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Autore: white mirror    08/02/2016    1 recensioni
"lasciami andare"
Sibilò lei a denti stretti.

Il ragazzo trattenne una risata e avvicinò il volto a quello della giovane, rimanendo ad una distanza minima. Il suo respiro si infrangeva sulle labbra di lei, assecondando quel moto forzato. "Ragazzina, non sei nella posizione di darmi ordini" sussurrò il viscido, tenendo la mano salda alla sua gola. Prima che se ne potesse rendere conto Eponine aveva alzato il ginocchio, portando la rotula, con estrema forza e violenza, all'altezza del cavallo dei pantaloni del giovane. Quest'ultimo con il respiro mozzato dal dolore, barcollò e si allontanò da lei, piegandosi su se stesso per il male.
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una piccola finestra sul mondo de "i Miserabili" ai nostri giorni. One shot AU che ripropone il rapporto tra Eponine e Montparnasse.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eponine
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Eponine & Montparnasse - Stay away from me







Il metallico trillo della campanella risuonò per i corridoi dell'edificio, avvertendo gli alunni del termine delle lezioni. Bastarono pochi secondi perché l'atrio centrale venisse invaso da un'orda di adolescenti desiderosi di abbandonare quel luogo. Le parole gridate si perdevano nella confusione, che pareva somigliare ad un crescente ronzio. Eponine tentò di evitare la massa per quanto possibile, ma venne presto travolta da gruppetti di ragazzini che si divertivano di spingersi a vicenda, come gioco violento per raggiungere l'uscita. Dannati bambini! Sgomitò arrivando al portone d'ingresso e oltrepassando quella soglia, riuscendo finalmente a sottrarsi al continuo flusso di persone. Si mise di lato, respirando a pieni polmoni l'aria parigina, sistemandosi la borsa a tracolla. Il vivace chiacchiericcio delle ragazzine che le passavano accanto la portò a spostarsi ancora, facendola avanzare oltre i cancelli. Sembrava tutto normale, fin troppo normale. Con la coda dell'occhio poté scorgere la figura di un uomo poco distante da lei, che la stava fissando. Lo riconobbe subito, ma non volle nemmeno fermarsi a sprecare del tempo per quell'animale. Cosa ci faceva lì davanti ? Che voleva? Gli voltò le spalle e con aria risoluta si incamminò sulla via principale, osservando quale sarebbe stata la sua mossa. Il ragazzo si alzò dal muretto a cui era appoggiato e cominciò a seguirla, senza alcuna fretta per non destare sospetti. Eponine aumentò il passo, optando per qualche via secondaria e una meta differente dalla casa in cui abitava. Benché non avesse nulla da nascondere non voleva che gli Amis venissero coinvolti nei suoi "affari di famiglia.". Svoltò diverse volte, cercando di rimanere sulle strade più affollate, ma senza grandi differenze. L'uomo le camminava al seguito come un'ombra, provocando in lei un fastidio e una rabbia che a stenti riuscì a controllare. Tenne quel passo sostenuto per seminarlo e poco dopo ci riuscì ... O almeno così aveva creduto. Presa una scorciatoia il giovane era scomparso, pareva coma svanito nel nulla. Osservò con attenzione alle sue spalle ed avanzò ancora, raggiungendo l'angolo della strada. Prima che svoltasse e ricomparisse su uno dei viali che la riportavano a casa, Montparnasse si palesò, materializzandosi quasi dal nulla, bloccandole improvvisamente la strada. Il suo solito sorrisetto irriverente, da cui traspariva una particolare inclinazione al sadismo e alla violenza, era cucito sul suo volto ad opera d'arte.

<< che cazzo ci fai qui, Montparnasse ?>>

Domandò la giovane con la stessa grazia ed eleganza che poteva avere R da ubriaco. Il ragazzo fece qualche passo verso di lei, spingendola ad indietreggiare. " tuo padre era in pensiero ... Si chiedeva cosa ti fosse successo." Spiegò lui con un sorriso beffardo, avanzando fino a farla arrivare con le spalle al muro.
<< e a cosa devo tutte queste attenzioni da parte sua? Da quando mio padre sta "in pensiero" per qualcuno diverso da se stesso.>>

Replicò, punta sul vivo, fissando il ragazzo negli occhi, senza la benché minima paura. Non temeva Montparnasse, nonostante la sua reputazione. "Ponine.. Piccola e ingenua Ponine " sorrise sfiorandole il contorno del viso con l'indice, per poi afferrarla alla gola e spingerla al muro. Non strinse, l'aria raggiungeva bene i suoi polmoni, ma non poteva muoversi. Istintivamente portò le mani a quelle dell'uomo, cercando di liberarsi.

<<lasciami andare.>>

Sibilò lei a denti stretti.

