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Autore: rowiel    12/02/2016    1 recensioni
Cosa sareste disposte a fare per incontrare l'uomo dei vostri sogni? Ma soprattutto quale cifra sareste disposte a spendere per trovarlo?
In fondo anche l'amore ha il suo prezzo e se non potete permettervelo, potete sempre prenderlo in affitto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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sab13 feb
SABATO 13 FEBBRAIO

«Basta! Io ci rinuncio!»
Entro sbattendo la porta cercando di reprimere il bisogno di uccidere qualcuno. Scaravento la borsa sulla poltrona e mi libero delle scomodissime scarpe con una mossa degna di Karate Kid.
È davvero ridicolo! Ed io che continuo a provarci! Ma si può sapere che ho fatto di male? Perché il buon Dio quando mi ha progettata ha incorporato un radar attira idioti? Perché non è possibile che se c'è un coglione nel raggio di venti chilometri prima o poi io finisca per uscirci insieme!
L'ultimo di un lungo, lunghissimo elenco è Dave. Il feticista.
All'apparenza simpatico e di bell'aspetto, anche lui si è rivelato un idiota di prima categoria, uno di quelli che mi fa pentire di essere nata donna.
Afferro il telefono senza pensare e schiaccio con troppa foga i numeri. Se non mi sfogo subito potrei esplodere.
«Pron...»
«Io ho chiuso. Basta. È finita!», sbotto.
«Cinquantatre minuti. È un nuovo record.», sghignazza Julie senza un minimo di pietà.
Mi lascio cadere a peso morto sul divano stremata. «Non mettertici anche tu, che non è aria!»
Non ho bisogno di vederla per sapere che Julie sta ridendo. Non ho bisogno nemmeno di sentirla. Siamo amiche da troppo tempo, certe cose ormai le so e basta.
«Dai raccontami tutto. Che tipo è? Mammone? Maschilista? Gay?»
Odio il fatto che Julie veda il dramma esistenziale del mio essere trentenne e involontariamente single come una divertente soap opera.
«Peggio. Molto peggio.», confesso in tono grave.
«Dai non fare la solita esagerata. A vederlo non sembrava tanto male.»
Alzo gli occhi al cielo ripensando alla serata.« A vederli non sembrano mai tanto male. Peccato che poi debbano anche parlare!»
Perfino alle mie orecchie suono acida come uno yogurt scaduto da un mese, ma non è colpa mia. Dopo quello che ho dovuto sopportare è il minimo.
«Ti prego raccontami.» riesce a dirmi Julie trattenendo a fatica le risate, «E non risparmiare i dettagli.»
«Cosa vuoi che ti dica? Dave è un coglione. Punto.»
«Siete stati fuori quanto? Al massimo mezz'ora. Che può aver fatto? Di che avete parlato? Su racconta, non farti supplicare!», si lagna.
Per un attimo considero l'idea di riattaccare e lasciarla a bocca asciutta, così almeno saremo in due a restare insoddisfatte, ma il mio bisogno di sfogarmi prevale.
«Di che abbiamo parlato?! Tu vuoi sapere di che abbiamo parlato?! Be' noi non abbiamo parlato di niente. Di piuttosto di che ha parlato lui, perché non ha chiuso la bocca nemmeno per un minuto.»
«Forse era solo nervoso. Cercava di rompere il ghiaccio.»
«Te lo dico io cosa cercava di rompere e c'è riuscito alla grande. Lui e la sua stupida Betsy.». Solo ripensarci mi dà un nervoso...
«La sua ex?», chiede speranzosa.
«Magari! La sua macchina.»
A questo punto Julie scoppia a ridere così forte da farmi venir voglia di strozzarla a mani nude. Che cazzo ha da ridere? Ma si rende conto della tragedia umana che ho vissuto?
«E che macchina aveva?», riesce a dire non senza un enorme sforzo.
«Ma che ne so! Era un bidone a quattro ruote.»
