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Autore: Lady I H V E Byron    07/02/2016    1 recensioni
(Crossover con "Once Upon A Time")
"Avete dei cuori forti..." mormorò, serio, mettendo le sue mani sui cuori dei due ragazzi "Ed entrambi siete destinati alla grandezza... Ma siete ancora troppo giovani e come tali... troppo ciechi."
Le ultime frasi furono pronunciate con il tono acuto e ironico di poco prima.
Eraqus e Xehanort si guardarono l'un l'altro, confusi.
"Come sarebbe a dire "ciechi"?" domandò il primo.
Tremotino aveva di nuovo voltato loro le spalle, per tornare al filatoio.
"Troppo ciechi per rendervi conto... che la Luce e l'Oscurità sono complementari: l'una non può vivere senza l'altra. Nei mondi deve regnare il giusto equilibrio fra Luce e Oscurità." spiegò, gesticolando "Riflettete: quando è troppo buio e non vedete oltre il vostro naso, vi affidate alla luce per vedere dove state andando, e se la luce è troppo forte, gettate ombra sui vostri occhi per non rimanere accecati."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Young Xehanort
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Note dell'autrice: One-Shot filosofica sulla Luce e l'Oscurità. Il contesto si svolge durante l'adolescenza di Master Eraqus e Master Xehanort. Ci pensavo da un po' ad un crossover con "Once Upon A Time", visto che, secondo me, sono molto simili, da un certo punto di vista. Anzi, quasi direi che OUAT è la gemella di KH...
Non ero e non sono molto sicura se farne una storia a tre capitoli o lasciarla "One-Shot"...
In ogni caso... ENJOY!

Light and Darkness: Who will prevail?


"Traman... tano...? Tremontano...?"
"E' Tremotino."
Eraqus faticava a leggere il nome scritto sul foglio che teneva tra le mani. Le lettere erano troppo piccole.
"Un giorno dovremo dire al Maestro di rendere più leggibile la sua calligrafia." commentò, agitando il foglio.
Tale frase fece ridere Xehanort.
Erano stati mandati insieme in missione nella Foresta Incantata, il mondo più grande dell'universo. Come portatori del Keyblade e guardiani dell'ordine dei mondi, dovevano eliminare chi minacciava tale ordine. Il loro obiettivo era un uomo di nome Tremotino, un potente stregone oscuro.
"Chissà che tipo è..." rifletté il ragazzo dai capelli neri.
"Un tipo potente e altrettanto interessante, se il Maestro ci ha inviato insieme nello stesso mondo."
"Sì, questo è strano anche per me, ma non mi dispiace. Se è veramente pericoloso, allora dovremo stare molto attenti."
"Sì, ma sa anche un sacco di cose..."
La frase e il tono con cui fu detta fecero allarmare e fermare Eraqus.
"Xehanort, no!" disse, con tono autoritario.
Anche Xehanort si fermò e si voltò verso l'amico.
"No cosa?"
"Lo sai bene cosa."
"Perché no? Avremo finalmente modo di risolvere ogni nostro dubbio."
"Xehanort, gli ordini sono chiari: eliminare il Signore Oscuro. Non abbiamo tempo di fare salotto con il nostro avversario. Il Maestro ha detto, sì, che è molto potente, ma altrettanto ambiguo!"
Il ragazzo dai capelli grigi sbuffò e scosse la testa.
"Ah, Eraqus Eraqus... sei sempre troppo ligio al dovere... Finalmente avresti modo di sostenere che la Luce deve regnare in tutti i mondi, se così sarà."
"Non deve essere così, in fondo? Esattamente come lo erano tutti i mondi prima dell'avvento dell'Oscurità."
"L'Oscurità ci rende più forti."
"Ma la Luce ci protegge." ribatté Eraqus "Ci guida verso la verità e la giustizia. E ci fa prendere la decisione giusta."
Xehanort storse la bocca: non condivideva la filosofia dell'amico; lo stesso Eraqus con lui.
"Beh, sentiamo cosa avrà da dire il Signore Oscuro..." concluse il ragazzo dai capelli grigi, riprendendo a camminare.
"Sì, certo... Tu speri che lui ti dica quello che vuoi farti sentir dire."
Il Castello Oscuro era proprio davanti a loro. Non sembrava la dimora di un essere malvagio: era un castello come un altro.
Ciònonostante, i due ragazzi non persero la loro concentrazione e la loro determinazione. Sguainarono entrambi i loro Keyblade.
"Pronto, Eraqus?"
"Io sono sempre pronto."
"Non fare mozze azzardate."
