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Autore: luna moontzuzu    08/02/2016    3 recensioni
Marceline era sicura che il rosa fosse un colore da sfigate.
Solo una melassa zuccherosa da carie sui denti di cui si ricoprivano le barbie, il tessuto sbralluccicoso dei vestiti da principessa che indossavano le bambine a carnevale, un atmosfera festosa di compleanni che aveva sempre visto solo nelle vetrine, nelle vecchie pubblicità di cui erano costellate le città ora scomparse.
Un colore che le ricordava troppo ciò che non aveva avuto, rimpiazzato da tinte di grigio, fumo, incubi che ancora la perseguitavano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Gommarosa, Marceline
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marceline era sicura che il rosa fosse un colore da sfigate. Solo una melassa zuccherosa da carie sui denti di cui si ricoprivano le barbie, il tessuto sbralluccicoso dei vestiti da principessa che indossavano le bambine a carnevale, un atmosfera festosa di compleanni che aveva sempre visto solo nelle vetrine, nelle vecchie pubblicità di cui erano costellate le città ora scomparse. Un colore che le ricordava troppo ciò che non aveva avuto, rimpiazzato da tinte di grigio, fumo, incubi che ancora la perseguitavano.
Forse era per questo che il rosso, quel bel sangue che lei non aveva nemmeno più, quel suo nutrimento tanto vitale, credeva la rappresentasse meglio.
Il rosso erano i sentimenti, la vita e la morte; il rosso era il suo basso, il suo morso, la sua maglietta; il rosso erano gli occhi del padre e il suo regno natale, il sangue che ancora doveva scorrere nelle battaglie, il suo passato e il suo futuro. Il rosa era solo una tonalità sbiadita di questo, una brutta copia, un vano tentativo di abbassare un colore perfetto ad un gioco per bambine.
 Ma quando i suoi occhi si posarono per la prima volta su quei capelli di pura chewingum, semplice big babol, morbidi e appiccicosi, tanto da volerci immergere le dita e farcele rimanere invischiate, il rosa acquisì lucentezza, valore, e forse divenne un po’ meno inutile. Perché solo stringendo quella mano morbida poteva credere di essere in pace e calmare quel rosso opprimente, perché solo mordendo fino a consumare quel delicato collo elastico, profumato di fragola, le poteva sembrare, finalmente, di aver trovato una casa. Il rosa non era più una sbiaditura del rosso. Era sua sorella, sua amante, complementare e simile. Sorprendente in tutte le tonalità che poteva raggiungere, fino a tinte troppo simili e facilmente confondibili e miscelabili con i suoi rossi.
E Marceline decise che da quel momento in poi forse il rosa sarebbe potuto diventare il suo colore preferito.
Ovviamente solo se accompagnato dal rosso.
 
 
Angolo autrice
Ok, non so nemmeno io esattamente come definire questa “cosa” . È un semplice sclero di mezzanotte, scritto per mancanza di sonno, ma che non so perché mi piace e ho deciso di pubblicare. Spero vi piaccia >.<
  
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