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Autore: FunnyYoungMe    08/02/2016    2 recensioni
Kyuhyun deve ritrarre qualcosa/qualcuno e, quando vede Jongwoon, ha un'illuminazione: lui sarà la sua opera d'arte!
"Si rese conto che Jongwoon aveva un bellissimo viso, allungato e magro, e la pelle era perfettamente curata. Si ritrovò a fissare le labbra del ragazzo, che erano sottili e rosse e... ed invitanti."
Consiglio l'ascolto di "I am beautiful with you" di Halestorm durante la lettura
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Ryeowook, Yesung
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Jongwoon si era svegliato di buon umore. Era mercoledì, il suo giorno preferito della settimana perché aveva poche ore di lezione in università, e una di queste era musica; lui amava la musica. Faceva parte anche del coro dell'Università, che ogni tanto andava in giro per il paese per partecipare a dei concorsi, ed era anche il cantante di una band che, guarda caso, si esibiva il mercoledì sera in un locale di fianco all'Università.
Jongwoon raggiunse il suo coinquilino in cucina, dove sapeva l'avrebbe trovato intento a preparare una colazione, se non appetibile, almeno decente - visto che il mercoledì toccava a lui preparare la colazione -.
- Mer…- cominciò a dire Heechul prima di rendersi conto che il suo coinquilino era entrato in cucina -... coledì!-
Jongwoon odiava le parolacce o qualunque espressione scurrile e, nonostante Heechul sembrasse uno scaricatore di porto, Jongwoon era riuscito ad arrivare ad un patto con lui: quando si trovavano insieme nei luoghi privati, qualunque parola considerata inopportuna sarebbe stata punita con un calcio negli stinchi. Heechul, sapendo che, anche se era piccolo, Jongwoon era molto forte, preferiva evitare quella tortura ai suoi poveri stinchi.
- Buongiorno Heechullie.- disse Jongwoon sfoderando un sorriso raggiante.
- Oh, buongiorno Yesung. A cosa dobbiamo quel sorrisone?- domandò l'altro, inarcando un sopracciglio e sorridendo maliziosamente.
- Non lo so. Forse perché oggi è mercoledì?- ribatté il moro, sedendosi al tavolo e sostenendosi la testa con le mani.
- Tu e il tuo mercoledì. Non so cosa abbia di speciale; per me, è un giorno qualsiasi.-
- Eddai, lo dici solo perché per te è una giornata di sole lezioni senza pause. Per me è l'opposto.- replicò Jongwoon mettendo il broncio.
- Eh no, il broncio proprio no. Toglitelo dal viso, altrimenti… non ti do la colazione.-
Jongwoon sorrise. Il suo coinquilino diceva così ma in realtà era una pasta d’uomo. E infatti dopo qualche istante, gli mise un piatto sotto al naso e, stranamente, il profumo era invitante. Accertatosi che Heechul non avesse avvelenato le uova o la marmellata, Jongwoon si mangiò la sua colazione contentissimo. Eh sì, per lui quello era un giorno fortunato.


