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Autore: Fiamma Drakon    19/03/2009    0 recensioni
D’un tratto, Alphonse impallidì ancora di più e i suoi occhi vuoti si dilatarono, venati di terrore puro. Le braccia si mossero verso il viso, arpionandosi alla carne livida delle guance esangui, mentre un lacerante grido di agghiacciante agonia tracimava dalla sua gola e risuonava nell’aria, sovrastando gli ululati del vento.
Spero di avervi incuriositi almeno un po'. I primi due capitoli sono una sorta di premessa. La storia vera e propria inizia dal terzo capitolo.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che mi recensiranno.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nuovo personaggio, Pride
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1_Cacciatori La luna rifulgeva d’uno sfavillante fulgore argenteo nella tenebrosa volta celeste notturna.
A Central City, il quieto torpore che accompagnava la notte era tale da rendere apparentemente calma tutta la città.
Apparentemente.
In una delle tante strette e tortuose viottole della città, un gruppo di figure si ritrovava al chiaro di luna.
- Credete che verranno? - domandò uno di loro, un uomo.
- Non lo so... - rispose una donna.
- Ho sentito che se ne sono andati... - intervenne un altro ragazzo.
- Speriamo... sto morendo di sete... sono due notti che digiuno! -
- Non venire a dirlo a noi... -.
Dall’alto di un palazzo, due figure si stagliavano contro la luce lunare, appoggiati al cornicione.
- Ma guardali un po’ fratello... - esclamò uno dei due, rivolgendosi al compagno.
- Sembra che stanotte avremmo di che divertirci... meno male! Iniziavo a sentirmi inutile... - rispose l’altro.
Nella notte, si sentì uno scricchiolio d’acciaio, mentre un brillio argenteo rifulgeva alle spalle di una delle due figure.
I due si scambiarono un fugace sguardo, prima di piombare giù dal loro temporaneo rifugio sul tetto.
Una lama fendette l’aria silenziosa e letale, colpendo in piena schiena uno del gruppo, che cadde a terra, prima di dissolversi in una nebbiolina color cenere.
- N-non è possibile... Orgoglio e Acciaio! - balbettò uno dei vampiri, facendosi indietro.
- Allora... chi è il prossimo? - domandò Orgoglio, poggiando la punta della sua spada a terra.
- Pride, alle tue spalle! - esclamò il compagno, affondando la lama del proprio auto-mail nel petto di un’altra creatura.
Uno dei vampiri del gruppo balzò a fauci scoperte verso il collo di Pride, il quale alzò la propria spada e, con un rapido e preciso fendente, trapassò da parte a parte l’essere, che si dissolse senza lasciare tracce.
Edward fu preso alle spalle da un vampiro giunto di soppiatto, che gli aveva immobilizzato le braccia.
- Eh, no! L’auto-mail è mio! - esclamò, sentendo il vampiro far presa, cercando di strapparglielo. Il biondo cercò di divincolarsi da quella stoica presa, ma non ci fu verso. Piegò la testa in avanti e la respinse indietro, colpendo il vampiro sul naso. Fece qualche passo avanti prima di roteare l’auto-mail e colpirlo dritto al centro del petto. La creatura si dissolse.
Pride aveva appena finito di sistemare la vampira.
Alzò lo sguardo verso Edward.
- Che noia... ma perché sono tutti così facili da battere? - chiese Pride, balzando di nuovo sul tetto.
- Siamo noi che ci andiamo giù pesante... ma in fondo è vero. Qualcuno contro cui battersi seriamente non c’è mai... - si lamentò Edward, seguendo il fratello sul tetto.
Alla più intensa luce lunare fu possibile vedere i lineamenti dei due.
Pride era alto, con capelli biondi che gli arrivavano fino alle scapole, due ciuffi consistenti che gli circondavano il viso dalla pelle pallida. Le pupille bianche erano occupate da vuote iridi dorate assai espressive. Le sottili sopracciglia erano corrugate a formare due linee quasi perfettamente dritte, che gli conferivano un’espressione alquanto seria.
