Nota:
Avvertenze per il capitolo: fare attenzione alle indicazioni temporali
e avere un minimo di conoscenze Klaroline. :) di nuovo: non betata,
quindi chiedo umilmente perdono se (sicuramente) mi sono sfuggiti
strafalcioni.
Sette
Nove mesi
prima
Settimo giorno
dell’apertura di Hogwarts, biblioteca
Uno
sbattere rabbioso di libri
sul tavolo fece trasalire Neville, intento a studiare il vecchio tomo
principio
dei loro guai.
«Basta!»
sbottò il guaio in
questione, allentandosi il nodo del suo cravattino blu con molta
irritazione
«Potremmo leggere l’intera biblioteca e non
troveremmo scritto nulla su questa
assurdità delle Tre Colonne! Ti ripeto che sono finita qui
per colpa di una
stupida strega!»
«Abbassa
la voce.» sibilò
Neville, guardandosi intorno preoccupato che altri studenti potessero
sentirla.
Era il primo pomeriggio di una ventosa giornata di Settembre;
approfittando
delle due ore libere dalle lezioni, Neville si stava dedicando alla
ricerca di
una soluzione per il loro fastidioso problema.
«Maledizione!
Sto morendo di
fame! E credimi un vampiro affamato in una scuola piena di ragazzini
non è
affatto una buona cosa!» si lamentò la vampira,
guancia contro il libro.
Neville
deglutì, fissandola preoccupato: era tutta colpa di Luna e
delle
sue strampalate ricerche se ora si trovavano anche con la…
sanguisuga nel
pacchetto di sfighe del loro ultimo anno di scuola! Per la centesima
volta,
solo quel giorno, si chiese se non stessero commettendo un madornale
errore e
se non avessero fatto meglio a raccontare tutto ai professori. Almeno
loro
sarebbero stati capaci di mantenere al sicuro gli studenti di Hogwarts
da
quella creatura!
“E perché mai, Neville?” le
risuonarono nelle testa le assurde parole di Luna
“È colpa nostra se questa povera
vampira si trova qui, dopotutto”.
Enfasi su quel nostra!
«Ehi,»
Caroline interruppe i suoi
pensieri lugubri «non fare quella faccia. Ti posso assicurare
che sono ancora
perfettamente in grado di controllarmi. Non attaccherò
nessuno se questo ti
preoccupa», poi pensandoci un po’ su chiese:
«Ma sul serio qui i vampiri sono
rari?»
«Be’,»
iniziò incerto il ragazzo,
non sapendo come spiegare la “piccola questione”
del marchio di riconoscimento
«Non si fanno molto vedere in pubblico, che io sappia. E
hanno un aspetto molto
diverso dal tuo. Si insomma… tu sembri normale. A parte
quando la tua faccia si
trasforma in un mos-»
«Attento
Neville, potrei arrossire!» lo interruppe Caroline
lanciandogli dietro una matita che lo colpì dritto in
fronte. «Dovremo
migliorare un
po’ quei riflessi, se ci
rimane tempo» borbottò infine, mentre il ragazzo
sospirò per la millesima
volta. Per poi chiedere:
«Ripetimi
di nuovo un po’… quella
cosa che hai fatto sulle compagne di stanza di Luna…
Concussione…»
«Compulsione»
lo corresse la
bionda vampira;
«Si,
“compusione”» ripeté lui
sulle spine «come riesci a fare credere quello che vuoi?
Cioè…» si mise una
mano sulla fronte come se stesse combattendo un’atroce mal di
testa «Sembra
molto simile alla maledizione Imperius… ma è una
Maledizione Senza Perdono!»
«Uh!
Ti posso assicurare che
qualsiasi vampiro dalle mie parti è in grado di soggiogare
un essere umano.
Peccato che non funzioni con gli altri essere soprannaturali. A meno
che non
sei un vampiro Originale. Storia lunga… lascia
perdere.» chiuse secca il
discorso quando vide la domanda pronta sulla punta della lingua di
Neville.
Parlare di quella famiglia diabolica, e in particolare di un certo signore del male, non le
sembrò un
argomento da aggiungere alla lunga lista di stranezze di cui stavano
discutendo.
Estinte le ultime luci del
tramonto, la biblioteca cominciò a svuotarsi, data
l’imminente ora di cena; le
fiaccole appese ai muri e gli appuntiti lampadari in ferro battuto
davano alla
stanza un che di lugubre, per i gusti di Caroline. Stava appunto per
esternare
tutto il suo disconforto, quando la figura di Luna svoltò
l’angolo in cui si
erano appartati, alle sue calcagna un eccitato Rossino Argentato che
tentava di
acchiappare il suo bizzarro scialle arcobaleno, lungo fino ai piedi.
«Oh
no!» si lamentò subito
Neville, guardando truce Rouge «Luna non lo incoraggiare ad avvicinarsi a noi!
Quando c’è lui in giro
non riesco a combinare nulla! Maledetto parassita!»
«Perché
finora sei stato una fonte infinita di idee!»
frecciò subito
la vampira, sorridendo contemporaneamente alla maga.
