Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: fisio    06/02/2016    0 recensioni
Crossover scritto per il concorso a pacchetti "Dichiarati a me" indetto da Grazianaarena. Storia di tre capitoli.
[...]
Caroline si ritrova sbalzata in un universo alternativo per errore... o forse no.
Neville si strugge nel trovare una nuova guida per l'Esercito di Silente.
Luna... be' Luna fa quello che le riesce meglio: guardare oltre l'orizzonte.

Crossover: TVD x Harry Potter
Personaggi: Neville, Caroline e Luna.
Accenni di Klaroline. E Luna x Neville
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota:
Avvertenze per il capitolo: fare attenzione alle indicazioni temporali e avere un minimo di conoscenze Klaroline. :) di nuovo: non betata, quindi chiedo umilmente perdono se (sicuramente) mi sono sfuggiti  strafalcioni. 


Sette

Nove mesi prima
Settimo giorno dell’apertura di Hogwarts, biblioteca

Uno sbattere rabbioso di libri sul tavolo fece trasalire Neville, intento a studiare il vecchio tomo principio dei loro guai.

«Basta!» sbottò il guaio in questione, allentandosi il nodo del suo cravattino blu con molta irritazione «Potremmo leggere l’intera biblioteca e non troveremmo scritto nulla su questa assurdità delle Tre Colonne! Ti ripeto che sono finita qui per colpa di una stupida strega!»

«Abbassa la voce.» sibilò Neville, guardandosi intorno preoccupato che altri studenti potessero sentirla. Era il primo pomeriggio di una ventosa giornata di Settembre; approfittando delle due ore libere dalle lezioni, Neville si stava dedicando alla ricerca di una soluzione per il loro fastidioso problema.

«Maledizione! Sto morendo di fame! E credimi un vampiro affamato in una scuola piena di ragazzini non è affatto una buona cosa!» si lamentò la vampira, guancia contro il libro.

Neville deglutì, fissandola preoccupato: era tutta colpa di Luna e delle sue strampalate ricerche se ora si trovavano anche con la… sanguisuga nel pacchetto di sfighe del loro ultimo anno di scuola! Per la centesima volta, solo quel giorno, si chiese se non stessero commettendo un madornale errore e se non avessero fatto meglio a raccontare tutto ai professori. Almeno loro sarebbero stati capaci di mantenere al sicuro gli studenti di Hogwarts da quella creatura!
“E perché mai, Neville?” le risuonarono nelle testa le assurde parole di Luna “È colpa nostra se questa povera vampira si trova qui, dopotutto”. Enfasi su quel nostra!

«Ehi,» Caroline interruppe i suoi pensieri lugubri «non fare quella faccia. Ti posso assicurare che sono ancora perfettamente in grado di controllarmi. Non attaccherò nessuno se questo ti preoccupa», poi pensandoci un po’ su chiese: «Ma sul serio qui i vampiri sono rari?»

«Be’,» iniziò incerto il ragazzo, non sapendo come spiegare la “piccola questione” del marchio di riconoscimento «Non si fanno molto vedere in pubblico, che io sappia. E hanno un aspetto molto diverso dal tuo. Si insomma… tu sembri normale. A parte quando la tua faccia si trasforma in un mos-»

«Attento Neville, potrei arrossire!» lo interruppe Caroline lanciandogli dietro una matita che lo colpì dritto in fronte. «Dovremo migliorare  un po’ quei riflessi, se ci rimane tempo» borbottò infine, mentre il ragazzo sospirò per la millesima volta. Per poi chiedere:

«Ripetimi di nuovo un po’… quella cosa che hai fatto sulle compagne di stanza di Luna… Concussione…»

«Compulsione» lo corresse la bionda vampira;

«Si, “compusione”» ripeté lui sulle spine «come riesci a fare credere quello che vuoi? Cioè…» si mise una mano sulla fronte come se stesse combattendo un’atroce mal di testa «Sembra molto simile alla maledizione Imperius… ma è una Maledizione Senza Perdono!»

«Uh! Ti posso assicurare che qualsiasi vampiro dalle mie parti è in grado di soggiogare un essere umano. Peccato che non funzioni con gli altri essere soprannaturali. A meno che non sei un vampiro Originale. Storia lunga… lascia perdere.» chiuse secca il discorso quando vide la domanda pronta sulla punta della lingua di Neville. Parlare di quella famiglia diabolica, e in particolare di un certo signore del male, non le sembrò un argomento da aggiungere alla lunga lista di stranezze di cui stavano discutendo.  
Estinte le ultime luci del tramonto, la biblioteca cominciò a svuotarsi, data l’imminente ora di cena; le fiaccole appese ai muri e gli appuntiti lampadari in ferro battuto davano alla stanza un che di lugubre, per i gusti di Caroline. Stava appunto per esternare tutto il suo disconforto, quando la figura di Luna svoltò l’angolo in cui si erano appartati, alle sue calcagna un eccitato Rossino Argentato che tentava di acchiappare il suo bizzarro scialle arcobaleno, lungo fino ai piedi.