- Allora ragazzi, la prossima settimana dovete consegnare il vostro progetto. Vi ricordo che la tela deve rappresentare qualcosa che vi piaccia e come vi sentite al suo riguardo. Inoltre, non dimentico di sottolineare che questo progetto varrà il 50% del punteggio finale del corso quindi… in bocca al lupo!- annunciò il professore Park dal palchetto posizionato al centro dell'aula prima di uscire.
Gli studenti, sentite le sue parole, cominciarono a borbottare perché non si credevano capaci di fare un disegno spettacolare in una settimana. L'unico che non disse niente era un ragazzo castano, seduto nell'angolo della stanza, che guardava fisso davanti a sé senza particolare motivo.
Il mercoledì per Kyuhyun era il giorno più estenuante della settimana. Non solo gli toccava pulire di prima mattina le scale del palazzo dove abitava, ma doveva anche andare in università tutto il giorno. Abitare da solo per molti è brutto e triste ma per Kyuhyun non era così; era contento che i suoi genitori lo avessero lasciato andare a vivere da solo e che non gli rompessero le scatole.
A queste cose si aggiungeva ora il compito che il loro insegnante aveva dato per la prossima settimana. Non che Kyuhyun avesse paura o non si sentisse in grado di disegnare qualcosa in una settimana - insomma, lui sapeva di essere il più bravo nell'intero corso di arte -. No, lui semplicemente non sapeva cosa ritrarre. Non era a conoscenza di qualcosa che gli piacesse. E sapeva che se anche avesse disegnato qualsiasi cosa, non avrebbe espresso gli stessi sentimenti e suscitato le stesse emozioni di un quadro che rappresentava qualcosa che lui voleva disegnare.
- Terra chiama Marte.- disse un ragazzo biondo a Kyuhyun mentre gli muoveva una mano davanti agli occhi.
Kyuhyun non rispose. Non sapeva perché dovesse rispondere. Quel ragazzo lì, un tale Eunhyuk, non lo conosceva e se anche l'avesse fatto, non gli avrebbe parlato.
- Sai già cosa dipingere? Io pensavo ad un pesce.- continuò imperterrito il biondo. Voleva che il castano gli dicesse anche solo “ah”.
Kyuhyun stava per rispondere di lasciarlo stare quando li raggiunse un ragazzo moro coi capelli corti e uno sguardo innocente. - Hyukk~ie.-
- Dimmi Hae.-
- Andiamo a mangiare qualcosa?? Ho tanta fame.- rispose il moro, assumendo un’espressione dolcissima.
- Aigoo, devo smetterla di guardarti quando fai così, Fishy. Va bene, andiamo. Ciao Kyuhyun.- e lasciarono il ragazzo castano solo nell'aula.
Kyuhyun stava sistemando i suoi strumenti nel suo armadietto mentre pensava a cosa disegnare. Aveva riposto l'ultimo pennello dentro l’armadietto quando la porta dell'aula venne aperta. Kyuhyun guardò verso la porta per vedere chi stava entrando nell'aula vuota di arte. Vide entrare un ragazzo moro, di una decina di centimetri più basso di lui, che si guardava ai lati in cerca di qualcosa.
- Oh scusa se ti disturbo.- disse sorridendo il moro dopo essersi accorto della presenza di qualcun'altro nell'aula.
Vedendo che il castano non rispondeva e se ne stava immobile a fissarlo da davanti ad un armadietto, Jongwoon riprese a parlare. - Il professore di arte è già andato?-
Dopo qualche attimo di silenzio, Jongwoon, vedendo che non avrebbe ricevuto nessuna reazione da parte dell'altro ragazzo, si girò e ritornò sui suoi passi. Non prima di sentire alcune parole.
- Non ha lezione fino all’una. Lo trovi nel suo ufficio.-
Jongwoon si girò per ringraziare il ragazzo ma di questo non c'era neanche l'ombra; probabilmente era uscito dalla porta sul fondo dell'aula. Scrollò le spalle, anche se avrebbe voluto tanto sapere chi fosse quel ragazzo. Non si spiegava come mai avesse sentito una forza che lo spingeva ad avvicinarsi al ragazzo castano nel momento in cui i loro sguardi si erano incrociati.


- Non è un po’ strano che un professore mangi con gli studenti?- domandò Eunhyuk rivolto all’insegnante di arte, il professore Park.
- Vi ho già detto che quando siamo fuori da quell’aula, io sono Leeteuk sunbae per voi… e Leeteuk hyung per il mio fratellino.- rispose l'altro, pizzicando una guancia a Donghae, seduto di fronte a lui.
- Yah, Leeteuk hyung, giù le mani dal minorenne!- strillò Heechul avvicinandosi al loro tavolo e posando il vassoio col suo pranzo su di esso. Si mise le mani sui fianchi e guardò male Leeteuk.
- Ehi calmati Cindy. Stavo soltanto mostrando il mio affetto verso il mio fratellino.- si difese il professore.
- E io non sono minorenne.- si lamentò Donghae.
I ragazzi al tavolo lo guardarono: in quel momento aveva il broncio e lo sguardo triste. No, non era un minorenne ma, insomma, chiunque l'avesse visto in quel momento l'avrebbe scambiato per un ragazzino. I suoi amici e suo fratello scoppiarono a ridere, attirando l'attenzione di quelli seduti nelle vicinanze.
Per Kyuhyun, seduto nel tavolo di fianco, quello scoppio di risa era solo un fastidio. Ma almeno nell'ora di pranzo potevano stare zitti e mangiare in santa pace?!?
- Hyunn~ie.- squittì la ragazza bionda seduta di fianco a lui. Sì, se per seduta si intende una persona che ti sta in braccio.
- Mm?- rispose lui, distogliendo la sua attenzione dal gruppo di cretini che rideva davanti a lui e guardare la sua ragazza. 
Facendo così, non vide il ragazzo moro che aveva visto nell'aula di arte sedersi di fianco a Heechul, accompagnato da un ragazzo che sembrava una bambolina.
- Ti va di stare insieme dopo pranzo? Anche solo per una mezz’oretta… il tempo necessario per “stare insieme”.- sussurrò la bionda all’orecchio di Kyuhyun.
Lui non le rispose e lei interpretò il suo silenzio come un assenso, cominciando poi a parlare con le sue amiche.

