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Autore: TheDoctor1002    12/02/2016    4 recensioni
[One Punch Man]
Nell'ordinaria Città Z ogni vita è straordinaria. Nux non fa parte della cricca degli eroi e la sua vita è oltremodo tranquilla nonostante il suo nuovo coinquilino, eppure neanche lei può sottrarsi al vortice degli eventi che sconvolgono gli abitanti del quartiere.
Nux era una persona ferma e decisa e Sonic aveva avuto ben modo di rendersene conto in quei primi tre mesi di convivenza. Più che decisa, ad onor del vero, lui l'avrebbe definita testarda, ma era quello il genere di precisazioni che la ragazza detestava e che più di ogni altra cosa la faceva infuriare. Ad ogni modo, questo implicava che, a prescindere da quanto grande o piccolo fosse un problema, lo affrontava di petto, sempre.
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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King and Lionheart

"La spesa?"
L'espressione di Sonic era pura perplessità. Non che avesse grandi mezzi per averne conferma, ma il tono della sua voce era un indicatore più che sufficiente per Nux.
Con i suoi occhiali da sole rotondi e il parka verde, stava ritta sulla porta dell'appartamento, pronta ad abbandonare le mura domestiche.
"Sei sicura?" chiese lui ancora.
"Dannazione, ragazzo, se ti dico che devo andare a fare la spesa vuol dire che devo andarci, ti pare?"
"E sei sicura di non aver bisogno di una mano?"
Il sospiro della ragazza riuscì a scacciarle dal volto la lunga ciocca di capelli verdi. "Credi davvero che non sia in grado di fare la spesa?"
"Si può sapere perchè mi stai avvisando, allora?"
"Perchè..." esitò lei "Oh, dannazione, che ne so? Ho visto che la gente normale fa così. Beh, visto poi..."
"Non importa, ho colto. Entro quando dovrei iniziare a preoccuparmi?"
"Se per domani non mi vedi a casa, credo sarebbe il momento giusto per iniziare a porsi qualche domanda." rispose prendendo la porta "Adieu, mon frère!"
"Frère significa fratello, non c'entra niente con Friend!" le gridò dietro Sonic, preceduto dal sordo tonfo della porta blindata dell'appartamento che tornava a chiudersi. Dalle scale giunse, tuttavia, l'ultima parola che, come sempre, doveva essere di Nux.
"Dannazione, è uguale."

