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Autore: EffyKira    22/03/2009    3 recensioni
Cosa succederebbe se Deathmask avesse "costretto" Shura a passare una notte con lui? Cosa farebbe Shura? Qual'è il destino del nostro granchietto preferito? Leggere per scoprire!
Attenzione:La fic tratta temi di violenza e sesso,e usa un linguaggio volgare.Se siete sensibili a questo genere di cose sconsiglio di leggerla.Altrimenti arrischiatevi.Grazie ^^...[Aggiunto il capitolo 4!]
Genere: Malinconico, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Pisces Aphrodite
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Attenzione:Questa FanFic tratta temi di violenza e sesso,usa un linguaggio volgare

Attenzione:Questa FanFic tratta temi di violenza e sesso,usa un linguaggio volgare. Pertanto sconsiglio di leggerla se siete sensibili a queste cose. Per chi invece volesse arrischiarsi,eccola qua.

 

                    Capitolo Extra.
                    -Il Passato-
 


Era il 24 giugno. Un 24 giugno qualunque per la maggior parte delle persone in quel piccolo paese siciliano. Ma non per Anna.
Quella mattina,alle otto e mezza spaccate era nato suo figlio.
Vedendolo si era spaventata,aveva urlato,aveva affondato il viso tra le mani e aveva ripetuto tante,tante volte:”Non è vero,non è mio figlio,non è mio figlio…” il problema era che quello era davvero suo figlio.
Non aveva voluto crederci. Un bambino con i capelli bianchissimi e gli occhi rossi,come il sangue della madre che l’aveva messo al mondo. Non era il figlio che voleva,non era il bel bambino che si aspettava,bello come l’uomo che l’aveva messa incinta,era figlio del diavolo,perché solo i diavoli avevano gli occhi rossi…
 Anna alla fine l’aveva accettato. Cos’altro poteva fare?
Il suo uomo l’aveva abbandonata con il piccolo e lei era povera. Se solo avesse dato retta ai propri genitori…
Ma Anna non era stupida. Era andata vivere dalla sua amica Carlotta e da suo marito,Vincenzo.
Vincenzo era panettiere,e la moglie lo aiutava. Anna era costretta a vivere da mantenuta,anche se ogni tanto dava loro una mano.
Una donna come lei non era ben vista dagli abitanti del villaggio,e tanto meno il suo bambino. Non l’aveva mai fatto uscire di casa fino all’età di 4 anni.
Al suo quarto anno di vita decise che non poteva farlo vivere segregato.
Oltretutto il piccolo Deathmask* era molto intelligente,e nonostante l’aspetto debole aveva una forza interiore molto grande.
Al compleanno la madre gli comprò una tintura per i capelli,neri,come i suoi,e delle lenti a contatto marroni,con la graduazione, visto che pareva che il bambino avesse gravi problemi di vista.
Applicate le lenti e la tinta la madre lo portò fuori,e così che iniziò la vera vita di Deathmask.