«Oh no!» si lamentò subito Neville, guardando truce Rouge «Luna non lo incoraggiare  ad avvicinarsi a noi! Quando c’è lui in giro non riesco a combinare nulla! Maledetto parassita!»

«Perché finora sei stato una fonte infinita di idee!» frecciò subito la vampira, sorridendo contemporaneamente alla maga.

Luna le piaceva. A dire il vero era un po’ strana (con tutte quelle creature fantasiose che sembrano affollare la sua testa) e Caroline avrebbe tanto voluto fare qualcosa per i suoi capelli perennemente spettinati (il fatto che fossero biondo grano non la istigavano affatto, per qualche stranissima ragione, a passarci una mano in mezzo. Affatto!), ma sin dal primo momento essa aveva dimostrato una gentilezza innata verso di lei. Difatti, facendo sfoggio di una fiducia disarmante, aveva proposto di “camuffarla” tra le CorvoNero, nonostante tutti i rischi di tale azione, e Caroline non aveva potuto fare a meno di simpatizzare con quella strega.
Si chinò a prendere Rouge tra le braccia mentre Luna si accomodava su una delle sedie e spiegava, allegra, come tutti i compagni del loro anno che avevano notato una “faccia nuova” per i corridoi o in biblioteca (pochi in realtà dato che cercavano di limitare le uscite in pubblico di Caroline a orari poco affollati), fossero ora convinti di essere divenuti il bersaglio delle api smemorine, portentosi insetti che una volta punta la vittima ne scombinavano i ricordi.

«Ma esistono sul serio?» fece Caroline con un sopracciglio alzato;

«Certo!» fu la risoluta risposta della maga «solo che vivono in Messico!»; ridacchiò come se il particolare geografico mancante agli altri studenti fosse particolarmente divertente.

Neville si tirò su dalla sedia, impaziente, passandosi una mano tra i capelli:

«Ragazze! Cerchiamo di concentrarci! Qui la situazione sta sfuggendo di mano: tu» indicò Caroline, accusatore «continui a dire che sei una vampira proveniente da un “altro mondo”, finita qui per un incantesimo sbagliato!»

«Ed è esattamente la verità! Vi ho spiegato già: Liv-»

«E tu,» la interruppe Neville, zittendola con il palmo della mano e guardando Luna «dici che Caroline è stata trasporta qui dal libro, in quanto possibile cavaliere delle Tre Colonne!»

«Non lo dico io.» rispose tranquillamente la bionda maga, fissando i suoi occhi chiari su Caroline «È stato il libro stesso a dirmelo. C’eri anche tu quella sera, Neville.» terminò come se la cosa fosse più che ovvia.

«Si, certo. Peccato che io non abbia sentito assolutamente nulla! Tranne che sibili!», si sedette di nuovo a peso morto sulla sedia, mani entrambi alle tempie «Per di più quei maledetti Carrows, stanno facendo il bello e il cattivo tempo qui ad Hogwarts! Hai visto quello che fanno a Difesa contro le Arti Oscure? Insegnano le Maledizioni Senza Perdono!»

All’espressione incupita dei due maghi fece presa sull’animo perfezionista ed estremamente bellicoso della bionda vampira; ricordava bene com’era sentirsi una teenager impotente mentre il mondo fino ad allora conosciuto si sgretolava lentamente intorno a lei. Era un vampiro bloccato per sempre nel corpo di una diciasettenne e in quei cinque difficili anni, in cui aveva tentato di aggiustare la sua percezione delle cose al di là delle convezioni umane, aveva imparato che essere l’ultima pedina sullo scacchiere soprannaturale faceva definitivamente schifo. Per questo si rivolse a Neville, piena di risoluzione:
«Vi avevo già offerto di risolvere il problema! Io libero voi da questi due Mangiaqualcosa e contemporaneamente risolvo il mio piccolo grattacapo di nutrirmi senza fare del male a nessuno!»

Mentre Luna sembrò soppesare seriamente la possibilità, Neville iniziò a scuotere la testa corrucciato:
«Prima di tutto, il fatto che tu parli con così tanta facilità di far fuori un altro essere umano mi preoccupa molto! E poi ti ho già detto che la scomparsa di due MangiaMorte» scandì «attirerebbe sicuramente l’attenzione! E noi non vogliamo che arrivi Tu-sai-chi alle porte di Hogwarts! Sarebbe decisamente un peggioramento!»