Il reticolo di strade della Città Z ormai non aveva più segreti per Nux. Non fosse stato per le automobili, i ciclisti, i pedoni e, in generale, qualsiasi cosa si muovesse, avrebbe potuto girarla con le cuffie nelle orecchie, il che per lei, cieca dalla nascita, sarebbe stato come essere bendata.
Una neve sottile e mista a pioggia aveva preso a bagnarle le spalle già da metà della strada del suo venditore di Udon preferito e l'odore tipico di quel clima era guastato solo dal profumo del chewing-gum che stava masticando.
A circa trecento metri dalla piazza coperta del mercato, Nux cercò di ricordare a sè stessa ciò che era andata ad acquistare. La sua lista della spesa per quel giorno comprendeva carne e paprika, che lei continuava ad adorare nonostante il suo coinquilino avesse costantemente da ridire riguardo la sua cucina troppo speziata.
Nux era una persona ferma e decisa e Sonic aveva avuto ben modo di rendersene conto in quei primi tre mesi di convivenza. Più che decisa, ad onor del vero, lui l'avrebbe definita testarda, ma era quello il genere di precisazioni che la ragazza detestava e che più di ogni altra cosa la faceva infuriare. Ad ogni modo, questo implicava che, a prescindere da quanto grande o piccolo fosse un problema, lo affrontava di petto, sempre. Lo svantaggio della strategia che l'accompagnava da venticinque anni a quella parte era che perdeva immediatamente la sua efficacia quando il problema che si trovava ad affrontare era una fiumana di circa 1000 persone, testa più testa meno, in un'area di qualche centinaio di metri quadri. 
Nux prese un respiro profondo, strinse appena l'impugnatura del suo bastone e fece due fieri passi avanti, solo per poi farne altrettanti indietro, allontanandosi dall'entrata e sospirando dinanzi alla massa quasi uniforme di persone che affollavano il mercato: dai frammenti di conversazione che riusciva a cogliere, era il giorno delle offerte speciali. 
"Sì, ti serve una mano." Constatò una voce alle sue spalle. 
"Avresti potuto dire qualche parola in più, dopo avermi seguita per quattro isolati." Sbuffò lei. 
"Cinque, ma apprezzo lo sforzo. Dopo tre mesi riconosci anche i miei passi, la gente normale faticherebbe ancora a sentirli." 
Sonic prese la mano di lei, appoggiandola sul suo avambraccio. 
"Che significa?" Borbottò Nux 
"Significa che tu devi solo dirmi dove devi andare, ti ci porto io."
"Non ne ho bisogno." 
"Sappiamo entrambi che non sai affrontare le folle."
La ragazza parve rifletterci per qualche istante, infine sospirò. 
"E sia" sentenziò "se ci tieni tanto ad accompagnarmi, la meta è il banco della carne." 
Si strinse al braccio che lui le offriva e insieme iniziarono ad avanzare verso quella che lei percepiva solo come una muraglia pronta a inghiottirla. Sentiva il calore delle persone attorno a lei avvolgerla, il suo spazio vitale restringersi passo dopo passo e una rete di voci che si intrecciavano stringeva le sue maglie su di lei. Sentiva tutto ed era come non sentire nulla. La vicina rumorosa, l'ultimo scandalo delle star del momento, il fallito che ancora non aveva preso la patente e girava in bici, la montagna di pratiche da sbrigare al lavoro, la ricostruzione dopo che quello sciroccato degli abissi aveva messo sottosopra la città. La gente parlava davvero di qualsiasi cosa e sentiva il bisogno morboso di farlo con il tono di voce più squillante, rumoroso e fastidioso possibile. Dio, quanto li odiava. 
La risata leggera di Sonic riuscì a fare breccia nelle sue preoccupazioni. 
"Che c'è di tanto divertente?" 
"Nulla, nulla" assicurò lui, sentendo la presa di Nux sempre più stretta sul suo braccio "Ti conviene dirmi cosa serve, ad ogni modo: siamo arrivati e ci sono giusto un paio di persone prima di noi." 
"Pollo a fettine, del manzo e una busta di paprika." 
"Ugh, paprika." 
"Già, e non provare a prendere dell'altro: me ne accorgerei prima ancora che tu sfiori il sacchetto." 
"Dov'è Saitama?!" Una voce possente e robusta sovrastò ogni altra. Improvvisamente, tutti si gettarono a terra e il vociare che aveva invaso il mercato fino a pochi istanti prima sparì. 
"Bastava una domanda di geografia, davvero?" 
"Dov'è Saitama l'eroe?! So che si nasconde qui, è inutile che lo proteggiate." 
Sonic sembrò irrigidirsi a quelle parole e Nux ricordò quanto male reagisse quando si faceva menzione di lui ai notiziari. "Nux, stai giù" le intimò "Torno subito, vedi solo di non cacciarti nei guai." 
"Oi, nemmeno per sogno!" Sbottò lei, scattando di nuovo in piedi, senza però intercettare il suo coinquilino, che già si era dileguato. 
La voce rude di prima sembrò rivolgersi a lei. 
"Tu, testa d'alga: parla." Ringhiò ancora "Dov'è lui?" 
Non un fiato provenne dalle labbra di Nux, al che la domanda le fu ripetuta. 
"Non ci senti!? Ti ho detto di dirmi dov'è Saitam-"
"Certo che ti sento, brutto idiota!" Gli sbraitò contro lei "Sono cieca, non sorda! E non lo so dov'è, non è affar mio. Ti sembro sua madre, per caso? Ora vedi di chiudere quel forno: sto cercando il mio coinquilino e mi serve silenzio." 
Un rumore metallico le solleticò l'orecchio, seguito dal freddo bacio del ferro che le sfiorò la nuca quando la figura l'attirò a sé. Un solo avambraccio suo bastava a tenerla ferma: le mani di Nux non riuscivano a percorrerne la circonferenza per più di metà, pur stringendo con forza. 
"Se tra due minuti esatti Saitama non si presenta, le faccio saltare la testa."
"Difficile, con un giocattolo." Replicò lei velenosa. 
"Cosa?!" 
"O è un giocattolo, o è scarica, ma decisamente il peso non torna. Inoltre, a giudicare dalla stoffa dei tuoi vestiti, dubito tu sia il tipo che spenderebbe tutti i soldi che costano i proiettili per un fucile simile. In compenso, come cosplayer hai buone speranze. Magari cura un po' gli accessori."
Nux avvertì quasi all'istante lo spostamento d'aria e non seppe neppure dire con precisione come fece a non essere sbalzata a terra anche lei. Il fischio di tre kunai, seguito dal movimento di un corpo più grande, risuonò nelle sue orecchie, spingendo l'assalitore a mollare la presa su di lei, facendolo crollare con un gemito. 
"Il grido veniva da qui" commentò pacatamente una voce che lei riconosceva a stento. Forse l'aveva sentito in televisione. "E c'è anche il ninja strano! Tu, con i capelli verdi! Sai mica che voleva?" Le chiese. 
Lei scrollò le spalle "Cercava Saitama. Non chiedermi perchè." 
"Perchè non dovrei chiedertelo? E soprattutto, si può sapere dove stai guardando?"
"Sensei..." Intervenne con delicatezza una terza voce, prima di essere bruscamente interrotta da Nux. 
"Punto primo: non chiedermelo perchè non ho la più pallida idea del motivo, mi sembra ovvio. Punto secondo, sono cieca, il che mi conferisce il pieno diritto di non girarmi verso i miei interlocutori pur avendo la capacità di collocarli nello spazio. Semplicemente, lo faccio perchè posso." 
Ci fu una leggera pausa, durante la quale si sentì solo il rumore di una figura rialzarsi. 
"Sei strana." Commentò alla fine la voce "Andiamo Genos: i pancake sono finiti e qui non c'è altro da fare." 
"Dove credi di andare, Saitama?!" Stavolta a pronunciare quelle parole era qualcuno che Nux aveva imparato a riconoscere. L'assalitore di prima sembrava essersi dissolto dal nulla, riusciva appena a percepirne la presenza nello spazio che la folla aveva lasciato intorno a lei. 
"Non c'è altro da fare?" Ripetè Nux, balbettando appena "È finita? Dannazione, era ora."
Fu allora che la ragazza si lasciò cadere, accasciandosi sulle ginocchia come se ogni forza le fosse venuta meno. Sentì solo la montatura degli occhiali scivolarle lungo il naso e poi il sottile tintinnio delle lenti che cadevano sull'asfalto.

