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Autore: Sn3ffy    05/02/2016    0 recensioni
Sherlock è rimasto solo al 221B, dopo che Watson, il suo fedele aiutante, è diventato non solo marito, ma anche padre. Troverà qualcuno deciso a sopportarlo pur di condividere quell'appartamento?
Non sono molto brava con le introduzioni, perdonatemi!
[Ispirata dopo la fine della terza stagione]
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Una svolta alle indagini."



Amava il suono del violino, ed ancora di più amava il fatto che fosse Sherlock a suonarlo.
Attendeva che si rimettesse a lavoro; non voleva chiedergli di suonare per lei, sperava lo facesse spontaneamente. Prima però avrebbe tanto voluto sapere cosa fosse passato per la mente di quel genio per i primi cinque minuti della melodia… Erano suoi così dolci e rassicuranti.
Sherlock, tuttavia, non si era mosso e non sembrava avere intenzione di riprendere a suonare, né tantomeno di rispondere alla domanda. Anna continuò ad attendere, la spalla poggiata sulla porta.
Stanca di aspettare la ragazza aprì la bocca per riproporre la domanda, ma le parole si fermarono in gola, quando, d’improvviso, il campanello suonò.
<< Questo deve essere John.>> disse Sherlock.
Ad Anna sembrò di aver sentito più di un leggero imbarazzo nella sua voce.
<< Io… Vado a preparare il tè.>> rispose lei; non imbarazzata, forse più sovrappensiero.
Lentamente si diresse verso la cucina, aprì tre o quattro cassetti alla ricerca delle bustine del tè, ma non trovandovi nulla, lasciò perdere. Ora doveva affrontare il caso e per quanto ciò l’avrebbe dovuta emozionare, non sentiva l’adrenalina che si sarebbe aspettata, ma semplice stanchezza.
Le giunsero le voci di John e Lestrade che nel frattempo erano entrati in salone, ed ora probabilmente la stavano aspettando per ascoltare gli ultimi aggiornamenti di Sherlock.
<< Ancora ciao, John.>> sorrise rivolta a lui; poi si avvicinò a Lestrade e lo salutò stringendogli la mano.
<< L’ultima volta non mi sono presentata. Sgarbato da parte mia,>> sorrise << piacere. Mi chiamo Anna Collins e sono la coinquilina di Sherlock.>>
Eh sì, trovava molto affascinante quel poliziotto.
Lui parve sconvolto. << Tanto piacere., Signorina Collins. Greg Lestrade… Quindi Sherlock non è…?>>
Sia John che Anna cercarono di trattenere le risate il più possibile a quella domanda.
<< No, no. O meglio, non lo so. Non sono la sua ragazza.>> Anna era consapevole che le sue guance fossero diventate rosse come l’improponibile maglione di Lestrade; sperava solo che Sherlock non arrivasse alla causa di quel rossore.
<< Se abbiamo finito con queste sciocchezze,>> la salvò miracolosamente Holmes << vi dirò dove si trova il corpo dell’uomo.>>
<< Tu lo sapevi?>> Anna sentì nella voce del commissario varie sfumature tra la rabbia e lo stupore.
<< Ma certamente!>> rispose Sherlock, come se la risposta fosse la cosa più ovvia di questo mondo. “E forse lo è.”
Lestrade e Watson si sedettero sul divano, Sherlock era già comodo sulla sua poltrona, mentre Anna era rimasta ancora in piedi, stranamente a disagio da quella situazione. Si morse il labbro e notò gli occhi di Sherlock su di sé. Si guardò intorno: era abituata alla compagnia di molti uomini, eppure trovarsi in quella stanza, circondata da quei tre personaggi, chissà per quale motivo, la metteva stranamente a disagio.
Alla fine, ancora combattuta, cedette, e prese posto sulla poltrona.