"Senti chi parla..."
Puntarono i loro Keyblade in avanti: dalle loro punte uscirono due raggi di luce che colpirono il portone, aprendolo.
Xehanort ed Eraqus entrarono nel Castello Oscuro, prudenti. Si guardavano continuamente intorno, per non essere presi alle spalle dal loro avversario. I loro Keyblade erano ancora puntanti in avanti, pronti ad attaccare.
La hall era molto fredda, arredata con un solo specchio e qualche bacheca con degli oggetti magici all'interno.
"Fatti vedere, Signore Oscuro!" schernì Eraqus, con tono da battaglia "Siamo qui per te!"
"Ma io sono già qui."
Una voce acuta fece allarmare i due ragazzi: davanti alla scalinata che portava ai piani superiori c'era una figura apparentemente umana. La pelle sembrava la corteccia di un albero pieno di muschio, occhi simili a quelli di un rospo e capelli ondulati lunghi fin sopra le spalle. Indossava un completo di pelle, con camicia di lino.
"Non è educato fare irruzione in casa altrui in questo modo." commentò l'essere, muovendosi in modo strano "Potevate almeno bussare."
Xehanort ed Eraqus erano stupiti dall'aspetto del loro bersaglio, a tal punto che il secondo abbassò la guardia.
"Quando mi hanno parlato del temuto Signore Oscuro, io mi aspettavo un essere imponente." osservò il ragazzo dai capelli neri, sforzandosi di non ridere "Invece è un folletto alto un metro e un francobollo sdraiato!"
L'essere ridacchiò in modo strano, mentre si avvicinava ai due ragazzi.
"Se fossi in te, ragazzino..." sibilò "Non giudicherei dalle apparenze. Che il tuo avversario sia grande o piccolo, alto o basso, largo o magro, è la quantità di magia dentro di noi che fa la differenza. Ora ti faccio una piccola dimostrazione."
Gli bastò aprire la mano che Eraqus, magicamente, venne scaraventato al muro, dopo aver eseguito un volo di tre metri, per poi cadere violentemente prono sul pavimento.
"Eraqus!" esclamò, preoccupato, Xehanort, soccorrendo l'amico "Stai bene?"
Il ragazzo dai capelli neri fece qualche lamento di dolore, mentre cercava di rialzarsi.
"Ti basta come dimostrazione che le dimensioni non contano quando ti metti contro una creatura magica?" domandò, minaccioso, l'essere.
Xehanort si mise davanti ad Eraqus, come per proteggerlo.
"Aspetta, Signore Oscuro! Non siamo qui per affrontarti, ma per parlare con te."
Il Signore Oscuro si mostrò interessato.
"Di solito, coloro che osano presentarsi al mio cospetto, lo fanno per chiedermi favori, se non vogliono uccidermi, ovvio." disse, senza smettere di sorridere malignamente e muoversi in modo strano "Oh, beh, se la vostra intenzione è quella di non uccidermi, tanto vale presentarsi come si deve..."
Si inchinò, allargando le braccia.
"Tremotino."
Eraqus riuscì a rialzarsi con l'aiuto dell'amico, che rispose al saluto.
"Piacere, noi siamo..."
"So perfettamente chi siete..." tagliò corto Tremotino, voltando loro le spalle per salire le scale "Xehanort ed Eraqus. Siete due apprendisti del Keyblade, un'arma davvero interessante ed intrigante, oserei dire. Tuttavia, non condividete lo stesso pensiero. Prego, seguitemi. Conosco un luogo più idoneo per... parlare."
I due ragazzi, stupiti, seguirono l'essere. Li condusse in un ampio salone, con un tavolo molto lungo e un filatoio nella parte opposta della porta. Fu proprio lì che Tremotino si mise a sedere.
"Come fai a sapere chi siamo?" domandò, incuriosito, Eraqus "E' la prima volta che veniamo nella Foresta Incantata."
"Oh, io so molte cose, mio caro." rispose Tremotino, mentre filava "Come so che voi due venite da un altro mondo. E ogni volta che viaggiate in un altro mondo non potete dire niente riguardo l'esistenza di altri mondi per non turbare l'ordine dei mondi e via discorrendo. Che cosa ridicola! E pensare che un giorno questa regola non sarà più necessaria..."
Eraqus si stupì di nuovo.
"Cosa...? Vuoi dire che l'ordine dei mondi sarà compromesso? E da chi?"
Tremotino si mise a ridere in modo strano.
Xehanort zittì l'amico.
