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Autore: Pinker    14/02/2016    2 recensioni
[dal testo]
In fine, era una giornata come tutte le altre.
Un giorno qualsiasi di una qualsiasi settimana di uno dei qualsiasi mesi dell'anno.
Nulla di speciale, il 14 febbraio.
Per Shadow quelle 24 ore erano sempre passate come erano sempre passate ogni altro giorno.
Non capiva a fondo perché ci volesse una festa speciale per le coppiette innamorate.
[...]
Doveva esserci qualcosa, un flusso, un'attrazione che lui non riusciva a cogliere. O magari era questo flusso che non riusciva a penetrargli nelle ossa.
Shadow non era mai riuscito a cogliere quest'aria d'amore.
Anzi, riteneva tutto una perdita di tempo. Inutile.
Fino a quell'anno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In fine, era una giornata come tutte le altre.

Un giorno qualsiasi di una qualsiasi settimana di uno dei qualsiasi mesi dell'anno.

Nulla di speciale, il 14 febbraio.

Per Shadow quelle 24 ore erano sempre passate come erano sempre passate ogni altro giorno.

Non capiva a fondo perché ci volesse una festa speciale per le coppiette innamorate.

Guardava con indifferenza tutte le sdolcinatezze da innamorati che vedeva in giro.

Che poi, erano sempre le stesse: fiori, cuori e cioccolatini a 360°.

E poi ancora, baci, tenerezze e dichiarazioni come se non ci fosse mai stato un ieri e come se non ci fosse un domani.

Tutte cose che si possono fare anche gli altri giorni, aveva pensato fra sé, eppure era un'occasione per diventare tutti più buoni che a Natale.

Doveva esserci qualcosa, un flusso, un'attrazione che lui non riusciva a cogliere. O magari era questo flusso che non riusciva a penetrargli nelle ossa.

Doveva comunque essere potente, pensava il riccio, se un burbero guardiano costantemente chiuso 364 giorni all'anno, proprio quel giorno trovava le parole ed il coraggio per offrire alla collega del riccio una bouquet di rose rosse ed invitarla fuori a cena.

Tuttavia, Shadow non era mai riuscito a cogliere quest'aria d'amore.

Anzi, riteneva tutto una perdita di tempo. Inutile.

Fino a quell'anno.


Era ormai da quasi un anno da quando lei si era stabilita a Mobius.

Viveva con la sua amica Amy, a pochi chilometri da lui.

Era già passato quasi un anno da quando la sua voce aveva iniziato a riempire le sue orecchie ogni giorno.

Cielo, cosa non era la sua voce: seria, educata, matura, e alle volte distaccata. Raramente era fredda con lui, anzi: si lasciava andare, era così calorosa e rilassante che anche lui si lasciava andare, e poi rideva...

La sua risata. Shadow pregava qualsiasi cosa ci fosse in alto affinché la sua risata gli rimanesse nella testa per sempre, soprattutto quando era solo e voleva compagnia. Solo quella della ragazza, però.

Il riccio nero non era mai stato un tipo a cui piace la compagnia; tuttavia, quella della gatta lilla era diversa.

Ogni volta che poteva, si fermava con qualche scusa inventata al momento pur di poter parlare con lei.

Loro si capivano. Eccome.

Loro erano due puntini neri in un mare di puntini bianchi: il passato di entrambi non era stato rosa e fiori, soprattutto quello del riccio.

Per la prima volta nella sua vita, Shadow si era vergognato di dirle il suo passato: era stato violento, un distruttore spietato con la vendetta nel cuore e nell'animo.

Aveva dedicato così tanto tempo a svuotare la sua rabbia che si era quasi dimenticato per chi combatteva.

Era difficile spaventare la giovane principessa, tuttavia Shadow aveva paura di una sua reazione negativa.

Ma ancora una volta, lei lo stupì: gli disse che non le interessava quello che aveva fatto in passato. Quello che le importava era solo quello che era riuscito a diventare in quel momento, tutto il resto non contava più.

Per la prima volta, Shadow non solo si sentì ascoltato e compreso, ma anche genuinamente accettato per quello che era.

E poi, wow, era bellissima.

Gli piaceva molto il suo fisico; gli altri non vedevano i movimenti graziati del bacino quando camminava, o l'eleganza di quando combatteva. Una vera signora.

Era un fisico molto asciutto per gli occhi altrui, tutti avrebbero preferito un corpo più formoso, come quello di Rouge.

Tutta quella gente si perdeva le curve dei suoi fianchi, i suoi muscoli, la sua morbida pelle.

L'energia, il calore e la potenza del suo fuoco le uscivano da tutti i pori.

Ma la parte del corpo più bella rimaneva il viso: due occhi dorati come l'oro e splendenti come il sole, il musetto fine e bianco zuccherino che accompagnava perfettamente il lilla del pelo, e che ogni tanto si colorava di rosa quando arrossiva. Quando lui la faceva ridere. Lui, proprio lui: l'idiota più disgraziato e antipatico di sempre. Colui che non si meritava più niente, soprattutto da una creatura del genere.

Però, il sorriso pieno di dolcezza della ragazza era dedicato solo a lui, nessun altro veniva guardato in tal modo.

E più se ne rendeva conto, più comprendeva l'esistenza della felicità, che ogni giorno prendeva sempre più spazio nel suo cuore.

E infine, adorava passarle le dita tra i capelli; le diceva che era spettinata, oppure che aveva qualcosa fra i capelli, pur di toccarli pretendendo di sistemarli meglio.

Forse lei se ne era anche accorta, ma di questo il riccio non ne era assolutamente certo.

