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Autore: Celeste_08    08/02/2016    1 recensioni
A distanza di quasi vent'anni dall'uscita della serie TV, del cast di Violetta restano solo Jorge e Martina, ormai sposati e con una bimba al seguito, e Pablo e Mechi, anche loro genitori in carriera di due adorabili gemelli. L'affetto fra le due coppie è immutato, anzi, maturato grazie alla nascita dei tre bambini, che, iniziando la scuola, conosceranno un universo totalmente nuovo per loro. Il mondo è davvero piccolo e, nel college internazionale di Buenos Aires, la piccola Blanco ed i fratelli Espinosa faranno incontri imprevisti. Mille avventure si preparano per questi piccoli giganti, che, con simpatia, comicità e tenerezza, faranno riscoprire ai genitori quanto l'affetto vero sopravviva a qualsiasi distanza.. E peripezia.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La guardo e mi innamoro per la milionesima volta. Ha i miei occhi verdi, con sfumature dorate, sicuramente prese dalla mamma, ed ha i suoi stessi capelli appena mossi, castano chiaro. È minuta, ma già posso indovinare che avrà un fisico slanciato da grande. Sarà bellissima, almeno quanto sua madre. Ancora ricordo il giorno in cui abbiamo saputo di aspettarla, sei anni fa.

***

"Jorge amore, bentornato!" Martina mi stava aspettando sulla soglia della nostra bella villa a Buenos Aires. Aveva una luce nuova nello sguardo, ma del resto lei ha sempre avuto qualche nuova sfumatura da mostrami, dal primo giorno insieme... Avevamo 32 anni io e 26 lei, quella sera. Ne era passato di tempo dal nostro primo bacio, lei nemmeno diciannovenne.
"Amore, mi stavi aspettando si direbbe!" 
Indossava un abitino nero molto aderente, senza maniche e corto al ginocchio. Décolletés alte e nere ai piedi ed un mini grembiule bianco. Dio, che cosa non ho pensato in quel momento, spogliandola con gli occhi.
"Amore, Norma stasera ha scordato la cena?" 
Mi aveva sorriso e, avvicinando le labbra alle mie, aveva sussurrato:
"Stasera le ho dato la serata libera. Voglio anch'io far qualcosa per il mio bellissimo marito, ogni tanto."
Aveva un tono allo stesso tempo dolce e malizioso, un tono che non ha mai smesso di eccitarmi in tempo zero. 
"Uhoh amore... Qualcuno qui è impaziente..."
Beccato.
"Lo sai, le attese mi snervano... Sono un uomo di spettacolo io." Cercavo di stare al gioco, ma era davvero un'impresa: mia moglie, sexy e provocante più che mai, dopo una giornata di lavoro era il solo riposo che volessi.
"L'attesa è la chiave del piacere, amore... Ricordi Seneca?"
Sospirava ad un soffio dal mio orecchio
"Ti ho mai detto che il latino non mi piaceva manco al liceo?"
Sorrideva, che bello quel sorriso. 
"Stasera te lo farai piacere.. E se sarai bravo, ci sarà una sorpresa."
E dicendolo si era alzata, ancheggiando provocante fino alla cucina, dove dal forno stava per togliere una teglia...
"Lasagne! Amore non ci credo!"
Aveva richiuso il forno con un colpo d'anca.
"Sai amore, penso che dovrei licenziare Norma. Te la cavi benissimo ed inoltre... Mi godo lo spettacolo."
Mi aveva fatto sedere, e servite le lasagne, si era messa in braccio a me.
"Questa cena non fa che migliorare"
"Shhhh, chiudi gli occhi ora."
Abbiamo mangiato le sue lasagne, squisite, così: io tenendola in braccio e lei imboccandomi con dolcezza, ogni tanto pulendo con un bacio le mie labbra.
Aveva iniziato a sparecchiare.
"Lo sai, erano deliziose... Prese da te poi, ancora più buone. E adesso.."
Non mi aveva dato il tempo di continuare...
"E adesso", diceva slacciandosi il grembiule, "ho voglia di un dolce"
"Oh sì."
Già immaginavo di spogliarla capo per capo, lì sulla penisola di granito nero della nostra cucina.
"Ti guido io" e, prendendomi la mano, mi aveva aiutato a liberarla del vestito. 
Uomo fortunato: una donna bellissima, con curve piene e perfette su un fisico slanciato e longilineo, con il cuore grande come il mare, nella mia cucina, nel mio cuore e sull'anello del mio anulare sinistro. Mia moglie, la mia compagna di avventure, la mia amante e la mia migliore amica.
"Hai intenzione di guardarmi ancora a lungo o farai qualcosa?" Diceva contorcendosi sotto le mie mani in modo ancora più provocante.
Intimo francese... Che scelta azzeccata. Stavo lasciando una scia di baci dal collo all'ombelico, volevo farla impazzire almeno quanto lei faceva con me. Ed ero consapevole del mio talento in materia... Molto consapevole.
Ad un certo punto, però, si era tirata su per prendermi il viso fra le mani.
"Adesso chiudi gli occhi, ed affidati solo al tuo istinto amore mio."
La mia dominatrice.
La sua mano sulla mia, pelle di seta sulla mia mano ruvida. Le stavo accarezzando... La pancia, e poi i fianchi... Il basso addome. Più teso del solito, eccitazione? La posizione scomoda?
"Cosa senti?"
"Sembri più... Più soda, come se ci fosse una tensione strana."
Aveva preso a baciarmi il collo, mordicchiandone la base. Non potevo resistere ancora per molto.
"Qui c'è qualcuno che aspetta con ansia di conoscerti... Fra circa sette/otto mesi"
Potevo svenire. Quanto avevamo cercato un figlio, nei primi anni del matrimonio, lei appena 21enne, ma già così pronta per essere madre.
"Amore cosa dici?"
Non riuscivo a crederci.
"Saremo..."
Mi aveva baciato a lungo, prima di darmi la conferma che cercavo
"Sarai il papà del nostro primo bimbo"
E quella sera non ricordo quante volte abbiamo fatto l'amore. Ricordo solo che, addormentandoci, ci eravamo detti che sarebbe stata la più grande avventura della nostra vita.

