Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |       
Autore: ArwenDurin    09/02/2016    2 recensioni
Johnlock e non triste come parrebbe :D
"Erano le ultime ore che il consulente investigativo l'avrebbe avuto vicino, pochi attimi e John Watson avrebbe sposato Mary e felice avrebbe vissuto con lei. L'ultimo walzer prima dell'addio e John non voleva staccarsi da lui, uno strano groviglio prendeva il suo stomaco al pensiero di doverlo fare. Una sorta di tristezza che lo avvolgeva con una forte pressione, impedendogli quasi di respirare (..)Ma quello non era il momento per trovare spiegazioni, cosa alquanto rara da lui, ma così fu, poiché quello era un momento per provare.. e lui voleva sentire"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccola cosa: ci tengo a precisare il racconto è nato da questa gif (   http://deduce-my-heart.tumblr.com/post/125562754726/green-eyedghost-so-this-sort-of-happened )                                                                         immagino molti di voi avranno scritto del walzer, ma appena ho visto l'immagine mi è partita l'ispirazione :P

The intensity

Della tenue luce filtrava dalle tende chiuse e una malinconica melodia di violino, si estendeva nel 221 di Baker street, accompagnando il consulente investigativo e il dottore in un walzer. La mani destre a contatto, mentre la sinistra di Sherlock a stringere la vita di John, e quella di quest'ultimo sulla spalla del detective. Sherlock gli stava insegnando i passi di danza che avrebbe dovuto condurre ben presto, sotto una sua cadenza di "uno, due tre e giravolta"
Erano le ultime ore che il consulente investigativo l'avrebbe avuto vicino, pochi attimi e John Watson avrebbe sposato Mary e felice avrebbe vissuto con lei. L'ultimo walzer prima dell'addio, e per quanto facesse male, Sherlock fece di tutto perché quel matrimonio fosse perfetto: imparando a piegare i tovaglioli a forma di cigno, minacciando un ex di Mary perché gli stesse lontano, e prendendo vari libri per fare un discorso perfetto in quanto testimone di nozze. Poi  composto quel walzer.. ma non era tempo per sentimentalismi, lui doveva lasciarlo andare.
Ben presto John imparò i passi della danza, e fu lui così a condurre, cosicché Sherlock ora era stretto dal dottore. Poté godersi  il suo odore maschile, osservando minuziosamente il viso dell'uomo; assorbì ogni dettaglio, come fuoco impresso nella sua memoria, e guardò i suoi occhi blu come la notte, imprimendoli nei suoi. Lo sguardo di John però, poco si incontrava con il suo, poiché vagava per la stanza un po' inquieto e estasiato, come se ballare insieme a Sherlock fosse una cosa ansiosa ma al contempo bellissima.
John per quanto avesse oramai ben imparato quei passi, non voleva staccarsi da lui, uno strano groviglio prendeva il suo stomaco al pensiero di doverlo fare. Una sorta di tristezza che lo avvolgeva con una forte pressione, impedendogli quasi di respirare. La sentiva lì allo stomaco, pressare come fosse un grosso masso dentro lui. E questo successe prima che arrivasse quel walzer; piuttosto partì da quando i preparativi del matrimonio si fecero sentire, tanto che in un primo momento John lo collegò all'ansia dovuta alle imminenti nozze.
Ma poi capì che c'era dell'altro, e in quell'istante si chiese: perché lì a mano stretta con Sherlock, si sentiva così? Come se quello fosse il suo posto, completamente, tant'è che non voleva staccarsi da lui?
Questo lo agitò, eppure continuò a ballare con Sherlock ancora e ancora, senza lasciarlo andare. Improvvisamente una forza misteriosa fece sì che John appoggiasse il suo viso nell'incavo del collo di Sherlock, non riuscì a trattenersi né a pensare cosa stesse facendo. Lo fece e basta, e sentì il consulente investigativo sospirare a quel contatto. Persino quando la musica terminò, i due rimasero incollati come se nessuna forza potesse dividerli.. fu una sensazione che in quel momento, aleggiava nella stanza e fece sì che i loro occhi si incontrassero.
Sherlock lottò in tutti i modi per staccare lo sguardo da quello così intenso e dolce di John, ma non ci riuscì. Rimase con gli occhi incollati nei suoi, mentre ogni cellula del suo corpo pareva impazzita; un "qualcosa" aveva preso il dominio, e non riuscì a controllarlo. E John perdendosi in quegli occhi dal colore del cielo d'estate e del profondo del mare, annebbiò i suoi pensieri e focalizzò solamente lui: Sherlock, coi suoi oceani e i suoi cieli che riempivano quelle pupille. Erano così diversi quegli occhi in quel momento, così privi di barriere, che riusciva persino a leggerci qualcosa.. un qualcosa che non vedeva mai in quell'azzurro impenetrabile, poiché di solito dominati da calcolo e freddezza.
