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Autore: nini_maw    14/02/2016    1 recensioni
(FanFiction Interattiva - iscrizioni chiuse)
Un burrone, all'interno ci sono la vita e la morte, più quest'ultima a dire la verità. Sei pronto a uccidere i tuoi amici per poter vivere? Sai affrontare queste perdite, o ti lasci andare? Conosci quanto sei disposto a dare e affronta questo bagno di sangue.
Salve a tutti! Sto provando a scrivere una FF interattiva, solo un po' diversa dal solito, fatevi sentire!
Nini
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Come un lupo a caccia, Jenny fiutava l'aria e cercava tracce nella notte. Glen, poco distante, la seguiva senza lamentarsi, anche se la noia che provava fosse palese. Si domandava ancora perchè avesse deciso di seguire la ragazza in quella missione suicida senza obiettare. Certo, c'era la regola di Chris, secondo la quale i componenti di una stessa squadra non potessero separarsi, eppure Glen avrebbe potuto sfruttarla per costringere Jenny a fare ciò che desiderava. Ma d'altronde era probabile che la rossa sarebbe morta, piuttosto che abbandonare la sua vendetta, portandosi, così, nella fossa anche Glen. E mentre il flusso di pensieri scorreva libero nella mente del ragazzo, questo si trovò bloccato di colpo dalla compagna. “Shhh...” Sussurrò Jenny voltandosi con l'indice poggiato sulle labbra. Glen annuì per poi impegnarsi nello scorgere qualcosa o catturare qualche suono. Un “crock” fece perdere un battito ad entrambi i ragazzi, che subito si acquattarono dietro un cespuglio, mentre un'ombra iniziava ad avvicinarsi di soppiatto al loro nascondiglio.
 

“Riposiamo ancora una notte, dopodichè vedremo cosa fare. Considerando che abbiamo ancora dei nemici e un pezzo di puzzle da trovare, io propongo di cercare il pezzo in mattinata, nel pomeriggio, invece, ci avvicineremo all'area di Cerise, per vedere come vanno le cose lì.” Dicendo questo, Joseph aveva allungato un sacco a pelo a terra e ci si era comodamente accomodato dentro avendo cura di nasconderci un coltello da lancio pronto per ogni evenienza. Infilate le cuffiette si era immerso nel suo mondo, congedandosi con un “buonanotte” biascicato a Stephen e Shauni. Questi, una volta scambiatosi uno sguardo sospettoso, si erano a loro volta sistemati per la notte. “Ho la pancia che brontola... Quant'è che non mangiamo? Mi sembrano mesi...” La voce di Stephen sorprese improvvisamente Shauni, i cui occhi iniziavano a chiudersi. “Sinceramente non mi interessa, Steph. Dopo tutto quello che è accaduto e che sta accadendo, la fame non la sento quasi più.” Rispose la ragazza sbuffando annoiata. Parlare con Stephen era l'ultima cosa al mondo di cui avesse voglia in quel momento. “E va bene, ho capito. Ti lascio in pace.” Ribattè brusco il castano dopo aver notato che Shauni si girava per dargli le spalle. “Grazie...” Sussurrò la corvina, ma non potè udire risposta, visto che il mondo dei sogni già la trascinava a sé.
 

Si svegliò di soprassalto, il cuore in gola, la fronte sudata. Aveva avuto un altro incubo. Ormai la maggior parte delle volte in cui sognava, rivedeva i cadaveri degli ex-concorrenti. Questa volta c'era il corpo di Viktoria impalato, tutt'intorno un vero lago di sangue. Shauni si ritrovava a passarci dentro, facendo una fatica enorme per muovere i piedi. E poi, una volta arrivata davanti a Viktoria, questa si era come risvegliata e, con il sangue che le schizzava fuori dalla bocca ad ogni parola, le aveva gridato contro: “Tutta colpa tua! Sono morta perchè non hai ucciso Joseph! Hai fatto morire due innocenti al posto suo!”
 

Shauni si alzò in piedi, aveva bisogno di aria fresca. Avendo cura di non svegliare i due compagni iniziò ad allontanarsi, dapprima con calma e poi, una volta raggiunta una distanza che le pareva sufficiente, iniziò a correre. Sapeva di non poter oltrepassare il confine, e questo la faceva sentire un po' in gabbia, ma era meglio di niente girare tutta l'area. Quando si fermò per riprendere fiato, la ragazza notò di non aver fatto molta strada. 'Poco male' si disse 'così non mi tocca stancarmi troppo al ritorno.' Un sussurrò la fece voltare di scatto, le era parso di vedere qualcosa dietro un cespuglio, così, cauta, iniziò ad avvicinarsi.
 