Sì perché sembra che lo slogan della mia vita sia Oltre il danno, la beffa, ma c'è un limite a ciò che una donna può sopportare ed il mio, Dave lo ha ampiamente superato. Dopo averlo sentito pazientemente parlare per mezz'ora della sua cazzo di Betsy come se fosse la capofila della Ferrari, mi sono ritrovata davanti un incrocio tra la macchina dei Flinstone e il macinino del Ragionier Ugo Fantozzi. E non contento ha aggiunto un enfatico «Tà dà», come a volersi vantare di quel pezzo di ferro che regge l'anima coi denti.
In quel momento ho avuto così tanta voglia di girarmi a molla e tirargli un ceffone atomico che non so quale santo mi ha trattenuto.
«Oddio muoio!», si lamenta Julie senza fiato davanti alla tragedia che è la mia vita.
È sempre bello avere accanto un'amica nel momento del bisogno!
«E voleva farmici salire, il coglione!», aggiungo non senza l'ombra di un sorriso sulle labbra.
Infondo lo so che la colpa è mia perché mi ostino ad ignorare la regola d'oro: un uomo che ha più di trentanni, è attraente e single è una fregatura garantita.
Julie è senza fiato, ma nonostante questo riesce a chiedermi: «Come...hai fatto...a filartela?»
«Gli ho detto che mi è venuto il ciclo.», sbuffo in risposta.
«E sentiamo, quante volte ti è già venuto “il ciclo” questo mese?», mi domanda rimettendosi a ridere.
«Che ne so... tre o quattro credo.»
Non è colpa mia se agli uomini la parola «ciclo» fa l'effetto della kriptonite su Superman. Li vedi che indietreggiano (neanche temessero il contagio), che non sanno più dove guardare e temporeggiano. Roba che se non te ne vai alla svelta potrebbero avere un attacco di panico.
Certo, non tutti gli uomini sono così. Ce ne sono anche di peggio, perché come dicono i saggi Al peggio non c'è mai fine.
Sì perché oltre l'uomo che considera il ciclo alla stregua della peste bubbonica, dileguandosi all'istante e ripresentandosi solo a fenomeno ultimato, c'è anche l'uomo delle caverne, che alla parola ciclo capisce Facciamo sesso selvaggio e senza preservativo, convinto che non possa succedere niente.
A questi uomini a me verrebbe da ricordare che La madre degli idioti è sempre incinta (e probabilmente c'è rimasta facendo sesso durante il ciclo).
«Io ti adoro!», mi dice Julie boccheggiando come se avesse appena corso la maratona di New York.
«Io ti odio. Ma sappi che questa è l'ultima volta. La soap chiude. Basta uomini.»
«Se avessi un penny per ogni volta che te l'ho sentito dire...»
«Stavolta sono seria.»
Giuro. Game over. Tanto è inutile! Al mondo gli uomini decenti o sono sposati o sono gay.
«E che ne è del “Che sia dannata se passerò un altro San Valentino senza uno straccio d'uomo!”?»
Certo che Julie quando vuole sa essere davvero stronza. Le risposte dei compiti in classe non se le ricordava mai, ma le stronzate che dico ce l'ha incise a fuoco nella mente.
«Che c'entra. Non parlavo sul serio. Era solo per dire. E poi San Valentino è solo una trovata commerciale inventata per vendere cioccolatini e fiori.»
Sembro patetica perfino a me stessa. Comincio a prendere in considerazione l'ipotesi di fare harakiri e smettere di soffrire.
«Ah davvero? Quindi se domani incrociassi l'uomo dei tuoi sogni lo snobberesti?»
Conosco i trucchi di Julie, ormai non mi frega più con le sue chiacchiere.
«L'uomo dei sogni non esiste.», la liquido mentendo spudoratamente.
È ovvio che l'uomo dei sogni esiste, solo che il mio probabilmente si diverte a giocare a nascondino.
«Certo, con le pretese che hai. Hai letto così tanti romanzi rosa da aver perso il senso di cosa è reale.»