Erano davvero molto morbidi e puliti, ed un giorno d'estate l'aveva persino convinta a slegarli.

Ogni volta che si ricordava la scena, a Shadow veniva da sorridere da quanto ebete dev'essere sembrato alla micia, quando lui ha sgranato così tanto gli occhi che a momenti gli facevano male le orbite.

Solo, non si aspettava stesse così bene. Era rimasto completamente muto per un bel po', mentre le ispezionava la faccia, tanto che la gatta ha cominciato a preoccuparsi.

Devo esserle sembrato un totale idiota, pensava il riccio, mentre si immaginava sé stesso con la faccia da pesce lesso.

Tuttavia lei non glielo fece mai pesare troppo. A dire la verità, ce n'erano tante di cose che lei non gli fece mai pesare troppo.

Blaze, ai suoi occhi, era la persona più meravigliosa che conoscesse.


Come S. Valentino iniziava ad approcciare, Shadow finalmente iniziava a sentire una morsa alla gola.

“Ti sei innamorato, caro mio!” gli aveva detto la collega Rouge, dopo che Shadow aveva confidato tutti i suoi sentimenti verso la principessa gatto.

Il riccio nero, stravaccato sul divanetto grigio del suo ufficio, roteò gli occhi e si trattenne dal dare un ironico “grazie Capitan Ovvio”.

“Lo so. L'avevo capito. Ma adesso che faccio?” disse, dubbioso sul da farsi.

Rouge alzò un sopracciglio, confusa.

“Come sarebbe a dire? Ti dichiari, ovvio!” rispose interdetta, come se fosse la cosa più normale e facile del mondo.

Il riccio grugnì e si mise a sedere.

“Come se fosse facile!” esclamò.

“Per questo ci sono io, caro!” rispose lei con un sorriso e auto puntandosi l'indice.

Shadow la guardò storto. Bene, dopo Capitan Ovvio ecco Dottor Stranamore!

“Tu?” chiese incredulo il riccio. Nel sentir questo, la collega ricambiò l'occhiataccia.

“Cosa credi, che non ne sia esperta? Ti ricordo che queste cose le so!” gli rispose a tono.

Shadow sospirò, ma poi si rese conto che forse il suo aiuto poteva essergli utile. Dopotutto, quella donna doveva pur avere un metodo per mantenere salda la relazione con Knuckles che stava durando ormai da più di due anni.

“Hai ragione. Scusa se non ti ho creduto.” disse il riccio, sapendo quanto la collega fosse permalosa e quanto le magiche paroline “hai ragione” e “scusa” le piacessero. Sospirò.

“E come faccio a dichiararmi?” chiese alla fine.

“Beh, questo è semplice, Romeo!” esclamò contenta lei, alzandosi dalla sua postazione di lavoro e andandosi a sedere fianco a fianco al riccio nero.

Cadde con un tonfo secco sul divanetto, le sue spalle toccavano quelle di Shadow.

“Vai da lei.” iniziò la donna, con il tono di voce un po' più alto di un sussurro. Toccò con l'indice il braccio del collega.

“...Le prendi le mani...” continuò dolcemente, facendo “camminare” l'indice e il medio sul braccio di Shadow.

“...Le dici esattamente cosa provi...” le sue dita continuarono a salire fino ad arrivare alla spalla del riccio nero, il quale la guardava confuso, ma stava ben attento a quello che diceva.

“...Poi avvicini il tuo bel muso al suo...” continuò, facendo arrivare le sue dita vicino alla faccia del riccio.

Shadow sgranò gli occhi, dopo aver compreso cosa gli avrebbe detto dopo.

“...E poi la BACI!” concluse lei, alzando la voce sull'ultima parola, e dandogli un leggero tocco sulle labbra con l'indice.

Shadow scattò in piedi, mentre una cascata di filmini mentali passò davanti ai suoi occhi.

“Ma andiamo!” esclamò lui, voltando le spalle alla collega, affinché lei non vedesse quanto stava diventando rosso il suo viso al pensiero di dichiarasi a Blaze e baciarla.

“Non funzionerà mai!” esclamò forte, leggermente scocciato.

“E come fai a saperlo?” chiese la donna, annoiata dal fatto che lui non ci provasse nemmeno.

“Perché me lo sento! Blaze non è quel tipo di donna a cui bastano parole dolci e un... bacio!” rispose, deglutendo prima di pronunciare l'ultima parola.

Però, quanto gli sarebbe piaciuto baciarla su quelle bellissime labbra...

Il cuore di Shadow batteva all'impazza solo all'idea di stringerla a sé, passarle le dita fra i capelli mentre le loro bocche lavoravano per rendere tutto memorabile...

“Scuse, scuse, scuse.” lo canzonò Rouge, alzandosi dal divanetto con grazia.

“Tu non ci vuoi neanche provare perché ti vergogni.” disse maliziosa la pipistrella, costringendo un imbarazzatissimo Shadow a voltarsi di scatto.

“No! Non è ver--!” si fermò di colpo, realizzando che magari non aveva tutti i torti.

“Non fare così, tutti provano imbarazzo la prima volta, non è una cosa facile.” ammise Rouge, per rassicurare il partner.

“Però ci devi provare! Ho un'idea; San Valentino è alle porte, ti prepari bene per quel giorno e così sarai sicuro che andrà tutto liscio come l'olio.” propose la ragazza.

“E io ti aiuterò volentieri.” aggiunse, facendogli un occhiolino da complice.

Shadow non batté ciglio. Era troppo impegnato ad assimilare l'idea.

Rouge chiese conferma: “Ok?”

