« Perché io? Andiamo, Margot... » Dice scuotendo il capo, si alza nervosamente e inizia a passeggiare davanti a me freneticamente. Sospiro, e abbasso lo sguardo sul pavimento. « Potresti avere chiunque, un'intera scuola è ai tuoi piedi! Tutti i ragazzi stravedono per te, tutti. Anche mio padre a momenti vorrebbe portarti a letto. Cosa ci fai con uno come me?! » Ora si è fermato davanti a me, non cammina più. E' lontano, ma mi sta fissando. E' ora che io dica qualcosa, che faccia qualcosa di significativo. « Perché tu eri l'unico a vedermi quando per gli altri ero invisibile. » Mormoro come se fossi impaurita, come se avessi paura di qualsiasi gesto o parola possa dire, fare. Con gli occhi ancora rivolti verso il basso, lo sento trascinarsi verso di me. Prende il mio viso tra le mani e mi bacia le labbra. Mi bacia così tante volte che se provassi a contarle, perderei sicuramente il numero.