Caroline lo fissò imbronciata, incrociando le braccia davanti al petto; avrebbe voluto tanto fargli un bel discorso sul bianco e nero, e su come a volte le scelte difficili siano per un bene superiore (frase presa vergognosamente dal repertorio di un vecchio Ibrido trombone di sua conoscenza), quando la voce trasognata di Luna la fece bloccare:
«Oh giusto, stavo quasi per dimenticare: non riusciremo mai a rubare le riserve di sangue dall’infermeria.» si tirò in piedi tranquillamente, come se non avesse appena pronunciato una terribile notizia per i suoi ascoltatori (Neville più della vampira sembrò sopraffatto dalle possibili conseguenze; dopotutto era anche colpa sua se una sanguisuga bionda si aggirava tranquillamente tra i suoi ignari compagni di scuola).

La voce sicura di Luna lo distolse dai suoi sensi di colpa; notò che la compagna stava arrotolando un polsino della camicia, continuando a spiegare:
«Si, come immaginavamo è impossibile mettere un passo nell’infermeria senza il permesso di madame Chip o di una giustificazione scritta dei professori. Certo, potremmo fingere di stare male a turno io e Neville, ma penso che prima o poi daremmo nell’occhio.»

Piazzò il suo polso sotto il naso di Caroline «Ci ho pensato, sai. La soluzione più pratica è che tu prenda un po’ di sangue da me. Hai detto che non verrò trasformata in un vampiro anche se mi mordi, vero?» si informò, pratica.

«No. Certo che no!» incominciò la vampira, ma la voce agitata di Neville la interruppe:

«Luna!» la scostò mettendosi in mezzo alle due ragazze «Cosa diamine stai dicendo? Non puoi farti succhiare via il sangue!» poi rivolgendosi verso Caroline, irato «l’hai usato contro di lei, vero? Quella cosa! La cofusione

Caroline si alzò in piedi di scatto, piccata: «Ehi! Io non soggiogherei mai le persone per cibarmi del loro sangue! Mai!»

Neville, in uno sprazzo di risolutezza (Grifondoro, caro vecchio coraggioso Grifondoro) estrasse la sua bacchetta, pronto a difendere se stesso e Luna in caso la rabbia della vampira sfuggisse fuori controllo, quando ancora una volta la voce calma di Luna interruppe il duello di sguardi:

«Neville? Hai intenzione di decapitare Caroline?»

«Uh?» Neville gettò un’occhiata veloce al di là sua spalla, interrogativo.

«Non ricordi che le normali magie non funzionano sui vampiri? Bisogna o infilargli un paletto nel cuore o decapitarli.»

Ok aveva detto che Luna era gentile? Si rimangiava tutto! Era una pazza, sadica che molto probabilmente l’avrebbe uccisa nel sonno, solo per provare come effettivamente si uccidesse un vampiro! Caroline fece un sospiro, rimettendosi di nuovo a sedere, in modo da tranquillizzare il clima:
«Io non ho soggiogato nessuno.» fece dura «E non costringerei mai dei ragazzini a darmi il loro sangue!»

«Lo so che non mi hai soggiogato.» la rassicurò Luna, girando intorno a Neville in modo che potesse guardarla negli occhi. Sorrise: «Lo saprei se mi avessi soggiogata.»

«No!» negarono in coro la vampira e il suo compagno di scuola; «Non te ne accorgeresti nemmeno!» aggiunse frustrata Caroline.

«E invece si. Mi basterebbe guardarti negli occhi. Oltre la linea dell’orizzonte

 

Presente
Camera delle Necessità

“Harry Potter è tornato!” è il grido di gioia che si sente riecheggiare ormai da un po’ nella stanza delle Necessità.
“Harry è qui” sente dire, mentre i giovani maghi e maghe si affollano intorno l’apertura del passaggio segreto che conduce al pub “La testa di porco”. Si alza sulle punte dei piedi per cercare di intravedere il tanto acclamato mago tra quella maree di teste; perché ad essere sinceri, pensa Caroline un po’ diffidente, questo cosiddetto eroe del mondo magico è un tantino troppo basso per qualsiasi canone eroico, ma data la reverenza con cui tutti quanti ne parlano, spera proprio che la loro fiducia sia ben riposta.

«Non siamo venuti qui per rimanere»(1) lo sente dire dall’angolo in cui sta osservando la scena (mantenere un profilo basso è il leitmotiv delle ultime settimane passate in quella stanza), mentre il piccolo Nike si intrufola tra i suoi piedi.
«Allora ti aiuteremo!» (1)  fa la voce di Neville entusiasta.
«Non capisci! Non possiamo dirvelo! È un qualcosa che dobbiamo fare, da soli!» (1)

Caroline digrigna i denti: e questo è l’eroe dei Maghi? La guida del fantomatico Esercito di Silente? Non si fida nemmeno degli stessi compagni di battaglia! Di Neville e Seamus dopo tutto quello che hanno passato per colpa di quei due MangiaMorte! La vampira freme per lo sdegno, man mano che sente svolgersi la discussione tra gli alunni di Hogwarts e il trio delle meraviglie (cosa? Non è che il fatto di essere in un’altra dimensione abbia fatto magicamente scomparire il suo lato bisbetico), e sta quasi per intervenire quando un’altra figura emergente dal buco del muro la blocca sui suoi passai.