Un Bambino come altri,intelligente,che imparava tutto in fretta. Aveva anche iniziato a fare amicizia con gli altri bambini del paese Anna pensava fosse un bene,e lo mandava tranquillamente in giro con loro,facendogli giurare di non mostrare mai i suoi occhi agli altri ragazzi.
Deathmask non lo fece mai,e così andò avanti per molto tempo.
Andare in giro con gli altri bambini,girovagare per le vie,giocare,e anche le prime sigarette,per lui era la vera vita,avrebbe voluto che fosse così per sempre ma,naturalmente,i sogni dei bambini mutano quando diventano adolescenti. Altrimenti vengono spezzati,o cambiati da altri fattori che l’influenzano. Questo era il caso di Deathmask.
Un giorno,finendo la sigaretta fuori dal negozio del panettiere,vide un uomo avvicinarsi. Avrebbe detto che era l’uomo più ricco e più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita.
Era alto,i lineamenti duri che lo facevano sembrare un vero uomo,la pelle mielata e muscoli tonici. Lo guardò negli occhi e fece una smorfia,gli levò la sigaretta dalle minute dita e si fece un tiro. Dopodiché la buttò a terra e con il piede la spense.
Deathmask aveva otto anni.
L’uomo entrò nel negozio,il bambino alle calcagna e puntò gli occhi scuri su Anna,su sua madre,lei fece cadere tutto il pane che portava tra le braccia a terra,e iniziò ad urlargli contro.
Deathmask era confuso dalle urla,ma capì che in qualche modo lui centrava,e che quell’uomo era suo padre…Com’era possibile? Carlotta e Vincenzo si scambiarono uno sguardo,e trascinarono l’albino* fuori dal negozio,con la scusa di portarlo a giocare da qualche parte. Lui aveva voglia di fare tutto tranne che di giocare in quel momento.
Appena suo padre era tornato si erano trasferiti in una casa che si affacciava su una spiaggia,l’uomo aveva detto che l’aveva costruita apposta per loro,ma né Anna né il figlio vi credevano davvero.
La vita di Deathmask era cambiata radicalmente.
Suo padre era nervoso,e lui non osava avvicinarsi,la madre piangeva in continuazione e gli ripeteva di andare fuori a giocare con gli altri. Lui non andava più con i bambini,e se ne andava semplicemente in spiaggia,desiderando che il padre non fosse mai tornato,e iniziava i suoi giochi violenti sugli animali,ferendoli e uccidendoli spesso. Era un bambino arrabbiato. Aveva già imparato questi giochi dai vecchi amici che ora l’avevano abbandonato,colpa delle male voci che giravano sui suoi genitori. Tranne uno: Angelo,che Deathmask cacciava sempre. Non voleva la compagnia di nessuno,non voleva la compassione di nessuno e tantomeno il suo aiuto.

All’alba dei suoi dieci anni esplose.
Era da un po’ che pensava a questo piano,passando notti insonni e cercando materiale per tutto il paese. Il 22 giugno lo fece.
Benzina,a notte fonda,e un accendino.
Era tutto quello che serviva a Deathmask. Aveva deciso che sua madre era una vittima da sacrificare per sopravvivere. Doveva pensare solo alla sua sopravvivenza.
I suoi genitori dormivano da un bel pezzo quando la casa iniziò ad andare a fuoco. Erano tre piani circa,e quindi non potevano rendersene conto subito. Sarebbero morti soffocati dal fumo o consumati dalle fiamme,stava tutto alla natura.
Deathmask era semplicemente davanti alla casa,e osservava lo spettacolo del fuoco dinnanzi a sé. Riconobbe le urla di sua madre,che si affacciò dalla finestra e chiamò il suo nome,gli sorrise e disse qualcosa come:”Sei salvo!Che fortuna!”,un sorriso che si spense subito guardandolo negli occhi. Erano rossi,senza lenti. “NO!” Urlò lei,”NO!” Ripeté,per poi sparire,coperta dalle fiamme. Deathmask fece per andarsene,quando incontrò un muro dinnanzi a sé. “Oh,guarda che hai fatto…Ci avevo messo così tanto per costruirla…” Si sentì gli occhi riempirsi di lacrime,il cuore gonfiarsi di rabbia,ma non si mosse,fissando gli occhi scuri di suo padre con tutta la rabbia che aveva in corpo.”Avevi intenzione di uccidermi?Volevi uccidere tuo padre?” Lui non rispose,ma l’uomo conosceva già la risposta,e rise.
“Peccato,ero andato da una mia amica stasera…Non ero a casa,mi dispiace,hai ammazzato solo quella disgraziata di tua madre!”.
Rise di nuovo,con più cattiveria.
“Sei proprio il degno figlio di tuo padre!”
Quell’uomo sapeva davvero come girare il coltello nella piaga,e Deathmask si accasciò a terra,la fronte premuta sul terreno,piangendo. Aveva ucciso sua madre per nulla. Sarebbe stato suo padre ad uccidere lui….

 

Continua.












*Deathmask: Non scrivo il nome vero del granchietto per un motivo. Neanche lui ricorda il suo vero nome,e anche se lo ricordasse non ce lo verrebbe certo a raccontare…Anche perché nessuno l ricorda davvero,talmente insignificante fosse,e per quanto poco descrivesse la sua vera natura…

*Albino: Deathmask è albino oculare,capelli chiarissimi e occhi rossi,queste persone soffrono spesso di gravi problemi di vista,e il cavaliere non è un eccezione.


DarkArtist: Ho notato che il terzo capitolo non ha avuto molto successo xDD. Spero che questo capitolo extra vi piaccia X3







 

 

  
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