Attenzione:Questa FanFic tratta temi
di violenza e sesso,usa un linguaggio volgare. Pertanto sconsiglio di leggerla
se siete sensibili a queste cose. Per chi invece volesse arrischiarsi,eccola
qua.
Capitolo Extra.
-Il Passato-
Era il 24 giugno. Un 24 giugno qualunque per la maggior parte delle
persone in quel piccolo paese siciliano. Ma non per Anna.
Quella mattina,alle otto e mezza spaccate era nato suo figlio.
Vedendolo si era spaventata,aveva urlato,aveva affondato il viso tra le mani e
aveva ripetuto tante,tante volte:”Non è vero,non è mio figlio,non è mio figlio…”
il problema era che quello era davvero suo figlio.
Non aveva voluto crederci. Un bambino con i capelli bianchissimi e gli occhi
rossi,come il sangue della madre che l’aveva messo al mondo. Non era il figlio
che voleva,non era il bel bambino che si aspettava,bello come l’uomo che l’aveva
messa incinta,era figlio del diavolo,perché solo i diavoli avevano gli occhi
rossi…
Anna alla fine l’aveva accettato. Cos’altro
poteva fare?
Il suo uomo l’aveva abbandonata con il piccolo e lei era povera. Se solo avesse
dato retta ai propri genitori…
Ma Anna non era stupida. Era andata vivere dalla sua amica Carlotta e da suo
marito,Vincenzo.
Vincenzo era panettiere,e la moglie lo aiutava. Anna era costretta a vivere da
mantenuta,anche se ogni tanto dava loro una mano.
Una donna come lei non era ben vista dagli abitanti del villaggio,e tanto meno
il suo bambino. Non l’aveva mai fatto uscire di casa fino all’età di 4 anni.
Al suo quarto anno di vita decise che non poteva farlo vivere segregato.
Oltretutto il piccolo Deathmask* era molto intelligente,e nonostante l’aspetto
debole aveva una forza interiore molto grande.
Al compleanno la madre gli comprò una tintura per i capelli,neri,come i suoi,e
delle lenti a contatto marroni,con la graduazione, visto che pareva che il
bambino avesse gravi problemi di vista.
Applicate le lenti e la tinta la madre lo portò fuori,e così che iniziò la vera
vita di Deathmask.
Un Bambino come altri,intelligente,che imparava tutto in fretta. Aveva
anche iniziato a fare amicizia con gli altri bambini del paese Anna pensava
fosse un bene,e lo mandava tranquillamente in giro con loro,facendogli giurare
di non mostrare mai i suoi occhi agli altri ragazzi.
Deathmask non lo fece mai,e così andò avanti per molto tempo.
Andare in giro con gli altri bambini,girovagare per le vie,giocare,e anche le
prime sigarette,per lui era la vera vita,avrebbe voluto che fosse così per
sempre ma,naturalmente,i sogni dei bambini mutano quando diventano adolescenti.
Altrimenti vengono spezzati,o cambiati da altri fattori che l’influenzano. Questo
era il caso di Deathmask.
Un giorno,finendo la sigaretta fuori dal negozio del panettiere,vide un uomo
avvicinarsi. Avrebbe detto che era l’uomo più ricco e più bello che avesse mai
visto in tutta la sua vita.
Era alto,i lineamenti duri che lo facevano sembrare un vero uomo,la pelle
mielata e muscoli tonici. Lo guardò negli occhi e fece una smorfia,gli levò la
sigaretta dalle minute dita e si fece un tiro. Dopodiché la buttò a terra e con
il piede la spense.
Deathmask aveva otto anni.
L’uomo entrò nel negozio,il bambino alle calcagna e puntò gli occhi scuri su
Anna,su sua madre,lei fece cadere tutto il pane che portava tra le braccia a
terra,e iniziò ad urlargli contro.
Deathmask era confuso dalle urla,ma capì che in qualche modo lui centrava,e che
quell’uomo era suo padre…Com’era possibile? Carlotta e Vincenzo si scambiarono
uno sguardo,e trascinarono l’albino* fuori dal negozio,con la scusa di portarlo
a giocare da qualche parte. Lui aveva voglia di fare tutto tranne che di
giocare in quel momento.
