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Autore: AlnyFMillen    04/02/2016    1 recensioni
Drappeggi dorati ricoprono le pareti della reggia, tanto simile alla casa di Priamo, nella sacra Ilio, dove abitavi prima che la disgrazia ti colpisse.
Cadi, in un filo di lino invisibile, troppo tirato per poterlo sorpassare.
Sospetti sia da un po' che ormai questa cordicella intralci il tuo cammino: forse sin dalla tua nascita?

{Post Iliade}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Andromaca, Ettore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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T’avrei, riprese il moribondo Ettorre.
Hai cor di ferro, e lo sapea. Ma bada
Che di qualche celeste ira cagione
Io non ti sia quel dì che Febo Apollo
E Paride, malgrado il tuo valore,
T’ancideranno su le porte Scee.
Così detto, spirò. Sciolta dal corpo
Prese l’alma il suo vol verso l’abisso,
Lamentando il suo fato ed il perduto
Fior della forte gioventude.


Ti svegli e nient'altro t'accoglie se non la foschia soffusa della tua camera da letto. Eppur ti pare di vederle ancora, impresse nelle orbite quelle immagini. Sebbene tu anche questa volta lo abbia sognato, é successo davvero. C'è stato. Tu non c'eri ma c'è stato. E ora sei sola, non hai più nessuno. Sai cosa vuol dire vero? Non puoi... Tu non puoi--
Calmati Andromaca, non vorrai svegliare il tuo aguzzino. Ha il sonno leggero quest'Acheo, ma sei stata abituata sin da giovane a dormire accanto a guarrieri insonni. Prima tuo padre, poi i tuoi fratelli, il tuo sposo glorioso.
Morti
Ricordi il pianto del tuo bambino. Le fimme, le urla, il bronzo, il rosso. Rosso ovunque, denso e viscoso, alle volte lo senti ancora impregnarti le mani. In momenti pari a quello d'adesso.
Ti rivedi, improvvisamente, come da spettatore esterno, silenzioso. La gonna vola sulle note di un vento invisibile mentre cerchi di dimenarti dalla stretta troppo potente di due soldati nemici. Morsi, calci pugni, graffi. Sei un'animale, l'istinto prevale ma non é ancora abbastanza.
Ti portano via.
Via dalla tua casa.
Via dal corpicino fragile ormai rotto di tuo figlio.
Via, senza che tu possa piangere sulla tomba del tuo amato, senza che tu possa impedirlo.
Imponente, ecco cosa sei.


“Dal tuo ciglio, dirà: "Quella è d’Ettore
L’alta consorte, di quel prode
Che fra’ troiani eroi di generosi
Cavalli agitatori era il primiero,
Quando intorno a Ilïon si combattea."
Così dirassi da qualcuno; e allora
Tu di nuovo dolor l’alma trafitta
Più viva in petto sentirai la brama
Di tal marito a scior le tue catene.
Ma pria morto la terra mi ricopra,
Ch’io di te schiava i lai pietosi intenda.”


Rimbombano in testa le sue parole, e si perdono nell'eco della tua mente. Stai ricordando, stai ricordando troppo e non puoi permettertelo. Devi tenerti occupata, così non scoppierai... O almeno... Non qui.
Porti una gamba nivea al di fuori dai lenzuoli bianchi che ricoprono il tuo giaciglio, cadendo fin quando la pianta del piede non incontra il pavimento gelido. Rabbrividisci, ma non lo noti nemmeno: sei concentrata.
Controlli che l'uomo prima accanto a te stia ancora dormendo, poi corri silenziosamente nei corridoi della casa Argiva.
Drappeggi dorati ricoprono le pareti della reggia, tanto simile alla casa di Priamo, nella sacra Ilio, dove abitavi prima che la disgrazia ti colpisse.
Cadi, in un filo di lino invisibile, troppo tirato per poterlo sorpassare.
Sospetti sia da un po' che ormai questa cordicella intralci il tuo cammino: forse sin dalla tua nascita?
La spada di Damocle che taglia le teste di chi ti é accanto é sempre lì appesa. Non puoi amare, sai che non puoi farlo perché il Fato ti ha riservato una sorte fin troppo poco clemente e non vuoi più far male a nessuno, a te stessa men che meno: morirai al prossimo dolore, lo sai. Ma, ora, non saresti capace di amare neanche con la voglia e l'impegno a riempirti il cuore.
Chiudi in un pugno i palmi che tieni aperti sulle piastrelle lisce. Sei rannicchiata a terra, stringi le braccia al petto stringendo le gioncchia al tuo seno odoroso.
La veste ricade leggera e morbida sulle tue curve facendoti sentire nuda dinnanzi alle pareti che osservano ogni tuo movimento.
La lama oscilla, valuta poi... Uno strappo. Forse ha sbagliato il colpo una volta di troppo? No, il suo freddo metallo lacera la carne tenera ed un liquido caldo s'allarga sotto il tuo corpo esangue.
















A(l)n(y)golino:Buondì^^prima ff da queste parti ma recentemente ho rivalutato l'Iliade e DOVEVO scriverne qualcosa.Io "tifavo" Ettore fin dall'inizio,pur sapendo che sarebbe morto(speranza di un'edizione con finale ristampato(?))e trovo dolcissimo il suo amore per Andromaca.E niente questa cosetta é corta e un po' campata in aria ma...boh ditemi che ne pensate!Le parti in corsivo sono citazioni dello scritto originale.Ringrazio chiunque leggerà o recensirà:p Salutoni,
AlnyFMillen
   
 
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