«Luna!» ruggisce la folla, mentre nell’animo della vampira si scioglie un nodo di preoccupazione, formatosi dal primo giorno in cui la maga era stata portata via, mesi prima. Il suo sorriso si allarga ancora di più nel vedere che, tra una pacca sulla spalla e una stretta di mano, Luna si avvicina sorridendo a Neville, che in uno slancio di gioia l’abbraccia sussurrandole piano “Sono felice che tu sia tutta intera”.
Sempre detto che quei due facevano un’ottima coppia, si congratula con se stessa, prendendo in braccio il piccolo cucciolo di lupo.
Ora tutto sarebbe andato per il meglio, bambino sopravvissuto o meno.

Vero? Si chiede distrattamente, mentre la sua mano massaggia, in un gesto automatico, il punto dolente nel centro del suo petto.

 

Otto mesi prima
Torre dello Strapiombo, Hogwarts

L’aria pungente di Ottobre si infilava tra gli spifferi delle vecchie finestre cigolio dell’antica aula di musica. A giudicare dalla gran quantità di sedie, poltroncine e piccoli tavolini da tè, la sala in passato doveva essere stata un centro di ritrovo molto frequentato per le giovani menti di Hogwarts, mentre ora tutti gli strumenti e il mobilio erano coperti da spesse lenzuola bianche e parecchi centimetri di polvere.

Caroline stava appunto scrutando tutta quella polvere con occhio critico, sentendo già il richiamo della sua sindrome da “pulizia da stress”, quando lo strimpellare cacofonico del pianoforte attirò la sua attenzione su di Luna e sulla montagna di libri che stava tentando di appoggiare sul coperchio dello strumento. 
«Luna» intercettò un libro pronto a cadere per terra «Spiegami di nuovo, cosa ci facciamo qui?»

«Ti fa bene cambiare spazi, Caroline» spiegò la maga con il suo solito tono trasognato, mentre con un colpo di bacchetta faceva trotterellare un tavolino verso di loro «Se continui a stare rintanata o nel dormitorio dei CorvoNero o in biblioteca, impazzirai e inizierai ad attaccare di nuovo gli studenti.»

«Ancora con questa storia! Ti dico che non ho attaccato nessuno! Ieri, in quel corridoio, sono solo intervenuta quando ho visto quell’energumeno prendersela con un nanerottolo che non doveva avere nemmeno dodici anni!»

«Si» convenne pensierosa la giovane CorvoNero «In effetti quel SerpeVerde del terzo anno, Marcus, non è stato mai particolarmente gentile con i Grifondoro del primo anno.»

«Ma non mi dire!» sbuffò la vampira, iniziando a spolverare una delle sedie con uno straccio vecchio «lo stava tenendo a testa in giù per una gamba, Luna! Altro che gentile! Finire sbattuto al muro era il minimo che potesse capitargli!»

«Probabilmente si,» annuì di nuovo la maga, paziente «peccato però che il tuo esuberante senso della giustizia, abbia costretto Neville a prendersi la colpa della lite; sarebbe stato difficile farti passare per “una normale studentessa di Hogwarts” davanti al Preside Piton. Non penso che lui sia “distratto” quanto il  simpatico professor Vitious.»

«Oh.» tutto lo sdegno di Caroline sembrò sgonfiarsi come un palloncino «Mi ero quasi dimenticata.» si guardò le mani, sentendosi profondamente in colpa «Pensi che lo puniranno molto severamente?»

«Penso che sarà… ok, Caroline» rispose Luna, inghiottendo un sospiro «Perché non ci concentriamo su un modo per rimandarti nel tuo mondo? Ho preso tutti i libri riguardanti i Portali Magici e Viaggi Nel Tempo.»

Caroline la fissò sospettosa, dando un’occhiata di traverso al libro che Luna teneva in mano “Quarta Dimensione: come arrivarci”, «Ti sei finalmente rassegnata al fatto che non sono un cavaliere delle colonne?»

«Tre Colonne» la corresse Luna, accendendo un paio di candele qui e lì con la bacchetta «E no. Sono ancora convinta che tu sia uno di essi. Il libro è stato molto chiaro, nonostante quello che dice Neville; ma non posso di certo obbligarti a rimanere qui per aiutare noi.»

«Uh! Farmi sentire in colpa mentre mi dai ragione! Questo è un colpo basso! Tale e quale a quello stupido Ibrido da strapazzo: “Me lo hai fatto promettere, Caroline. Non tornerò mai più indietro”. Ugh! Molto facile così passare per la vittima della situazione! Io-»

«Ibrido? Interessante…» si intromise Luna, ora seduta comodamente sullo sgabello del pianoforte, mentre osservava Caroline agitarsi nel suo monologo «Che tipo di animale è? Sembra molto simile a Ybris, gli animali guardiani dei cavalieri.»