Luna
le piaceva. A dire il vero era un po’ strana (con tutte
quelle
creature fantasiose che sembrano affollare la sua testa) e Caroline
avrebbe
tanto voluto fare qualcosa per i suoi capelli perennemente spettinati
(il fatto
che fossero biondo grano non la istigavano affatto, per qualche stranissima ragione, a passarci una mano
in mezzo. Affatto!), ma sin dal primo momento essa aveva dimostrato una
gentilezza innata verso di lei. Difatti, facendo sfoggio di una fiducia
disarmante, aveva proposto di “camuffarla” tra le
CorvoNero, nonostante tutti i
rischi di tale azione, e Caroline non aveva potuto fare a meno di
simpatizzare
con quella strega.
Si chinò a prendere Rouge tra le
braccia mentre Luna si accomodava su una delle sedie e spiegava,
allegra, come
tutti i compagni del loro anno che avevano notato una “faccia
nuova” per i
corridoi o in biblioteca (pochi in realtà dato che cercavano
di limitare le
uscite in pubblico di Caroline a orari poco affollati), fossero ora
convinti di
essere divenuti il bersaglio delle api
smemorine, portentosi insetti che
una
volta punta la vittima ne scombinavano i ricordi.
«Ma
esistono sul serio?» fece
Caroline con un sopracciglio alzato;
«Certo!»
fu la risoluta risposta della
maga «solo che vivono in Messico!»;
ridacchiò come se il particolare geografico
mancante agli altri studenti fosse particolarmente divertente.
Neville
si tirò su dalla sedia, impaziente, passandosi una mano tra
i
capelli:
«Ragazze!
Cerchiamo di
concentrarci! Qui la situazione sta sfuggendo di mano: tu»
indicò Caroline, accusatore
«continui a dire che sei una vampira proveniente da un
“altro mondo”, finita
qui per un incantesimo sbagliato!»
«Ed
è esattamente la verità! Vi
ho spiegato già: Liv-»
«E
tu,» la interruppe Neville,
zittendola con il palmo della mano e guardando Luna «dici che
Caroline è stata
trasporta qui dal libro, in quanto possibile cavaliere delle Tre
Colonne!»
«Non
lo dico io.» rispose
tranquillamente la bionda maga, fissando i suoi occhi chiari su
Caroline «È stato
il libro stesso a dirmelo. C’eri anche tu quella sera,
Neville.» terminò come
se la cosa fosse più che ovvia.
«Si,
certo. Peccato che io non
abbia sentito assolutamente nulla! Tranne che sibili!», si
sedette di nuovo a
peso morto sulla sedia, mani entrambi alle tempie «Per di
più quei maledetti
Carrows, stanno facendo il bello e il cattivo tempo qui ad Hogwarts!
Hai visto
quello che fanno a Difesa contro le Arti Oscure? Insegnano le
Maledizioni Senza
Perdono!»
All’espressione
incupita dei due
maghi fece presa sull’animo perfezionista ed estremamente
bellicoso della
bionda vampira; ricordava bene com’era sentirsi una teenager
impotente mentre
il mondo fino ad allora conosciuto si sgretolava lentamente intorno a
lei. Era
un vampiro bloccato per sempre nel corpo di una diciasettenne e in quei
cinque
difficili anni, in cui aveva tentato di aggiustare la sua percezione
delle cose
al di là delle convezioni umane, aveva imparato che essere
l’ultima pedina
sullo scacchiere soprannaturale faceva definitivamente schifo. Per
questo si
rivolse a Neville, piena di risoluzione:
«Vi avevo già offerto di
risolvere il problema! Io libero voi da questi due Mangiaqualcosa e
contemporaneamente risolvo il mio piccolo grattacapo di nutrirmi senza
fare del
male a nessuno!»
Mentre
Luna sembrò soppesare seriamente la possibilità,
Neville iniziò
a scuotere la testa corrucciato:
«Prima di tutto, il fatto che tu
parli con così tanta facilità di far fuori un
altro essere umano mi preoccupa
molto! E poi ti ho già detto che la scomparsa di due
MangiaMorte» scandì
«attirerebbe sicuramente l’attenzione! E noi non
vogliamo che arrivi Tu-sai-chi
alle porte di Hogwarts! Sarebbe decisamente un peggioramento!»
Caroline
lo fissò imbronciata,
incrociando le braccia davanti al petto; avrebbe voluto tanto fargli un
bel
discorso sul bianco e nero, e su come a volte le scelte difficili siano
per un
bene superiore (frase presa vergognosamente dal repertorio di un
vecchio Ibrido
trombone di sua conoscenza), quando la voce trasognata di Luna la fece
bloccare:
«Oh giusto, stavo quasi per
dimenticare: non riusciremo mai a rubare le riserve di sangue
dall’infermeria.»
si tirò in piedi tranquillamente, come se non avesse appena
pronunciato una
terribile notizia per i suoi ascoltatori (Neville più della
vampira sembrò
sopraffatto dalle possibili conseguenze; dopotutto era anche colpa sua
se una sanguisuga bionda si
aggirava
tranquillamente tra i suoi ignari compagni di scuola).