Ma non in quel momento.
Fu naturale così che i loro visi si avvicinarono, lentamente, godendosi quello che stava per accadere. Il cuore di Watson pareva uscire dal petto da quanto batteva forte, e il respiro sembrava gli fosse stato succhiato via. I loro nasi si toccarono e i loro occhi si chiusero, Sherlock sentì una pressione al suo stomaco, una strana sensazione interna che non seppe identificare.
Ma quello non era il momento per trovare spiegazioni, cosa alquanto rara da lui, ma così fu, poiché quello era un momento per provare.. e lui voleva sentire.
E quando le loro labbra si unirono in un dolce bacio, fu come ritrovarsi dopo tanto tempo, l'unione di un qualcosa che era già unito e perfetto, e che li portò a stringersi stretti e a non volersi più lasciare andare. Quel bacio e le loro mani strette in un appassionato abbraccio, li portò in alto: in un luogo solo per loro due, un paradiso di colori e emozioni nato per quelle due anime.
Fu Sherlock ad un certo punto a staccarsi, con un'emozione che gli strinse le viscere. Osservò gli occhi di John che ora brillavano di una luce accecante e attraente, ma allo stesso tempo un tremolio di colpa brillava in essi. Cosa che fece sì che la ragione del detective tornasse a regnare e lo incolpò di quel bacio appena successo, anche se dentro di se non era pentito di tutto ciò. E questo lo fece arrabbiare ancora di più
" fallo per John. Lascialo andare per l'amore di Dio, staccati da lui. Adesso "
<< Sherlock io.. >> quel tono tremante del dottore, lo interruppe prima che Sherlock potesse agire, confermando quello che per entrambi era uno sbaglio.
<< Lo so >> gli rispose l'altro, non riuscendo però a staccarsi dall'abbraccio, ma allentando un poco la presa. John si rese conto in quel momento di cosa avesse fatto, ma non si sentiva pentito, e questo lo fece arrabbiare con se stesso, dandosi della persona senza morale. Eppure quando Sherlock tentò di staccarsi da lui, John lo tenne stretto, fu una reazione quasi involontaria guidata dal suo essere << John >> aveva usato un tono freddo e distaccato, che colpì il cuore di John come un pizzico, ma non lo lasciò andare.
Lo guardò e gli occhi dell'amico gli comunicarono che per quanto il suo tono fosse freddo, così come il fatto stesse immobile non ricambiando quell'abbraccio, capì che era come se si stesse trattenendo. Probabilmente lo stava facendo per lui e questo commosse il cuore del medico
" il famoso Sherlock Holmes che fa qualcosa per qualcuno? " lo sorprese, ma in realtà ben sapeva come quest'ultimo tenesse a lui.
Holmes nel frattempo, rimase basito da quel gesto, come paralizzato tra le braccia di John, pensando che questo non andava bene, e che doveva staccarsi subito da lui.
Ma invece lo strinse ancora più forte.
<< John bast. .>>  tentò di farlo smettere con quel richiamo, ma non riuscì a proseguire perché John lo strinse ancora di più togliendogli il respiro ma anche perchè.. lui non voleva che si fermasse
<< Oh sta zitto Sherlock >> e lui obbedì a quella supplica, e stette lì tra le sue braccia, fermo, mentre la mente vagava.
Era strano da parte del detective tutto questo, visto che lui odiava il contatto con le persone, con il perenne fastidio di essere contaminato..ma con John era diverso. Era tutto così piacevole e caldo, che lo portò a seguire quello che sentiva, poiché in fondo Sherlock non voleva trattenersi, per l'amor di Dio no! Cosicché poco dopo, ricambiò quell'abbraccio.
I battiti dei loro cuori all'unisono furono un ritmo bellissimo per John, e riuscirono a tranquillizzarlo, per un istante. Realizzò molto bene quanto Sherlock fosse importante per lui e viceversa, e avvertì il desiderio di baciarlo ancora e ancora. Finché l'aria attorno a loro non fosse stata di nuovo illuminata, da quel sentimento che aveva provato tra le sua braccia.
Avrebbe dovuto sentirsi in colpa in quel momento e provare quella gioia per il giorno delle nozze, e non tra le braccia di Sherlock Holmes: avrebbe dovuto seguire il buon senso.