<< Bene.>> iniziò Sherlock. << Prima di tutto: Lestrade, un uccellino mi ha portato i vestiti ieri. Sono lì.>> ed indicò con un gesto distratto il tavolino dove Watson aveva poggiato, senza farsi notare dall’ispettore, la bustina con i vestiti.
Le guance di Lestrade si tinsero leggermente di rosso.
“Rabbia o imbarazzo? Almeno non sono l’unica.”
<< In secondo luogo, Watson, posso sapere i risultati delle analisi?>>
John sorrise. << Come se già non li sapessi.>> ed iniziò ad elencare le tracce dei cinque veleni presenti nei vestiti:<< Come nei precedenti casi, anche questo presenta la stessa quantità degli stessi veleni.>> << Quali veleni?>> chiese Anna estranea ai fatti; non realmente interessata.
Gli occhi di Sherlock parvero illuminarsi. << I cinque veleni più famosi: Arsenico, Cianuro, Cicuta, Aconite e Belladonna. Ho scritto un articolo per ognuno di questi veleni sul mio blog.>> aggiunse con un tono solenne ed orgoglioso.
<< Bene.>> rispose Anna. << ora saresti così gentile da dirci dove si trova il corpo? Prima finiamo meglio è.>>
Lestrade e Watson rimanevano in silenzio.
<< Il biglietto lasciato da Moriarty>> spiegò, quindi, Holmes, sicuramente scocciato dal tono crudo della ragazza << Non era in realtà riferito direttamente alle tue parole.>> guardò distrattamente Anna. << Come avevi ipotizzato, l’aiuto a cui si riferiva era il soprammobile con i delfini. Verso dove erano rivolti?>> la domanda era evidentemente riferita a tutti e tre i presenti, ma per una strana ragione, Anna era convinta che si aspettasse una risposta più dai due uomini che da lei. Forse, in realtà, lo sperava, perché non era un particolare a cui aveva prestato particolare attenzione.
Nessuno sembrò rispondere al detective, che quindi si mosse a guardare la ragazza. Anna, nel tentativo di non fare una pessima figura, cercò in tutti i modi di rimembrare la posizione dei due delfini e la stanza intorno a loro.
“ Si osservavano a vicenda… Dove erano rivolti?”
Poi ricordò. << I due delfini erano rivolti l’uno di fronte l’altro, ma quello di destra si trovava più in alto rispetto all’altro ed indicava…>> “Avanti, cosa c’era sulla parete destra..”
<< Il piccolo armadio bianco!>> ricordò per lei Lestrade.
<< Incredibile. Complimenti Dread.>>
<< Greg!>>
<< Oh, capisco.>> disse falsamente dispiaciuto.
Anna trovava tutto ciò molto ironico, ma cercò di non darlo a vedere.
<< Ad ogni modo>> riprese Sherlock << vorrei fare i complimenti alla polizia di Scotland Yard per aver ispezionato la casa della vittima con la stessa diligenza di un ragazzino annoiato.>>
<< Come?>> “ No, questo è troppo!” << Ma che razza di paragone è?>> fosse stata una serata normale Anna avrebbe riso a crepapelle e probabilmente preso in giro quelle parole. Ma quella sera, si sentiva così infastidita da ogni cosa… Doveva sapere la risposta a quella domanda:” A cosa stavi pensando quando hai iniziato?”
Sherlock la guardò sorpreso, probabilmente, pensò la ragazza, non si era reso conto di quanto stupido fosse quel paragone. << Posso continuare?>> chiese stizzito. << Allora, stavo dicendo… I delfini indicavano esattamente l’anta più a destra dell’armadio. Come diamine avete potuto ignorarlo completamente?>>
Si alzò e raggiunse la scrivania, dove, dopo aver rovistato un po’ tra le carte, trovò quello che stava cercando; sventolò un fazzolettino scarabocchiato e lo porse, tenendo l’estremità tra il pollice e l’indice all’ispettore. L’ispettore lo prese e lesse ad alta voce.