«Oh,» rise isterica Caroline «‘Animale’ è sicuramente una parola giusta per descriverlo. Ma ti posso assicurare che non assomiglia affatto a una delle creaturine simpatiche del tuo libro.»

La successiva domanda della maga venne bloccata dal cigolare della porta: lì sull’uscio, la figura malconcia di Neville si stava trascinando dentro la stanza, mantenendosi il naso sanguinante.
Luna fu la prima a scattare verso di lui per aiutarlo, mentre Caroline non poté fare a meno di focalizzarsi, inorridita, sul suo occhio pesto e sulle escoriazioni del viso:
«Cielo! Non mi dire che queste era la punizione!»

«Tranquilla.» cercò di calmarla il ragazzo, ora seduto per terra con Luna che tentava di ripulirgli la faccia dal sangue con un fazzoletto.

«La punizione era quasi ok. È il comitato di accoglienza all’uscita dell’ufficio dei Carrows che ha fatto il resto: la voce che avevo atterrato un SerpeVerde si è sparsa velocemente a quanto pare. E le altri serpi non hanno gradito!»

«Cosa!» fece Caroline indignata «Tutti contro uno? E i professori? Quei Carrows? Non hanno fatto nulla?»

«Oh, certo che si.»  Neville cercò di abbozzare un sorriso «Mi sembra di aver sentito, tra un pugno e un altro, che SerpeVerde aveva guadagnato altri dieci punti.»

«È assurdo!» inveì la vampira.

«Hogwarts è nelle mani dei MangiaMorte ormai, Caroline» sospirò Neville, sconsolato «Non dobbiamo aspettarci che il peggio.»

Impotenza. Ecco la parola adatta.
L’impotenza sembrava avere avvolto Neville nel suo freddo abbraccio e ora stava banchettando con quel poco di audacia che il ragazzo aveva ancora in corpo.
E lei la sapeva riconoscere bene quella sensazione; dopo tutto non era stata lei stessa impotente quando, misera umana, si era trovata ad essere il giocattolino di Demon? O impotente mentre Katherine le premeva il cuscino contro la faccia nell’asettica stanza di quell’ospedale? E tutte quelle volte che era stata catturata, maltratta e torturata da esseri più forti di lei?

Forte”. “Piena di luce”, furono automaticamente le parole che le parvero risuonare nella sua testa in un accento sospettosamente inglese.  

«Ok, basta così!» sbottò Caroline, prendendo il ragazzo per i lembi del suo pullover e costringendolo in piedi. «Non capisco come fai a passare da atti di coraggio estremo a questa assurda arrendevolezza.»

«Deve credere di più in se stesso.» convenne Luna rimettendosi comoda ad osservare  la scena «Gliel’ho sempre detto anche io. L’Armata di Silente non deve dismembrarsi solo perché non c’è Harry Potter.»

«Ma lui è il prescelto! Luna non ti ci mettere anche tu! Lo sai bene che-» non riuscì a terminare la frase, perché Caroline gli premette il suo polso sanguinante sulle labbra e prima di riuscire a staccarsi, inghiottì un bel sorso.

«Cosa diamine sta facendo?!» urlò, sputacchiando come poteva «Mi hai fatto bere il tuo sangue?»

«Oh, fa poco il bambinone!» lo zittì Caroline, levandosi il suo maglione e slacciandosi il cravattino «Ti servirà essere in forze per quello che sto pensando!»

«E sarebbe?» chiese Neville arrossendo come un peperone e guardando prima lei e poi Luna

«Ehi! Non ti fare venire strane idee in testa: ho deciso che ti insegnerò a difendere! E ad attaccare soprattutto! Basta con la vostra idea di contrattacco passivo fatto a colpa di incantesimi di disarmo o qualcosa del genere.»

«Ma tu…» fece perplesso Neville, registrando la posizione di attacco di Caroline e mettendosi sull’attenti «non volevi tornare assolutamente a casa tua?»

«Oh, ma ci ritornerò!» spiegò Caroline decisa, indicando con la testa la bionda maga «Ma mentre Luna si diletta con tutti quei libri lì dietro, non vedo perché non potremmo prendere due piccioni con una fava! Voi mi riportate nella mia dimensione e io vi insegno a cavarvela contro questi farabutti dei MangiaMorte! Boom! Tutti quanti vincono.»

«Oh.» esitò ancora più titubante Neville guardando di nuovo Luna, che dal suo sgabello gli sorrise incoraggiante; «Aspetta un attimo!» si riscosse come se una lampadina gli si fosse appena accesa nella testa «Ma non ci avevi detto che chi muore con sangue di vampiro in circolo si risveglia vampiro?»