La
voce sicura di Luna lo distolse dai suoi sensi di colpa;
notò che la
compagna stava arrotolando un polsino della camicia, continuando a
spiegare:
«Si, come immaginavamo è impossibile mettere un
passo nell’infermeria
senza il permesso di madame Chip o di una giustificazione scritta dei
professori. Certo, potremmo fingere di stare male a turno io e Neville,
ma
penso che prima o poi daremmo nell’occhio.»
Piazzò
il suo polso sotto il naso
di Caroline «Ci ho pensato, sai. La soluzione più
pratica è che tu prenda un
po’ di sangue da me. Hai detto che non verrò
trasformata in un vampiro anche se
mi mordi, vero?» si informò, pratica.
«No.
Certo che no!» incominciò la
vampira, ma la voce agitata di Neville la interruppe:
«Luna!»
la scostò mettendosi in
mezzo alle due ragazze «Cosa diamine stai dicendo? Non puoi
farti succhiare via
il sangue!» poi rivolgendosi verso Caroline, irato
«l’hai usato contro di lei,
vero? Quella cosa! La cofusione!»
Caroline
si alzò in piedi di
scatto, piccata: «Ehi! Io non soggiogherei mai le persone per
cibarmi del loro
sangue! Mai!»
Neville,
in uno sprazzo di
risolutezza (Grifondoro, caro vecchio coraggioso Grifondoro) estrasse
la sua bacchetta,
pronto a difendere se stesso e Luna in caso la rabbia della vampira
sfuggisse
fuori controllo, quando ancora una volta la voce calma di Luna
interruppe il
duello di sguardi:
«Neville?
Hai intenzione di
decapitare Caroline?»
«Uh?»
Neville gettò un’occhiata
veloce al di là sua spalla, interrogativo.
«Non
ricordi che le normali magie
non funzionano sui vampiri? Bisogna o infilargli un paletto nel cuore o
decapitarli.»
Ok
aveva detto che Luna era gentile? Si rimangiava tutto! Era una
pazza, sadica che molto probabilmente l’avrebbe uccisa nel
sonno, solo per
provare come effettivamente si uccidesse un vampiro! Caroline fece un
sospiro,
rimettendosi di nuovo a sedere, in modo da tranquillizzare il clima:
«Io non ho soggiogato nessuno.»
fece dura «E non costringerei mai dei ragazzini a darmi il
loro sangue!»
«Lo
so che non mi hai soggiogato.»
la rassicurò Luna, girando intorno a Neville in modo che
potesse guardarla
negli occhi. Sorrise: «Lo saprei se mi avessi
soggiogata.»
«No!»
negarono in coro la vampira
e il suo compagno di scuola; «Non te ne accorgeresti
nemmeno!» aggiunse frustrata
Caroline.
«E
invece si. Mi basterebbe
guardarti negli occhi. Oltre la linea
dell’orizzonte.»
Presente
Camera delle Necessità
“Harry
Potter è tornato!” è il
grido di gioia che si sente riecheggiare ormai da un po’
nella stanza delle
Necessità.
“Harry è qui” sente dire, mentre
i giovani maghi e maghe si affollano intorno l’apertura del
passaggio segreto
che conduce al pub “La testa di porco”. Si alza
sulle punte dei piedi per
cercare di intravedere il tanto acclamato mago tra quella maree di
teste; perché
ad essere sinceri, pensa Caroline un po’ diffidente, questo
cosiddetto eroe del
mondo magico è un tantino troppo basso per qualsiasi canone
eroico, ma data la
reverenza con cui tutti quanti ne parlano, spera proprio che la loro
fiducia
sia ben riposta.
«Non
siamo venuti qui per
rimanere»(1) lo sente dire
dall’angolo in cui sta osservando la
scena (mantenere un profilo basso è il leitmotiv delle
ultime settimane passate
in quella stanza), mentre il piccolo Nike si intrufola tra i suoi
piedi.
«Allora ti aiuteremo!» (1) fa la voce di Neville
entusiasta.
«Non capisci! Non possiamo
dirvelo! È un qualcosa che dobbiamo fare, da soli!»
(1)
Caroline
digrigna i denti: e
questo è l’eroe dei Maghi? La guida del
fantomatico Esercito di Silente? Non si
fida nemmeno degli stessi compagni di battaglia! Di Neville e Seamus
dopo tutto
quello che hanno passato per colpa di quei due MangiaMorte! La vampira
freme
per lo sdegno, man mano che sente svolgersi la discussione tra gli
alunni di
Hogwarts e il trio delle meraviglie
(cosa? Non è che il fatto di essere in un’altra
dimensione abbia fatto
magicamente scomparire il suo lato bisbetico), e sta quasi per
intervenire
quando un’altra figura emergente dal buco del muro la blocca
sui suoi passai.
