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Autore: Arya Tata Montrose    14/02/2016    2 recensioni
Anche quest'anno ritorno alla carica con la mia seconda Gajevy Week. L'anno scorso avevo tentato un approccio con delle storie slegate mentre queste avranno un filo conduttore e saranno in ordine cronologico. Hanno un contesto preciso: il loro viaggio fino a trovarsi al Concilio e il mutare delle loro sensazioni.
Buona lettura!
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✤ 31th Jan – Bonus Day One – Differences
✤ 14th Feb – Day One – Blanket
✤ 15th Feb – Day Two – I love you
✤ 16th Feb – Day Three – Childhood
✤ 17th Feb – Day Four – Forbidden
✤ 18th Feb – Day Five – Council
✤ 19th Beb – Day Six –
✤ 20th Feb – Day Seven –
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gajevy Week 2016
14th February
[ Day One]

 
Blanket
 




 
Non piangeva, il cielo, troppo felice della sua salvezza per badare a ciò che stava sotto di lui e nemmeno le nuvole ebbero abbastanza pietà per coprire quello scherzo crudele. 
Magnolia, quel giorno, non rideva. Rimaneva inerte, silenziosa, assorta nelle sue rovine
Non un soffio di vento a battere confortante le spalle, a promettere che sarebbe passato, a trascinare via con sé tutto quel dolore. Tutti, però, credevano – volevano credere – a quella inesistente promessa. 
Tra le macerie della Gilda, il primo giorno vagavano maghi scoraggiati, abbattuti, senza meta, provando a cercare qualcosa che facesse sgretolare o anche solo crepare quel brutto incubo. Le parole del Master rimbombavano come la voce del cattivo che ti confonde mentre corri nel labirinto della tua mente, alla ricerca della consapevolezza che fosse tutto un sogno. 
Fairy Tail non poteva essere stata sciolta. Era la loro casa, non potevano lasciarsi fermare dall’ennesimo edificio distrutto, quello era solo un simbolo, quello non era mai importato a nessuno di loro.  
Eppure, quei cumuli di legno e pietra, che erano stati mura, sedie, boccali, facevano male. Come se tutta la gioia e i ricordi legati a quelle macerie si fossero trasformati in sangue che sgorgava e feriva della carne viva, caduta sotto i colpi di Tartaros. Come se l'edificio che ogni giorno accoglieva tutti quegli strampalati maghi fosse esso stesso un membro di Fairy Tail. 
Oppure facevano male proprio perché aveva perso il suo nome. Perché Makarov — non più il Master, faceva male dirlo, ora — aveva sciolto la Gilda, perché la loro famiglia, la loro casa ora non esisteva più. 
Quel poco che era rimasto in piedi, ora veniva guardato con rimorso — per non aver fatto di più, per non essere stati abbastanza forti, per non essere stati in grado di evitare tutto quello — e i più erano già tornati nei dormitori a raccattare le loro cose per partire, per andare lontano, allenarsi, diventare abbastanza forti da proteggere la loro casa — Fairy Tail non poteva chiudere per davvero, no? — e soprattutto per non vederla distrutta. 
Tra i pochi che al sorgere del sole erano rimasti a Magnolia, Levy era quella che prima l'avrebbe lasciata. Il suo zaino era pronto e i libri che non avrebbe portato con sè erano stati portati in un magazzino poco prima. Ora, seduta sull'unico muro della Gilda rimasto in piedi, procrastinava, ritardando la partenza, in attesa. Amava l'alba a Magnolia, spesso si era trovata ad ammirarla quasi per caso, alzando lo sguardo da quelle pagine ingiallite che per ore aveva divorato con gli occhi aiutata dalla fioca luce di una candela o di una lampada. 
Un po' di malinconia le si era attaccata addosso, forse era proprio per questo che non riusciva a compiere quel piccolo salto per scendere dal muro ed incamminarsi verso il bosco che circondava la città. C'era qualcosa che le mancava, lo sentiva, ma non capiva cosa. Aveva redatto un foglietto con le cose da fare, il giorno prima, giusto per mettere in ordine i pensieri e non aver nulla di incompiuto per cui tornare in quella città prima del tempo, e ogni punto di quella lista era stato spuntato tante volte quante aveva controllato di aver preso e fatto tutto. Riprese mentalmente le persone che aveva salutato e che se n'erano già andate e, sulle prime, non aveva trovato nulla che si potesse attribuire a quel senso di mancanza che si sentiva addosso.
Sospirò, dondolando ancora le gambe avanti e indietro, in attesa. Osservava il mare davanti a lei, con la testa, per una volta, libera da ogni pensiero — mai come in quelle ultime ore la sua mente ne aveva macinati, ora le sembrava come bloccata su quell'unica mancanza, tanto che la sua attenzione si era focalizzata su altro, archiviando temporaneamente la questione. In quel momento, si godeva solo la vista dell'acqua placida del mare, colorata dai dolci riflessi dell'alba. Era come se nulla fosse successo, come se Tartaros fosse stata davvero un brutto sogno.
Levy si sentiva libera, più leggera del solito. Era una sensazione nuova per lei concentrarsi su una cosa sola — o meglio, non concentrarsi affatto — e Gajeel glielo diceva sempre che doveva rallentare, smetterla di pensare a quattro cose alla volta. 
Ebbe un sussulto distogliendo la sua attenzione da quel punto fisso che osservava da dieci minuti buoni e che era cambiato da aranciato a nero. Scrollò il capo e un attimo dopo realizzò che proprio Gajeel si era frapposto tra lei e la sua mancanza di pensieri — che poi fosse finita a pensare lo stesso era un altro discorso.
«Pensavo fossi già partita, Levy.» le disse, andando diritto al punto. I mezzi termini non erano mai stati nelle sue corde. Levy notò che non le aveva affibbiato il solito nomignolo, quindi in quel momento era davvero serio. 
«No, sento che manca qualcosa.» fece, a mezza voce. Gajeel alzò un sopracciglio, per mascherare il suo stupore. Levy riusciva sempre a trovare il modo giusto di rispondergli. Forse dalle sottigliezze che lui stesso non notava, ma lei sì e le sfruttava per capire quale formulazione  della risposta si sarebbe adattata al suo umore o non lo avrebbe indispettito. Poteva anche non essere forte, ma Gajeel aveva da tempo imparato che non era necessariamente la potenza della magia il metro del valore di un mago, a dispetto di tutte le ridicole credenze dei civili: il mago più forte non è colui che padroneggia la magia più potente, ma quello che sa usarla nel modo più adatto alla situazione. Tra le righe, era stato Metallikana a dirglielo, mentre gli insegnava ad usare al meglio i suoi incantesimi, ma lui l'aveva capito solo molto più tardi, durante i "preparativi" per la più spettacolare parata di Magnolia. 
Gajeel ghignò, quel suo inconfondibile ghihihi si disperse nell'aria pungente dell'alba. Si appggiò con la schiena al muro rimasto in piedi, accanto a Levy, e rimasero in silenzio per minuti che ad entrambi parvero ore — il Sole non è un po' lento a sorgere, oggi?
 