***

E, sei anni dopo, eccola qua: Angélica Blanco Stoessel. 
"Papà, mi aiuti a chiudere la valigia?" 
Il mio piccolo grande amore alle prese con la sua prima partenza. È davvero ancora piccolissima per lasciare casa, penso mentre mi perdo nei suoi occhi brillanti già eccitati all'idea della scuola.
"Mi amor? Hai tu i documenti di Angie?"
Mia moglie, la mia bellissima Tini, è sulla soglia con la stessa energia di nostra figlia e gli stessi capelli mossi, pettinati dal tiepido vento di settembre. Mi scalda il cuore vederle, ogni volta ed ogni volta sempre di più. 
Annuisco, ci raggiunge sorridendo e abbraccia nostra figlia.
"Eccoti qui tesoro. Avete già chiuso la valigia tu e papà?"
Angélica annuisce e si stringe alle ginocchia di Martina. Vivo con due meravigliose principesse e ho le lacrime agli occhi quando penso che la più piccola ci lascerà per qualche tempo.
Martina, una mano sui capelli di nostra figlia, ed una attorno alla mia vita mi sussurra all'orecchio:
"Tranquillo mi amor, non le accadrà nulla di male. È un'ottima scuola e comunque anche i figli di Mechi e di Pablo la frequentano da un anno ormai. Hai sentito il loro feedback no?" E mi bacia
"Basta mamma dai! Papà, prendiamo la tua macchina per arrivare a scuola?"
Mi chino fino ad inginocchiarmi alla sua altezza e le prendo il visino fra le mani. La mia piccola Martina in miniatura, con i miei occhi e il sorriso di sua madre.
"Certo piccola. Andiamo, dai, apri tu la macchina di papà?"
Lei ride e ancora un po' mi strappa di mano le chiavi della Jaguar XF nuova.
"Sarà la gioia dei bambini. Una ragazza appassionata di motori.." Mormora Tini accanto a me mentre sollevando la valigia mi prende per mano. 
"Bambini? Chi ha parlato di bambini? Solo femmine per giocare con lei, almeno fino..."
Martina ride di gusto, ma io ho il terrore dei maschietti. Cioè, io odiavo le bambine da piccolo e comunque da adolescente ricordo bene i discorsi che facevo con gli amici sulle ragazze. Martina mi bacia e mi riporta sulla Terra.
"Almeno fino alla prossima mezz'ora. Muoviti gelosone."