- Allora Leeteuk hyung, come va con la signorina Jung?- domandò Heechul maliziosamente.
L'argomento “signorina Jung-professor Park” era particolarmente scottante in università. A quanto si diceva in giro, i due provavano un interesse reciproco ma, mentre lei era una ragazza particolarmente apatica e altezzosa, lui non riusciva a smetterla di tremare ogni volta che la vedeva. Tutto ciò conduceva ad un continuo rincorrersi tra i due e un continuo chiacchiericcio attorno alla loro relazione inesistente.
- Cindy, ti ho già detto che sono sunbae, per te.. E comunque, non sono affari che ti riguardino.- rispose Jungsoo arrossendo.
A quella vista l'intera tavolata scoppiò a ridere, più forte di prima. Il professor Park si lasciava imbarazzare solo da Heechul e ogni volta che questo accadeva, diventava rosso come un pomodoro, innestando le risate del loro gruppo di amici.
Kyuhyun, stanco di sentirli ridere come dei pazzi, si alzò e andò da loro. Si appoggiò con le mani al tavolo e scrutò il viso di ognuno di loro con sguardo truce.
Nel tavolo calò il silenzio e nessuno osava fiatare. Jongwoon, che fino a quel momento era rimasto concentrato nel suo discorso con l'amico Ryeowook, si domandò cosa avesse fatto sì che i suoi amici rumorosi si zittissero. Girata la testa verso la fonte del silenzio del gruppo, Jongwoon incrociò lo sguardo con quello del ragazzo castano che aveva visto nell'aula di arte. Come prima, sentì qualcosa che lo spingeva ad avvicinarsi al ragazzo e pur di placare qualunque cosa fosse quella “forza” tornò a fissare Ryeowook, che però stava guardando Kyuhyun. Jongwoon si arrese e tornò a guardare il ragazzo misterioso.
- Gradirei che abbassaste il volume; mi state facendo venire l’emicrania.- commentò secco Kyuhyun senza smettere di fissare Jongwoon.
L'atmosfera si era fatta tetra in pochi istanti e nessuno, neanche Heechul che aveva sempre la battuta pronta, parlava. Stavano tutti guardando quel ragazzo misterioso che incuteva timore con la sola presenza. E il fatto che avesse l’eyeliner non faceva altro che aumentare la trucidità del suo sguardo.
- Ehi, cos'è questo mortorio?- domandò un ragazzo alto, dal corpo muscoloso e coi capelli neri, mentre si sedeva davanti a Jongwoon. - Ehi Woonie, che c'è?- chiese rivolto a quest'ultimo.
Kyuhyun, senza aspettare che qualcuno gli dicesse qualcosa, si allontanò dal tavolo, non senza prima guardare per un'ultima volta il ragazzo moro dell'aula di arte.
Solo quando si fu allontanato, tutti quelli del tavolo tirarono un sospirone e si guardarono negli occhi. Jongwoon, resosi conto che suo fratello lo aveva finalmente raggiunto, si girò verso di lui e sorrise.
- Hai detto qualcosa, hyung?-
- Perché c'era così tanto silenzio al tavolo? E chi era quel ragazzo?- chiese suo fratello.
- “Quel ragazzo” è… strano, misterioso e inquietante.- rispose Eunhyuk mentre posava una mano sulla gamba di Donghae per calmarlo. Il ragazzo continuava a tremare.
- Si chiama Cho Kyuhyun, è molto taciturno ed è bravissimo a disegnare. È il migliore nel mio corso d’arte. Purtroppo non so altro su di lui.- aggiunse Jungsoo stringendosi nelle spalle.
- Ve lo dico: fa parte di qualche setta, non c'è dubbio. È troppo… inquietante.- commentò Heechul.
- Oh ma, Heechul, anche tu sei strano e inquietante. Fissi la gente mentre dorme.- replicò il fratello di Jongwoon.
- Yah Siwon, bada a come parli. Si sa mai che mi vendichi di te.- ribatté la Diva del gruppo con un tono malizioso nella voce.
- No grazie, lo sai che sono etero.-
Jongwoon sorrise. Suo fratello Siwon e Heechul erano strani; ogni volta che si vedevano, erano sempre dietro a battibeccare. Però ciò non aveva impedito a Siwon di lasciare Heechul come suo coinquilino, anche se una volta gli aveva proposto di mettersi in appartamento Ryeowook al posto della Diva.
Mentre il gruppo del tavolo riprendeva a parlare, Jongwoon sentiva su di sé lo sguardo di qualcuno ma, ogni volta che si voltava, non c'era nessuno che lo fissasse. “Probabilmente”, pensò lui, “sarà solo la mia immaginazione.”