Attesa. Questo, per Rouge, significava dubbio, incertezza.

Capiva che Shadow si era innamorato per la prima volta e che per lui potesse essere una cosa imbarazzante, ma Rouge voleva assolutamente che quei due amorini si mettessero insieme! Aspettava quel momento da tanto, cazzo! Li vedeva perfettamente ogni giorno quanto stessero bene, quei piccioncini timidoni! E li avrebbe messi insieme, anche se avesse dovuto dare una spintarella propulsonica nel culo di Shadow!

Amari estremi, estremi rimedi.

“Dopotutto” aggiunse dopo un po', scegliendo con cura le parole da dire.

Si vive una volta sola.

Shadow la guardò, sudando freddo. Rouge sapeva qual era il peso di quelle parole.

Shadow era immortale. All'inizio adorava l'idea di essere superiore ai comuni esseri mortali, ma poi iniziò invece ad odiare questa sorte. Era destinato a durare nei secoli, mentre gli altri che lo circondavano invecchiavano e morivano, ma almeno vivevano. Almeno potevano avere la soddisfazione di morire insieme, almeno potevano sperare di non soffrire a lungo uno per la morte dell'altro, e questo valeva per tutti; parenti, amici, coppie, non importava!

L'atmosfera si fece fredda a quelle parole di ghiaccio.

“O almeno, lei.” aggiunse Rouge lentamente, per permettere a tutte le letterine di conficcarsi nella mente del collega.

Il ghiaccio che si spezza.

Un pugnale conficcato del cuore.

Il Titano Colossale che distrugge le mura.

Una cruda verità.

Lei non era immortale. Blaze sarebbe invecchiata e sarebbe andata avanti con la sua vita e, sinceramente, Shadow voleva farne parte per più tempo possibile.

Il riccio nero posò lo sguardo a terra, poi lo rialzò sulla collega.

“E se lei...non mi accettasse?” chiese titubante.

La paura di essere rifiutato. Tipico.

La collega sorrise:

“Non ti preoccupare! Faremo in modo che rimanga così meravigliata che non ti potrà dire di no!” rispose decisa la giovane donna, sciogliendo l'atmosfera ghiacciata che lei stessa aveva creato.

Shadow si guardò nuovamente i piedi, ma un secondo dopo il suo sguardo determinato incontrò quello speranzoso della partner.

Annuì deciso.

“Splendido!” gioì Rouge, unendo le mani in un sonoro applauso.


Impiegarono i giorni successivi a preparare un piano per il gran momento:

Rouge aveva fatto una lista di ciò che poteva piacere e non piacere a Blaze grazie all'aiuto di Shadow e compagnia bella. Spesso, andava a sondare il terreno lei stessa.

“Quindi, dici che le potrebbero piacere le rose rosse? I cioccolatini no, non credi? Ci vorrebbe una poesia, lo apprezzerebbe!” chiedeva Rouge al compagno, appuntandosi tutte le risposte (che si dava da sola, dato che non dava nemmeno il tempo a Shadow di rispondere).

Verso la fine della settimana, un paio di giorni prima di San Valentino, era tutto pronto per essere messo in atto.

Era tutto perfetto, pensavano i due agenti, mentre compravano quello di cui avevano bisogno.

Rouge si sarebbe preoccupata di comprare i fiori, ma voleva aspettare l'ultimo momento, per non rischiare di farli appassire.

Shadow si era preoccupato di prendere i cartoncini dove scrivere...una poesia? Una frase d'amore? Era ancora un po' indeciso quali delle due le sarebbe andata più a genio. Le aveva preparate entrambe, forse gliele avrebbe scritte tutte due.

Sì, dai: dato che era la creatura perfetta, ovviamente doveva rendere tutto perfetto.

In cartoleria, tuttavia, successe l'impensabile: mentre stava scegliendo i cartoncini, entrò proprio Blaze the cat.

Una visione celestiale... che fu subito interrotta dato che era seguita a ruota da Sonic.

Immaginatevi quanto era scocciato Shadow. Che ci facevano lì quei due, insieme?

L'irritazione iniziò a salirgli per la gola mentre si nascondeva meglio dietro gli scaffali, per spiarli. Era meglio se non l'avessero visto, per il momento, altrimenti si sarebbero fatti anche loro un paio di domandine sul cosa ci facesse Shadow the hedgehog in una cartoleria alla vigilia di San Valentino. Voleva che restasse una sorpresa per la giovane gatta.

“Hey Blaze!” esclamò il riccio blu, attirando l'attenzione della micia.

“Ti ho scritto una poesia, ma forse dovrei migliorarla... comunque, te la vorrei far sentire.” disse, e si schiarì solennemente la gola, mentre Blaze lo guardava perplessa.

Le rose son rosse,

le viole son blu,

la mia bella fiamma

sei tu!

recitò, con le gote un po' arrossate.

Ti prego, NO!

Non ditemi che l'ha detto sul serio, pensava Shadow.

Quella poesia del cazzo con le rose rosse e le viole blu, santo cielo e FaCeVa PuRe CaGarE!

Irritazione, rabbia, e forse anche un po' di schifo lo costrinsero a prendere brutalmente un cartellone e, fregandosene che doveva pagarlo, iniziò a scriverci qualcosa con il primo indelebile che aveva trovato sottomano.

Intanto, Blaze guardava il riccio blu con un misto di imbarazzo per quella banalissima “poesia” e tenerezza per il suo amico. Almeno ci aveva provato.

“Aww.” disse semplicemente alla fine.