"Eraqus, stiamo sviando dal vero motivo per cui siamo qui." fece notare, con aria seria "Senti, Tremotino, vogliamo parlarti e anche chiederti un consiglio su un argomento che spesso ci fa... come dire... litigare. Il mio amico Eraqus sostiene che la Luce tornerà a regnare nei mondi, come narra un'antica leggenda..."
"... mentre lui sostiene l'egemonia dell'Oscurità per chissà quale arcano motivo." tagliò corto il ragazzo dai capelli neri.
"Quello che vogliamo chiederti, Tremotino... quale delle due merita di prevalere?"
Tremotino interruppe il suo lavoro per un momento. Dopodiché, si alzò, osservando con attenzione Xehanort ed Eraqus, come se stesse leggendo dentro di loro.
"Avete dei cuori forti..." mormorò, serio, mettendo le sue mani sui cuori dei due ragazzi "Ed entrambi siete destinati alla grandezza... Ma siete ancora troppo giovani e come tali... troppo ciechi."
Le ultime frasi furono pronunciate con il tono acuto e ironico di poco prima.
Eraqus e Xehanort si guardarono l'un l'altro, confusi.
"Come sarebbe a dire "ciechi"?" domandò il primo.
Tremotino aveva di nuovo voltato loro le spalle, per tornare al filatoio.
"Troppo ciechi per rendervi conto... che la Luce e l'Oscurità sono complementari: l'una non può vivere senza l'altra. Nei mondi deve regnare il giusto equilibrio fra Luce e Oscurità." spiegò, gesticolando "Riflettete: quando è troppo buio e non vedete oltre il vostro naso, vi affidate alla luce per vedere dove state andando, e se la luce è troppo forte, gettate ombra sui vostri occhi per non rimanere accecati."
Entrambi i ragazzi rimasero delusi da tale risposta, ma anche affascinati.
"Vedete? La Luce e l'Oscurità si scontrano, ma si aiutano anche l'un l'altra, in certi casi. Nessun essere può essere di pura luce o di pura oscurità. Anche la persona più dolce del mondo può provare odio e invidia, e anche la persona più malvagia del mondo può provare amore. Strano che vi dica queste cose, vero? Vi aspettavate che dicessi che l'Oscurità deve prevalere?"
Sottovoce, Eraqus rispose, alludendo a Xehanort: "LUI se lo aspettava..."
"Invece no, miei cari..." continuò il Signore Oscuro, girando per la stanza "Per quanto gustosa possa essere l'Oscurità, nessuno ha mai avuto modo di abbandonarsi completamente ad essa, poiché c'è sempre qualcosa che ce lo impedisce: la famiglia, che vogliamo proteggere; le amicizie, che ci spingono a non dimenticare chi eravamo; la magia, che minaccia di vanificare i nostri progetti; e l'amore, che non si darà mai per vinto. Vedete, come l'Oscurità, anche la Luce è sempre dietro l'angolo."
Xehanort non disse una parola: era come affascinato dalle parole di Tremotino.
"Anche la Luce può portarci all'Oscurità?" domandò Eraqus.
L'essere fece spallucce, alzando, di poco, anche le braccia.
"Beh... chi lo sa?" disse, come se la questione non lo riguardasse. Poi si avvicinò al ragazzo, mettendogli, infine, una mano sotto il mento, fissandolo fisso negli occhi "Può capitare che, per troppo amore o troppa devozione, si finisca per fare le azioni e le scelte sbagliate. E tu lo scoprirai a tue spese, mio caro..."
Eraqus avvertì una sensazione sgradevole appena sentì la mano del Signore Oscuro toccargli il mento: era molto ruvida e piena di Oscurità. Lo sguardo stesso era oscuro, tale da incutergli timore. Ma tale sensazione era dovuta per le sue parole. Il suo cuore batteva a mille per la sorpresa.
"Io... mi avvicinerò all'Oscurità...?" si stupì.
Il sorriso di Tremotino fu la sua risposta.
Xehanort si intromise.
"Aspetta un attimo. Come può un essere oscuro come te parlare di equilibrio fra Luce e Oscurità?" domandò "Per caso... ciò che hai elencato prima sono le cause per le quali tu hai abbracciato l'oscurità?"
Il Signore Oscuro distaccò lo sguardo e la mano da Eraqus, per osservare Xehanort negli occhi gialli.
"Sei un ragazzino perspicace. Mi piaci." osservò, continuando a girare per la stanza "Sì, avevo un figlio, una volta. Minacciavano di portarmelo via, per una guerra. Quando sei padre fai l'impossibile per proteggere coloro che ami. Sono diventato il Signore Oscuro solo per proteggerlo. Ma poi l'ho perso. Stupidamente, per paura di perdere il mio nuovo potere, ho abbandonato mio figlio. Mi sono pentito subito di averlo fatto. Mi sto portando dentro questa agonia da anni. Nemmeno filare mi aiuta a distogliermi da questo ricordo."
