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Autore: Alexiel Mihawk    03/02/2016    1 recensioni
Non è facile a volte essere Steven.
Una serie di tre missing moments su Steven e il suo rapporto con Rose.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garnet, Rose Quartz/Rosa Quarzo, Steven Universe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Titolo: These are the few things that I leave to thee
Fandom: Steven Universe
Generi: introspettivo
Warning: missing moment
Rating: SFW
Prompt: This is your sword - Bruce Springsteen (caldamente consigliato l’ascolto durante la lettura)
Parole: 1673
Note: questa storia è stata scritta per il Cow-T indetto da Mari di challenge; è divisa in tre parti, una dal punto di vista di Rose, due da quello di Steven. La prima parte è ambientata quando Rose è incinta, la seconda subito dopo l’episodio 35 (Lion 3: Straight to Video) e la terza dopo l’episodio 45 (Rose's Scabbard). Ho cercato di ricreare una ciclicità negli eventi, per dare un’impressione di déja vu che si ripeta sia con Rose che con Steven e spero di esserci riuscita. Il lessico è rimasto molto semplice per cercare di rispettare l’essenza dello show (e comunque ho fallito con Garnet che secondo me è anche un po’ OOC).
In ogni caso questo era il mio esperimento col fandom, spero sia stato gradito.



This is your sword, this is your shield
This is the power of love revealed
Carry it with you wherever you go
And give all the love that you have in your soul
This is your sword - Bruce Springsteen


These are the few things that I leave to thee


Rose si accarezza il ventre e sospira piano, mentre le onde del mare si infrangono ritmicamente contro gli scogli. non avrebbe mai pensato che sarebbe potuta accadere una cosa simile - ed è strano, pensare che innamorarsi di quel pianeta era stato così semplice, era solo che ovvio avrebbe finito con il perdere la testa anche per i suoi abitanti, anche se a un bambino non aveva proprio mai pensato prima di incontrare Greg.
Non ha grandi rimpianti, ha fatto tutto quello che era in suo potere fino a quel momento e anche di più ed è stata felice, molto più di quanto non sarebbe stata se fosse rimasta a casa sua, obbedendo ciecamente agi ordini di conquista. E, dopo tutti gli anni che hanno trascorso assieme, è convinta che anche Garnet, Amethyst e Pearl se la caveranno; beh, certo forse Pearl qualche problemino lo avrà, ma alla fine non c’è molto che possa fare.

Lascia che l’aria salmastra le accarezzi il viso e nello spostarsi i capelli si rende conto di avere il viso inumidito; non si era nemmeno resa conto di essersi messa a piangere. Che sciocchezza, dopo avere detto a tutti di non stare in pensiero per lei e non preoccuparsi; a Greg verrebbe il magone se la vedesse piangere a quel modo e Rose vuole assolutamente evitarlo. Già è difficile così. E pensare che credeva che sfidare un intero pianeta fosse complicato: che sciocca. Si asciuga le lacrime con una mano e torna ad accarezzarsi il ventre, sussurrando piano:
«Qualunque cosa accada, anche se io non ci sarò, sappi Steven che penserò sempre che ne sia valsa la pena. Il mio corpo fisico è solo un oggetto, ma tu? Tu sarai una meraviglia».
«Rose?»
Sussulta leggermente, girandosi un po’ troppo velocemente e sentendosi colta in contropiede, torna a respirare solo quando si rende conto di avere davanti Garnet che le sorride appena, cercando di non dimostrarsi preoccupata.
«Va tutto bene?»
«Garnet, puoi farmi un favore?»