“Anch'io ti ho scritto qualcosa, Sonic!” esclamò la voce incazzata che proveniva da dietro l'eroe blu, ed il riccio si voltò per trovarsi uno Shadow che lo squadrava scazzato, con un cartellone gigantesco in mano che recitava:

LE ROSE SON ROSSE,
LE VIOLE SON BLU,

FUORI DAL CAZZO

CHE GIURO NON TI SOPPORTO PIU'!

Il riccio nero e rosso lasciò cadere il cartellone, il quale volò fino ai piedi del rivale.

Shadow diede le spalle ai suoi amici – beh, forse era una parola poco adatta – alla ragazza del suo cuore e all'ananas blu e corse fuori dal negozio.

Gli parve di sentire la voce di Blaze chiamare il suo nome, ma lui continuò a correre. Cosa le avrebbe detto? Che gli è saltato lo schizzo perché Sonic ha fatto di nuovo il coglione? E cosa più importante, cose lei gli avrebbe detto?

Si fermò solamente dopo aver girato l'ennesimo angolo, ed inspirò forte.

Cose gli è preso? Sonic ha detto e fatto di peggio, perché si è irritato così tanto?

Forse era perché Sonic ci aveva provato prima di lui. Sospirò.

Non c'era da girarci troppo attorno; aveva avuto paura che Blaze avesse ricambiato il suo amore.

Sarà possibile? Lei ama Sonic?? Solo l'idea gli spezzava il cuore.

E poi si ricordò che non aveva preso i cartoncini.

“Ci ritornerò un'altra volta.”


“Questa è gelosia, caro mio!” aveva cinguettato Rouge, dopo aver ascoltato il racconto da Shadow.

Il riccio nero, da qualche ora tornato da quella stressante avventura, si era buttato scoraggiato sul divanetto e non si era ancora alzato.

Shadow roteò gli occhi, sperando di riuscire a trattenere l'ennesimo “grazie a sto' cazzo”.

Sapeva cosa gli era preso, l'aveva capito poco a poco mentre tornava alla base, dove Rouge l'aspettava per finire i preparativi.

“E non so nemmeno come è andata a finire!” si lamentò lui in risposta.

“Non credo che lei sia innamorata di Sonic.” constatò Rouge, dopo un minuto di silenzio passato a rifletterci sopra. Shadow trattenne il fiato.

“Come fai ad esserne sicura?” chiese il riccio dopo qualche secondo di pausa.

“Lo so. Li ho visti. Ho visto cosa siete voi due e cosa sono loro due. Ho visto il comportamento della tua Giulietta cambiare, Romeo.” rispose lei, con uno sguardo morbido ed un sorriso di incoraggiamento.

“Credimi, tu e lei siete tutta un'altra musica!”

A queste parole, Shadow riuscì ad abbozzare un sorriso. Se davvero stavano così le cose, non vedeva l'ora di confessarsi.

Rouge si sedette nella sua scrivania.

“Ah” disse poi, prendendo un fogliettino che precedentemente aveva incastrato sotto il computer.

“Questi sono i fiori che sono andata ad ordinare oggi pomeriggio. Un mazzo di bellissime rose rosse da dieci. Se ne innamorerà!” riferì, tenendo il biglietto fra l'indice e il medio e porgendolo al collega.

“Vai da questo fiorista e di' che devi ritirare sotto nome di “Rouge”. Vacci pure domani nel pomeriggio, sappi che chiude alle sei.”

E appuntò la V sulla sue lista. Poi, ridacchiò.

“Per quanto riguarda i cartoncini, non ti preoccupare, vado a prenderli io.”


Il giorno tanto atteso avvenne.

Shadow si alzò dal letto ed aprì le finestre: il sole splendeva e non c'era manco una nuvola in cielo.

Una giornata davvero magnifica.

Si preparò e si buttò in salotto, dove la coinquilina Rouge sedeva in accappatoio sorseggiando caffè. Sorrise.

“Buongiorno.”

“'Giorno Rouge!” rispose il riccio, mentre prendeva il mazzo di rose e le letterine dove aveva finalmente scritto la poesia e la sua bella frase d'amore.

“Non fai colazione? Ti da l'energia per iniziare la giornata!” cinguettò dolcemente l'amica.

“No, sono a posto.” rispose semplicemente il riccio.

“Fammi gli auguri!” e stava per aprire la porta per andarsene, quando un senso di colpa lo fermò di colpo, e si voltò verso la sua collega, la quale si stava cimentando a leggere il giornale che prima giaceva sul tavolo.

“Cavolo.” disse lui ad alta voce, sbattendosi un palmo sulla faccia.

“Hai fatto così tanto per me e io manco ti ho aiutato con il San Valentino per Knuckles!”

La donna ridacchiò e mise giù il giornale.

“Se credi che io non abbia preparato nulla per me e Knuckles, ti sbagli di grosso!” rispose lei.

“Non ti devi preoccupare tesoro, e adesso va!”

Shadow sorrise ed uscì di casa. Inalò con piacere l'aria fresca; gli piaceva quell'odore di libertà e di aperto.

Dalle spine estrasse il suo ormai-personale smeraldo del chaos.

“CHAOS CONTROL!” esclamò, ed in un flesh verde scomparve dalla soglia di casa.

Apparve nel bel mezzo del paese, e la prima cosa che lo colpì furono l'odore dei fiori primaverili, specialmente di rose.

Non perse altro tempo e si diresse verso la casa di Amy e Blaze.

Passò qualche secondo immobile davanti alla porta della graziosa dimora, prima di bussare con colpi decisi alla porta.

Sentì alcuni passi dirigersi verso di lui, ed il cuore iniziò a battergli più forte. D'un tratto gli parve persino che ci fosse più caldo. Iniziò a sudare, quindi cominciò a fare respiri più ampi per calmarsi.