Appena suo padre era tornato si erano trasferiti in una casa che si affacciava
su una spiaggia,l’uomo aveva detto che l’aveva costruita apposta per loro,ma né
Anna né il figlio vi credevano davvero.
La vita di Deathmask era cambiata radicalmente.
Suo padre era nervoso,e lui non osava avvicinarsi,la madre piangeva in
continuazione e gli ripeteva di andare fuori a giocare con gli altri. Lui non
andava più con i bambini,e se ne andava semplicemente in spiaggia,desiderando
che il padre non fosse mai tornato,e iniziava i suoi giochi violenti sugli
animali,ferendoli e uccidendoli spesso. Era un bambino arrabbiato. Aveva già
imparato questi giochi dai vecchi amici che ora l’avevano abbandonato,colpa
delle male voci che giravano sui suoi genitori. Tranne uno: Angelo,che
Deathmask cacciava sempre. Non voleva la compagnia di nessuno,non voleva la
compassione di nessuno e tantomeno il suo aiuto.
All’alba dei suoi dieci anni esplose.
Era da un po’ che pensava a questo piano,passando notti insonni e cercando
materiale per tutto il paese. Il 22 giugno lo fece.
Benzina,a notte fonda,e un accendino.
Era tutto quello che serviva a Deathmask. Aveva deciso che sua madre era una
vittima da sacrificare per sopravvivere. Doveva pensare solo alla sua
sopravvivenza.
I suoi genitori dormivano da un bel pezzo quando la casa iniziò ad andare a
fuoco. Erano tre piani circa,e quindi non potevano rendersene conto subito. Sarebbero
morti soffocati dal fumo o consumati dalle fiamme,stava tutto alla natura.
Deathmask era semplicemente davanti alla casa,e osservava lo spettacolo del
fuoco dinnanzi a sé. Riconobbe le urla di sua madre,che si affacciò dalla
finestra e chiamò il suo nome,gli sorrise e disse qualcosa come:”Sei salvo!Che
fortuna!”,un sorriso che si spense subito guardandolo negli occhi. Erano
rossi,senza lenti. “NO!” Urlò lei,”NO!” Ripeté,per poi sparire,coperta dalle
fiamme. Deathmask fece per andarsene,quando incontrò un muro dinnanzi a sé. “Oh,guarda
che hai fatto…Ci avevo messo così tanto per costruirla…” Si sentì gli occhi riempirsi
di lacrime,il cuore gonfiarsi di rabbia,ma non si mosse,fissando gli occhi
scuri di suo padre con tutta la rabbia che aveva in corpo.”Avevi intenzione di
uccidermi?Volevi uccidere tuo padre?” Lui non rispose,ma l’uomo conosceva già
la risposta,e rise.
“Peccato,ero andato da una mia amica stasera…Non ero a casa,mi dispiace,hai
ammazzato solo quella disgraziata di tua madre!”.
Rise di nuovo,con più cattiveria.
“Sei proprio il degno figlio di tuo padre!”
Quell’uomo sapeva davvero come girare il coltello nella piaga,e Deathmask si
accasciò a terra,la fronte premuta sul terreno,piangendo. Aveva ucciso sua
madre per nulla. Sarebbe stato suo padre ad uccidere lui….
Continua.
*Deathmask:
Non scrivo il nome vero del granchietto per un motivo. Neanche lui ricorda il
suo vero nome,e anche se lo ricordasse non ce lo verrebbe certo a raccontare…Anche
perché nessuno l ricorda davvero,talmente insignificante fosse,e per quanto
poco descrivesse la sua vera natura…
*Albino: Deathmask è albino oculare,capelli chiarissimi e occhi rossi,queste
persone soffrono spesso di gravi problemi di vista,e il cavaliere non è un
eccezione.
DarkArtist: Ho notato che il terzo capitolo non ha avuto molto successo xDD. Spero
che questo capitolo extra vi piaccia X3