Cerise aveva impiegato parecchio tempo per prendere sonno, appoggiata con la testa sullo zaino e con la foto di Lawrence stretta tra le mani. Finalmente era riuscita ad acquietarsi, stava lentamente scivolando nel mondo dei sogni, quando un rumore la riscosse, facendola mettere subito a sedere. Cerise strinse gli occhi per riuscire a vedere meglio nel buio: fortunatamente era solo un coniglio. La ragazza si concesse un sospiro di sollievo, ormai sapeva che le stavano dando la caccia, non poteva permettersi di abbassare la guardia. 'Strano però...' pensò Cerise 'solitamente qui non vengono gli animali... loro... sanno.' Con fanciullesca curiosità, la ragazza inziò a seguire con lo sguardo il coniglietto, che si addentrava sempre più in un intrico di rami. Si muoveva agilmente, tutto in lui era armonioso, per Cerise era quasi ipnotico osservarlo. Si perse così tanto nei suoi movimenti, da non rendersi conto di aver iniziato a seguire fisicamente l'animale. Ma ad un tratto un fianco del coniglio sfiorò una foglia di un verde marcio, malato. La bestiola iniziò ad urlare e a contorcersi, ma così facendo si ritrovò in mezzo ad altre di quelle foglie. Sotto gli occhi inorriditi di Cerise, il coniglio si stava come sgretolando, scomponendo. La pelle ormai era caduta, il sangue si spargeva, mentre i tendini cedevano e i muscoli crollavano. In pochi secondi non si udì più nulla. Dell'animale restavano solamente pezzi separati l'uno dall'altro, come disciolti. Nonostante avesse già visto i risultati una volta, Cerise non potè fare a meno di mettersi una mano davanti alla bocca. Sbattè le palpebre e fu come tornare alla realtà. La ragazza guardò davanti a sé, stava per finire nello stesso cespuglio dove era andato il coniglio, ma si era fermata in tempo, grazie al “sacrificio” di quest'ultimo. Con infinita calma la castana tornò indietro. Nonostante tutto, un piccolo sorriso le spuntava sul volto, ora aveva la certezza di essere al sicuro.
 

Il cuore di Jenny pulsava a mille, sentiva i passi che si avvicinavano a lei e Glen. Aveva già il coltello pronto nella mano, ancora pochi secondi e... “Chi c'è? Chi siete?” La voce di Shauni interruppe i pensieri di Jenny. 'Solo lei...' Pensò sbuffando la rossa. Stava per fare cenno a Glen di uscire, ma lui si era già precipitato fuori, un'espressione entusiasta sul volto, che però era scomparsa appena arrivato davanti a Shauni. Quando Jenny entrò in scena, trovò i due notevolmente a disagio, entrambi guardavano a terra, e un lieve rossore ricopriva le loro guance. La rossa sbuffò sonoramente: “Piccioncini, evitiamo queste scenate. Piuttosto, tu capiti proprio a fagiolo.” Shauni alzò gli occhi stupita, mentre Jenny continuava con un sorriso inquietante: “Ora ci porti dai tuoi. Ho urgente bisogno di un favore.”
 

L'aver incontrato Shauni proprio in quel momento aveva dato da riflettere a Glen, visti gli ultimi avvenimenti il ragazzo iniziava a rivalutare tutte le relazioni che si erano instaurate fra i vari concorrenti, prima tra tutte quella sua e di Shauni. Gli tornò in mente l'episodio del veleno, ripensò a Felicity stesa a terra in una pozza di sangue... la sua fiducia e il suo amore verso la ragazza iniziarono a vacillare.
 

Non ci volle nulla a capire che ormai era solo, aveva sentito sia Shauni che Stephen allontanarsi nonostante la musica nelle orecchie. Joseph immaginava che prima o poi tutto sarebbe venuto allo scoperto, eppure lo faceva sentire strano non avere più i due cagnolini da tenere sotto controllo accanto a sé. “Poco male” Sussurrò. Alzò le spalle al buio e si rimise a sonnecchiare. Probabilmente i due sarebbero tornati in mattinata, e allora i suoi piani avrebbero continuato a scorrere regolarmente. Sorrise alla notte un attimo prima di scivolare nelle braccia di Morfeo, e fu proprio quella sicurezza che lo tradì, non facendolo preparare al risveglio che avrebbe avuto il mattino dopo.
 