Il momento decisivo è alle porte, pensava tra sé e sé irrequieto, e col cavolo che ci si tira indietro!

Si passò un mano tra le spine, per essere sicuro di non essere spettinato, e attese con impazienza.

La maniglia scattò, e lo sguardo di Shadow divenne parecchio deluso quando, al posto della sua bellissima gatta, aprì la giovane riccia rosa.

“Hey Shadow!” lo salutò energica, poi i fiori che il riccio nero aveva in mano attirarono la sua attenzione.

“Umh, ciao Amy. Mi potresti chiamare Blaze?” disse alla fine, sperando che la riccia non avesse pensato che quei fiori fossero per lei.

“Mi dispiace Shadow.” rispose la ragazzina “Ma Blaze se ne è andata via questa mattina presto e non so dove sia.”

Il sangue gli si ghiacciò nelle vene.

“COSA?!” gridò, poi scosse la testa tentando di calmarsi.

“Va bene, magari sarà qui in giro.” pensò ad alta voce, poi si rivolse ad Amy “Non hai nemmeno una vaga idea di dove possa essere?”

La riccia scosse la testa, dispiaciuta.

“No, mi spiace. Ma puoi sempre chiedere a Silver, lui e Blaze vanno spesso in giro assieme.” rispose con un sorriso dolce, sperando di averlo aiutato in qualche modo.

“Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima!” esclamò Shadow, pensando di nuovo ad alta voce.

Silver e Blaze erano praticamente fratelli, e la leggenda narra che se c'è Silver, nei paraggi c'è sempre anche Blaze e viceversa.

“Ok, ciao Amy!” disse, salutando la riccia frettoloso e corse via. La ragazza sorrise.

“Aww che tenero! Ha portato dei fiori per Blaze!” esclamò intenerita.

“Non vedo l'ora di spargere un po' la voce!” disse ridacchiando, e si precipitò al telefono. Digitò il numero della sua amica coniglietta.

“Ehy Cream, come stai? Sì, anch'io bene. Sai per caso dov'è Blaze?”


Silver camminava per la strada leggendo attentamente un bigliettino molto decorato, mentre a fianco, nella luce bluastra della sua telecinesi, svolazzavano alcuni bellissimi boccioli di rose rosa e una scatola di cioccolatini a forma di cuore. Ma guarda te quanto è utile a volte la telecinesi.

A un certo punto, andò a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

“Scusa, non guardavo dove stavo-- Shadow?” disse sorpreso, quando si rese contro di chi avesse davanti.

“Silver.” salutò il riccio nero, con un semplice cenno del capo. Inutile dire che l'occhio del riccio bianco cadde sul bouquet dell'amico.

“E quelli sarebbero per...?” chiese, sperando che Shadow non iniziasse ad urlargli dietro di farsi gli affari suoi. Fortuna vuole che, per il momento, il riccio nero e rosso fosse ancora di buon umore...

“Blaze.” rispose semplicemente, e stava per fare la sua domanda quando il riccio davanti a lui, con un sorriso largo da un orecchio all'altro, gioì:

“Woo! Finalmente! Sai, Blaze mi parla costantemente di te! Quando vi mettete insieme??”

Shadow stava per rispondere, ma alcune parole lo bloccarono.

“Blaze... parla sempre di me?”

“Oh sì!” rispose solare il ragazzino “Beh, diciamo spesso. Dice che ti vuole molto bene!”

Shadow sorrise. Forse c'erano davvero delle possibilità per lui! Solo il pensiero gli riempiva il cuore di conforto.

Silver sospirò: “Ahhh, vorrei che fosse così anche tra me e Amy!”

Shadow ritornò in sé dal suo attimo di felicità e osservò la faccia arrossata di Silver e tutti i regali che gli fluttuavano attorno.

“Immagino che quelli siano per Amy.” dedusse. Il viso del riccio bianco si illuminò.

“Sì! Spero tanto che li accetti! Le ho persino scritto una poesia!” esclamò esaltato, e senza che Shadow gli dicesse niente iniziò felice a leggere il biglietto che poco prima stava esaminando con tanta cura. Shadow immaginò che, come lui, anche Silver avesse voluto rendere tutto perfetto.

Knuckles è rosso,

Sonic è blu,

ma tra tutti

io ti amo di più!

recitò.

Shadow lo guardò allibito.

Non ci credo.” bisbigliò solamente, non riuscendo più nemmeno a reagire a tale filastrocca.

Si schiaffeggiò il palmo sulla fronte e sospirò forte.

“Beh” disse alla fine, regalando a Silver uno dei suoi rari sorrisi “Almeno non hai messo le rose rosse e le viole blu. Così è più originale.”

Gli occhi di Silver si illuminarono, come se avesse raggiunto la verità di Socrate.

“Ecco cosa ci andava! Mi pareva che ci fossero dei fiori!”

Niente. Non c'era speranza.

Ugh, avrei dovuto fare colazione, pensò Shadow, almeno mi avrebbe dato l'energia per affrontare la giornata.

“Oh Signore...”

“Dovrei cambiarla?”

“No, per carità.”

Silver continuava a contemplare il suo capolavoro, felice di quello che aveva scritto.

“Comunque...” riprese Shadow “Dov'è Blaze?”

Il riccio bianco, lentamente, spostò lo sguardo dal foglietto al viso dell'amico, e lo guardò perplesso.

“E io che ne so?” chiese confuso.

“COME?? NON LO SAI??” gridò Shadow, ormai spazientito. Respirò forte.