«Quasi.» un sorriso vampiresco si allargò sulla bocca di Caroline «Per questo motivo, ti consiglio proprio di mettercela tutta ora. Non vorrei mai che tu finisca secco per sbaglio.  O meglio, Vampiro.»

 

Presente
Mezzanotte, piano terra, ala est di Hogwarts

Il rimbombo di una grossa esplosione le fa capire che i nemici, sono penetrati nel castello.
Loro non sono letteralmente suoi nemici, dato che lei, fino a pochi mesi fa, di MangiaMorte, Lord Voldemort e Purosangue non era nemmeno al corrente dell’esistenza; ma queste persone con il cappuccio nero, il tatuaggio di un teschio sul braccio e lo sguardo crudele mentre attaccano con sadica euforia ragazzini (giovani maghi) di si e no diciassette anni, non le rendono di certo difficile il compito di proclamarli suoi non-amici mortali.
Afferra con forza un uomo incappucciato proprio mentre questi sta per gridare “Crucio” contro un ragazzo del Grifondoro (“Crucio è una Maledizione Senza Perdono, Caroline” le sembra di risentire la voce lugubre di Neville “Ti posso assicurare che non c’è nulla di cui andare fieri”) e morde feroce sul collo, facendo un verso di soddisfazione quando le prime gocce di sangue toccano la sua lingua.
Una volta bevuto abbastanza e il MangiaMorte è così debole da non reggersi neanche in piedi, lo lascia cadere per terra, sentendo una voce chiamarla dalla fine del corridoio:

«Caroline! Eccoti qua, hai visto… Per la miseria!»

La vampira manda un’occhiata raggelante al nuovo arrivato:
«Cosa Neville? Ti impressiona un po’ di sangue?»

«Direi piuttosto la modalità Vampiro! Tutto quel sangue sulla faccia ti da un aspetto…»

«Intimidente?» offre Caroline, indicando però contemporaneamente le figure di due essere pieni di peli che loro insistono a definire Licantropi, ma lei non ci vuole credere nemmeno se glielo giurano su tutte le divinità magiche esistenti in quel mondo.

«Spaventoso!» la corregge Neville, con un ghigno mentre si gira a lanciare un incantesimo esplosivo verso i due arrivati.

«Divertente! Molto divertente!» si infuria la vampira e non sa bene se è più per quello che il mago ha detto o per il ghigno, una nuova, alquanto strana peculiarità sviluppata in quelle ultime settimane. C’era qualcosa nel modo in cui ghignava che le dava tremendamente sui nervi.

«Dov’è Luna?» si informa il ragazzo mentre iniziano a correre verso le scale, in modo da fermare l’avanzata di altri MangiaMorte.

«È andata a recuperare la chiave! Ora che è qui potremo finalmente procedere! Ovviamente dopo aver sistemato i vostri simpatici visitatori!» risponde entusiasta lei e a velocità vampiresca colpisce in pieno viso uno degli opponenti che si stava affannando per raggiungerli su per le scale.

«Ma-» il ragazzo viene interrotto da un altro licantropo, sbucato fuori dal nulla, che gli salta addosso, pronto ad azzannarlo, «Non ci provare!» sibila Neville afferrandolo per i capelli e, mollata un attimo la bacchetta a terra, gli tira un pugno così forte che il lupo rotola giù per le scale, tramortito.

«Bel colpo, Neville!» approva Caroline, fiera quanto una mamma chioccia.

«Già…» commenta il ragazzo rimettendosi in piedi, bacchetta di nuovo in mano «A furia di prenderle da te, qualcosa l’ho anche imparata!»

Si sorridono complici, ma un’altra esplosione li riporta con i piedi per terra.

«Luna!» riprende il Grifondoro «Non mi piace che vada in giro da sola in pieno attacco! E se viene circondata dai nemici?»

«Ok, questo tuo complesso da damigella indifesa devo ammettere che era carino all’inizio, ma sinceramente Nev-»

«Non è così!» la interrompe Neville, guardandola fissa negli occhi «Lei sarà sempre al primo posto! È l’unica cosa che voglio veramente!»

«Oh!» riesce a soltanto dire la vampira, ammutolita per i successivi cinque secondi, convinta di aver già sentito quelle parole da qualche parte; infine mostra un sorriso compiaciuto peggio del Gatto di Alice Nel Paese delle Meraviglie:
«Lo sapevo! Avevo ragione io!» saltella felice, per un attimo dimentica della battaglia incombente;

«No! Niente confetti, Caroline!» la zittisce Neville, posando una mano sulla sua spalla nel tentativo di farla stare ferma.

«Oh, ma ci saranno! E come se ci saranno! Dovessi rimanere io qui finché non sono sicura che ti dichiari!» lo minaccia lei, allegra.

Il mago emette un lungo sospiro e da una delle finestre a quel piano intravede l’incorrere di altri MangiaMorte.
«Per favore,» le chiede, quasi in una preghiera «Tu bada che non le succeda niente.»

