allora Aioros si scuote all’improvviso e lascia cadere la freccia. Rivolge a Saga uno sguardo smarrito che fa troppo male.

-Cosa ho fatto…? Oh, no, Saga, che cosa ho fatto?!-

E Aioros scivola in ginocchio lentamente, con le mani che gli nascondono il volto e soffocano il mormorio tra i palmi.

I singhiozzi che echeggiano subito dopo stracciano il cuore di Saga più delle accuse.

Lui ha riconquistato la sua dignità, ma a quale prezzo?

“È stata colpa mia. Come ho potuto portarti a questo?”

Ormai il danno è fatto, irreparabile come la prima volta: Aioros, l’arciere delle stelle, spezzato nell’anima.

Saga non sa come fare a confortarlo. Potrebbe semplicemente sciogliere il labirinto e lasciarlo andare, ma non ce la fa senza aver prima almeno provato rimediare.

Afferra il suo mantello bianco e ne strappa un intero angolo, poi si inginocchia accanto ad Aioros e glielo porge in silenzio, discretamente, cercando di far pesare la sua presenza meno possibile.

È tutto lì: se Aioros rifiuterà vorrà dire che lo ha perso per sempre.

Fa troppo male.

-Mi dispiace. Non volevo arrivare a tanto-

Gli dice in un estremo tentativo di non rovinare tutto.

“Ti prego, non allontanarmi! Ho fatto il mio dovere, non portarmi rancore per questo”

I secondi cadono come colpi di maglio scanditi dal battito affannato del suo cuore, finché Aioros allunga la mano a tentoni e afferra la stoffa.

C’è ancora una speranza allora, ed una speranza è tutto ciò che Saga chiede.

Aioros non riesce a proferire una sola parola mentre singhiozza sul pavimento, le ali d’oro dell’armatura che sfiorano la pietra a terra.

Neanche prova ad alzarsi, allora Saga, che non ce la fa a restare a guardarlo dall’alto in basso, si siede anche lui a terra con le ginocchia strette al petto.

L’istinto dentro di lui gli urla di stringere Aioros tra le braccia e lavare via il dolore con le sue lacrime, di accarezzarlo e stringerlo al petto perché senta il battito del suo cuore oltre la corazza d’oro e capisca che quanto quella prova è stata straziante per entrambi.

Non lo fa. Non è ancora il momento.

Quando le lacrime si esauriscono Aioros tira un sospiro tremante e finalmente guarda Saga con gli occhi ancora lucidi ed arrossati.

-AiorosRos… dovevo farlo. Mi dispiace-

È l’unica spiegazione che riesce a dare, e l’unica cosa che può fare è sperare che Aioros capisca e la accetti.

-Lo so che dovevi-

Se Aioros ha capito allora c’è speranza che gli conceda un’altra occasione e che forse un giorno gli conceda di nuovo la sua fiducia.

Saga non chiede altro.

Lascia svanire il labirinto con un gesto della mano e poi si rialza in piedi, seguito subito dopo da Aioros.

-Dunque… posso passare attraverso la Casa di Gemini?-

Chiede il Sagittario.

Saga non se lo aspettava. Credeva che la questione fosse stata risolta perché Aioros aveva capito che il permesso era solo una scusa per costringerlo a non ignorarlo, e invece non era così.

Quando si accorge che Aioros non incrocia il suo sguardo capisce come stanno le cose: chiedere il permesso di passare è un modo per Aioros di chiedergli scusa per rimediare alla mancanza di rispetto di prima.

Saga comprende che un altro muro è stato abbattuto; non servono più parole vuote tra loro, adesso possono ricominciare a capirsi dagli sguardi e dai gesti come facevano una volta.

-Certo che puoi passare-

È la speranza di un nuovo inizio anche se Aioros va via in silenzio e portandosi via il lembo del suo mantello in cui ha sfogato tante lacrime.

Saga si trova a pregare perché quello sia davvero un nuovo inizio per loro, anche se per il momento deve lasciare andare Aioros senza avergli spiegato neanche una minima parte di ciò che prova.

Ci sarà tempo, si ripete.

Per il momento terrà stretta una speranza.

 

***

 

-SAGA!!!-

Quando rientra nella casa trova suo fratello Kanon che sbraita contro di lui, con i capelli gocciolanti ed appiccicati alla faccia e alla schiena, e con solo un’asciugamani attorno ai fianchi che è tutto spiegazzato per quante volte è stato arrotolato su sé stesso.

-Kanon?! Ma perché vai in giro così?-

-A me lo chiedi? È colpa tua! Che ti è saltato in testa di trasformare la casa nel Labirinto proprio mentre io uscivo dalla doccia?!-

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Ok, non sono tanto sicura del risultato di questa one shot

Intanto non mi convince troppo lo stile.

Poi… ho fatto litigare Saga e Aioros! È stato brutto per loro ed anche per me, adesso ci mettiamo tutti e tre a frignare in un angolo.

Il fatto è che, anche in caso di una fortunata resurrezione dei Gold, per Aioros e Saga sarebbe semplice riprendere il loro rapporto da dove avevano lasciato? Secondo me assolutamente no! E quindi la ripresa di contatti è molto delicata e piena di attriti, per come la vedo io.

Perché il perdono è una cosa tanto bella, ma io al posto di Aioros avrei cercato Saga per danneggiargli gravemente la giugulare. Possibilmente a morsi.

E quindi avevo bisogno di un litigio in stile saint-seiyano.

E vabbè, se qualcuno è arrivato vivo fin qui, ci sarebbero un paio di note.

 

1-      Bathmòs: vuol dire punto di passaggio, inteso sia in senso fisico sia in senso materiale. Può essere un rito di passaggio religioso (Baptìzo, battesimo… siamo lì…), un punto di passaggio strategico militare o semplicemente un gradino di quelli che fanno inciampare sull’ingresso di casa.  Per tornare ad una vita normale Saga ne dovrà attraversare tanti.

2-      C’è una fitta ricorrenza della parola cuore, mi rendo conto. È intesa nel senso di sede di tutti i sentimenti, non solo l’amore ma anche quelli “negativi”.

3-      Lo Ieròs Lòchos è conosciuto anche come “battaglione sacro” o “Battaglione Tebano”. Era un corpo scelto dell’esercito tebano che si dice fosse composto da centocinquanta coppie di amanti. Per quanto riguarda “coppie famose” ho preferito fare riferimento al battaglione tebano piuttosto che ad Achille e Patroclo perché Achille mi sta antipaticissimo.

4-      Kanon è spuntato da solo. Giuro, io non lo avevo neanche pensato, è lui che pretende attenzioni. Spero che non abbia rovinato tutto.

 

 

Grazie per aver letto.

 

                                                                Makoto

   
 
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