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Autore: Recchan8    05/02/2016    0 recensioni
Dal testo:
"Annuì lentamente, pensando a quanto potenziale avesse quella ragazza. Socchiuse gli occhi e si trattenne dallo scoppiare a ridere. Lanciò un'occhiata a Hylia e si passò la punta della lingua sulle labbra. Si immaginò la sua pelle candida come la neve striata di un bellissimo rosso scarlatto e i suoi occhi verdi sbarrati, rivolti verso di lui in una silenziosa preghiera. Hisoka, allo stesso tempo, si sentiva attratto e minacciato da quella misteriosa ragazza. Sì, si sarebbe divertito molto con lei.
-E una volta che sarà diventata una manipolatrice del sangue, una degna avversaria... la ucciderò-.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Grazie alla fama, all'influenza e all'aura pericolosa del ragazzo-pierrot, Hylia ricevette il permesso di soggiornare a tempo indeterminato nella camera di Hisoka e di usufruire delle strutture per l'allenamento riservate ai combattenti dell'Arena. Nessuno fece domande sull'identità della ragazza che Hisoka si stava portando dietro, e ciò fece capire a Hylia che, anche se avesse chiesto aiuto a qualcuno all'interno dell'Arena Celeste, nessuno sarebbe accorso in suo soccorso. Avrebbe dovuto fare affidamento unicamente sulle proprie forze.
-”Non ho altri incontri in programma per oggi”- disse Hisoka una volta che furono rientrati in camera. Si lasciò cadere su una poltrona e iniziò a mescolare con aria distratta un mazzo di carte che aveva appena tirato fuori dalla tasca dei pantaloni. -”Possiamo cominciare subito l'addestramento”- proclamò con una strizzatina d'occhio rivolta a Hylia.
Prima iniziamo, prima finiamo”, pensò la ragazza stringendosi nelle spalle.
-”Dunque dunque...”- cantilenò Hisoka senza distogliere gli occhi dalle carte. -”Prima dovrai imparare a estendere la tua aura agli oggetti che ti circondano, in particolare al tuo sangue, perciò il nostro punto di partenza sarà lo Shu. Sai cos'è, vero?”- le domandò alzando brevemente lo sguardo e lanciandole un'occhiata tagliente.
-”Ovviamente”- confermò stizzita. Per chi l'aveva presa? Hylia sapeva bene che lo Shu era la versione potenziata del Ten, ma, non avendo mai dovuto ricorrere a una tecnica del genere, non era in grado di padroneggiarla appieno. Le uniche tra le sette tecniche Nen avanzate che sapeva usare eccellentemente erano il Gyo e il Ryu.
Hisoka sorrise e, sporgendosi verso il basso tavolino rettangolare posto al centro del semicerchio formato dal divano e dalle due poltrone, aprì il mazzo a ventaglio sulla superficie di questo. Con un gesto della mano invitò Hylia a sedersi accanto a lui.
-”Sto bene in piedi, grazie”- disse secca.
-”Come vuoi”- replicò Hisoka, gli occhi gialli ridotti a due fessure divertite. -”Per rendere le mie carte affilate come lame mi servo appunto dello Shu. Prendine un paio e facciamo qualche prova”- le ordinò.