«Luna!»
ruggisce la folla, mentre nell’animo della vampira si
scioglie
un nodo di preoccupazione, formatosi dal primo giorno in cui la maga
era stata
portata via, mesi prima. Il suo sorriso si allarga ancora di
più nel vedere
che, tra una pacca sulla spalla e una stretta di mano, Luna si avvicina
sorridendo a Neville, che in uno slancio di gioia l’abbraccia
sussurrandole
piano “Sono felice che tu sia tutta intera”.
Sempre detto che quei due facevano un’ottima coppia, si
congratula con
se stessa, prendendo in braccio il piccolo cucciolo di lupo.
Ora tutto sarebbe andato per il
meglio, bambino sopravvissuto o meno.
Vero? Si chiede distrattamente, mentre la
sua mano massaggia, in un
gesto automatico, il punto dolente nel centro del suo petto.
Otto mesi prima
Torre dello Strapiombo, Hogwarts
L’aria
pungente di Ottobre si
infilava tra gli spifferi delle vecchie finestre cigolio
dell’antica aula di
musica. A giudicare dalla gran quantità di sedie,
poltroncine e piccoli
tavolini da tè, la sala in passato doveva essere stata un
centro di ritrovo
molto frequentato per le giovani menti di Hogwarts, mentre ora tutti
gli
strumenti e il mobilio erano coperti da spesse lenzuola bianche e
parecchi
centimetri di polvere.
Caroline
stava appunto scrutando
tutta quella polvere con occhio critico, sentendo già il
richiamo della sua
sindrome da “pulizia da stress”, quando lo
strimpellare cacofonico del
pianoforte attirò la sua attenzione su di Luna e sulla
montagna di libri che
stava tentando di appoggiare sul coperchio dello strumento.
«Luna» intercettò un libro pronto
a cadere per terra «Spiegami di nuovo, cosa ci facciamo
qui?»
«Ti
fa bene cambiare spazi,
Caroline» spiegò la maga con il suo solito tono
trasognato, mentre con un colpo
di bacchetta faceva trotterellare un tavolino verso di loro
«Se continui a
stare rintanata o nel dormitorio dei CorvoNero o in biblioteca,
impazzirai e
inizierai ad attaccare di nuovo gli
studenti.»
«Ancora
con questa storia! Ti
dico che non ho attaccato nessuno! Ieri, in quel corridoio, sono solo
intervenuta quando ho visto quell’energumeno prendersela con
un nanerottolo che
non doveva avere nemmeno dodici anni!»
«Si»
convenne pensierosa la
giovane CorvoNero «In effetti quel SerpeVerde del terzo anno,
Marcus, non è
stato mai particolarmente gentile con i Grifondoro del primo
anno.»
«Ma
non mi dire!» sbuffò la
vampira, iniziando a spolverare una delle sedie con uno straccio
vecchio «lo
stava tenendo a testa in giù per una gamba, Luna! Altro che
gentile! Finire
sbattuto al muro era il minimo che potesse capitargli!»
«Probabilmente
si,» annuì di
nuovo la maga, paziente «peccato però che il tuo esuberante senso della giustizia, abbia
costretto Neville a
prendersi la colpa della lite; sarebbe stato difficile farti passare
per “una
normale studentessa di Hogwarts” davanti al Preside Piton.
Non penso che lui
sia “distratto” quanto il simpatico
professor Vitious.»
«Oh.»
tutto lo sdegno di Caroline
sembrò sgonfiarsi come un palloncino «Mi ero quasi
dimenticata.» si guardò le
mani, sentendosi profondamente in colpa «Pensi che lo
puniranno molto
severamente?»
«Penso
che sarà… ok, Caroline»
rispose Luna, inghiottendo un sospiro «Perché non
ci concentriamo su un modo
per rimandarti nel tuo mondo? Ho preso tutti i libri riguardanti i
Portali
Magici e Viaggi Nel Tempo.»
Caroline
la fissò sospettosa,
dando un’occhiata di traverso al libro che Luna teneva in
mano “Quarta
Dimensione: come arrivarci”, «Ti sei finalmente
rassegnata al fatto che non
sono un cavaliere delle colonne?»
«Tre
Colonne» la corresse Luna,
accendendo un paio di candele qui e lì con la bacchetta
«E no. Sono ancora
convinta che tu sia uno di essi. Il libro è stato molto
chiaro, nonostante
quello che dice Neville; ma non posso di certo obbligarti a rimanere
qui per
aiutare noi.»
«Uh!
Farmi sentire in colpa
mentre mi dai ragione! Questo è un colpo basso! Tale e quale
a quello stupido Ibrido
da strapazzo: “Me lo hai fatto promettere, Caroline. Non
tornerò mai più
indietro”. Ugh! Molto facile così passare per la
vittima della situazione! Io-»
«Ibrido?
Interessante…» si intromise
Luna, ora seduta comodamente sullo sgabello del pianoforte, mentre
osservava
Caroline agitarsi nel suo monologo «Che tipo di animale
è? Sembra molto simile
a Ybris, gli animali guardiani dei cavalieri.»
«Oh,»
rise isterica Caroline «‘Animale’
è sicuramente una parola giusta per descriverlo. Ma ti posso
assicurare che non
assomiglia affatto a una delle creaturine simpatiche del tuo
libro.»