Jongwoon stava per aprire il suo armadietto quando vide un foglietto incastrato nella fessura dello sportello. Lo prese e lo aprì, rivelando un messaggio dalla scrittura ordinata ed elegante.
“Devo dipingere qualcuno. Posa per me. Ti aspetto nell’aula di arte alle 15.”
Il mittente aveva lasciato solo le iniziali: “C.K.H”. Ci doveva essere un motivo per cui qualcuno chiedeva a lui di posare. Ma soprattutto, Jongwoon si sentì mancare quando si ricordò che quelle iniziali le aveva viste su alcuni dipinti sparsi per l'Università; le iniziali erano del suo artista preferito, che però non aveva mai visto in faccia. Sarebbe stato un onore posare per lui, vista la maestria delle opere dell’artista. Felice come una pasqua, sfoderando il suo miglior sorriso, si allontanò dell'armadietto, inconscio della presenza di qualcuno che lo stava fissando.
Kyuhyun non riusciva a spiegarselo. Quel ragazzo moro, dal momento che l'aveva visto, era stato… un'opera. Era un'opera vivente, era perfetto da usare come progetto. Ecco perché aveva deciso di ritrarre quel ragazzo. Era sicuro che, nonostante fosse lui l'artista, il moro non gli avrebbe mai negato la soddisfazione di dipingerlo. E comunque, nessuno osava andare contro il suo volere.
Il ragazzo castano stava fissando Jongwoon dalle scale del corridoio mentre questi tirava fuori il suo biglietto. Vide lo sguardo confuso prima, e poi il suo sorriso smagliante. Qualcosa dentro Kyuhyun si mosse, ma lui non sapeva cosa fosse e prima che potesse dargli una spiegazione, delle labbra si erano posate sulle sue.
- Ora possiamo andare. L'aula di scienze è libera.- mormorò la ragazza di Kyuhyun.


- Yesung, stasera suonate al solito orario?- domandò Ryeowook voltandosi verso il ragazzo moro seduto alla sua sinistra.
- Certo. Perché?- rispose l'altro.
- Uhm.. Ecco.. Ti va di trovarci qualche ora prima?- domandò il ragazzo più basso mentre le guance si tingevano di rosa.
- Kim Ryeowook, mi stai invitando ad uscire?- ribatté l'altro sorridendo sornione.
Ryeowook non rispose; si limitò ad assentire con la testa. Jongwoon, al quale piacevano tantissimo le cose tenere e coccolose, dovette fare uno sforzo immenso per non stringere in un abbraccio stritola-ossa al suo amico.