<<subito>>

Il ragazzo trattenne una risata e avvicinò il volto a quello della giovane, rimanendo ad una distanza minima. Il suo respiro si infrangeva sulle labbra di lei, assecondando quel moto forzato. "Ragazzina, non sei nella posizione di darmi ordini" sussurrò il viscido, tenendo la mano salda alla sua gola. Prima che se ne potesse rendere conto Eponine aveva alzato il ginocchio, portando la rotula, con estrema forza e violenza, all'altezza del cavallo del giovane. Quest'ultimo con il respiro mozzato dal dolore, barcollò e si allontanò da lei, piegandosi su se stesso per il male.

<< ma ora tu sei nella posizione di prenderli! >>

L'uomo rise a fatica, assumendo nuovamente una postura eretta. "Sempre la solita impertinente" scosse lievemente il capo, inumidendosi le labbra, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso. "Sai... Io so dove ti stai nascondendo.." Mormorò con un sorriso.

<<non mi nascondo da nessuna parte.>>

Replicò prontamente a causa del suo orgoglio giovanile. Non voleva mostrarsi debole, non lo era e non lo sarebbe mai stata, Montparnasse lo doveva sapere. "No? Io invece credo che tu stia facendo proprio questo. Non sei forse a casa dei tuoi amichetti ? Ti trattano con i guanti ..." La schernì lui, facendosi beffe della sua nuova condizione. "Credi che ti terranno con loro? Forse sì dopotutto.. Una ragazzina come te farebbe pietà a chiunque." Eponine lo fissò con uno sguardo colmo d'ira. Non era vero! Non era assolutamente vero! Enjolras non l'aveva invitata ad abitare con loro per pietà! E lei non l'avrebbe mai accettato ! "Ma stai attenta.. Questo tuo gioco potrebbe essere pericoloso, qualcuno .. Potrebbe farsi male."

<< se ti azzardi solo a-...>>

"Pensi di potermi minacciare? Di potermi fermare in qualche modo? " rise, afferrando con il braccio il bacino della donna, facendola girare di schiena e bloccandole le braccia al petto.

<< a quanto pare non ti è bastata la ginocchiata di prima...>>

Sibilò a denti stretti, cercando di liberarsi dalla presa. Tentò di allentare la presa, spingendo, tirando, forzando e sfruttando leve che mai avrebbe pensato, ma nulla. Era più forte di lei e in una posizione di vantaggio. Innervosita da quella realtà, cominciò ad agitarsi, sperando di riuscire ad ottenere qualcosa, ma con scarsi risultati.
<< lasciami andare, Montparnasse!>>

Disse con una sorta di ringhio, stringendo i pugni e usando quasi tutta la forza che aveva in corpo. "Sei così sexy quando ti arrabbi." Replicò lui, ignorando le parole della donna. Non aveva alcuna intenzione di permetterle di fuggire, non in quel momento fin troppo divertente. La giovane si sporse in avanti, ormai sfinita e senza possibilità di vittoria.

<<cosa vuoi?>>

Chiese trattenendo la rabbia che ancora provava, cercando di riacquistare le forze. "Voglio che tu capisca che non ci sono vie di scampo. Stare da quegli imbellettati, quei visionari palloni gonfiati, non ti aiuterà. Eri una risorsa preziosa per tuo padre e non credo sia disposto a lasciarti andare così. Inoltre..Sarebbe uno spreco.. " Stranamente allentò la presa e la lasciò andare, senza muoversi di un passo. Le diede una pacca sul sedere prima che lei potesse girarsi o allontanarsi da lui. "Un bello spreco davvero.." Insistette con un ghigno divertito. Eponine si massaggiò i polsi, martoriati dalla presa ferrea dell'uomo. Quel lurido bastardo! Avrebbe desiderato staccargli la lingua per ciò che aveva detto e portargli via una mano per ciò che aveva fatto, ma non era belle condizioni migliori per farlo. Si limitò a fulminarlo con uno sguardo carico d'odio, riflettendo su quello che avrebbe dovuto fare. Non poteva dirlo agli Amis, non voleva essere la Cosette della situazione! Non era la ragazzina incapace di difendersi che corre dietro il padre perché ha paura. No, Eponine non aveva paura, era preoccupata. Sapeva di cosa era capace suo padre e la sua banda, non voleva che le persone a cui era affezionata rischiassero la vita per colpa sua. Ma come avrebbe potuto fare? "A meno che tu non voglia essere presa da me contro quel muro" disse il giovane, indicando la parete del vicolo " ti suggerisco di tornare a casa... Qualunque essa sia " La ragazza assottigliò lo sguardo e si voltò verso la strada principale, aumentando il passo. Verme! Lurido verme! Il sangue correva nelle vene come lava, bruciando ogni singolo frammento del suo corpo. Lo odiava, per quello che aveva fatto e che continuava a fare. Era un pericolo per lei, ma soprattutto per coloro che amava.
 
  
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