Stephen sentiva che qualcosa sarebbe successo a breve, così aveva preferito allontanarsi il più possibile da Joseph e da Shauni. Si era spinto verso l'area sud, trovando riparo verso le rocce del confine. Ne aveva abbastanza di piani e segreti. A lui importava solo di trovare qualcuno con cui sopravvivere e allo stesso tempo non guardarsi le spalle, al momento. L'unica sembrava essere Cerise e, anche se non sembrava propensa ad un'alleanza, magari avrebbe ugualmente accettato per l'amicizia che li aveva legati. “Ti prego fa che sia così...” sussurrò Stephen guardando il cielo.
 

“Punto primo, non mi va di avere questo peso sulle spalle. Mi è già successo. E punto secondo, ti consiglio di aspettare domani mattina, al buio temo che sia meglio di un gatto, quello lì.” Shauni, Jenny e Glen discutevano da un po'. Tutti e tre erano d'accordo, ognuno a modo proprio, che Joseph fosse il responsabile di molti degli omicidi, e di conseguenza, che bisognasse farlo fuori. Eppure questo pensiero era solo nelle parole di Jenny, la quale stava venendo bruciata internamente dal fuoco della vendetta; gli altri due ragazzi non osavano pronunciarsi esplicitamente. “Non ti sto chiedendo consiglio, ragazzina, mi serve solo un accompagnatore fino al mio amichetto.” Sputò Jenny fredda. “Come vuoi. Ma sono disposta ad accompagnarti solo domani, e, soprattutto, io non assisterò. E spero neanche Glen.” Ribattè Shauni, voltandosi verso il ragazzo che annuì, ma senza prestare troppa attenzione a quello che stava accadendo. “Perfetto, alle cinque ci muoveremo, faremo turni di un'ora durante la notte, non accetto obiezioni.” Esclamò Jenny un attimo prima di sistemarsi al posto di guardia. 'Una notte, una sola notte e tutto sarà sistemato.'
 

La figura di Jenny si stagliava nella luce rossa dell'alba. La ragazza era seduta su un masso, e si rigirava il coltello fra le mani. Pensava a Felicity, a come una sola persona era stata in grado di farla stare così bene. Ma ogni cosa bella ha una fine, anzi, tutto ha una fine, e questo Jenny lo sapeva. Dei rumori alle sue spalle la riscossero, facendola voltare e incrociando, così, lo sguardo di Glen. Shauni, invece, era ancora addormentata a terra. “Lo sai che non voglio immischiarmi, sei ancora in tempo per ripensarci. Magari potremmo trovare un modo più sicuro...” Iniziò il ragazzo, mentre si passava le mani sui pantaloni per pulirli un minimo da terra e foglie. “No, è così che deve andare.” Fu l'unica secca risposta di Jenny. Questa lanciò un ultimo sguardo a Glen, poi scese dal masso con un salto e si avvicinò alla compagna ancora addormentata. “In piedi, Shauni.” Si limitò ad ordinare. Questa, ancora intorpidita, iniziò a sbadigliare e a stiracchiarsi mentre apriva piano gli occhi. Una volta seduta chiese: “Ma che ore...?” Jenny però non le lasciò il tempo di finire la domanda, limitandosi a lanciare a lei e Glen del cibo non identificato. Vedendo le loro espressioni titubanti, la rossa sbuffò e spiegò: “Sono radici, le ho prese mentre dormivate. State tranquilli, di sicuro non sono io quella che rende il cibo pericoloso.” Parlando, Jenny aveva lanciato uno sguardo a Glen, che, con un sorriso sghembo, aveva replicato: “Non so di cosa tu stia parlando.” Poi erano rimasti in silenzio a mangiare, ognuno con i propri pensieri. Pochi minuti e avevano finito le radici, in effetti la fame si faceva sentire. Sistemandosi il coltello in vita, Jenny stava dando gli ultimi ordini: “Shauni, mi basta che mi porti dove sono i tuoi compagni, poi vattene e fai quel che vuoi. Se dovesse esserci Stephen, portalo con te. Glen... a te non ho nulla da dire, per me puoi anche restare qui.” “Verrò, verrò, ma me ne starò in un angolino per non creare disturbo.” Ribattè il ragazzo. A quel punto, senza bisogno di parole, i tre si avviarono.
 

Un rumore. Appena udibile, ma pur sempre evidente. Joseph si destò di scatto, sicuro di non essere al sicuro. Il cielo era un tripudio di colori caldi, lo spazio attorno a lui era deserto. Il ragazzo estrasse il coltello e balzò in piedi, pronto a qualunque cosa gli si fosse parata davanti. Nonostante il sorriso sghembo che gli decorava il volto, una goccia di gelido sudore gli aveva dato un brivido attraversandogli la schiena.
 