~  ~  ~

Steven tiene la cassetta tra le mani e non sa bene cosa dire. Se la stringe al petto e pensa che sia la cosa più bella che gli sia mai capitato di trovare per caso. Nella sua testa rimbombano ancora le parole di quella madre che non ha mai conosciuto, ma che è sempre con lui, da quando è nato:
«E ho bisogno che tu sappia che in ogni momento in cui amerai essere te stesso, quella sarò io, che ti amo e che amerò essere te».
Non ha mai conosciuto Rose e questo lo ha sempre fatto sentire da meno rispetto alle altre gemme, eppure ora sente di non essersi mai sbagliato così tanto. Rose è sempre stata con lui e forse, proprio per questo, Steven la conosce meglio di chiunque altro. In fondo è proprio perché la sua mamma è sempre con lui che ha incontrato il Leone e che è in grado di fare un sacco di cose eccezionali.

«Steven? Va tutto bene?»
Garnet lo fissa da dietro i suoi occhiali e il bambino si sente quasi sollevato nel vederla; ed è strano è come avesse già vissuto una scena simile. Forse è proprio in momenti come questi che si sente più vicino a Rose, quando le gemme lo guardano con tutto l’amore del mondo, come se fosse Rose.
«Garnet» domanda piano «Quando mi guardate vedete Rose?»
Sapphire sente Ruby agitarsi con uno scatto di rabbia, ma Garnet mantiene la calma e prende in braccio quel bambino che ha cambiato così tanto la vita a tutte loro.
«Ascolta Steven, so che può essere complicato, ma tu sei tu e noi ti amiamo per questo. Questa gemma» mormora piano, solleticando con affetto il quarzo rosa sulla sua pancia «È segno che Rose è sempre con te, è parte di te e la tua eredità. Sapendo di non poter restare ha lasciato a te tutto ciò che per lei era importante, perché la potessi tenere sempre vicina, sempre con te. Sei l’incarnazione dell’amore di Rose, Steven, e quando ti guardiamo non pensiamo che l’abbiamo persa, ma al dono che ci ha fatto».
Steven ridacchia, abbracciando Garnet.
Pensa che nessuno sia più fortunato di lui, ad avere una famiglia così strana che gli vuole così bene, pensa anche che forse a Garnet il video che gli ha lasciato Rose potrebbe farglielo vedere e sorride tra sé, senza avere minimamente idea di quanto Ruby e Sapphire gradiranno la cosa.
«Garnet, posso farti vedere una cosa? È un segreto»

~  ~  ~

Non è facile a volte essere Steven.
Non è facile per un bambino crescere senza sua madre, vivendo nella sua ombra, pensando di non essere mai abbastanza. Steven non lo dà mai a vedere, perché non sarebbe giusto, perché tutti gli vogliono bene, perché non gli fanno mai mancare niente e perché è comunque felice.
Però ci sono lo stesso dei giorni in cui il mondo non sembra colorato come dovrebbe essere e in cui Steven vorrebbe solo infilarsi dentro la criniera del Leone e rimanere lì - che poi è tutta colpa di quella stupida criniera se ora si sente così. Perché non avrebbe dovuto scoprire dove sua mamma teneva la sua spada, non avrebbe dovuto dirlo a Pearl, perché è stata colpa sua se la gemma se l’è presa, è stata colpa sua se è rimasta ferita e si è sentita messa da parte da Rose.
E forse Pearl ha ragione, lui non dovrebbe proprio parlare di Rose, non l’ha nemmeno mai conosciuta, non ha combattuto al suo fianco e non sa nemmeno cosa abbiano dovuto passare (ma è Steven e non pensa nemmeno per un secondo che certe cose potrebbero raccontargliele, pensa solo che sia colpa sua).