La
successiva domanda della maga venne bloccata dal cigolare della
porta: lì sull’uscio, la figura malconcia di
Neville si stava trascinando
dentro la stanza, mantenendosi il naso sanguinante.
Luna fu la prima a scattare verso
di lui per aiutarlo, mentre Caroline non poté fare a meno di
focalizzarsi,
inorridita, sul suo occhio pesto e sulle escoriazioni del viso:
«Cielo! Non mi dire che queste
era la punizione!»
«Tranquilla.»
cercò di calmarla
il ragazzo, ora seduto per terra con Luna che tentava di ripulirgli la
faccia
dal sangue con un fazzoletto.
«La
punizione
era quasi ok. È il
comitato di
accoglienza all’uscita dell’ufficio dei Carrows che
ha fatto il resto: la voce
che avevo atterrato un SerpeVerde si è sparsa velocemente a
quanto pare. E le
altri serpi non hanno gradito!»
«Cosa!»
fece
Caroline indignata «Tutti contro uno? E i professori? Quei
Carrows? Non hanno
fatto nulla?»
«Oh,
certo che
si.» Neville
cercò di abbozzare un
sorriso «Mi sembra di aver sentito, tra un pugno e un altro,
che SerpeVerde
aveva guadagnato altri dieci punti.»
«È
assurdo!»
inveì la vampira.
«Hogwarts
è
nelle mani dei MangiaMorte ormai, Caroline»
sospirò Neville, sconsolato «Non
dobbiamo aspettarci che il peggio.»
Impotenza.
Ecco la parola adatta.
L’impotenza sembrava
avere avvolto Neville nel suo freddo abbraccio e ora stava banchettando
con
quel poco di audacia che il ragazzo aveva ancora in corpo.
E lei la
sapeva riconoscere bene quella sensazione; dopo tutto non era stata lei
stessa
impotente quando, misera umana, si era trovata ad essere il
giocattolino di
Demon? O impotente mentre Katherine le premeva il cuscino contro la
faccia
nell’asettica stanza di quell’ospedale? E tutte
quelle volte che era stata
catturata, maltratta e torturata da esseri più forti di lei?
“Forte”. “Piena di luce”,
furono
automaticamente le parole che le parvero risuonare nella sua testa in
un accento
sospettosamente inglese.
«Ok,
basta così!» sbottò
Caroline, prendendo il ragazzo per i lembi del suo pullover e
costringendolo in
piedi. «Non capisco come fai a passare da atti di coraggio
estremo a questa
assurda arrendevolezza.»
«Deve
credere di più in se stesso.»
convenne Luna rimettendosi comoda ad osservare
la scena «Gliel’ho sempre detto anche
io. L’Armata di Silente non deve
dismembrarsi solo perché non c’è Harry
Potter.»
«Ma
lui è il prescelto! Luna non ti ci mettere anche tu! Lo sai
bene che-»
non riuscì a terminare la frase, perché Caroline
gli premette il suo polso
sanguinante sulle labbra e prima di riuscire a staccarsi,
inghiottì un bel
sorso.
«Cosa
diamine sta facendo?!»
urlò, sputacchiando come poteva «Mi hai fatto bere
il tuo sangue?»
«Oh,
fa poco il bambinone!» lo
zittì Caroline, levandosi il suo maglione e slacciandosi il
cravattino «Ti
servirà essere in forze per quello che sto
pensando!»
«E
sarebbe?» chiese Neville
arrossendo come un peperone e guardando prima lei e poi Luna
«Ehi!
Non ti fare venire strane
idee in testa: ho deciso che ti insegnerò a difendere! E ad
attaccare
soprattutto! Basta con la vostra idea di contrattacco passivo fatto a
colpa di
incantesimi di disarmo o qualcosa del genere.»
«Ma
tu…» fece perplesso Neville,
registrando la posizione di attacco di Caroline e mettendosi
sull’attenti «non
volevi tornare assolutamente a casa tua?»
«Oh,
ma ci ritornerò!» spiegò
Caroline decisa, indicando con la testa la bionda maga «Ma
mentre Luna si
diletta con tutti quei libri lì dietro, non vedo
perché non potremmo prendere
due piccioni con una fava! Voi mi riportate nella mia dimensione e io
vi
insegno a cavarvela contro questi farabutti dei MangiaMorte! Boom!
Tutti quanti
vincono.»
«Oh.»
esitò ancora più titubante
Neville guardando di nuovo Luna, che dal suo sgabello gli sorrise
incoraggiante;
«Aspetta un attimo!» si riscosse come se una
lampadina gli si fosse appena
accesa nella testa «Ma non ci avevi detto che chi muore con
sangue di vampiro
in circolo si risveglia vampiro?»
«Quasi.»
un sorriso vampiresco si
allargò sulla bocca di Caroline «Per questo
motivo, ti consiglio proprio di
mettercela tutta ora. Non vorrei mai che tu finisca secco per sbaglio. O meglio,
Vampiro.»
