Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Nyctophvlia    08/02/2016    2 recensioni
“Lei era come una Incantevole Regina di Cuori, così ammaliante, seducente.
Scie di uomini, pronti a soddisfare ogni suo stupido capriccio,
Burattini eran stati manipolati al completo servizio, in cambio del desiderato affetto.
Affascinati eran tutti, da le sue tante facce, Lei, che modella il Suo di gioco e, con l’immagine che ella tanto ambiva mostrar al mondo, si diverte,
Oh, quanto si diverte, sfruttando le pover menti ingenue.
Ma, anch’ella, dall’essenza manipolatrice, racchiudeva, dentro di sé, un’anima fragile, lacerata, distrutta.
Promisi, a me stesso e a Dio, quella notte d’Agosto, ammirando il cielo stellato, che Io sarei stato il rimedio ai suoi Mali.”
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiesi, con l’ingenuità di un bimbo, cosa stesse elaborando, su quel piccino quadernetto storpiato, adornato, nel mezzo delle pagine ingiallite, da delicate margherite, che ella stessa adorava raccogliere nelle distese verdi.

Boccoli ramati le incorniciavano il viso scarno, raffinato, dipinto da lentiggini sparse sulle guance.

“Credo siano poesie” enunciò infine con la sua voce fine, dopo aver riflettuto un po’.

Continuando ad ondeggiare la penna sul foglio, mosso dal leggero venticello, osservai.

Ogni mossa della Regina dei Cuori, colei tanto ambita, scrutavo.

Percepivo, la sua di tranquillità, ed il mio cuore, che incessantemente non smetteva di battere.

Spostò una ciocca dei suoi lunghi boccoli dietro l’orecchio, senza mai smetter un momento di scrivere, assorta nel suo tetro Mondo, ove ella vacillava la maggior parte del Tempo.

Incuriosito, sbirciai con la coda dell’occhio destro cosa stesse plasmando su quelle poche righe.

“Desideri chiedermi qualcosa in particolare, Michael?” Domandò sospirando, richiudendo con attenzione il diario.

Spiazzato, maledissi di aver bruciato una fresca occasione.

“Nulla in particolare..avrei voluto scambiare due chiacchiere” Risposi, sprofondando nella morsa dell’imbarazzo.

“Tutta orecchi” sentenziò impassibile, posando i suoi occhi da cerbiatto sui miei.

Contemplai la sua pelle color caramello, il candido profumo di rose inebriava i sensi, ma, non sarei mai precipitato nel suo Gioco.

Tentennai a vuoto, ed ella giocò la Sua di carta.

“Speravi di venir a conoscenza del tipo di rapporto che ho con tuo fratello Jermaine?” sentenziò, con un pizzico di leggera ironia.

Sconfitto, annuì.

“Rapporto di convenienza”

Si lasciò trasportare da una amara risata, ed io, esterrefatto e confuso, rimasi in silenzio.

Riflettei.

Il senso di intraprendere una relazione con una persona per la quale non si è mai provato un affetto fondato, proprio non lo concepivo. Con quale pudore, le persone si abbassavano a tal livello? Perché prendersi gioco dei sentimenti umani? Con quale fine? La falsità non regnerà mai sovrana, possibile che il suo freddo Cuore era eclissato da tale Male? Quell’affermazione, così distante dai miei casti ideali e sani principi, mi turbò, ma lasciai correre per quieto vivere, ed anche per la mia indole pacifica.

“Il pranzo è pronto!” esclamò mia madre, da uno dei balconcini in legno che davano sulla rigogliosa prateria della mia Residenza.

Da pochi mesi, avevo acquistato una magnifica tenuta in California, nella contea di Santa Barbara, le diedi il nome di Neverland, come L’isola che non c’è di Peter Pan.

Era la prima volta che ospitavo la mia famiglia nell’Isola che non c’è, in quel che veneravo come il mio spensierato Mondo, il bocciolo della mia Infanzia mai ritrovata, e quel pranzetto con i fiocchi preparato accuratamente dalle mansuete mani di mia madre, era una benedizione ed un augurio per questa nuova, splendida avventura.

Tra un mese esatto avrei dovuto intraprendere il mio colossale ed inedito Bad World Tour.

L’eccitazione estasiava ogni centimetro del mio corpo, il Cuore e la mia Anima risiedevano di già nei planetari Stadi di tutto il Mondo, ove, legioni dei mie fedeli compagni di viaggio, godevano, ammirando l’Arte che io, Michael Jackson, avevo loro da offrire in Dono, ed era ciò che mi rendeva più Felice.

Con le Donne? Che dire, non era molto esperto.

Alludevo in un Amore un po’ diverso dai soliti canoni.

Ardevo fortemente, dentro di me, un Amore fanciullesco, puro, come nelle Favole, che, a ciascun tramonto, prima di chiuder occhio, recitavo, appagando la mia Immaginazione in continuo processo creativo.

Anche io, come La Regina dei Cuori, avevo Donne che pendevano dalle mie labbra, ma, mai nella mia Vita, ho azzardato giocar con i loro sentimenti.

Ricercavo nel Gentil Sesso La Modestia, L’Onestà e L’Integrità.

Sempre ero stato attratto da fanciulle che, in qualche modo, mi riconducessero alla figura materna di mia Madre, il Perno principale della mia intera Vita, senza ella si romperebbe un divino equilibrio, nel quale io stesso avevo incentrato il Mio Spirito.

La Bellezza, talvolta, era di secondo piano.

Mi infatuavo spesso di giovani ragazze, forti ed indipendenti, non trovavo piacere nel trascorrere del tempo con persone timide ed introverse, come me, non avrei fatto altro che rifugiarmi ancor di più nel mio Mondo, perdendo definitivamente contatti con la reale realtà.

Malika, però, era ben diversa.

Non rappresentava certo una calda figura materna, anzi.

Gelida come la Neve, con la sua indole diffidente, una Dominatrice, dai modi e comportamenti raffinati, celati da una nube di mistero e irresistibile fascino.

Da quel che mi aveva riferito Jermaine, nelle pochissime occasione nella quale spiccava fuori l’argomento “Malika”, ella era molto ambiziosa.

Poneva di continuo obbiettivi ai limiti delle sue capacità, andando in contro agli ostacoli con coraggio, una perfezionista.

Tutte carte in regola per distinguersi e sopraelevarsi rispetto agli altri.

Mi intrigava, e non poco.

Una scintilla in Lei mi esortava a conoscere a fondo il suo Essere.

Sarò la tua luce nel buio.

   
 
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