Hylia, un poco scettica, prese il sette di fiori e il tre di denari. Si rigirò le carte tra le dita, osservandone il retro, poi si infilò il tre in tasca e si concentrò sulla carta dal seme nero. Doveva solamente estendere la sua aura e concentrarla sulla carta; semplice, no? Allora perché non ci stava riuscendo? Ricorse al Ryu e bilanciò il Nen in modo tale da averne l'80% in attacco e il 20% in difesa. Forse utilizzando una maggiore quantità di Nen... Gli occhi le scivolarono per un momento sulla figura di Hisoka e Hylia, rendendosi conto di trovarsi in una situazione in cui la sua difesa era più che vulnerabile, modificò la distribuzione del Nen fino ad averne il 40% in difesa.
Trascorse qualche minuto, ma la carta non era ancora stata avvolta dall'aura della ragazza.
-”Non è difficile”- ruppe il silenzio Hisoka. -”E' un po' come usare il Gyo: concentri il Nen in un punto e poi lo estendi. Mano, carta”-.
Irritante”, fu il pensiero di Hylia. Appena finì di pronunciare quella parola nella sua mente, il Nen ricoprì il sette di fiori. Hisoka fece un fischio di finta ammirazione e batté le mani un paio di volte.
-”Al momento dipende tutto da te; alla fin fine la mia presenza è superflua. Credo che andrò a seminare un po' di panico... Amo il terrore negli occhi delle persone!”- proclamò Hisoka alzandosi dalla poltrona. -”Tornerò più tardi per testare i tuoi progressi, sweetie”- le sussurrò all'orecchio. Hylia rabbrividì e il suo Nen si estese fino a ricoprire le carte adagiate sul tavolino. Hisoka le lanciò un'occhiata di sbieco e sogghignò. Gli occhi gialli ridotti a due strettissime fessure, salutò la ragazza con un gesto della mano e chiuse la porta della camera. Hylia non provò nemmeno ad aprirla: sapeva che l'avrebbe trovata bloccata.
Gettò la carta per terra e si buttò sul divano, nascondendo il viso tra i cuscini. Come diamine aveva fatto a ritrovarsi in quella situazione? Rapita (forse, boh, chissà) da un Hunter pervertito, segregata in una lussuosa camera dell'Arena Celeste e costretta a prendere lezioni di Nen dal suddetto Hunter. Più ci pensava e più sentiva di allontanarsi dalla soluzione del mistero. Sembrava destinata a non conoscere la verità.
Carpe diem”, aveva detto Hisoka quella mattina.
Già, forse doveva prenderla come lui, con filosofia e approfittando dell'occasione che il fato le aveva riservato. Aveva la possibilità di allenarsi e di diventare una manipolatrice del sangue a tutti gli effetti; perché rifiutare una tale offerta? Quel ragazzo, Hisoka, non era di certo il miglior maestro che si potesse desiderare, ma non si poteva negare che fosse un combattente in gamba.
Mi allenerò duramente e migliorerò le mie capacità combattive, così potrò andarmene da qui in poco tempo!”, pensò motivata.
Prese la sua borsa e tirò fuori da essa tre magliette, un altro paio di shorts, un paio di pantaloni lunghi, delle scarpe da ginnastica, e una serie di mutande, calze e reggiseni. Appallottolò il tutto e lo buttò nella cabina armadio senza tanti complimenti. Posizionò la mini-trousse da viaggio su un ripiano in bagno e tornò alla sua postazione sul divano.
-”Non ho intenzione di restare qui per più di tre giorni, perciò... diamoci da fare!”- si disse a denti stretti.