Quasi mi sembra di vederle lo sguardo di rimprovero con cui lo dice.
«Perché? Cosa chiedo in fondo di così esagerato? Voglio solo un uomo attraente, che sappia essere forte e deciso, ma anche attento e premuroso.»
«Sì, magari con un paio di villette qua e là e un conto in banca da capogiro.»
«Ehi!», rispondo un po' offesa, «Guarda che a me i soldi non interessano. Non sono quel tipo di donna.»
«Sicura?», mi incalza con il tono di chi la sa lunga.
Sto per risponderle per le rime quando davanti agli occhi mi compare Brain, il fantasma del San Valentino passato. Bello, divertente, sulla carta perfetto e baciava perfino da dio, ma era un disoccupato cronico e più interessato a trovare una seconda mamma che una vera donna.
Un brivido freddo mi risale la schiena. Mai più.
«Ok. Magari se avesse un buon lavoro e fosse indipendente sarebbe meglio.», aggiungo scocciata ripetendomi che questo non fa di me una donna superficiale.
«Quindi ricapitolando vuoi un incrocio tra Brad Pitt in Ti presento Joe Black, Richard Gere in Pretty Woman e Donald Trump. E meno male che non hai pretese! Se ne trovi uno così, chiedigli se ha un fratello!»
Sbuffo fingendomi offesa, ritrovandomi invece a sorridere. In effetti un tipo così sarebbe perfetto!
«Facile parlare per te. Tu hai Phill!»
Phill è il fidanzato storico di Julie, anche se la loro non è proprio la classica storia da favola.
«Guarda, non me lo nominare neanche quel grandissimo figlio di...»
La fermo prima che inizi con una sfilza di epiteti poco lusinghieri che farebbero arrossire anche un camionista.«Perché? Non dirmi che avete litigato.»
«Vuoi sapere che ha fatto il fenomeno?».
Quando Julie usa questo tono, significa che “il fenomeno” ne ha combinata una grossa. E prima che me ne accorga, un sorrisetto mi affiora sulle labbra. Ora tocca a me ridere delle sventure altrui.
Mi rendo vagamente conto di essere un po' stronza, ma d'altra parte quale donna non lo è?
«L'idiota ha deciso di andare in campeggio per il week end.»
Attimo di silenzio.
No, vabbé allora è cretino.
«E tu?», chiedo già immaginando la mia amica intenta a costruire una ghigliottina seguendo le istruzioni trovate su un video di youtube.
«Io pensavo che fosse una scusa. Sai un modo carino per farmi una sorpresa.»
Ah l'illusione, la madre di ogni delusione.
«E invece?», mi azzardo a dire.
Parlare con Julie quando è incazzata a questi livelli è come mettere la testa dentro la bocca di un leone affamato; è solo questione di tempo prima di rimanerci secchi.
«No. Il deficiente stamattina se n'è andato davvero, senza nemmeno la decenza di svegliarmi. Mi ha lasciato un bigliettino. Ma che siamo alle elementari?
Non ci posso credere. Se ci ripenso mi va il sangue alla testa.
Quando l'ho chiamato, lo stronzo ha avuto il coraggio di dirmi non solo che non era uno scherzo, ma mi ha chiesto quale fosse il problema visto che di San Valentino a me non importa nulla.»
Tento la fortuna con un azzardo estremo. «Be' in effetti...»
«In effetti un cazzo!!»
Appunto.
Pur capendo l'incazzatura di Julie, in difesa di Phill c'è da dire che tra le tante doti della mia amica il romanticismo non occupa i primi posti. Non è il tipo da serate romantiche, fiori e cioccolatini, sbuffa come una ciminiera all'idea di una cenetta al lume di candela, ma è pur sempre una donna e certe cose se le aspetta. Anzi no, le pretende.
«Ma non è finita qui. Ha anche aggiunto che siamo troppo vecchi e queste sono cose da ragazzini.»
Ecco, ora capisco l'origine dell'ira funesta. Mai dare a Julie della vecchia. Mai.