Il viaggio in macchina è piacevolissimo come sempre. Angie dal suo seggiolino canta il repertorio intero della Disney, aiutata da sua madre... Anche la voce la ha ereditata da lei. 
"Libre soy! Libre soyyyyyyyyyy! No puedo ocultarlo más..."
Parcheggio di fronte al collegio internazionale che abbiamo scelto per lei, sulla base di ricerche approfondite e dopo molte cene con Pablo e Mercedes Espinosa, nostri amici di vecchia data e genitori di due gemelli un anno più grandi di Angie. 
Non sono davvero pronto a vedere la mia cucciola andare a scuola. 
"È così piccolina ancora", penso mentre estraggo la valigia azzurra di Frozen dal portabagagli. 
Martina ha liberato Angie dal seggiolino e la sta tenendo per mano, anche nei suoi occhi nocciola c'è un po' d'ansia, ma lei è più brava di me a mostrarsi forte con la piccolina.
"Mamma, papà! Guardate!!! Ci sono gli zii Mechi e Pablo.. Con Alejandro e Antonio!" In un attimo la bimba si libera dalla mano della mamma e corre incontro ai nostri amici, talmente cari anche a noi da considerarci una vera famiglia ormai.
"Ecco la mia principessa!"
Vedo Pablo sollevare in aria mia figlia, lui avrebbe tanto voluto una bambina, me lo ha confessato una volta.
Sento Angie strillare di gioia infantile mentre lui la rimette a terra e Mechi ed i ragazzi la abbracciano a loro volta.
Mechi e Tini si abbracciano ed io e Pablo ci scambiamo una stretta di mano piuttosto elaborata. Sono contento di vederli.
"Zio Jorge! Papà ha detto che hai una nuova macchina!!!"
Scompiglio i riccioli biondi di Antonio, ma prima che possa parlare, mia figlia mi precede
"Sì. È una quattro ruote mAtrici e ha il cambio OTTOmatico" sorrido agli errori della mia meccanica preferita e mi godo la faccia dei miei adorati ragazzi che non credono di aver capito bene 
"Ma tu... Sei una femmina! Perché ti piacciono le macchine?"
Alejandro, moro con gli stessi riccioli, dei due è il più schietto.
Mechi gli tira un buffetto
"E che c'è di male tesoro se le piacciono le macchine?"
Lui scuote la testa e sorride a mia figlia:
"Lo sai che ho una collezione di riviste con le figurine delle nuove Jaguar? Poi puoi farmi vedere quella dello zio!"
E, con tono importante, mi afferra la valigia dalle mani e tirandola per il carrellino dice alla mia bimba:
"Da adesso tu sei la mia migliore amica, oltre che mia cugina. Quindi guai a chi ti tocca. Dai andiamo."
Martina soffia un bacio al piccolo e mi mormora all'orecchio:
"Hai visto mi amor? Ha già un angelo custode."
Le bacio la tempia e strizzo l'occhio a Pablo, ma qualcuno mi sta tirando per la giacca:
"Ed io cosa posso fare per Angie zio?"
Sorrido ad Antonio e gli dico:
"Aver cura di lei per me. Così se succede qualcosa so che è in buone mani."
Lui sorride e sgambetta fino a raggiungere gli altri due, impegnati a parlare fitto fitto. 
Io e Pablo terminiamo di recuperare il resto dei bagagli e poi con le nostre splendide spose ci avviamo verso l'ingresso.

La struttura mi piace e le stanze sono molto ordinate. Un'ala per le bambine ed una per i bambini, ma le classi di studio sono miste. Ottimo. La direttrice ci permette di aiutare i bambini a sistemare i bagagli e poi ci congeda con un sorriso
"Abbiamo già i vostri contatti e per qualsiasi cosa sapete dove trovarci. Vi aspettiamo questo weekend!" 
Già. 
Questo weekend.
"Mamma, papà, fate veloci perché Alejandro ha detto che fra poco giochiamo con la pista delle macchinine ECLETTICHE!"
Martina sorride a nostra figlia e la abbraccia
"Fai la brava amore mio, copriti bene e rendimi fiera piccola donna. Ti chiamiamo stasera e ci vediamo venerdì pomeriggio, sì?"
Angie la abbraccia e poi si avvicina a me. Dio, posso piangere.
"Ciao papi!" Si allunga per lasciarmi un bacino ed io la stringo a me a lungo.
La guardiamo allontanarsi felice e ridacchiosa assieme ad Alejandro e Antonio.
"Come farò ad spettare cinque giorni?" Mormoro stringendo a me la vita minuta di mia moglie, anche lei commossa ora.
"Se la caverà bene amore. Andiamo, non vorrei ci vedesse piangere."
E, a debita distanza, Tini scoppia in lacrime
"Mi amor, que pasa?"
Mi guarda fra le lacrime e ho voglia di baciarla, ho sempre voglia di lei.
"È che mi mancherà così tanto... Casa sarà vuota senza il nostro piccolo amabile terremoto!"
La abbraccio e le asciugo le lacrime, e vengo distratto da una voce che conosco bene.
"Jorgeeee! Anche voi qui???"

Sono Candelaria e Ruggero, anche loro con una bambina appresso. Dai capelli rossi intuisco sia la loro figlia... E Cande sembra... Oddio magari è ingrassata con l'età, ma da questa distanza si direbbe incinta. 
Mechi e Pablo ci hanno raggiunti e sento mia moglie chiedere sorpresa all'unisono con Pablo:

"Ma siete tornati?!"





   
 
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