Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    12/02/2016    2 recensioni
Questa è una fanfiction ispirata a Christmas Carol in cui Elsa riceva la visita degli spiriti del Natale passato, presente e futuro. Lei non è avara o cattiva ma solo un po’ confusa per ciò che le riserverà il futuro e gli spiriti la aiuteranno a capire cosa fare.
I personaggi non appartengono a me, tranne un paio, ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La magica sovrana si ammorbidì osservando lei e sua sorella da bambine.
I loro genitori le abbracciarono entrambe, dissero: “Buon Natale” e poi le principessine corsero ad aprire i regali.
Anna ricevette un peluche a forma di gattino e tanti altri regali mentre Elsa prese nelle sue piccole mani un vestitino blu.
Andò alla finestra per osservare il suo riflesso e si compiacque per come le sarebbe stato l’abitino.
La sua attenzione tuttavia fu catturata da un ragazzino dai capelli marroni che si trovava nella piazza sottostante e che stava sfuggendo a sua madre fintamente arrabbiata.
Il ragazzino si accorse di lei e la salutò ricominciando poi a correre, la piccola Elsa ricambiò.
-Mi ero dimenticata di quel bambino. -affermò la magica sovrana che era giunta alla finestra affiancando la piccola se stessa.
-Io lo conosco. –ammise Dentolina con un sorrisetto.
Elsa si voltò nuovamente verso la sua famiglia e osservò come fossero felici prima.
-Mi mancano i miei genitori, ma non credo sia per questo che mi sento in modo strano. –affermò lei rivolgendosi alla fata.
-Beh allora dovremmo andare più avanti. –decretò Dentolina prendendo nuovamente il contenitore con i ricordi.
Elsa sospirò e annuì.
Sapeva già che nei Natali futuri i suoi genitori non ci sarebbero stati e diede loro un’ultima occhiata prima che la scena cambiasse nuovamente.
Ora si trovavano nella sua camera e a far loro compagnia vi era una piccola Elsa triste e affranta.
-Oh mi ricordo di questo periodo. –ammise la bionda.
Dentolina voleva chiederle cosa sarebbe successo ma la giovane Elsa si alzò dal suo letto e cominciò a scartare i regali che si trovavano sul pavimento.
Quello era il suo primo Natale senza Anna da quando l’aveva colpita con i poteri.
La fatina accanto alla sovrana osservò come la luce negli occhi della bambina fosse flebile.
-I regali erano belli ma non avevo nessuno con cui scartarli o con cui giocarci. –ammise Elsa.
-Qui mi mancava mia sorella. –disse più a se stessa che alla fata.
Dentolina la condusse fuori dalla stanza e insieme scesero nel salone adorno di decorazioni.
Una piccola Anna stava scartando i suoi regali e abbracciava tutti, domestici e genitori.
Elsa provò di nuovo quel sentimento di tristezza e rabbia a cui ancora non sapeva dare un nome.
-Madre, padre posso andare da Elsa a farle vedere i miei regali? –chiese la piccola principessa.
Il re e la regina dissero di no e lei diventò triste.
La magica sovrana fu toccata dal comportamento di sua sorella. Sapeva che aveva sempre tentato di riallacciare il loro legame ma non pensava che, anche avendo tutto quello che si potesse desiderare, si sentiva lo stesso sola.
Un po’ come si sentiva lei in questi ultimi giorni.
Dentolina a quel punto passò ad un altro ricordo.
Questa volta si trattava di un Natale recente in cui Elsa doveva avere quindici o sedici anni.
I suoi capelli erano raccolti nell’acconciatura che sua madre amava e indossava un vestito viola.
La quindicenne stava leggendo un libro e ad un certo punto si fermò.
Si alzò dalla scrivania e osservò qualcosa fuori dalla finestra sorridendo tristemente.
La Elsa del presente ricordava bene che quel giorno stava leggendo un libro d’amore e poi si era alzata per osservare, giù nel villaggio, le coppie felici e innamorate che si regalavano baci sotto il vischio.
Quasi si vergognò per le sue azioni ma infin dei conti era una ragazza e anche lei sognava il principe azzurro.
Più precisamente aveva sempre pensato di avere al suo fianco un ragazzo con gli occhi e i capelli marroni come l’autunno ma se avesse avuto i capelli chiari e gli occhi azzurri le sarebbe piaciuto ugualmente.