Caroline gli mette entrambi le mani sulle spalle, un’espressione seria sul volto:
«Ovvio che lo farò, zuccone! Ma tu prometti una cosa: la porterai in un posto fantastico per il viaggio di nozze!» il suo sorriso è subito rispecchiato da quello di Neville, che risponde convinto:

«Roma, Parigi, Tokyo... l’unica cosa che deve fare è chiedere.»

 

Sei mesi prima, 17 Dicembre
Ingresso della Biblioteca di Hogwarts

Faceva troppo freddo a quell’ora della notte per essere lontano dal caldo tepore del piumone; in realtà in quel mese dell’anno faceva freddo ad ogni ora, si corresse mentalmente con stizza, mentre si sfregava le mani intorpidite.
Non bastava che avesse avuto una pessima giornata grazie alla raccapricciante lezione di Difesa Contro le Arti Oscure; non bastava che fosse stato costretto ad assistere, digrignando i denti, a come quegli schifosi Carrows insegnassero la Maledizione Senza Perdono, Crucio, ai suoi compagni (o meglio “su” i suoi compagni).
No a quanto pare.
La sua vita ultimamente girava a tre grandi moniti:

Uno: doveva impedire assolutamente, in qualche modo, che i MangiaMorte avessero carta bianca a Hogwarts.

Due: doveva possibilmente evitare di farsi uccidere dalla succhiasangue, durante i loro assurdi allenamenti (un mago combattere senza bacchetta? Lui non sapeva nemmeno come si tirava un pugno!)

«Neville!» sentì bisbigliare dal nascondiglio dietro l’armatura dove era rintanato.

Tre: doveva tassativamente proibire a Luna di continuare a invischiarsi sempre più nei guai con la suddetta succhiasangue!

La figura sottile della CorvoNero, con indosso un mantello nero che la copriva da capo a piedi, seguita a poca distanza da Caroline fecero capolino dalla scalinata a nord del corridoio.
«Mastro Gazza è al bagno del terzo piano, con i due Carrows!» annunciò sottovoce Luna, avanzando goffamente verso Neville. «Caroline ha fatto un bel po’ di danni con quelle tubature! Ha un vero talento!»

«Certo, certo. Un prodigio direi,» intervenne sarcastica la vampira «se non riesco a tornare nel mio mondo potrei sempre pensare di fare carriera qui come sfascia-tubature!»

Neville non fu affatto meravigliato quando Luna cominciò a ridere incontrollabilmente, ormai abituato, dopo gli ultimi anni insieme nell’Armata di Silente, a come il suo senso dell’umorismo fosse sicuramente non comune rispetto agli standard.
D’istinto cercò di zittirla mettendole una mano sulla bocca, provocando giubilo nel cuore di Caroline;
«Luna! Merlino, se continui così farai accorrere non solo mastro Gazza, ma tutti i professori della scuola! E-»

«Tu non tocca signorina Luna!» squittì una voce stridula da sotto il mantello della ragazza;

Neville restò di sale mentre la figura bellicosa di un elfo domestico si fece in avanti, spintonandolo lontano dalla maga. Il ragazzo ammutolì: non che non avesse mai visto un elfo prima di allora (sua nonna stessa ne aveva uno che l’aiutava a rassettare la casa), ma quello davanti ai suoi piedi sembrava una miniatura di quelli “normali”. Era magrolino e gli arrivava massimo al ginocchio, aveva piccole orecchie da pipistrello e una zazzera di spessi capelli neri che gli ricadevano sui grossi occhi a palla; portava inoltre una tutina blu con lo stemma di Hogwarts.

Vedendo la confusione dell’amico, la bionda maga spiegò:
«Lui si chiama Wulfry. In onore di Silente. I suoi genitori lavorano qui a Hogwarts; sono in carica dei dormitori di CorvoNero. È così che l’ho conosciuto.» fece un sorriso gioviale verso il giovane elfo, che si illuminò tutto contento:
«A Wulfry piace padroncina Luna! Padroncina Luna è sempre gentile con Wulfry!»

Caroline, che fino a quel momento si era goduta la scena, non poté fare a meno di mettersi a ridere di fronte l’espressione attonita del ragazzo::
«Neville, se le tue sopracciglia si alzassero ancora di più, potrebbero fondersi con il tuo cuoio capelluto!»

Il mago riscosse finalmente dalla sua meravigliata analisi dell’elfo, per sibilare, stressato:
«Ragazze, insomma! Siamo già in una situazione difficile, vi sembra il momento di mettervi a fare babysitter a elfi sotto età?»

Luna sembrò ignorare che al Gridondoro stesse per venire un attacco epilettico e prese il piccolo Wulfry per mano, conducendolo davanti la porta della biblioteca:
«Non spaventare Wulfry, Neville. È qui per aiutarci.»

«Spaventare? Io?» fece oltraggiato, ma Caroline lo zittì dandogli un buffetto sulla testa.