“Sei inutile. Ho perso tempo.” decretò, con insana calma.

“Perché nessuno sa dov'è??” disse, agitato.

“Nessuno?” ripeté Silver, leggermente preoccupato “A quanti hai chiesto?”

“Beh... due. Te compreso. Ma questo non è il punto! Insomma, siete tutti amici intimi e non sapete dove va!”

“Amico, dovresti chiedere a Sonic.” consigliò il riccio bianco.

“Non ci penso nemmeno!” brontolò l'agente, incrociando le braccia. Odiava chiedere aiuto al riccio blu, e dopo quell'incidente di un paio di giorni prima non se ne parlava nemmeno di andarlo a trovare.

“In questi giorni sono sempre insieme. E poi lui sa tutto. Potrebbe esserti utile.” consigliò nuovamente l'eroe bianco.

In questi giorni sono sempre insieme.

“Adesso che ci penso, vado a fare un salto da quel figlio di brava donna.” disse, e corse via con il sangue che ribolliva già di rabbia.


Sonic era lì, vicino alla bancarella dei chilli-dog, mentre si gustava il suo cibo preferito.

“Sonic!” l'eroe blu, riconoscendo la voce, si voltò e si ritrovò Shadow.

Quel ragazzo è costantemente incazzato o di fretta, pensava Sonic, vedendo lo sguardo omicida del rivale e i suoi aculei ormai spettinati, se non rallenta ce lo ritroveremo morto d'infarto un giorno o l'altro.

Mise su il solito sorriso allegro.

“Oh bella Shadow! Che si dice?-” fu subito interrotto dal riccio nero.

“Andrò subito al sodo, Sonic!” rispose, cercando di contenere la rabbia almeno per un po'.

“Dove. E'. Blaze.?” sibilò a denti stretti.

“Cavolo Shadow, ti ho già spiegato che se qualcuno ti saluta, tu lo saluti-”

“Rispondimi!”

“Che cos'è, un interrogatorio? Non parlerò senza la presenza del mio avvocato!” rispose Sonic, che ovviamente aveva preso sotto gamba il discorso.

“Rispondimi o giuro è la volta buona che ti apro il culo!”

Questa volta, Sonic aveva iniziato a capire la gravità della situazione.

“Ricevuto. Cos'è tutto questo odio, Shadow?”

Il riccio nero pensava che Sonic lo stesse ancora prendendo per i fondelli, ma guardando il suo rivale poteva dire che invece era serissimo.

“Ti ho sempre odiato.” replicò, sperando di non dovergli dire quanto cazzo era geloso in quel momento.

“Punto primo, non è una cosa carina da dire nel giorno dell'amore, e secondo, quando sei arrivato eri già arrabbiato. Che succede?” chiese, per la prima volta preoccupato.

“Nessuno sa dove è Blaze e non riesco a trovarla. Quindi sono incazzato.”

“Nah, non è vero.” Certo che Sonic aveva naso nelle bugie “Stai mentendo.”

Ci fu una breve lotta di sguardi tra i due ricci e Shadow, miracolosamente, fu il primo a cedere.

Ma sì: mettiamo subito in chiaro qualcosa.

“Ok.” Shadow si avvicinò tanto da potergli bisbigliare ed essere comunque capito, e tra i denti biascicò:

“Non provarci con Blaze. NON. Ti. Azzardare. Quello che hai fatto in cartoleria non dovrà mai più succedere.” minacciò, come un perfetto mafioso del Sud Italia.

Sonic fischiò, dopo aver capito di cosa si trattava.

“Amico” disse alla fine a Shadow “Blaze mi piace tanto, e ci ho provato. Ma non sono il suo tipo d'uomo, me l'ha detto e io l'ho accettato, ok? Siamo solo amici, adesso.” rispose il riccio blu, con tutta serietà. Shadow gli lanciò un'occhiataccia e lo scrutò da cima a fondo, ma alla fine credette nella sincerità di Sonic. Fece alcuni passi indietro e sentì di aver ritrovato la calma.

“Molto bene. Ti voglio credere. Quindi, dov'è?”

“A dire la verità, non ne ho idea.” rispose Sonic con un sorriso “L'ultima volta che l'ho vista è stata 'sta mattina e stava parlando con Knuckles. Prova a chiedere a lui.”

Il primo vero indizio. Shadow ne era quasi commosso.

Scherzi a parte, ringraziò Sonic e sfrecciò via.


Shadow trovò Knuckles ai piedi del Master Emerald, senza troppo stupore, e che stava parlando da solo.

Che brutti gli effetti della solitudine, pensò Shadow divertito, poi si accorse di essere l'ultimo che poteva dire una frase del genere.

Solo quando si fu avvicinato ulteriormente si accorse che stava provando cosa dire a Rouge.

“Knuckles.” chiamò Shadow, e il guardiano smise di fare quello che stava facendo.

“Shadow!” replicò al saluto, e poi lo guardò sospettoso e un tantino imbarazzato.

“...da quanto sei qui?”

“Non ti ho spiato da dietro un albero tutta la mattina, se è quello che temi.” rispose il riccio, divertito.

“...ma sono qua da abbastanza tempo per dire che ti stai impegnando per qualcosa.”

“Puoi dirlo forte!” rispose l'echidna.

“Le ho fatto il regalo e le ho procurato i fiori, ma sai...” e qui diminuì il volume della voce “Il coraggio non si compra, e nemmeno le belle parole...”

“Stai insieme a lei da più di due anni.” constatò il riccio, incredulo “E non sai ancora cosa dirle?”