Presente
Mezzanotte, piano terra, ala est
di Hogwarts
Il
rimbombo di una grossa esplosione le fa capire che i nemici,
sono penetrati nel castello.
Loro non sono letteralmente
suoi nemici, dato che lei, fino a pochi mesi fa, di MangiaMorte, Lord
Voldemort
e Purosangue non era nemmeno al corrente dell’esistenza; ma
queste persone con
il cappuccio nero, il tatuaggio di un teschio sul braccio e lo sguardo
crudele
mentre attaccano con sadica euforia ragazzini (giovani maghi) di si e
no
diciassette anni, non le rendono di certo difficile il compito di
proclamarli suoi non-amici mortali.
Afferra con forza un uomo incappucciato proprio mentre questi sta per
gridare “Crucio” contro un ragazzo del Grifondoro
(“Crucio è una Maledizione
Senza Perdono, Caroline” le sembra di risentire la voce
lugubre di Neville “Ti
posso assicurare che non c’è nulla di cui andare
fieri”) e morde feroce sul collo,
facendo un verso di soddisfazione quando le prime gocce di sangue
toccano la
sua lingua.
Una volta bevuto abbastanza e il MangiaMorte è
così debole da non
reggersi neanche in piedi, lo lascia cadere per terra, sentendo una
voce
chiamarla dalla fine del corridoio:
«Caroline!
Eccoti qua, hai visto…
Per la miseria!»
La
vampira manda un’occhiata raggelante al nuovo arrivato:
«Cosa Neville? Ti impressiona un
po’ di sangue?»
«Direi
piuttosto la modalità
Vampiro! Tutto quel sangue sulla faccia ti da un
aspetto…»
«Intimidente?»
offre Caroline,
indicando però contemporaneamente le figure di due essere
pieni di peli che
loro insistono a definire Licantropi, ma lei non ci vuole credere
nemmeno se
glielo giurano su tutte le divinità magiche esistenti in
quel mondo.
«Spaventoso!»
la corregge
Neville, con un ghigno mentre si gira a lanciare un incantesimo
esplosivo verso
i due arrivati.
«Divertente!
Molto divertente!»
si infuria la vampira e non sa bene se è più per
quello che il mago ha detto o
per il ghigno, una nuova, alquanto strana peculiarità
sviluppata in quelle
ultime settimane. C’era qualcosa nel modo in cui ghignava che le
dava tremendamente
sui nervi.
«Dov’è
Luna?» si informa il ragazzo
mentre iniziano a correre verso le scale, in modo da fermare
l’avanzata di
altri MangiaMorte.
«È
andata a recuperare la chiave!
Ora che è qui potremo finalmente procedere! Ovviamente dopo
aver sistemato i
vostri simpatici visitatori!» risponde entusiasta lei e a
velocità vampiresca
colpisce in pieno viso uno degli opponenti che si stava affannando per
raggiungerli su per le scale.
«Ma-»
il ragazzo viene interrotto
da un altro licantropo, sbucato fuori dal nulla, che gli salta addosso,
pronto
ad azzannarlo, «Non ci provare!» sibila Neville
afferrandolo per i capelli e,
mollata un attimo la bacchetta a terra, gli tira un pugno
così forte che il
lupo rotola giù per le scale, tramortito.
«Bel
colpo, Neville!» approva
Caroline, fiera quanto una mamma chioccia.
«Già…»
commenta il ragazzo
rimettendosi in piedi, bacchetta di nuovo in mano «A furia di
prenderle da te,
qualcosa l’ho anche imparata!»
Si
sorridono complici, ma un’altra
esplosione li riporta con i piedi per terra.
«Luna!»
riprende il Grifondoro
«Non mi piace che vada in giro da sola in pieno attacco! E se
viene circondata
dai nemici?»
«Ok,
questo tuo complesso da
damigella indifesa devo ammettere che era carino all’inizio,
ma sinceramente
Nev-»
«Non
è così!» la interrompe
Neville, guardandola fissa negli occhi «Lei sarà
sempre al primo posto!
È l’unica
cosa che voglio veramente!»
«Oh!»
riesce a soltanto dire la
vampira, ammutolita per i successivi cinque secondi, convinta di aver
già
sentito quelle parole da qualche parte; infine mostra un sorriso
compiaciuto
peggio del Gatto di Alice Nel Paese delle Meraviglie:
«Lo sapevo! Avevo ragione io!»
saltella felice, per un attimo dimentica della battaglia incombente;
«No!
Niente confetti, Caroline!»
la zittisce Neville, posando una mano sulla sua spalla nel tentativo di
farla
stare ferma.
«Oh,
ma ci saranno! E come se ci
saranno! Dovessi rimanere io qui finché non sono sicura che
ti dichiari!» lo
minaccia lei, allegra.
Il
mago emette un lungo sospiro e
da una delle finestre a quel piano intravede l’incorrere di
altri MangiaMorte.
«Per favore,» le chiede, quasi in
una preghiera «Tu bada che non le succeda niente.»
