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Autore: K a o r i     19/03/2009    2 recensioni
Uruha ubriaco nel letto di Reita...cosa succederà?
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ho scritta un po' di tempo fa.. siate clementi ne? XD

MIDNIGHT POISON



Camminava come al solito per le vie di Tokyo in preda ai fumi dell’alcol.
Come al solito si, perché sono poche le sere in cui torna a casa sobrio, e questa non è una di quelle sere.
Gli piace ubriacarsi, riesce a dimenticare i suoi problemi per qualche ora e si sente leggero, come se fosse fatto d’aria. Ma cos’è che deve dimenticare?
Si ferma sotto ad un portone conosciuto e sorride, ridacchiando e dandosi dello stupido perché bene o male i suoi piedi lo portano sempre lì, in quella casa, in quel letto che purtroppo occupa sempre da solo. Sì perché il legittimo proprietario dorme sul divano quando lui si appropria del suo territorio notturno!
È un’abitudine che ha sempre avuto fin da piccolo, quella di usurpare i letti degli altri e crescendo non è cambiato.
Suona il campanello e aspetta che la solita voce gli risponda, ormai consapevole che a quell’ora di notte non può essere che una persona.
“Urupon?”
“Si… aprimi dai.. ho voglia di te anche stasera…hihihi…”
“Idiota! Sali, dai!”
Il portone si apre con un suono secco e il biondo chitarrista entra con passo barcollante, attraversa il giardino divertendosi a saltellare sulle lastre di porfido colorato del vialetto di casa del suo amico. Arriva davanti alla porta e se lo ritrova in pigiama, con una smorfia assonnata in viso e un cuscino sotto al braccio.
“Uh, ma che bel broncetto che abbiamo!”
Si avvicina e gli sfiora le labbra con le proprie prima di inciampare nei suoi stessi piedi e rischiare di finire lungo e disteso nell’atrio. Salutarlo in questo modo è una cosa che fa spesso ormai, soprattutto quando è ubriaco. Da sobrio non se ne vergogna ma è uno dei motivi che lo spingono a bere, vuole dimenticare perché ha cominciato a salutarlo così, non vuole ricordare che l’ha respinto per non rovinare la loro amicizia… amicizia… ormai per lui è più di un amico, è un sogno ricorrente, la sua piccola e allo stesso tempo immensa ossessione.
Lui.
Reita.
“Avanti Uruha, non voglio restare sveglio tutta la notte! Vai a letto, io vado sul divano.”
“Gnooo.. vieni con me! Fammi compagniaaa..”
“Uruha.. sei ubriaco! Non voglio dormire con una damigiana ambulante! Su! Vai a usurparmi il letto come al solito, dai!”
Si lascia spingere verso la camera da letto di Reita che ormai conosce a memoria. Appena mette piede nella stanza si fionda sul letto sfatto, allargando le gambe e le braccia e respirando a pieni polmoni l’odore del suo bassista, immaginando che sia con lui in quel momento.
“Reita….”
Ansima piano nel buio della stanza, chiudendo gli occhi e immaginando di averlo tra le sue braccia, di sfiorargli le guancie, le labbra, fantasticando di baciare ogni centimetro della sua pelle, assaggiarne ogni singolo pezzo, vedere il suo addome piatto alzarsi e abbassarsi a ritmo del suo respiro accelerato mentre le sue mani esplorano quel corpo perfetto color della luna.
Si toglie i vestiti e resta con l’intimo, gettando uno sguardo alla sua figura riflessa nel grosso specchio che Reita ha attaccato al muro. Abbraccia il cuscino stringendolo forte fra le braccia, come se il sentimento di quel gesto potesse trasmettersi a Reita, appena lui riappoggerà la testolina bionda su di esso.
“Reita… vieni qui…”
È un sussurro, una piccola invocazione che però non viene udita da nessuno. Si infila sotto al piumone a scacchi neri e bianchi e cerca di prendere sonno in qualche modo, cercando di non pensare al fatto che è nel letto dell’amore della sua vita, che in fondo non è normale quello che prova quindi presto gli passerà…. Cazzate! Sa benissimo che non passerà niente, non se Reita continuerà ad essere così gentile con lui, assecondando ogni suo capriccio ma nessuno dei suoi effettivi desideri.
Respira di nuovo a fondo il suo profumo mentre la sua mente continua ad immaginare le braccia di Reita e il suo corpo, avvinghiati l’uno all’altro in un abbraccio di fuoco.
“Ti amo..”
Lo dice prima di addormentarsi, sognandolo come quasi tutte le notti, svegliandosi alla mattina con immagini ben poco caste in mente e dovendo sfogarsi da solo, gemendo il suo nome tra un ansimo e l’altro.