«Non fare la regina dei drammi Neville. Come ti stava dicendo Luna, quell’esserino è qui per aiutarci. Erano settimane che cercavamo un modo di entrare di notte in biblioteca senza farci beccare dalla vostra bibliotecaria e ieri Luna ha avuto un’idea geniale!»

La citata maga smise di parlottare con l’elfo e aggrottò un po’ la fronte:
«In realtà non ho fatto nulla,  Caroline. Ho solo notato che gli elfi domestici sono gli unici esseri a potersi muovere per tutta Hogwarts, senza far scattare qualche allarme anti-studente o allertare i professori. Mi sembra abbastanza logico o non riuscirebbero a fare il loro lavoro.»

«Già!» cinguettò Caroline «E così ieri sera, mentre eravamo nella “hall” dei CorvoNero, ci sono apparsi questa simpatica famiglia di nanerottoli-»

«Caroline!» la rimproverò Luna mentre Wulfry le faceva una linguaccia;

«Cosa? Sono bassi!» si difese la vampira «Comunque, ci siamo fatti prestare il marmocchio! A quanto pare lui sa come entrare nella biblioteca senza svegliare tutti i fanti di questa scuola!»

Neville la guardò imbronciato, incrociando le braccia davanti al petto, in una posa che la vampira riconosceva molto come propria (e se ne compiaceva molto!):
«Sai Caroline, c’è da chiedersi se ti metti volutamente di impegno a non imparare nessuna della terminologia del nostro mondo. Sono tre mesi che sei qui e ancora non sei in grado di riconoscere gli elfi dai nani o un’armatura incantata dalle ronde dei corridoi!»

Il battibecco fu interrotto dalla voce paziente di Luna (santa strega) che richiamò la loro attenzione:
«Non so se a qualcuno di voi due interessa, ma possiamo entrare.» disse indicando la porta aperta della biblioteca, mentre un sorridente Wulfry al suo fianco teneva tra le mani una chiave a forma di quadrifoglio.

Neville, sospirando (un'azione che ormai stava prendendo il posto del respirare), si avviò dentro la stanza, senza aspettare che le due bionde ragazze (e lo scricciolo di elfo) lo seguissero.

 

Presente

Mezzanotte e mezza, biblioteca di Hogwarts

«Luna!» urla Caroline appena entra nella biblioteca e si accorge che la maga sta tenendo testa a due MangiaMorte-brutti-ceffi. In un attimo la vampira è dietro ai due e afferratoli per i mantelli, sbatte le loro teste una contro l’altra come se fossero gusci di noci.
«Cosa avevamo detto sul punto “eliminarli senza pietà”? Non puoi sperare di continuare a combattere questa battaglia senza sporcarti le mani!»

La maga lancia un incantesimo sulla porta, Collportus, e mette la bacchetta dietro l’orecchio, come se avesse tutto il tempo di questo mondo:
«Strano.» commenta dirigendosi verso la parte della biblioteca che cela la famosa scala a chiocciola «Ero convinta che tu odiassi l’espressione “male necessario”. Non mi hai detto che era la cosa che meno sopportavi nel tuo Ibrido?»

La vampira spalanca gli occhi, lanciandole un’occhiata tagliente: le sembrava il momento di tirare in ballo ubriache farneticazioni su vecchi, diabolici Ibridi? E poi era stato il whisky incendiario a parlare quella fantomatica sera di Natale, di certo non la sua lucida e ordinata razionalità! Ovviamente c’era una grossa differenza tra quello che intendeva lei e quello che sosteneva il Grande e Grosso Lupo Cattivo! Le sue non erano vittime, ma… contingenze. Era un discorso completamente diverso.
Vero?
I suoi pensieri sono interrotti da un tonfo che fa tremare la porta della sala:  qualcuno stava tentando di entrare e dalla foga messa, può ben immaginare come le intenzioni non siano puramente culturali!

«Luna,» richiama l’attenzione della maga che ora ha tra le mani il libro “Cronache delle Tre Colonne” «ecco il piano: recuperiamo l’altro libro, mi assicuro che voi ragazzini magici vinciate contro questo Signore Oscuro,  e domani che c’è l’ultimo quarto lunare mi rispedite a casa mia! Semplice, no?»

La CorvoNero le sorride accondiscendente:

«E una volta lì risolverai il malinteso che c’è tra te e il tuo Ibrido?»

«Malinteso? Quale mali-» Caroline si blocca, notando lo sguardo furbo dell’altra «Va lì dentro!» bercia indicando la scala la chiocciola. Scuote la testa quando la sente ridacchiare alle sue spalle e afferra una sedia pronta a dare il benvenuto ai brutti ceffi che stanno per irrompere nella stanza.

A proposito di ibrido, ma dov’era Nike?


Fine Seconda Parte


(1) Tratto da Harry Potter and the Deathly Hallows

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: fisio