Per poco una volta non ha fatto piangere un bambino per averla chiamata Signora.
«Tu aspetta che ce l'abbia tra le mani e poi gli faccio vedere io chi è troppo vecchia!»
Il povero Phill farà bene a divertirsi, perché non immagina neanche cosa lo aspetta al ritorno. Conoscendo Julie in effetti potrebbe non avere un futuro. Certo però che anche lui ormai dovrebbe conoscerla, eppure sembra che nonostante le esperienze passate certe cose non riesca proprio a ficcarsele in testa.
Comunque non è solo colpa sua. Deve essere un difetto genetico. Tutti gli uomini mostrano delle mancanze fondamentali, dei buchi neri nel DNA che sembrano impedire all'intero genere di assimilare le informazioni basilari necessarie a chi voglia sopravvivere alla vita di coppia.
Eppure sono poche le cose da ricordare.
1- Amore non c'è bisogno dei regali quest'anno, vuol dire io non ho né i soldi, né la voglia di farti un regalo, ma se ti azzardi a presentarti a mani vuote, lo scopo della mia vita sarà torturarti fino alla pazzia.
2- Ti piace il mio nuovo taglio di capelli? Sì.
3- Questo colore mi ingrassa? No
4- Ti piace il mio vestito nuovo? Sì.
5- Ma tu quanti anni mi dai? (o similari)
Questa è la domanda che ogni uomo teme.
Ho visto persone fingere infarti e colpi apoplettici pur di evitarla, mentre i più stupidi provano invano a cambiare argomento non sapendo che il loro silenzio viene letto come «Ah sì? Credi che sia così vecchia da non potermelo dire in faccia?».
E ancora nessun uomo ha capito che la risposta in realtà segue un semplice teorema: individuato l'intervallo possibile d'età, prendere il valore più basso e sottrarre 5.

A Julie ci vogliono alcuni minuti per recuperare uno stato di calma apparente. «E dire che mi ero perfino fatta la ceretta!»
Solidale, come solo una donna può essere, annuisco in silenzio e ripenso al pomeriggio sprecato a prepararmi.
Ma gli uomini si rendono conto di quanto tempo e fatica una donna investa per prepararsi ad uscire?
Ore intere sprecate tra peeling al viso per stasare i pori, maschere idratanti per levigare zampe di gallina e rughe, scrub al corpo per eliminare il cimitero di cellule morte che abbiamo addosso e la depilazione total body, che non è una cosa per deboli di cuore. Senza parlare poi della pedicure, della manicure, del trucco e dell'acconciatura.
Ma il dramma vero, quello che scatena crisi psicotiche e attacchi di panico, arriva quando, aprendo l'armadio, ti accorgi che tra la marea di vestiti che ci sono, tanti da far invidia al più fornito outlet, non hai niente da metterti.
Per questo dopo aver affrontato tante sfide e sofferenze ci girano un po' le scatole se il tizio invece di sbrodolarsi in complimenti passa la serata ad avere fantasie erotiche sulla sua auto.
Quando è troppo, è troppo!
«Io e te stasera usciamo!», le dico scattando in piedi, «Preparati che passo a prenderti!»
Al diavolo Dave e tutti gli sfigati come lui.
«Sììììì! Così si parla e vedrai che l'anno prossimo lo stronzo ci penserà due volte prima di andare in campeggio!»
Oh no! So già come andrà a finire questa serata.
«Vuoi tradire il povero Phill?»
Non che sarebbe la prima volta, si intende. Credo che il povero Phill sia l'uomo più cornuto dell'emisfero settentrionale.
«Ciò che non sa, non può fargli male e poi se non voleva che andassi con un altro, sarebbe dovuto rimanere con me invece di giocare al piccolo campeggiatore cornuto!»
Evito di commentare la concezione un po' disinvolta di fedeltà che ha Julie e recupero scarpe, borsa e cappotto. Esco prima di ripensarci, decisa come non mai a trovarmi un uomo per San Valentino, anche a costo di affittarne uno.




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