<< Pettine-pesce>> Gli occhi di Sherlock si mossero velocemente a guardare Anna. << Elefante.>> aveva iniziato a mordersi il labbro, proprio come immaginava avrebbe fatto. << tempo-cognome... E cosa diavolo sarebbe questa roba?>>
Lestrade non capiva, come al solito.
<< Lestrade, in quel fazzoletto hai più indizi tu di quanti te ne possa dare lei.>> e sbuffò rumorosamente.
Ovviamente, Lestrade non capiva neanche il nesso con Anna.
<< Guarda la calligrafia, è da donna. Esattamente di questa donna.>> ed indicò Anna. << Ha anche disegnato un cuoricino, Lestrade! Dio, quanto siete idioti!>>
<< Prima che tu possa fare qualche altra domanda>> intervenne la ragazza, riferendosi al poliziotto. << Sappi che quel bigliettino risale al mio primo incontro con la vittima.>>
"La vittima..." Non lo chiamava più per nome, notò Sherlock.
<< Sono le soluzioni agli enigmi!>> finalmente Watson parlò.
<< Esatto, John.>>
<< E come può aiutarci un fogliettino del genere?>> chiese Lestrade.
Sherlock sbuffò un'altra volta. "Scotland Yard è sempre stata così piena di idioti?"
<< Fred, hai mai tenuto il fazzolettino di una donna con cui sei semplicemente andato a letto?>>
Fred non rispose, bofonchiò qualcosa di simile ad un 'no'.
<< Esatto. Lui invece sì! Ha parlato ad Anna di tutta la sua vita ed ha tenuto il suo unico ricordo.>>
<< Anna quindi è la chiave e bla bla bla.>> lo interruppe la ragazza. << Vuoi arrivare al punto in cui dici dove si trova il corpo?>>
Sherlock represse uno sguardo rabbioso. Qual era il suo problema?
<< Il corpo si trova in un laboratorio abbandonato a Fleet Street.>> sputò tutto in una volta, stizzito dal comportamento della sua coinquilina.
La bocca semiaperta di Lestrade e gli occhi quasi spalancati, indicavano tutto il suo stupore.
<< Punto numero due: Dobbiamo salvare la prossima donna.>>
<< E come credi di fare?>> la voce scettica di Lestrade, nascondeva una forte speranza nell'intelligenza di Sherlock.
<< È semplice, manca solo un punto. Solo un indizio che non riesco a trovare!>>
Era rimasto alzato fino a quel momento, così riprese posto sulla sua poltrona.
<< Scusa, che indizi hai? Ci fai partecipi?>> chiese Anna.
<< Nulla di più di ieri.>>
<< Com'è possibile? Hai guardato tutto attentamente?>> questa volta la voce della ragazza era partecipe, Sherlock lo poté sentire. Lestrade e Watson rimanevano immobili, forse pensavano ad un modo per fregarlo e trovare la soluzione.
<< Certo che ho controllato. Ho analizzato tutto! Non rimane nulla! Ed in base alle informazioni che ho dovremmo andare a visitare 179 persone solo a Londra.>>
Anna cominciò allora a toccarsi il labbro.
E così, tra i vari tentativi dei quattro e gli assillanti lamenti che Sherlock fu costretto a sentire, passarono le ore ed arrivarono alla mezzanotte senza nulla di nuovo tra le mani.
<< Io non capisco >> esordì Anna dopo un lungo pensieroso silenzio. << Come può essere? Hai analizzato tutto: Nomi, cognomi, nazionalità, data di nascita, luogo di nascita, conoscenze->>
<< Aspetta! Cosa hai appena detto?>> "Trovato!"
<< Conoscenze.>> fece ovvia Anna.
<< No, no; prima!>> notando lo sgomento di Sherlock, ora anche Watson e Lestrade si interessarono alla cosa.
<< Luogo di nascita!>>
<< Ma certo!>> urlò Sherlock << Come ho fatto a non pensarci prima?>>
<< Aspetta, cosa?>> urlarono a loro volta Anna e Watson.
<< Non hai pensato al luogo di nascita?>>
<< Non ci posso credere!>>
<< Te ne intendi di geografia italiana?>>
Senza badarli di un solo sguardo, Holmes prese il laptop di Anna ed aprendo uno finestra dal browser, digitò qualcosa sulla tastiera.
<< Sono in ordine decrescente: Molise, Valle D'Aosta, Liguria>> gettò uno sguardo sulla mappa per vedere se corrispondevano << e l'ultimo dovrebbe essere... Friuli.>> Continuò a scrivere qualcosa. Gli bastarono altri 10 minuti. << Trovata! La prossima vittima: Maria Tudor. Domani la andremo a trovare.>> finí rivolgendosi chiaramente ad Anna.
<< Bene, signori, ora sparite.>>
<< Buonanotte.>> concluse dolcemente Anna.
 

Vi prego di perdonarmi per il vergognoso ritardo ( già di ritorno?!?), ma tra la scuola ed i problemi con il computer non ho avuto proprio possibilità. Ad ogni modo, spero vi sia interessato e che vi sia piaciuto. Aggiornerò non appena mi sarà di nuovo possibile ( fai pure con comodo!).

A presto♦

 
   
 
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