John aveva sempre seguito ciò che era giusto, e ciò che riteneva dei "doveri" da compiere nella vita di un uomo: sposarsi, creare una famiglia..  ma in quel momento realizzò che quello che doveva fare non coincideva con quello che voleva fare. Lui non era pronto a lasciare quell'appartamento dove si era sentito vivo per davvero, e per quanto una volta sposato, avrebbe continuato a risolvere casi con Sherlock Holmes, John sapeva non sarebbe più stato lo stesso. Un tormento avvolse il suo cuore a pensare che non si sarebbe più svegliato trovandolo lì, sul divano assorto nel suo mind palace. Oppure guardarlo girare come un leone in gabbia per l'appartamento, quando non vi era un caso nuovo all'orizzonte, anche se magari la mattina presto, ne aveva risolto uno. I suoi sguardi, i suoi silenzi, i suoi scatti esaltati per un caso concluso o eccitante, quelli nervosi quando era in astinenza da sigarette. I suoi capelli scompigliati la mattina e persino i suoi esperimenti nella cucina, quando intento a osservare qualche composto chimico nel suo microscopio, non si muoveva per nulla se non per un caso. Tant'è che toccava a John fare la spesa, o prendere il tanto odiato latte che più volte li avevano portati a discussioni.
Questo gli sarebbe mancato e tutto questo non lo avrebbe più visto, se ne rese improvvisamente conto e lì tra le braccia di Sherlok, delle lacrime pizzicarono i suoi occhi. Cercò di mascherare quanto meglio poteva quell'assurdo pianto, e il soldato dentro di lui prese il controllo. Lui aveva dei doveri verso Mary, aveva promesso di sposarla, e così avrebbe fatto, oramai la decisione era presa e per quanto dolorosa, doveva farlo. Perché lui non poteva " giocare " così con i sentimenti delle due persone a cui più teneva, e tantomeno con Sherlock
E come se lui sentisse i suoi pensieri, improvvisamente lo lasciò, e John alzò lo sguardo nel suo. Sherlock si incantò in quello sguardo, Dio, quegli occhi.. erano più accesi, umidi di tristezza che qualcosa nello stomaco del consulente investigativo si mosse, fortemente
E John si sentì vuoto appena le braccia di Sherlock lo lasciarono, ma sapeva era la cosa giusta da fare. Tornarono sulla terra e via dal tanto adorato luogo nel quale si erano rifugiati, così lontani dal mondo. 
<< Il walzer è concluso.. dovrei anda..>> si bloccò un istante, chiudendo gli occhi e non riuscì a continuare più << Grazie >> però aggiunse in un sussurro forzato, non riflettendo molto su quell'esclamazione.
Ma vi era molto di più sotto quelle semplici parole, e confidò che Sherlock lo capisse.
" è concluso, non può andare avanti.. grazie di tutto questo, ma davvero non posso " per esempio
Sherlock lo capì ma non rispose, John non avrebbe abbandonato la sua futura moglie per stare con lui, e non avrebbe rotto la promessa fatta a Mary. E questo faceva male più di quanto si aspettasse, e si sentì debole e sciocco, ma non poteva negare quello che stava provando. Con Mary poteva avere una tranquillità e una stabilità, che con lui non avrebbe mai avuto.
<< Arrivederci John, segui quello che devi fare >> un saluto calcolato senza il minimo tremore, riuscì perfino a mostrare un piccolo sorriso, per quanto dentro di se vi era un fiume in piena di dolore. John lo guardò dritto negli occhi, mentre sentiva una ferita al cuore come se sanguinasse copiosamente e, come un colpo di pistola, più profondo della ferita nella spalla, capì di non amare Mary come credeva.
 << Ciao Sherlock >> e con questo uscì dall'appartamento senza rivolgergli un secondo sguardo o frase: uscì e basta.


Angolo autrice: ciao a tutti :D doveva essere uno one shot inizialmente, ma poi mi sono fatta "prendere la mano" :P e come detto su questo racconto nasce da una gif e dalla dichiarazione dei Moffiss di aver tagliato questa scena importante! Molte di noi ci siamo chieste: come è andata? Cosa è davvero successo? Così ecco qui la mia versione :P 
E' la prima Johnlock che pubblico e prego sia di vostro gradimento. Ho cercato di analizzare nel profondo, le sensazioni che entrambi in quel momento potrebbero aver provato.
Adoro questo telefilm e già dalla prima puntata mi prese a dismisura :P e supporto con gran cuore la Johnlock! Penso quello che c'è tra loro sia così puro e meraviglioso che desideravo rendergli onore con una fanfiction :D
Detto questo, fatemi sapere che ne pensate, lo so è un po' romantica ma quando si parla di loro tendo a tuffarmi in un mare di cuoricini e feels ahah, aggiungo che se ci fosse qualche Sherlockian o Johnlockiana che volesse scambiare due parole, pareri, emozioni, scleri :P io ci sono, contattatemi pure anzi ne sarei più che lieta ^_^
A presto con il prossimo capitolo!
 


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: ArwenDurin