 

 

Dopo aver fatto pratica con lo Shu per circa quattro ore consecutive, Hylia impilò le carte in un unico mazzo, lasciandolo esattamente al centro del tavolino, e decise di farsi una doccia. Si spogliò, gettando i vestiti ai piedi del letto a due piazze, e si legò i capelli con un gommino trovato rovistando nella borsa. Prese dalla cabina armadio un accappatoio pulito e andò in bagno. Appese l'accappatoio bianco dietro la porta e aprì l'acqua, attendendo qualche secondo per farla diventare calda. Entrò nella doccia e rimase un attimo perplessa riguardo le pareti trasparenti di questa.
Utilissime”, pensò sarcastica.
Piano piano sentì la tensione sciogliersi grazie all'acqua quasi bollente. Prese la boccetta del bagnoschiuma e se ne versò un po' sulla mano.
Non ci penso nemmeno a usare la spugna del maniaco!”.
Hylia si stava insaponando le braccia quando la porta del bagno si aprì e un Hisoka con un asciugamano attorno ai fianchi fece il suo ingresso. Hylia sussultò e si sentì arrossire violentemente; si coprì come meglio poté il seno e le parti intime e si voltò di schiena.
-”A quanto pare la doccia è occupata”- disse Hisoka grattandosi la testa. Si strinse nelle spalle e uscì. -”Aspetterò il mio turno”- disse oltre la porta.
Hylia si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e, dopo qualche imbarazzato colpetto di tosse, tornò a insaponarsi.
-”Sì, come no...”- mormorò la voce di Hisoka nel suo orecchio.
Hylia, sia per pudore che per paura, non ebbe il coraggio di voltarsi. Come aveva fatto quel tipo a entrare nella doccia senza che se ne accorgesse? Lui e l'In dovevano essere un tutt'uno.
-”Sei pregato di levarti di torno”- riuscì a dire Hylia con voce poco ferma.
Le braccia di Hisoka le cinsero la vita e la attirarono verso di lui. Hylia spalancò gli occhi, colta alla sprovvista.
Cosa...?!”.
I suoi pensieri vennero interrotti di botto dalle mani di Hisoka che si erano spostate sui suoi seni, avvolgendoli e stuzzicando i capezzoli. Il mento del ragazzo si appoggiò sulla spalla sinistra di Hylia e le sue labbra presero a baciarle il collo. L'acqua calda continuava a uscire dalla cornetta della doccia; Hisoka le sciolse i capelli color cannella e se li attorcigliò attorno a una mano, costringendo Hylia a reclinare la testa all'indietro.
-”...Basta...”- riuscì a mormorare la ragazza. La sua mente e il suo corpo erano in totale disaccordo. Era sbagliato, completamente sbagliato! Abbandonarsi così al nemico, lasciare che le sue mani la toccassero ovunque, che le sue labbra la baciassero così delicatamente ma al tempo stesso appassionatamente... Ma il suo corpo non la pensava così: il suo corpo, ingordo, non voleva che Hisoka si fermasse.
Il ragazzo-pierrot fece voltare Hylia e le passò una mano sotto la nuca, fissando gli occhi da Stregatto in quelli verde smeraldo della giovane Hunter. Il rossore che le aveva colorato la pelle diafana, causato dall'acqua e dall'eccitazione, lo faceva impazzire. Si chinò a baciarla sulle labbra, per poi scivolare lentamente sul collo e sui capezzoli. Sentì la mano di Hylia intrecciarsi ai suoi capelli bagnati e sorrise, le labbra premute contro il capezzolo turgido di lei. Era da quella mattina che i suoi seni, così sodi e perfetti, lo stavano chiamando. Come poteva ignorarli? Il respiro della ragazza era corto e irregolare; doveva forse lasciarla sul più bello?
Assolutamente sì”, pensò sogghignando.
Si staccò da Hylia, prendendole il mento con due dita e con un sorriso beffardo stampato sul volto. Era confusa, terribilmente confusa. Si allungò oltre di lei e chiuse l'acqua. Uscì dalla doccia, si avvolse l'asciugamano attorno ai fianchi e lanciò una rapida occhiata a Hylia, portandosi poi un indice alle labbra come a dire “Che resti tra noi”.
Il cuore le martellava all'impazzata nel petto e sentiva le parti intime pulsarle convulsamente. Guardò la schiena di Hisoka sparire oltre la porta; le ginocchia le si piegarono e Hylia si accasciò sul pavimento della doccia.
Cos'era appena successo? Perché gliel'aveva lasciato fare? Perché non aveva reagito? Perché non gli aveva assestato un bel pugno in faccia e non l'aveva cacciato dal bagno?
La testa bagnata di Hisoka fece capolino dalla porta.
-”Te l'avevo detto che ci saremo divertiti, no?”- ammiccò.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
Non ho mai scritto una fanfiction del genere, e suppongo si veda >w< Mentre scrivevo la scena della doccia, mi sono ritrovata più volte a pensare "Oddio, come sono impacciata!". Spero di prenderci la mano *ride*
Alla prossima! ^^

   
 
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