Caroline
gli mette entrambi le
mani sulle spalle, un’espressione seria sul volto:
«Ovvio che lo farò, zuccone! Ma
tu prometti una cosa: la porterai in un posto fantastico per il viaggio
di
nozze!» il suo sorriso è subito rispecchiato da
quello di Neville, che risponde
convinto:
«Roma, Parigi, Tokyo... l’unica
cosa che deve fare è chiedere.»
Sei mesi prima, 17 Dicembre
Ingresso della Biblioteca di Hogwarts
Faceva
troppo freddo a quell’ora della notte per essere lontano dal caldo tepore
del piumone; in realtà in quel mese dell’anno
faceva freddo ad ogni ora, si
corresse mentalmente con stizza, mentre si sfregava le mani
intorpidite.
Non bastava che avesse avuto una pessima giornata grazie alla
raccapricciante lezione di Difesa Contro le Arti Oscure; non bastava
che fosse
stato costretto ad assistere, digrignando i denti, a come quegli
schifosi
Carrows insegnassero la Maledizione Senza Perdono, Crucio, ai suoi
compagni (o
meglio “su” i suoi compagni).
No a quanto pare.
La sua vita ultimamente girava a
tre grandi moniti:
Uno:
doveva impedire
assolutamente, in qualche modo, che i MangiaMorte avessero carta bianca
a
Hogwarts.
Due:
doveva possibilmente evitare
di farsi uccidere dalla succhiasangue, durante i loro assurdi
allenamenti (un
mago combattere senza bacchetta? Lui non sapeva nemmeno come si tirava
un
pugno!)
«Neville!»
sentì bisbigliare dal
nascondiglio dietro l’armatura dove era rintanato.
Tre:
doveva tassativamente proibire a Luna di continuare a
invischiarsi sempre più nei guai con la suddetta
succhiasangue!
La
figura sottile della CorvoNero, con indosso un mantello nero che la
copriva da capo a piedi, seguita a poca distanza da Caroline fecero
capolino
dalla scalinata a nord del corridoio.
«Mastro Gazza è al bagno del
terzo piano, con i due Carrows!» annunciò
sottovoce Luna, avanzando goffamente
verso Neville. «Caroline ha fatto un bel po’ di
danni con quelle tubature! Ha
un vero talento!»
«Certo,
certo. Un prodigio
direi,» intervenne sarcastica la vampira «se non
riesco a tornare nel mio mondo
potrei sempre pensare di fare carriera qui come
sfascia-tubature!»
Neville
non fu affatto
meravigliato quando Luna cominciò a ridere
incontrollabilmente, ormai abituato,
dopo gli ultimi anni insieme nell’Armata di Silente, a come
il suo senso
dell’umorismo fosse sicuramente non comune rispetto agli
standard.
D’istinto cercò di zittirla
mettendole una mano sulla bocca, provocando giubilo nel cuore di
Caroline;
«Luna! Merlino, se continui così
farai accorrere non solo mastro Gazza, ma tutti i professori della
scuola! E-»
«Tu
non tocca signorina Luna!»
squittì una voce stridula da sotto il mantello della ragazza;
Neville
restò di sale mentre la figura
bellicosa di un elfo domestico si fece in avanti, spintonandolo lontano
dalla maga.
Il ragazzo ammutolì: non che non
avesse mai visto un
elfo prima di allora (sua nonna stessa ne aveva uno che
l’aiutava a rassettare
la casa), ma quello davanti ai suoi piedi sembrava una miniatura di
quelli “normali”.
Era magrolino e gli arrivava massimo al ginocchio, aveva piccole
orecchie da
pipistrello e una zazzera di spessi capelli neri che gli ricadevano sui
grossi
occhi a palla; portava inoltre una tutina blu con lo stemma di Hogwarts.
Vedendo
la confusione dell’amico, la bionda maga spiegò:
«Lui si chiama Wulfry. In onore di Silente. I suoi genitori
lavorano
qui a Hogwarts; sono in carica dei dormitori di CorvoNero. È
così che l’ho
conosciuto.» fece un sorriso gioviale verso il giovane elfo,
che si illuminò
tutto contento:
«A Wulfry piace padroncina Luna!
Padroncina Luna è sempre gentile con Wulfry!»
Caroline,
che fino a quel momento si era goduta la scena, non poté
fare a meno di mettersi a ridere di fronte l’espressione
attonita del ragazzo::
«Neville, se le tue sopracciglia
si alzassero ancora di più, potrebbero fondersi con il tuo
cuoio capelluto!»
Il
mago riscosse finalmente dalla sua meravigliata analisi
dell’elfo,
per sibilare, stressato:
«Ragazze, insomma! Siamo già in
una situazione difficile, vi sembra il momento di mettervi a fare
babysitter a
elfi sotto età?»
Luna
sembrò ignorare che al Gridondoro stesse per venire un
attacco
epilettico e prese il piccolo Wulfry per mano, conducendolo davanti la
porta
della biblioteca:
«Non spaventare Wulfry, Neville.
È qui per aiutarci.»
«Spaventare?
Io?» fece
oltraggiato, ma Caroline lo zittì dandogli un buffetto sulla
testa.