“Non mi è facile chiederle di uscire, o fare qualsiasi cosa di romantico!” esclamò l'echidna sulla difensiva.

“Lei è sempre così perfetta, ma io non lo sono neanche un po'!” mugugnò l'echidna rosso.

Non dire così, pensava Shadow, lei ti ama così tanto per quello che sei.

Povero, insicuro echidna.

“E' sempre come la prima volta. Solo che oggi voglio portarla a ballare, ma i miei passi...” disse titubante, ed iniziò ad eseguire dei passi di danza.

La sua raffinatezza...era pari a zero. Quello non era nemmeno ballare, dai! Era solo muovere il corpo, e non era nemmeno un bello spettacolo.

Era goffo, insicuro e sgraziato. Beh, che ci si aspettava da Knuckles?

Shadow, al quale – a differenza mia- non gliene fregava un cazzo di essere cinico o meno con il guardiano rosso, iniziò a scuotere la testa. Knuckles, a quel punto, si fermò.

“Knuckles, non va bene! E' meglio che lasci perdere la danza. Insomma, saprei essere più bravo io!”

“Ci credo, sei nero!”

“...”

“...”

“Farò finta di non aver sentito.”

“Meglio.”

“Dunque...”

“Sul serio, non dire a Rouge che ho detto una cosa del genere.”

“No, tranquillo.”

Shadow guardò il suo bouquet che, a furia di essere sballottato qua e là, cominciava a perdere petali e i suoi fiori si stavano afflosciando. Non ci voleva.

“Knuckles, Sonic ha detto che tu e Blaze oggi avete parlato. Sai dov'è? E' da tutta la mattina che la cerco.”

Il guardiano cadde nella meditazione per qualche istante.

“Ah già. Mi ha chiesto dov'era Tails. Ha parlato di barche e di viaggi ma non ho capito molto.”

Shadow roteò gli occhi. Ma non mi dire.

“Va da Tails e fattelo dire.” rispose alla fine.

“Ottimo. Buona fortuna, Knuckles.”

“Anche a te!”


Spero che questa sia l'ultima tappa, pensava Shadow, una volta davanti all'enorme laboratorio di Tails.

Siccome il portone era sempre aperto, Shadow non si preoccupò nemmeno di bussare.

“Tails?” chiamò semplicemente, aprendo le porte.

“Umh? Chi è?” chiese una voce in fondo al capannone.

Di lì a poco, un volpino con due code emerse dal retro. In mano aveva una chiave inglese e il pelo era sporco di olio nero. Sorrise nel vedere il suo ospite.

“Shadow!” lo salutò felice.

“In cosa posso aiutarti?” chiese, speranzoso di essere d'aiuto.

Shadow si rincuorò della disponibilità del volpino e di quanto fosse diretto. Gli piaceva.

“Siediti.” offrì il ragazzino. Reclutante, Shadow obbedì, e in men che non si dica si ritrovò seduto davanti al miglior amico di Sonic.

“Posso offrirti qualcosa?”

“No, grazie.” disse in fretta il riccio nero, seppur rimanendo educato.

“Il fatto è questo: è da tutto il giorno che cerco Blaze, ma nessuno sa dove si trova. Tu, fino ad adesso, sei l'ultimo con cui ha parlato...”

Gli sembrò che Tails avesse iniziato ad agitarsi sulla sedia.

“Emh, sì... mi ha chiesto i dettagli del viaggio.”

“Viaggio?” chiese perplesso il riccio. Non gli aveva mai parlato di un viaggio.

“Emh, sì... è stata richiesta in Taiwan, a quanto pare deve fare delle cose di stato... accordi, robe varie...ci starà per un paio di settimane come minimo, o almeno così mi ha detto...”

“E quando parte?”

Tails guardò l'orologio da polso.

“La sua nave parte oggi, tra cinque minuti.” rispose.

“Ah, parte ogg- COSAAAAAAAAA??!” gridò, andando nel panico.

Shadow scattò in piedi con più forza di quel che credeva, buttando giù la sedia nel processo.

“DOVE??”

Leggermente impaurito, Tails rispose balbettando:

“A-Al molo... la nave numero 25...se ti affrettassi, riusciresti a salutarla in tempo...”

Non ci fu bisogno di aggiungere altro, il riccio nero era già schizzato fuori alla velocità della luce.

Se ci fosse stato Sonic a gareggiare con lui in quel momento, probabilmente l'eroe blu avrebbe perso contro il nuovo record di Shadow.

Avvenne tutto così velocemente che Tails rimase di sasso per un po'.

“Shadow?” riuscì a sussurrare poco dopo, spaesato, quando l'aria ritornò tranquilla.

Poi si accorse che l'agente aveva dimenticato sul tavolo il suo bel mazze di rose e i suoi cartoncini...


Blaze era in fila mentre attendeva che la nave all'orizzonte attraccasse.

Le dispiaceva lasciare così all'improvviso i suoi amici, ma a quanto pare era davvero molto urgente.

Fortuna per lei, Cream era nei paraggi quando ricevette la chiamata e quindi lo sapeva, inoltre anche Tails adesso ne era a conoscenza.

La nave si stava avvicinando e, sopra, il personale stava già preparando la passerella per far salire i passeggeri.


Il pensiero di perderla gli faceva affrettare i passi.

Certo, non sarebbe stata via per sempre, ma due settimane! Erano troppe, e lui non si era ancora dichiarato! Non avrebbe aspettato così tanto...

Arrivò al porto con il fiatone. Scrutò fra la folla in cerca della micia lilla.

I suoi occhi la individuarono, mentre stava già salendo per la passerella.

“BLAZE!” gridò, e lei lo sentì.