Un’ondata di disagio si impossessò di lei quando realizzò che forse non avrebbe mai potuto avere l’amore romantico.
Forse era proprio questo quello che le mancava…
-Vostra altezza credo sia ora di andare. –disse Dentolina.
-Così presto? –domandò Elsa sorpresa.
-Beh l’uomo nella luna dice di sì. –affermò la fata indicando la luna.
La bionda fece in tempo ad osservarla fugacemente prima che tutto ritornasse normale.
-È stato un piacere conoscerti Elsa, te e i tuoi ricordi. –ammise Dentolina prima di stringerle la mano e volare fuori dalla finestra.
-E lava sempre i tuoi splendidi denti! –le gridò da lontano.
La sovrana si avvicinò alla finestra e sorrise, che tipa strana che era la fatina del dentino.
Scuotendo la testa divertita la bionda si rimise sotto le coperte e si addormentò.

Dopo qualche ora Elsa si svegliò con la gola secca e decise di andare nelle cucine a prendere da bere.
Scostò le coperte, scese dal letto, aprì la porta e percorse le scale fino ad arrivare nel salone, ma proprio quando stava per oltrepassarlo un rumore la mise in allerta.
Dal camino cominciò a scendere qualcosa di grosso e quando questo uscì Elsa si avvicinò. Che fosse…
-Ah eccomi qua. –disse l’omone con un accento russo.
-Oh biscotti! –dichiarò scoprendoli su un piattino e prendendone alcuni.
Ci mise un po’ per accorgersi della sovrana in vestaglia.
-Tu devi essere Elsa, uomo nella luna detto te di me? –chiese l’omone mangiando un altro biscotto e cominciando a depositare i regali sotto l’albero.
-No, voi chi siete? –domandò Elsa.
-Non vedi? Io sono Babbo Natale ma tu puoi chiamare me Nord. –ammise lui.
-D’accordo…sei qui per farmi vedere il Natale presente? –domandò lei cercando una conferma a quello che aveva detto.
L’omone annuì bevendo il latte e rimettendosi il sacco in spalla.
-Il presente però mia cara puoi vederlo da sola. –le ricordò.
Elsa non capì.
Babbo Natale le fece cenno di tacere e di seguirla.
Entrambi si incamminarono per i corridoi e arrivarono nel salotto in cui Anna aveva quasi rischiato di morire congelata.
Nord aprì un po’ la porta invitando Elsa a sbirciare.
Lei trovò quel modo di fare deplorevole ma incuriosita lo fece.
Nel salotto c’erano Anna e Kristoff che stavano parlando seduti sul divano dando le spalle alla porta.
Evidentemente volevano aspettare svegli l’arrivo di Babbo Natale per essere i primi a festeggiare e, per non rovinarsi la sorpresa, dal salone erano andati in salotto.
Elsa si allontanò velocemente dalla porta.
-Non posso spiare mia sorella nei suoi momenti con Kristoff. –ammise lei severamente.
-Non è bello, vero. Ma neanche se parlano di te? –chiese l’omone.
La sovrana rimase perplessa ma poi lentamente tornò a guardare attraverso lo spiraglio della porta sua sorella.
-Che cos’hai Anna? –le domandò Kristoff.
Lei sopirò accoccolandosi di più a lui.
-Elsa è meno allegra ultimamente l’hai notato? –chiese lei a sua volta.
Il fidanzato annuì.
-Forse il Natale le ricorda i nostri genitori, o gli anni della nostra lontananza o forse-
-O forse è un po’ invidiosa…-ipotizzò Kristoff non con cattiveria ma con dolcezza.
Anna, ed Elsa, lo guardarono sbigottite.
-Non nel senso cattivo ma…- lui si grattò la testa cercando un esempio da fare.
-Ecco, tu mi hai detto che ti piacerebbe possedere i poteri di Elsa giusto? –chiese lui.
La principessa per la sorpresa di Elsa annuì.
-Beh questo vuol dire che un po’ la invidi. –le fece notare.
-Sì, beh quando ho visto tutto quello che era in grado di fare avrei voluto saperlo fare anch’io. Mi sarebbe piaciuto avere i capelli come i suoi e adoro i vestiti riesce a creare, e come le stanno bene! –affermò Anna con ammirazione.
La magica sovrana da dietro la porta fu contenta nel sapere che sua sorella la apprezzava e che voleva essere come lei. Si sentì davvero fortunata.
  
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