- Hyunn~ie, dove vai?- si lamentò la bionda vedendo Kyuhyun sistemarsi i vestiti e pronto ad uscire dall'aula di scienze.
- Ci vediamo.- disse lui senza voltarsi a guardarla un'ultima volta mentre apriva la porta ed usciva.
Mancavano dieci minuti alle tre e Kyuhyun, prima che arrivasse il ragazzo moro nell'aula di arte, voleva sistemare i suoi strumenti e posizionare la sedia nel miglior punto della stanza, di modo che qualunque angolazione del ragazzo sarebbe stata messa in risalto da un gioco di luce e ombra. Luce e ombra perché, secondo Kyuhyun, erano ciò che rappresentava bene lui e il moro. Erano due opposti, e Kyuhyun l'aveva capito dal primo momento in cui l'aveva visto. Il ragazzo castano, però, attribuiva il gioco di luci, che aveva visto dietro l'altro ragazzo quando era entrato nell'aula per la prima volta, ad un'allucinazione causata dal dormire poco.


“Bene, siamo qui. Vedrò per la prima volta il mio artista preferito!”, pensò Jongwoon fermandosi davanti alla porta dell'aula. Quando aveva detto ai suoi amici che avrebbe voluto posare per l'artista, i suoi amici, non fidandosi del biglietto e temendo che fosse tutto uno scherzo, lo avevano pregato di farsi accompagnare da uno di loro. Ryeowook era quello che aveva insistito maggiormente, perché aveva il terrore che quell’appuntamento fosse per altri scopi.
Era già successo in passato che qualcuno invitasse Jongwoon da qualche parte, lui da solo. Che fosse uomo e donna, finiva sempre per far piangere e tremare Jongwoon. Per cui la sua paura era più che giustificata. Per questo aveva tirato un sospiro di sollievo quando uno dei loro amici - un ragazzo grosso che faceva paura anche se in realtà era tenerissimo - si era offerto per accompagnare Jongwoon.
- Apro la porta?- domandò l'amico a Jongwoon, guardandolo di sottecchi.
- Eh? Ah, certo. Fai pure Kangin.-
Kangin non se lo fece ripetere due volte; prese la maniglia e la girò, pronto a studiare la stanza e la persona che aveva dato appuntamento a Jongwoon lì. L'ultima persona che Jongwoon e Kangin si aspettavano di vedere, era quella che li stava fissando da davanti alla finestra.
I raggi del sole che entravano dalla finestra alle spalle di Kyuhyun giocavano con i capelli del ragazzo, rendendoli quasi biondi. La sua espressione era impassibile e fissa su Jongwoon e a Kangin passò per la testa l'idea che lì era di troppo e che era meglio se li lasciava soli. Inoltre, Kangin non sapeva come mai ma si sentiva in soggezione di fronte a quel ragazzo, in quel momento. A Kangin, Kyuhyun non aveva mai fatto né caldo né freddo; l'importante era che stesse lontano dalla sua piccola cerchia di amici. In quella stanza, però, con Kyuhyun distaccato e le braccia conserte, non se la sentiva di contraddirlo né di andare contro di lui.
Jongwoon, dal canto suo, era rimasto paralizzato di fronte a quella visione. Nonostante Kyuhyun lo inquietasse, in quel momento Jongwoon lo vedeva pacifico, simpatico… un angelo. E ciò che lo sorprese di più, fu il fatto che era sicuro di aver visto l'angolo destro della sua bocca sollevarsi, quasi impercettibilmente, come a voler trattenersi dal sorridere. Jongwoon era rimasto a bocca aperta e non pensò subito che quel ragazzo, che Kyuhyun, fosse l'artista che disegnava quadri che gli suscitavano emozioni profonde con solo uno sguardo superficiale.

Kyuhyun, quando la porta era stata aperta, non si aspettava di certo di vedere il ragazzo moro accompagnato da qualcuno. Perché mai avrebbero dovuto accompagnare il ragazzo? Poi gli venne in mente che, probabilmente, o lui o i suoi amici avevano paura di lui, dell'artista, e di quello che avrebbe potuto fare al loro amico. L'angolo della sua bocca si sollevò e non seppe spiegarsi l'emozione che provò quando vide che il ragazzo moro lo stava fissando a bocca aperta, come in trance.
Quando il silenzio e lo scambio di sguardi si protraevano da qualche minuto, Kyuhyun si schiarì la voce e, senza fissare nessuno dei due ragazzi in particolare, aprì la bocca per parlare.
- Sono Kyuhyun.-
Il ragazzo moro spalancò gli occhi ancor di più se possibile. - Io.. Io s-ss-sono Jongwoon.-

   
 
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