«Non
fare la regina dei drammi
Neville. Come ti stava dicendo Luna, quell’esserino
è qui per aiutarci. Erano
settimane che cercavamo un modo di entrare di notte in biblioteca senza farci
beccare
dalla vostra bibliotecaria e ieri Luna ha avuto un’idea
geniale!»
La
citata maga smise di parlottare con l’elfo e
aggrottò un po’ la
fronte:
«In realtà non ho fatto
nulla, Caroline. Ho
solo notato che gli
elfi domestici sono gli unici esseri a potersi muovere per tutta
Hogwarts, senza
far scattare qualche allarme anti-studente o allertare i professori. Mi
sembra
abbastanza logico o non riuscirebbero a fare il loro lavoro.»
«Già!»
cinguettò Caroline «E così ieri sera, mentre eravamo nella “hall” dei CorvoNero,
ci sono apparsi questa
simpatica famiglia di nanerottoli-»
«Caroline!»
la rimproverò Luna
mentre Wulfry le faceva una linguaccia;
«Cosa?
Sono bassi!» si difese la
vampira «Comunque, ci siamo fatti prestare il marmocchio! A
quanto pare lui sa
come entrare nella biblioteca senza svegliare tutti i fanti di questa
scuola!»
Neville
la guardò imbronciato,
incrociando le braccia davanti al petto, in una posa che la vampira
riconosceva
molto come propria (e se ne compiaceva molto!):
«Sai Caroline, c’è da chiedersi
se ti metti volutamente di impegno a non imparare nessuna della
terminologia
del nostro mondo. Sono tre mesi che sei qui e ancora non sei in grado
di
riconoscere gli elfi dai nani o un’armatura incantata dalle
ronde dei
corridoi!»
Il
battibecco fu interrotto dalla voce paziente di Luna (santa strega)
che richiamò la loro attenzione:
«Non so se a qualcuno di voi due
interessa, ma possiamo entrare.» disse indicando la porta
aperta della
biblioteca, mentre un sorridente Wulfry al suo fianco teneva tra le
mani una
chiave a forma di quadrifoglio.
Neville,
sospirando (un'azione
che ormai stava prendendo il posto del respirare), si avviò
dentro la stanza,
senza aspettare che le due bionde ragazze (e lo scricciolo di elfo) lo
seguissero.
Presente
Mezzanotte e mezza, biblioteca
di Hogwarts
«Luna!»
urla Caroline appena entra nella biblioteca e si accorge che
la maga sta tenendo testa a due MangiaMorte-brutti-ceffi. In un attimo
la
vampira è dietro ai due e afferratoli per i mantelli, sbatte
le loro teste una
contro l’altra come se fossero gusci di noci.
«Cosa avevamo detto sul punto
“eliminarli senza pietà”? Non puoi
sperare di continuare a combattere questa
battaglia senza sporcarti le mani!»
La
maga lancia un incantesimo sulla porta, Collportus, e mette la
bacchetta dietro l’orecchio, come se avesse tutto il tempo di
questo mondo:
«Strano.» commenta dirigendosi
verso la parte della biblioteca che cela la famosa scala a chiocciola
«Ero
convinta che tu odiassi l’espressione “male
necessario”. Non mi hai detto che
era la cosa che meno sopportavi nel tuo
Ibrido?»
La
vampira spalanca gli occhi, lanciandole un’occhiata
tagliente: le
sembrava il momento di tirare in ballo ubriache farneticazioni su
vecchi,
diabolici Ibridi? E poi era stato il whisky incendiario a parlare
quella
fantomatica sera di Natale, di certo non la sua lucida e ordinata
razionalità!
Ovviamente c’era una grossa differenza tra quello che
intendeva lei e quello
che sosteneva il Grande e Grosso Lupo Cattivo! Le sue non erano
vittime, ma…
contingenze. Era un discorso completamente diverso.
Vero?
I suoi pensieri sono interrotti
da un tonfo che fa tremare la porta della sala:
qualcuno stava tentando di entrare e dalla foga messa,
può ben immaginare
come le intenzioni non siano puramente culturali!
«Luna,»
richiama l’attenzione
della maga che ora ha tra le mani il libro “Cronache delle
Tre Colonne” «ecco
il piano: recuperiamo l’altro libro, mi assicuro che voi
ragazzini magici
vinciate contro questo Signore Oscuro, e
domani che c’è l’ultimo quarto lunare mi
rispedite a casa mia! Semplice, no?»
La
CorvoNero le sorride accondiscendente:
«E
una volta lì risolverai il
malinteso che c’è tra te e il tuo
Ibrido?»
«Malinteso?
Quale mali-» Caroline
si blocca, notando lo sguardo furbo dell’altra «Va lì dentro!» bercia
indicando la scala la chiocciola. Scuote la
testa quando la sente ridacchiare alle sue spalle e afferra una sedia
pronta a
dare il benvenuto ai brutti ceffi che stanno per irrompere nella
stanza.
A proposito di ibrido, ma dov’era Nike?
Fine Seconda Parte
(1) Tratto da Harry Potter and the Deathly Hallows