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Autore: EvelynMoon    05/02/2016    0 recensioni
"Ezra correva. Sentiva il fiato mancargli e il cuore battere all'impazzata ma continuava a correre più veloce possibile.
Lontano dal dolore e dagli errori del passato. Lontano da ciò che aveva perso e da ciò che aveva ritrovato. Lontano da quel sorriso dolce. Lontano da ciò che aveva perso e da ciò che aveva ritrovato. Lontano dal terrore di perdere ancora qualcuno che amava a causa sua.
Continuò a correre per i giardini di quell’immenso palazzo che per anni aveva sentito odiare. Avevano provato a inculcargli l’odio per tutto ciò che riguardava quel posto, avevano provato a insegnargli che coloro che lo abitavano erano solo gente meschina e crudele.
Ma lui sapeva che non era così. Lui sapeva che lì dentro c’erano due gentili occhi verdi che non avrebbe mai potuto odiare."
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Intro dell’autrice.
Avete presente quando state scrivendo una storia che amate da morire, che vi ha accompagnato per anni nelle vostre fantasie, e siete lì innamorate di ognuno dei vostri personaggi per poi rendervi conto che l’intera storia è banale e fatta con lo stampo di ogni altra storia simile? Che la vostra protagonista è il vostro alter ego “Mary Sue”?

E nonostante questo amate la vostra storia e ne amate soprattutto dei personaggi che ormai per voi sono diventati quasi reali, e continuate a immaginare le loro storie e narrarle nella vostra mente.
Ecco, avete presente?

Questa è una storia così.


COME IL VENTO.