Il tono era diventato triste e malinconico, mentre raccontava la sua storia.
"Eraqus... "
Sentendosi nominato, Eraqus sentì il suo stomaco gelare.
"Tu non diventerai padre, ma il sentimento che proverai per i tuoi tre allievi sarà lo stesso che io provavo per mio figlio." rivelò Tremotino, con sguardo serio "Non lasciare che la tua devozione alla Luce sovrasti l'affetto che proverai per loro, o le conseguenze saranno gravi. Io ho sofferto troppo con la perdita di mio figlio. Non raccomando a nessuno questa esperienza."
Il ragazzo dai capelli neri sorrise.
"Avrò tre allievi...?"
"Sì. E l'ultimo te lo porterà proprio il tuo amico."
Eraqus si voltò verso uno Xehanort sorpreso e sorrise in modo furbo.
"Allora, alla fine, farai qualcosa di utile per me..."
Xehanort fece una smorfia di disprezzo, simile ad una falsa risata.
"Xehanort ed io diventeremo mai maestri del Keyblade?" domandò, infine, Eraqus.
Tremotino ridacchiò di nuovo.
"Che gusto c'è a sapere in anticipo tutto ciò che avverrà? Non è meglio... scoprirlo da soli?"
"Ma allora, prima...!"
"Io ho parlato dell'affetto che proverai per i tuoi tre allievi, ma non ti ho detto i loro nomi o il loro sesso."
Il ragazzo dai capelli grigi si schiarì la voce, per attirare l'attenzione.
"Beh, penso che ora abbiamo ottenuto le risposte che cercavamo." disse "Scusa se ti abbiamo fatto perdere tempo, Signore Oscuro. Vieni, Eraqus."
"Sì, arrivo."
Tremotino sorrise di nuovo.
"Quanta fretta..." mormorò, prima di muovere la mano.
Il portone del salone si chiuse prima ancora che i due ragazzi potessero uscire.
"Ecco, lo sapevo che finiva così..." disse Eraqus, preoccupato.
Il Signore Oscuro si mise a sedere sulla sua sedia.
"Io non do mai niente per niente, miei cari..." sibilò "Tutto ha un prezzo, no? E io non riesco a stare senza accordi. Io vi ho risposto a due quesiti ora voi mi dovete fare due favori."
"Due quesiti?" si stupì Eraqus "Siamo venuti qui con una domanda!"
"All'inizio sì, ma poi ti ho predetto il futuro e il prezzo è aumentato."
Xehanort sospirò.
"D'accordo. Cosa desideri?" domandò.
"Solo due piccoli favori." spiegò Tremotino, gesticolando "Il primo: richiedo le vostre chiavi giganti."
Il ragazzo dai capelli neri scattò indietro.
"Cosa?! Non li avrai mai!"
L'amico fece un cenno con la mano, mantenendo la calma. Dopodiché, porse il suo Keyblade al Signore Oscuro. Non ebbe il tempo di studiarlo a fondo, che l'arma si illuminò, per tornare nelle mani di Xehanort.
"Una volta che il Keyblade ha scelto il suo possessore..." spiegò "Rimane legato a lui per tutta la vita. Questi sono i "Keyblade del cuore"."
A sentire la parola "cuore", Tremotino sorrise malignamente.
"Allora basterà strapparvi il cuore dal petto e distruggerlo, per impossessarmi dei vostri Keyblade."
Allarmati da tali parole, i due ragazzi si misero in posizione di combattimento.
Il Signore Oscuro non fu intimorito dai Keyblade.
"Era uno scherzo." disse, come se fosse stata una cosa del tutto normale "E voi due siete ancora troppo deboli per quello che avevo in mente. Quindi mi vedo costretto a cambiare la prima richiesta. Intanto vi chiedo la seconda: voi due potete viaggiare per i mondi, giusto? Vi chiedo... no, vi imploro di ritrovare mio figlio e riportarlo da me."
I due ragazzi rifletterono.
"Hai un'idea di dove potrebbe essere?" domandò Xehanort, serio.
"L'unica prova che avevo se n'è andata con lui." spiegò Tremotino "Però, se può aiutare, mi ha parlato di una terra senza magia, prima che lo abbandonassi."
"Come si chiama?" domandò Eraqus.
"Baelfire. Ma per tutti era Bae."