"Sei stato tu, vero?" Chiese lei, mettendosi a sedere sul materasso scomodo dell'ospedale. 
Sonic di istinto annuì, per poi confermare anche a voce: a volte quasi dimenticava la debolezza di lei. 
Nux sorrise "E non hai preso ad inseguirlo solo per me?" 
"Sei la padrona di casa, ho delle responsabilità" si giustificò. 
"Sai, forse non sei sciroccato come sembri." 
"Tu invece sei una mina vagante, ma il coraggio di certo non ti manca." 
Appena la canzone che stavano ascoltando finì, Sonic prese a scorrere l'elenco delle preferite che l'account youtube di lei suggeriva. Ne scelse una a caso, ma già dalle prime note la ragazza sorrise. 
"King and Lionheart è una gran bella canzone" commentò lei. Non disse altra parola, non proferì verbo per i restanti 4 minuti e 33, ascoltò solo. 
"Lo siamo stati, lo sai? Dei cuor di leone." Rise lei "E pensa che io nemmeno sapevo cosa stavo facendo, non ho mai bluffato in maniera così spudorata in vita mia. Ci avrei davvero lasciato le penne, non fosse stato per te. Non credere che non lo sappia."
Lei cercò la mano di Sonic, riuscendo infine a trovare le sue dita sul materasso. Erano esili, leggere, quasi femminee: non le avrebbe mai ricollegate al metallo freddo e ruvido delle armi che maneggiava. Solo carezzando il palmo riuscì appena a percepire i segni delle vecchie cicatrici. 
"Quando torniamo a casa?" 
"Presto" le assicurò lui, carezzandole la guancia con il dorso della mano "Immagino stiano compilando le tue dimissioni." 
Nux sorrise. 
"Lo spero" rivelò "Sento odore di neve venire da fuori. Mi piace passeggiare quando nevica. Ci fermiamo a mangiare l'udon tornando a casa?" 
"Si può fare, cuor di leone." replicò lui, aiutandola ad alzarsi e accompagnandola fuori dalla sua stanza. 
Attraversando il corridoio, Sonic si rese conto che Nux aveva ripreso a cantare, stringendo la sua mano e dondolando appena le braccia in maniera talmente spontanea che non potè fare a meno di sorridere appena tra sè e sè.

"And in the sea that's painted black
Creatures lurk below the deck 
But you're a king and I'm a lionheart. 
And as the world comes to an end,
I'll be here to hold your hand, 
Cause you're my king and I'm your lionheart."


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Nota dell'Autrice: 
Essendo a corto di idee, ho deciso di rivolgermi agli amici del Circolo di Scrittura Creativa ̴̴ Raynor’s Hall per trovare un punto di partenza, allegando l'immagine nel banner un po' per dare visibilità, un po' perchè mi era piaciuta. E' qui che il buon Andrea Ventura è, come sempre, venuto in mio soccorso, suggerendo di partire proprio dall'immagine nel costruire la mia futura One Shot.

Non che ci fossero molte idee, ma alcuni punti erano decisi: sarebbe stata una storia originale e preferibilmente introspettiva.
Manco per sbaglio. 
Se fosse stata una fanfiction, mi sarei limitata ad usare i personaggi dell'opera, senza aggiungerne di miei.
Manco per sbaglio, parte due. 

Di certo c'è che questa storia è nata molto per caso, basandomi su un OC che sarebbe dovuto essere potentissimo/strabiliante/fantasmagorico e ho voluto rendere un po' più "terreno".
Devo ammettere che non sono sicura di aver individuato come potrebbe muoversi un Sonic intento a proteggere qualcuno di importante per lui, nè come potrebbe reagire se si trovasse ad avere effettivamente qualcuno da proteggere, ma sotto San Valentino un po' di diabete non fa male, no?

Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta, aspetto le vostre critiche e i vostri consigli. A presto! 

   
 
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