Ezra correva. Sentiva il fiato mancargli e il cuore battere all'impazzata ma continuava a correre più veloce possibile.
Lontano dal dolore e dagli errori del passato. Lontano da ciò che aveva perso e da ciò che aveva ritrovato. Lontano da quel sorriso dolce. Lontano da ciò che aveva perso e da ciò che aveva ritrovato. Lontano dal terrore di perdere ancora qualcuno che amava a causa sua.
Continuò a correre per i giardini di quell’immenso palazzo che per anni aveva sentito odiare. Avevano provato a inculcargli l’odio per tutto ciò che riguardava quel posto, avevano provato a insegnargli che coloro che lo abitavano erano solo gente meschina e crudele.
Ma lui sapeva che non era così. Lui sapeva che lì dentro c’erano due gentili occhi verdi che non avrebbe mai potuto odiare. E mai aveva voluto perdere quella consapevolezza, prima di allora.
Continuò a correre in quello che ormai gli sembrava un soffocante labirinto di marmi, fontane e flora verdeggiante.
Lasciava che le sue gambe si muovessero per conto loro mentre nel suo animo infuriava la tempesta.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per dimenticare tutto: il loro primo incontro a bambini, gli anni in cui aveva gelosamente custodito quel ricordo e quel dono tutto ciò che li aveva portati a reincontrarsi e tutto ciò che l’aveva condotto a quel momento.
L’immagine di una ragazza con la pelle scura e il sorriso beato che lo guarda mentre cade in un’enorme spaccatura nel terreno, si sovrappone al sangue che bagna una camicia verde, una lama destinata a lui conficcata in quella spalla.
Serra gli occhi. Corre più veloce. Inciampa su qualcosa.
La sua testa colpisce la terra e la vista gli si offusca appena. Si tira su e si guarda intorno. Un piccolo ruscello gli serpeggiava accanto, circondato da alberi.
La testa gli gira e finisce con lo sdraiarsi fissando l’azzurro del cielo. Chiude gli occhi e le immagini nella sua testa vorticano senza accennare a fermarsi.
Il silenzio viene interrotto da qualcuno che corre e si ferma a pochi centimetri dal suo volto.
Ezra serra gli occhi più forte. “Va’ via ti prego, ti prego” implora all’interno della sua mente ma le sue preghiere non vengono esaudite, come sempre.
–Ezra…– Vorrebbe che quella voce fosse un pugnale nel suo cuore, un qualcosa di fastidioso, ma non è così. Anzi. E’ come una colata di lava che gli riscalda l’anima. Si porta le mani agli occhi e preme forte.
–Non fare così ti prego.. Guardami.– Delle mani gentili ma forti cercano di liberargli gli occhi; cerca di opporre resistenza ma ormai sa fin troppo bene che Alexander è come il vento, e non puoi lottare con il vento, puoi solo lasciarti trasportare.
Apre gli occhi e due smeraldi sono lì che lo guardano con affetto. Improvvisamente sente gli occhi che gli pizzicano. Erano anni che non piangeva e la sensazione lo sconvolge.
Alexander gli carezza le guance e raccoglie i piccoli cristalli che colano sulle sue guance brune.
– Ezra, non è vero quello che hai sentito. Non è stata colpa tua– Le mani continuano a carezzarlo e quelle parole sono come miele. Vorrebbe crederci. Darebbe qualsiasi cosa per farlo. Scosta le mani sentendo un sordido dolore al petto e si alza a sedere. Guarda Alex: la benda esce dal colletto della sua camicia come un doloroso memento di ciò che è avvenuto.  Vorrebbe dirgli qualcosa ma non è in grado di dire nulla. La sua decisione è un filo sottile come una ragnatela e ogni sguardo del ragazzo di fronte a lui ne minaccia la resistenza. Richiama nella sua testa i mille incubi che lo affliggono ogni notte.
-Ezra, ascoltami ti prego. E’ stata una mia scelta proteggerti tu una volta hai protetto me. Dov’è la differenza? Non sentirti colpevole..– Le parole finiscono e il ragazzo boccheggia cercando qualcosa da dire.
Alexander. Il suo Alexander. Da quando era diventato “il suo”? Quando aveva iniziato ad amarlo così? Quando la gratitudine e il rispetto si erano trasformati in un desiderio ardente?
La vergogna lo assale ogni volta che si lascia andare a dei pensieri così stupidi.
Le parole che gli erano state rivolte poco prima bruciano come ogni verità che si rispetti.
Cosa ti fa pensare di valere la vita di Alex?”.
Nulla, ecco cosa voleva rispondere, non sono altro che un bastardo traditore.
Il pensiero gli instilla un briciolo di energia.
Si alza senza dire una parola. Sta per muovere un passo ma due braccia sottili e forti lo trattengono circondandogli la vita.
–Ezra ti prego, ti prego non scappare.– Guarda sconvolto Alexander: a terra in ginocchio che affonda la testa nel suo fianco, la voce tremante che lo implora. Le sue ginocchia tremano e non riesce a capire. Ancora una volta vorrebbe parlare ma non ha idea delle parole che dovrebbe pronunciare. Le lacrime gli bagnano di nuovo le guance. Persino il suo pianto non emette suoni.
E’ stanco. Stanco di lottare, stanco di soffrire.
La stretta delle braccia si stringe e Alex alza la testa. Nel momento esatto in cui i loro occhi si incontrano per l’ennesima volta, qualcosa dento Ezra crolla. Cade in ginocchio e afferra il viso di Alexander. Posa le sue labbra su quelle del ragazzo di fronte a lui. Il suo corpo freme di mille emozioni. E’ un bacio leggero, un bacio che sa di lacrime. Ezra sa che durerà meno di un attimo ed è pronto a staccarsi “Dovevo farlo” si giustifica con se stesso “volevo farlo. Solo questa volta, solo una volta. Poi sparirò. Poi mi odierai. Poi ….poi..”
I suoi pensieri si sciolgono quando si rende conto che Alexander gli ha passato le mani dietro la nuca, trattenendolo dallo staccarsi.
Ezra è sconvolto.
Le labbra di Alexander sono morbide e dolci e sanno di uomo, sanno di lui. Vorrebbe lottare Ezra ma sa di essere troppo debole. Lascia che i suoi desideri trabocchino per la prima volta da anni, forse da sempre.
Affonda le mani tra i riccioli castani del ragazzo che ama e lo bacia cercando di trasmettergli quell’amore che avrebbe dovuto tener nascosto. Alexander risponde con impeto ai suoi baci , gli carezza il collo e le spalle, la testa e la cicatrice sulla guancia.
Il bacio sembra durare in eterno e alla fine è Alex a scostarsi primo.
Ha il fiato corto, la faccia arrossata la bocca piegata in un sorriso luminoso e imbarazzato.
Ezra è più confuso di prima. Il bacio di Alex era fatto di amore, lo aveva sentito,, proprio come il suo, ma nella sua mente l’eventualità è inconcepibile.
Non era nato per essere felice, lui. Non meritava la gioia, e la tranquillità, figurarsi l’amore.
Una carezza sulla guancia lo scuote dallo shock.
–Non piangere ti prego..– Non si era accorto delle lacrime che gli sgorgavano dagli occhi. Sembrava che tutte quelle che aveva dovuto trattenere nella sua vita avessero deciso di sgorgare in quel momento.
–Io non… cosa..– le parole gli escono a tratti e confuse. Alexander lo ferma dandogli un bacio leggero come un colibrì.
–Ti amo– Gli dice. Lui si, che sapeva sempre cosa dire. Non esiste più nulla, dopo quelle parole.
Il dolore, la paura, i sensi di colpa. Quelle parole sembrano averlo redento da ogni sbaglio.
Gli incubi si affollano nella sua mente ma qualcosa è cambiato. E’ come se ci fosse una luce. Come se ci fosse una speranza.
–Ti amo– Dice ancora Alexander. La sua voce trema adesso. Nei suoi occhi c’è una domanda inespressa. Ezra ha quasi voglia di ridere. Quel ragazzo era in grado di leggergli dentro e lasciarlo senza difese. Ma non aveva capito la cosa più importante.
La luce tra i suoi incubi cresce piano piano e Ezra prende un respiro. Fissa gli occhi in quelli del ragazzo di fronte a lui. Aveva cercato cosa dire per tutto quel tempo e ora era chiaro come il sole.
Il vento soffia e lo avvolge vibrando.
–Anche io– E le loro labbra tornano a toccarsi.
Quel momento resta sospeso nell’aria insieme a una muta promessa.
D’ora in poi , affronteremo tutto insieme”.
 
  
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