"E se ci rifiutassimo?"
Tremotino alzò di nuovo le spalle.
"Beh... Vi rinchiuderei a vita nelle mie prigioni, come "pagamento"."
Eraqus si fece pallido.
"Ok, andata."
"Qual'è la seconda richiesta?" tagliò corto Xehanort.
A quella domanda, Tremotino allungò la testa in avanti, sorridendo di nuovo malignamente, mostrando i denti gialli e quasi marci.
"Visto che non sono riuscito ad ottenerne uno dei vostri..." sibilò "Parlatemi della Guerra dei Keyblade."
I due ragazzi accontentarono la richiesta del Signore Oscuro, che ascoltò il tutto, continuando a sogghignare.
Dopodiché, fu il momento, per loro, di lasciare il Castello Oscuro.
Eraqus fu il primo a lasciare il salone, ma si fermò un attimo e rivolse un ultimo sguardo al Signore Oscuro.
"Non preoccuparti. Troveremo tuo figlio." assicurò, prima di scendere le scale.
Xehanort non lo seguì: restava immobile nel salone, dando le spalle a Tremotino. Sorrise in modo strano.
"Quindi, per cedere completamente all'Oscurità, bisogna rinunciare tutto ciò a cui teniamo... giusto?" teorizzò, prima di voltarsi.
Tremotino era proprio davanti a lui, a due centimetri di distanza. Vederlo all'improvviso fece scattare il ragazzo all'indietro, dallo spavento.
"Sei molto curioso, oltre che perspicace, Xehanort..." osservò, osservandolo con aria seria "La tua curiosità ti porterà molto lontano... ma sarà anche la tua rovina."
Il ragazzo assunse un'aria seria e preoccupata insieme.
"Come sarebbe a dire "la mia rovina"?" domandò "Cosa mi accadrà?"
Il Signore Oscuro fece un passo in avanti.
"Sembri davvero attratto dall'Oscurità... Lascia che ti dia un consiglio, ragazzo... Non importa quello che vuoi fare con l'Oscurità nelle tue mani, la magia ha sempre un prezzo. Ma se proprio vuoi diventare un maestro della magia oscura... devi essere pronto a tutto, sacrificare tutto ciò a cui tieni. Io posso aiutarti, se ti lascerai guidare da me. Ma non dimenticare che anche tu devi fare qualcosa per me. E ora, dimmi... quanto sei disposto ad andare, per raggiungere il tuo obiettivo?"
Xehanort strizzò gli occhi.
"Fino in fondo." rispose "Dimmi qual'è il prezzo da pagare."
Dopo aver riso in modo strano, Tremotino sussurrò la risposta all'orecchio del ragazzo, che sorrise in modo strano, dopo un'espressione stupita.
"Bene, abbiamo un accordo." disse quest'ultimo, allontanandosi da un sorridente Signore Oscuro.
"Xehanort!"
"Arrivo, Eraqus!"
Usciti dal Castello Oscuro e tornati nella Foresta Incantata, i due ragazzi ripresero a discutere.
"Beh, Xehanort, te lo devo." osservò Eraqus "Questo incontro è stato davvero proficuo."
"Però sorge un problema: come facciamo a dirlo al Maestro?"
Eraqus si bloccò, con il fiato sospeso.
"E' colpa tua, Xehanort!" brontolò "Se non ti fossi fermato a chiacchierare, a quest'ora avevamo completato la nostra missione! Diremo... che era troppo forte per noi e non ce l'abbiamo fatta."
"Una scusa più che valida, ma conviene lavorarci su..." commentò Xehanort, osservando il Castello Oscuro fra le fronde degli alberi.
"Direi che l'unico modo per riscattarci è trovare il figlio di Tremotino." concluse.
"Spero solo di trovarlo subito."


Xehanort ed Eraqus ritrovarono Baelfire, aiutandolo a scappare dall'Isola Che Non C'è con l'aiuto dei loro Keyblade, sfuggendo, così, dal sortilegio di suo nonno, il primo Peter Pan. Tuttavia, Baelfire non voleva tornare dal padre, provando rancore nei suoi confronti e chiese ai due portatori del Keyblade di lasciarlo nel primo mondo che trovavano. I due ragazzi rimasero stupiti, ma una volta scoperta la vera storia di Tremotino e di come abbia abbandonato il figlio, decisero di accontentarlo. Per quanto riguarda Xehanort e il suo accordo con Tremotino... nessuno seppe cosa aveva promesso al Signore Oscuro, una volta deciso di abbracciare completamente l'Oscurità.
   
 
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