«Non lo capisco.» Levy ad un tratto spezzò quel silenzio surreale. Gajeel non capì ma prima che potesse chiedere alchunchè, Levy si era sbrigata a specificare. Lo conosceva davvero bene. «Come abbiamo potuto arrenderci davanti alle macerie, intendo. Non lo capisco. Ci siamo rialzati tante volte, abbiamo ricostruito la gilda tante volte.»
Inevitabilmente, la mente di Gajeel fu riportata a otto anni prima*, quando ancora era affiliato a Phantom Lord e al suo attacco all'edificio della Gilda. Anche quella volta era stato distrutto, per colpa — una volta era "merito" — sua. 
«Phantom Lord non ha sciolto la famiglia, Gajeel. L'ha allargata.» ancora una volta, fu la voce di Levy accanto a lui a riportarlo alla realtà. Come..?
«Mh» grugnì in risposta, senza lasciar trasparire nulla, nemmeno che lei avesse ancora una volta indovinato il suo pensiero. Sprofondarono nel silenzio ancora per qualche minuto, godendosi il panorama — il Sole non sembrava essersi mosso, davvero il tempo scorreva così lento? 
Levy ridacchiò. «Grazie per avermi ascoltata. Ah, ho capito che cosa mi mancava.»
 
Gajeel non ebbe bisogno di parlare perché Levy rispose alla domanda che aveva intenzione di porle: «Volevo salutare te.» disse voltandosi, guardandolo negli occhi. Già, dovevano partire e lasciarsi tutto quello alle spalle, per il momento. 
Levy, al contrario di lui, aveva degli occhi comuni. L'aveva accennato una volta ma per lui avevano sempre avuto qualcosa di particolare: forse scintillavano, forse era una particolare sfumatura di marrone, forse erano davvero grandi, forse erano avidi, curiosi e scattanti. Forse tutte quelle cose messe assieme.
«Hai già deciso dove andare?» le chiese, quasi all'improvviso, continuando a fissarla. 
«No, ma ho intenzione di viaggiare verso Ovest. Tu, invece?»
«Panther Lily vuole trascinarmi a Nord, alta montagna. Spero non faccia troppo freddo, non voglio diventare come il Ghiacciolo.» era ovvio che si riferisse a Gray. 
Levy sorrise leggermente, mettendosi poi a rovistare nella sua sacca. Si era portata il minimo indispensabile: un paio di coperte, quattro cambi, un po' di libri nello Stok magico — Erza e Biska le avevano insegnato l'incantesimo, non occorreva che fosse rapida nel cambio — qualche provvista e un kit medico per qualsiasi evenienza, era sempre preparata, lei. Estrasse una delle due coperte, viola e decorata con piccole stelle/shuriken e se la guardò per qualche secondo, stropicciando la leggermente con le dita, a saggiarne il tessuto, poi la porse al ragazzo. 
Sembrò sciogliere le braccia a fatica, Gajeel, rompendo la posa staturaria in cui stava — braccia conserte, schiena dritta e petto in fuori — e prendendo la coperta quasi fosse fatta di carta. Era un po' sorpreso, cosa avrebbe dovuto essere?
 