Comunicando a gesti, Jenny, Glen e Shauni si erano dati le ultime indicazioni prima di dividersi. Jenny avrebbe attuato il suo piano affrontando Joseph, Shauni si sarebbe allontanata il più possibile; stessa cosa per Glen. Eppure, un po' per la curiosità, un po' per una strana forza che li attirava in quel luogo, questi utimi finsero di allontanarsi in direzioni opposte per poi acquattarsi dietro dei cespugli, luogo dal quale avevano un'ottima visione della scena che stava per compiersi.
 

Jenny trasse un lungo respiro, dopodichè, con decisione, uscì dal sentiero dal quale era arrivata con Shauni. Davanti a sé aveva una piccola radura riparata dagli alberi e, al centro, Joseph. Questo sorrideva e aveva un coltello in mano. “Buongiorno, cara.” le disse con ironia “Com'è andata la nottata, dormito bene senza la tua ragazza accanto? Devo ammettere che la solitu-” Non fece in tempo a finire la frase che Jenny già gli era saltata addosso, una furia cieca negli occhi. Joseph, leggermente sorpreso, cadde a terra, il coltello scivolato di mano. “Come osi?! Come ti permetti anche solo di pensare a lei?!” Urlò Jenny infuriata seduta a cavalcioni di Joseph. Il ragazzo ridacchiò poi, con un gesto fulmineo, disarcionò la rossa e recuperò il coltello. In un attimo erano in piedi l'uno di fronte all'altra, ansimanti e con i coltelli in mano.
 

Shauni tratteneva il fiato, la luce negli occhi di Jenny la preoccupava non poco e, al tempo stesso, sapeva che Joseph non era un avversario comune.
 

Glen osservava attento la scena, il gioco si stava facendo davvero interessante.
 

Stephen camminava da ore, distrutto dalla fame e dalla fatica; stava pensando di lasciarsi cadere a terra e abbandonare tutti i suoi progetti, quando, finalmente, scorse il confine dell'area nord. Un sorriso gli illuminò il volto, era arrivato finalmente, tutto si sarebbe risolto. Ma la stanchezza era troppa e il ragazzo si trovò a terra, svenuto.
 

Un sordo ringhio fuoriuscì dalle labbra di Jenny. “Non c'è bisogno di scaldarsi tanto!” La canzonò Joseph, provocando la ragazza che, in un lampo, era tornata all'attacco. “Sappi che con me la vittoria è difficile da ottenere, non sono una delle tue marionette!” Sputò Jenny mentre prendeva di striscio la spalla dell'altro. Un filo rosso si disegnò sulla maglietta di Joseph, facendo sorridere la ragazza. Ma il corvino non ci fece nemmeno caso, approfittando dell'attimo di distrazione di Jenny per farle lo sgambetto. Questa si ritrovò a terra, subito Joseph le fu sopra, conficcandole il coltello nella vecchia ferita e, quindi, riaprendola. Jenny gridò di dolore, ma riuscì ugualmente a sfuggire alla presa del ragazzo e a rimettersi in piedi. “Tu... bastardo...” Biascicò tra i denti, mentre il sudore le imperlava la fronte. Ma non poteva finire così, assolutamente no. Jenny si morse forte le labbra per il dolore alla gamba e si preparò al nuovo attacco. Joseph, invece, appariva estremamente rilassato, nonostante quel piccolo sconvolgimento dei suoi piani, le cose stavano andando ugualmente nel verso giusto.
 

Cerise si svegliò di scatto, avvertiva una strana tensione nell'aria, qualcosa di importante stava accadendo.
 

Quando Joseph aveva squarciato la gamba di Jenny, poco c'era mancato che Shauni si mettesse a gridare. Il combattimento iniziava ad essere intenso e lei non era sicura di poter reggere un simile spettacolo. Così aveva deciso di allontanarsi di qualche passo, tornando al punto dove precedentemente aveva salutato Glen e Jenny. Fu così che notò uno zaino a terra, curiosa lo raccolse e lo aprì; all'interno vi erano i medicinali che appartenevano agli altri due. Shauni si chiese perchè lo zaino fosse rimasto lì, dopodichè se lo mise in spalla e tornò alla sua postazione di osservazione, poggiando l'oggetto appena trovato ai suoi piedi.
 

Questa volta Jenny non attaccò impulsivamente, ma ragionò su ogni gesto, premeditando le mosse del suo avversario e facendosi trovare sempre pronta a difendersi e contrattaccare. Dopo svariati colpi da ambo i ragazzi ci fu una piccola pausa nella quale i due si osservarono ancora una volta. Jenny contava, oltre allo squarcio sulla gamba, un profondo sfregio che partiva dalla spalla e arrivava fino al polso destro e svariati graffi su viso, petto e addome. Joseph non era messo meglio: zoppicava anche lui a causa di due tagli slabbrati sulla coscia sinistra, aveva un taglio dalla tempia al mento dal quale sgorgava ancora sangue e, infine, la maglia era inzuppata di rosso all'altezza del basso ventre.
 