La mattina dopo viene svegliato da un profumo di caffè e da una dolce voce che lo chiama, da una mano gentile che gli scosta i capelli dal viso e gli accarezza la testa.
“Urupon.. ti ho fatto un po’ di caffè, così ti riprendi.”
“mmmh… sei un angelo!”
“Già! Se non ci fossi io chissà dove finiresti!”
“Sotto i ponti probabilmente! Oppure pagherei qualcuno per inventarti!”
Il risveglio che più preferisce Uruha è proprio questo. Una tazza di caffè e il sorriso di Reita, il lieve rossore delle sue guance ogni volta che un complimento gli fa particolarmente piacere, quel suo toccarsi nervosamente i capelli prima di alzarsi e fare delle cose inutili per mascherare il fatto che si sente a disagio.
“Appena ti rivesti poi ti accompagno a casa, se vuoi. Se no ti porto dove vuoi tu.”
“Noo.. voglio restare qui!”
Sbattere le gambettine come i mocciosi viziati non si addice al dio della lussuria, ma ha l’effetto di far sorridere Reita ancora una volta, quindi continuerà a comportarsi così fino alla fine del mondo. “E cosa vorresti fare? Guarda che ti faccio pulire casa eh! Non ho tempo per dei tornei di nintendo oggi!”
“Vuol dire che Urupon ti darà una mano a pulire casa! Poi farà il bagnetto insieme a Reichan e gli laverà la schiena e poi passeranno la notte insieme!”
Reita sospira rassegnato e acconsente, ritrovandosi un Uruha in boxer appolpato addosso stile koala due secondi dopo.
La giornata passa velocemente tra scherzi e pulizie, tra battute e provocazioni, tra piccole confessioni e grandi smentite. Uruha perde lentamente la sanità mentale vedendo Reita in canotta e con delle piccole gocce di sudore che gli scendono lungo il collo e a fine giornata è stremato più per questi sforzi di volontà che per le fatiche fisiche.
“Ordiniamo qualcosa di commestibile? Io non sono un mago nel cucinare!”
“Ma io mangerei volentieri te!”
“Bhè si da il caso che io non sia commestibile!”
“Scommettiamo?”
I sogni che hanno tormentato Uruha per tutto questo tempo, riaffiorano velocemente spingendolo ad immaginare cose che farebbero impallidire un attore di film porno. Lentamente si sposta dietro le spalle di Reita e gli blocca la conversazione con il commesso di sushi da asporto, mentre una mano si fa strada sotto alla sua maglia accarezzando la pelle nuda del bassista.
“Non ho voglia di aspettare… sono stanco Reita.”
Le labbra di Uruha si posano sul collo del bassista, seguite dai denti che torturano appena la pelle candida mordicchiando vicino al lobo dell’orecchio, affonda il viso tra i suoi capelli respirando il profumo di Reita e sentendo una sensazione simile ad una sbornia.
“Non dirmi di no ancora Reita, morirei se lo facessi! Ti desidero, con tutta l’anima!”
Lo abbraccia stretto e le sue mani vagano sull’addome piatto di Reita, che trattiene il respiro per la sorpresa.
“Uruha… io non posso…”
“Si che puoi. Lasciati andare per una volta, solo stanotte ti prego!”
“Ma poi ne vorrai ancora e ancora. Ti conosco sai?”
“Si, forse hai ragione. Ma non posso smettere di amarti.”
“Me lo dici sempre. Lo so che mi ami… e… “
“E..? continua.”
“Vieni.”
Lo prende per un braccio quasi trascinandolo fino in camera da letto, chiudendosi la porta alle spalle e spingendoci contro Uruha con poca grazia fiondandosi poi sulle sue labbra, divorandole di baci.
“Scusa ma non sapevo come dirtelo!”
“Tranquillo, penso di aver capito alla perfezione!”
Lentamente si spostano sul letto, sfilandosi i pochi vestiti che indossano con delle dolci carezze, riempiendo la stanza di gemiti e ansimi eccitati.
Uruha non ha avuto bisogno di sognare stavolta. Si sveglia ancora abbracciato a Reita e gli posa un dolce bacio su una spalla mentre gli scosta alcune ciocche bionde dal viso, sorridendo nel guardare il corpo tra le sue braccia ricoperto di piccoli segni rossi. Gli bacia una guancia e resta con le labbra vicine alla sua pelle, sussurrando.
“Resta con me, mio angelo. Non permettere che io muoia avvelenato dalla tua lontananza.”
Reita si muove a appena, svegliato dalle lievi parole di Uruha e gli sorride, strusciando il capino biondo contro la sua fronte. Gli sorride e lo bacia dolcemente.
“Non permetterò una distanza maggiore di quella di adesso. Ti amo.”
“Anche io, mio angelo”
   
 
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