Garnet lo trova sulla spiaggia a guardare il mare, ha notato che mandato via il Leone e dentro di lei Sapphire ha deciso che fosse meglio andare da lui a parlargli, perché a volte sapere le cose in anticipo può farti soffrire anche più che non saperle.
«Steven?»
Nessuna risposta e la gemma decide che va bene così - non poteva che essere così - quindi si sieda al suo fianco, aspettando le parole che sa le faranno male al cuore, perché sono destinate ad arrivare ed è giusto che Steven ne parli.
«Non avrei mai dovuto parlare di Rose, Pearl ha ragione, non l’ho nemmeno mai conosciuta».
«Steven, Rose non vorrebbe che la pensassi così».
«Però è vero, Pearl mi ha raccontato un sacco di cose stasera e non so niente di Rose e adesso per colpa mia non è più qui e Pearl soffre, tutti stanno male senza di lei».
«Anche tu, Steven, ma questo non significa che preferiremmo riavere Rose se significasse perdere te. Ti ricordi quando mi hai fatto vedere quella videocassetta che Rose ha lasciato per te?»
Steven tira sul col naso e annuisce piano, senza capire dove Garnet voglia andare a parare.
«Rose non ha mai avuto paura di rinunciare alla sua forma fisica per te, non vedeva l’ora che nascessi e non smetteva mai di parlarne, era dispiaciuta per noi? Preoccupata? Sì, ma ha sempre saputo che ce la saremmo cavata».
«Ma lei era importante, e io sono solo… Beh, uno Steven. Non sono nemmeno in grado di usare la sua spada!»
Garnet lo prende in braccio, accarezzandogli il capo.
«Ma lo sarai. Tua madre aveva fiducia in te. Sapeva che saresti diventato una persona meravigliosa, per questo ti ha lasciato la sua gemma e la sua spada e il suo Leone. Sei la prova vivente che Rose sia esistita, e proprio come lei sei ciò che illumina le nostre giornate. Ti sei mai chiesto perché dalla gemma di Rose uscisse uno scudo?»
«Perché Rose Quartz era una valorosa combattente che ha salvato la terra?»
Garnet ridacchia.
«No. Indubbiamente era una gemma guerriero, ma, Steven, lo scudo di Rose non serviva a proteggerla dagli attacchi delle altre gemme, serviva a proteggere i suoi amici, a proteggere questo pianeta che amava tanto, serve a proteggere te. Anche prima che riuscissi a controllarlo lo scudo si è sempre attivato, perché Rose non avrebbe mai permesso che ti accadesse niente».
Si interrompe un attimo, osservando gli occhi di Steven illuminarsi, ed è sempre così che vorrebbe vederli, pieni di amore, di speranza, di gioia, anche nei giorni in cui la disperazione si fa strada e il fardello che quel bambino così giovane porta sulle spalle diventa più pesante.
«La spada di Rose un giorno sarà la tua spada, la spada e lo scudo di tua madre, Steven, capisci cosa ti ha lasciato? Non è solo il compito di difendere la Terra, ma è un invito a rimanere quello che sei, ad essere forte, ad essere giusto. Con la sua spada la Rose che è dentro di te continua a difenderci e a difendere te da qualsiasi cosa arrivi a minacciare il nostro pianeta, e con il suo scudo ti protegge come ha sempre fatto, perché ti ama e anche noi ti amiamo».
Steven tira su col naso e abbraccia Garnet.
Non si sente più solo, non si sente più estraneo, perché Garnet ha ragione, Rose è sempre dentro di lui, lo è sempre stata e è sciocco pensare di non conoscerla solo perché non ha mai avuto la possibilità di parlarle di persona, è sciocco darsi colpe che non ha, ma Steven è solo un bambino e anche se non vorrebbe pensare a queste ogni cose ogni tanto non può farne a meno. Ma va bene così, perché ci sarà sempre qualcuno a tirarlo su di morale, ci sarà sempre Garnet a prenderlo al volo e a dirgli che gli vuole bene, ci sarà sempre Amethyst pronta a trascinarlo con sé da qualche parte, ci sarà sempre Pearl a preoccuparsi e a suggerigli la cosa migliore da fare, ci sarà sempre Greg a ricordargli che per lui è sempre la prima persona del pianeta. E, anche quando non ci sarà nessuno di loro, ci sarà sempre Rose.
Rose è sempre lì, con lui.


«Garnet, prometti che penserai tu a Steven?»
«Certo, Rose, certo».



   
 
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