Prologo

 
<< Tanto tempo fa, tutti gli uomini vivevano nel calore della luce chiamata Kingdom Hearts. Esso era protetto dalla sua controparte: chiamata X-blade. Chiunque amava quella luce…ma poi gli uomini, volendo possederla, iniziarono a farsi guerra l’un l’altro forgiando i Keyblade, spade con lame a forma di chiave assomiglianti al X-blade, sia nella forma sia nei poteri e nelle forze che scatenavano.                    
Il loro desiderio si trasformò in ossessione, l’ossessione portò all’odio per il proprio nemico, facendo così nascere l’oscurità nei cuori della gente. L’oscurità si propagò e il Kingdom Hearts svanì in essa. Senza la sua controparte, il X-blade non aveva più motivo di esistere, così si distrrusse in venti pezzi, sette di pura luce e tredici di pura oscurità.
L’oscurità avvolse tutto il mondo facendolo scomparire. Ma piccoli frammenti di luce sopravvissero…nei cuori dei bambini che, grazie alla loro ingenuità, l’oscurità non potè impossessarsene. Con queste piccole luci i bambini ricostruirono il mondo perduto rischiarando le tenebre, ma nonostante tutto il mondo si era diviso in mondi ancora più piccoli, separati dall’oscurità. Ma la vera luce riposa ancora all’interno dell’oscurità. E per questo tutti i mondi sono ancora dispersi, divisi l’uno dall’altro. Però un giorno si aprirà una porta nell’oscurità…e la vera luce ritornerà.
Quindi ricorda: nell’oscurità più tetra ci sarà comunque una luce a guidarti. Credi in essa, e l’oscurità non ti sconfiggerà mai. Il tuo cuore risplenderà e respingerà le tenebre. >>
Aprii gli occhi, mi ritrovai vicino alle ceneri di un fuoco quasi spento nel bel mezzo della notte che, come sempre ultimamente, era illuminata da una grande luna. Mi girai sul fianco e notai Ventus…ancora non mi ero abituato alla sua presenza.
Notai che mio padre era sveglio a contemplare il cielo come tutte le notti che passava insonne. Era vecchio ormai. Senza capelli, occhi arancioni, espressione saggia e pensierosa con solo un pizzetto di colore grigio, ma non era grigio per la sua vecchiaia, sin da quando era giovane aveva avuto i capelli di quel colore. era avvolto da una lunga giacca nera, sotto aveva pantaloni neri sorretti da una cintura anch’essa nera che gli circondava alla vita la sua camicia bianca. Le mani erano coperte da un paio di guanti bianchi con una striscia nera sul polso.
Il suo sguardo non cambiava mai, come se fosse incantato dell’immensa volta celeste.
Mi coricai supino e guardando le stelle ripensai a quel sogno che ormai si ripeteva tutte le notti. “Maestro, spero che voi stiate facendo la cosa giusta…e che non commettiate gli stessi errori del passato…anche se vedo che la vostra determinazione vi sta riportando sulla stessa strada…” e con quell’ultimo pensiero mi assopii intravedendo il principio dell’alba all’orizzonte.