Glen continuava a scrutare per nulla impressionato la battaglia che si stava svolgendo sotto i suoi occhi, sapeva che ormai era prossima alla cnclusione, serviva solo il colpo decisivo. “Forza Jenny...” Sussurrò concentrato.
 

“Ci siamo... ragazza, ecco... l'ultimo atto. E... pensare che... che potevi restare... in vita un altro...p-po', se... solo non fossi così... impulsiva.” Disse Joseph ansimando, ma sorridendo ugualmente. “Zitto e combatti.” Sussurrò Jenny con moltissimo sforzo. Joseph accennò un piccolo inchino derisorio, per poi assumere un'espressione folle e malvagia, non meno inquietante della furia negli occhi della rossa. Gridando all'unisono i due si lanciarono l'uno contro l'altra.
 

Cerise annusò l'aria, poi trattenne il fiato.

Glen si sporse leggermente, poi trattenne il fiato.

Shauni chiuse gli occhi, poi trattenne il fiato.

Stephen si svegliò all'improvviso, poi trattenne il fiato.

Sembrava che persino l'aria fosse in attesa di qualcosa.
 

Poi...

Un unico urlo di dolore. A terra due corpi avvolti in un abbraccio mortale e ricoperti di sangue. “Cr-cre...di d-d-davvero... di... ave-aver v-vinto... eh? M-m-mi spiace... tan-tanto... p-per te... S-s-sai... io... io... n-non so-sono... come... come d-dire u-una... per-persona c-c-corretta... C-conosci... il-il... vel...veleno... d-dico... bene?” Con queste parole biascicate e tossite all'orecchio di Jenny, Joseph morì, il sorriso ancora stampato sul volto.
 

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Joseph non vide mai più la luce.
 

Jenny si sollevò piano. Aveva avuto la sua vendetta, poco le importava del veleno che l'avrebbe uccisa. Vedere il suo coltello piantato al centro del petto di Joseph la riempiva di gioia. “Ora va... tutto bene... vero, Fel?” Disse al cielo, per poi ricrollare a terra.
 

Contemporaneamente Glen e Shauni balzarono fuori dai loro nascondigli. Nonostante il lieve stupore nel trovarsi entrambi lì si avvicinarono subito a Jenny. Glen la scosse leggermente ricevendo in risposta solo un lamento rauco. “Oh, cazzo!” Esclamò il ragazzo “Lo zaino, mi serve lo zaino! Forse c'è l'antidoto, deve esserci! Jenny apri quei fottuti occhi! Non puoi morire così! Non te lo permetto!” Shauni si accostò al corpo morto di Joseph, vicino alla mano aveva ancora il coltello; se lo avvicinò al volto e notò una sottile strisci di liquido nerastro che ancora lo sporcava. Spalancò occhi e bocca: era lo stesso veleno che aveva usato lei. “Cosa fai lì impalata?! Aiutami a bloccare la circolazione e a cercare quel dannato zaino!” Ordinò Glen con rabbia. Shauni sussultò ma, scossa da un conato di vomito, crollò a terra. Glen sbuffò esasperato, maledicendo la debolezza della compagna. Ad un tratto Jenny aprì leggermente gli occhi e sussurrò a mezza voce: “Glen... tranquillo... n-non voglio... p-più... vivere... Va-vado da... Fel... l-la mia... Fel”
 

Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Jenny non vide mai più la luce.





ANGOLO AUTRICE IPER-RITARDATARIA
*si butta a terra in lacrime*
Scusatemi tanto!!! Davvero davvero non so come chiedere perdono!
Non ci sono scusanti per quasi un anno di assenza! 
Ho avuto tanti problemi e tanto da fare...
Ma mi mancava scrivere, mi mancava questa storia, così oggi mi sono detta. "Forza Nini, niente scuse, hai tanto tempo libero stamattina!"
E quindi... rieccomi qui...
Odiatemi quanto volete, ne avete tutti i diritti!
Se ci sono errori vi chiedo scusa, ma non ho nemmeno riletto per fare più velocemente il tutto.
Ora magari inizio a scrivere anche i prossimi capitoli, in modo da finire di pubblicare il prima possibile
Grazie comunque a tutti quelli che ancora mi sostengono <3

Nini


 

  
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