«Un regalo». 
Già, e come faceva Levy a capire sempre quello che pensava?
«Così ti terrai al caldo, sulle montagne.» Levy sembrava così razionale anche mentre richiudeva lo zaino apposta per non guardarlo, dopo avergli dato una risposta stupida ad una domanda che nemmeno aveva posto. Si scostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio, alzando poi lo sguardo e sorrise. 
 
«Anche io ho un regalo per te.» lo disse così, senza pensare, senza aver davvero preparato nulla per lei. 
Si mise a frugare nella sua sacca, alla ricerca di qualcosa che potesse anche solo vagamente piacerle. In una delle tasche, scovò un bracciale di pelle nera pieno di borchie. Si ricordava di quell'oggetto, era una delle prime cose che aveva comprato con lo stipendio della prima missione da mago. 
«Non è molto, ma ti starebbe bene» borbottò, porgendoglielo un po' in malo modo, come era solito fare lui. Non era poi così convinto che fosse di suo gradimento ma non aveva molto altro. 
«È molto bello.» Levy lo aveva indossato subito, stendendo il braccio in avanti come per rimirare lo sul serio. 
Gajeel rise, osservando la piccola figura al suo fianco. Indossava gli stessi abiti che aveva quando l'attaccò, prima della guerra tra Phantom Lord e Fairy Tail. Non potè fare a meno di sentirsi un po' un verme per quello che le aveva fatto, anche se lei ogni tanto gli ricordava che lo aveva perdonato.
Gettò l'occhio alla sua roba, posata su quel muretto, apposta per non guardarla e sentirsi ancora più schifoso per starle accanto dopo quello che le aveva fatto. Dal nero dello zaino, spiccava il bianco del cappello del suo completo, quello elegante per i concerti. Non ci pensò sopra nemmeno un istante; lo prese e lo posò sul capo di Levy. 
«Ecco, così è perfetto, ghihihi.» ghignò. 
 
Levy si affrettò a togliersi qualunque cosa avesse in testa per capire cosa fosse e ci mise un attimo a capire da dove arrivasse quel cappello. 
Il sorriso che Gajeel ricevette in risposta fu in grado di ricacciare i pensieri su quanto odiasse il sè stesso del passato in un angolino della sua mente. Da quando Kurogane pensava che Levy fosse davvero bella, soprattutto con il suo cappello sulla testa? 
 
«Grazie Gajeel!» di slancio, Levy lo abbracciò e lui dovette realizzare prima di ricambiare. 
«Grazie a te, Shorty.» ridacchiò lui. 
 
Un gallo cantò e seppero che era l'ora di separarsi. Gajeel mise la coperta nella sua sacca e si salutarono con un arrivederci ed un sorriso — Gajeel ghignò, ma Levy lo contò come sorriso.
Alle loro spalle, il Sole aranciato illuminava il muretto e i resti della Gilda che giacevano immobili e indisturbati, in attesa che Fairy Tail tornasse a rimetterli in piedi, come aveva sempre fatto.
 
[1881 words]
Angolo autrice
Buon giono e buon S. Valentino a voi, carissimi lettori!
Dopo il Bonus Day One, che spero vivamente vi sia piaciuto, riprendo ufficialmente la raccolta col Day One, che spero vi piaccia le stesso. 
Ora mi pare doveroso darvi qualche piccola dritta sulla storia, ecco. Sarà una specie di long, in quanto i capitoli avranno un ordine logico. A differenza del Bonus, da qui in poi la storia si sviluppa successivamente a Tartaros come se non l'aveste capito leggendo e, dopo questo capitolo, saranno incentrate sul personaggio di Gajeel.
Se trovate qualche errore, mi scuso davvero molto, vorrei me lo faceste notare così da poter sistemare in fretta e niente, spero mi seguirete in questo esperimento!

A presto, 
Tata ❤︎

 
   
 
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