Sulle braccia, sulla parte superiore e sulla parte inferiore del petto, appena sotto l’ombelico, la pelle riportava strani tatuaggi d’un rosso scarlatto che risaltavano non poco sul pallore della sua pelle. Indossava un paio di guanti neri che gli coprivano gli avambracci e una parte del braccio, lasciando libere le dita, un top nero che gli lasciava scoperto gran parte del petto, un paio di pantaloni neri a vita bassa e scarpe nere. Legato alla schiena, portava un grosso fodero di pelle, anch’esso rigorosamente nero, dal quale fuoriusciva l’elsa di un’enorme spada d’argento a forma di croce, che gli arrivava a sfiorare gli stinchi con la punta.
Edward era un po’ più basso, con gli stessi capelli biondi dell’altro legati in una treccia, dalla quale erano esclusi i due ciuffi che gli circondavano il viso. Gli occhi vividi avevano due meravigliose iridi color oro liquido. Le sopracciglia erano arcuate in un’espressione molto meno tesa di quella del compagno e la pelle era un po’ più colorita.
Indossava un giubbotto nero aperto sul petto, sotto al quale s’intravedeva una canotta dello stesso colore. Al di sotto di essa, si notavano appena le giunture di un braccio d’acciaio alla spalla destra. Alla mano sinistra portava un guanto e, presumibilmente, lo portava anche a quella destra, che ora era scoperta a causa della trasmutazione che aveva ridotto l’indumento a brandelli. I pantaloni, anch’essi neri, erano fermati in vita da una spessa cintura di cuoio marrone, dalla quale pendeva una sottile catenella.
La fine dei pantaloni spariva all’interno di un paio di stivaletti neri dalle suole rosse.
Pride e Edward si scambiarono un’ulteriore occhiata di tacita intesa, prima di riprendere la forsennata corsa per Central City, la loro perlustrazione notturna che oramai era divenuta una cosa quotidiana.
Essere cacciatori di vampiri era nel loro sangue. Era scritto nel loro destino, volenti o nolenti che fossero. E ciò li portava a desiderare lo scontro mortale, la sfida e la violenza. Almeno, loro due: Alphonse, nonostante fosse stato designato dal destino per il medesimo scopo, interveniva solo quando lo reputava necessario.
Ma era nel DNA Elric la caccia ai vampiri e ciò non poteva essere cambiato: la loro predisposizione fisica andava ben oltre quella umana. Forza inaudita, velocità, agilità e sensi ultra-sviluppati. Queste erano le capacità di cui disponevano per il loro scopo, oltre alla singolare capacità d’ognuno di loro tre.
Edward e Pride proseguirono nella notte a velocità sostenuta, fendendo l’aria con movimenti sinuosi e rapidi, alla ricerca di altri vampiri.
Acciaio si fermò di scatto, alzando la testa e volgendo il proprio sguardo verso est. Pride si fermò e fece marcia indietro, tornando al fianco del fratello.
- Edward... che cosa c’è? - chiese Orgoglio, fissando il fratello con inespressività.
L’alchimista chiuse gli occhi e si calò nel proprio flusso energetico interiore, setacciando ogni più piccolo vicolo della città con la mente.
Riaprì con inusuale quiete gli occhi e, senza distogliere la propria attenzione dalla città, si rivolse al fratello.
- Ne sento la presenza... sono in quattro... ad un chilometro da qui in direzione nord-est... - esplicò Edward con la calma innaturale che assumeva ogni qualvolta riemergeva dal proprio flusso energetico interiore e con la precisione geografica che il suo dono gli conferiva.
Perché quello era il suo potere. Aveva la capacità di avvertire le presenze dei vampiri anche a chilometri di distanza e ciò si rivelava utile durante le perlustrazioni.
Edward cambiò repentinamente direzione, puntando verso il luogo nel quale sentiva pulsare le aure dei quattro vampiri. Pride lo seguì con altrettanta velocità, senza perdere terreno.
Arrivarono sul luogo poco dopo e compirono il loro dovere senza ulteriori perdite di tempo.
- Edward... avverti altre presenze? - chiese Pride, riponendo nel fodero la spada.
L’altro chiuse gli occhi, affondò nuovamente nel suo flusso energetico interiore ed ispezionò ancora una volta la città.
- No... non avverto niente... torniamo a casa? - chiese Edward, guardando il fratello.
- Sembrerebbe di sì... la caccia è finita per stanotte... - mormorò.
Balzarono di nuovo sul tetto di un edificio e ripresero la corsa, diretti alla periferia ovest di Central City.
   
 
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