La gatta sentì un voce gridare il suo nome, e si girò. Sussultò.

“Shadow?” si domandò stupita, non pensando di poterselo trovare lì.

Allora Shadow capì che doveva agire in fretta: si accorse che tutti i regali che aveva fatto se li era dimenticati da qualche parte, ma doveva fermarla, doveva parlarle.

Iniziò a correre tra la folla, verso di lei, senza neanche preoccuparsi della gente che urtava.

Non c'era tempo per il piano! Quale piano? Chi cazzo se lo ricorda il piano?! Non si ricordava più una merda!

La massa di gente che se lo vide correre addosso si spalancò stile Mar Rosso e Mosè, e Shadow, finalmente, la raggiunse.

“Shadow? Che ci fai qui? Cosa stai facendo?” chiedeva lei perplessa, ma lui non le rispondeva. Invece, le prese le mani.

“Blaze! E' da tutto il santo giorno che ti cerco! Non te ne puoi andare!”

“Shadow, è solo un viaggio, guarda che poi ritorno fra due o tre settimane...”

“Prima ti devo dire una cosa...”

“Shadow, proprio adesso? Io devo davvero andare...”

“Sì, è tutta la mattina che ti cerco per dirti...”

Blaze stava con il fiato sospeso, la gente attorno stava con il fiato sospeso, la nave persino!

“Tu si speciale per me!” gridò alla fine, e Blaze ammutolì e spalancò gli occhi, mentre le persone attorno a loro si scambiavano sguardi interessati.

E quando Shadow vide i suoi bellissimi occhi gialli che lo guardavano stupiti, decise di lasciarsi andare del tutto. Iniziò a parlare a raffica, ad alta voce, non curante degli occhi curiosi:

“Sei bellissima, Blaze! Sei sempre stata un'eroina in qualunque situazione, una regina forte come il diamante, niente ti ha abbattuta e poi sai sempre come rendere tutto meraviglioso!

Ti ricordi quella volta che andammo nello spazio?? Tu avevi una paura cane delle altezze! Ti ho abbracciato così stretta per farti passare la paura, ed è una cosa che non avrei mai fatto con nessun altro! E mi è piaciuto un mondo, sarei voluto rimanere così per l'eternità! Perché sei calda, morbida, e starti vicino è sempre un miracolo!

Ti ricordi quando abbiamo fatto a cazzotti in discoteca?? Sapevo che non sarei stato tranquillo se qualcuno ti avesse fatto del male! Volevo combattere assieme a te, perché sei pura potenza! Sei pura forza! Sei la mia principessa!

Ti ricordi quando abbiamo ballato per la prima volta al karaoke?? Stringerti è stata la sensazione più bella di tutte!

Ti ricordi di quando mi incazzavo, come al solito, con il mondo intero?? E tu venivi sempre a consolarmi e a cantarmi qualcosa per tirarmi su! E io che ti dicevo “Che canzone è? Fammela riascoltare.” ma a me non fotteva niente della canzone, volevo solo sentirti cantare! Hai una voce così melodiosa...” mentre parlava, le gote di Blaze diventavano sempre più rosse.

BLAZE, IO TI AMO!” urlò Shadow alla fine e, nonostante avesse bisogno di ossigeno per riprendersi, trattenne il fiato.

I loro sguardi erano fissi l'uno nell'altro, e se ne guardavano bene nello staccarsi.

La gatta, in quel momento, confermò la sua idea: Shadow era la persona più meravigliosa del mondo. Lui riusciva a vederla speciale anche quando lei non ci riusciva.

L'amava, ed era tutto quello che contava.

In un attimo, Blaze prese il viso del riccio tra le mani e se lo avvicinò al suo.

Le loro labbra si toccarono.

Il loro primo bacio.

Shadow se l'era immaginato alla sera, davanti a un bel panorama, e soprattutto si era immaginato che lui iniziasse il bacio.

Ma così andava bene lo stesso, anzi, era perfetto.

La strinse a sé in un abbraccio tenero e protettivo, mentre le grida commosse, gli applausi ed i fischi delle persone attorno esprimevano tutta la felicità verso la nuova coppia.

Pochi secondi dopo, a malincuore, riuscirono a separarsi.

“Allora??” urlò una voce con uno strano accento, e che fece subito morire il fracasso.

Sulla nave, un marinaio – un topo con strani baffi- aspettava di sbarcare impaziente.

“Ci muoviamo o no? Per le sei dobbiamo essere là!” continuo, con un accento napoletano.

Blaze sorrise a Shadow.

“Io devo proprio andare.” gli sussurrò, dolce.

“Ma ti prometto che quando ritorno, potremmo passare insieme tutto il tempo che vuoi. Ok?”

In risposta, Shadow sorrise e le baciò la fronte.

“D'accordo.”

E così, salutò la sua ragazza mentre salpava con la nave nel mare aperto.


Ritornato a casa, Shadow si era gettato sul divanetto, con un sorriso da ebete, innaturale per lui.

Attorno al povero riccio, che voleva solo calma e tranquillità per ripensare alla giornata, Rouge stava fangirlizzando alla grande. Ovviamente, il riccio le aveva raccontato tutto.

“OMMIODIO VI SIETE BACIATI!” urlava lei, saltando di gioia, ed immaginandosi un bacio tra i due ragazzi.

“E' stato il giorno più bello della mia vita.” constatò il riccio soddisfatto, mentre guardava inerme il soffitto.

Rouge, tutta in tiro per la serata, zampettava avanti e indietro per il salotto e la cucina.

“Non vedo l'ora che ritorni presto!” disse la collega, entusiasta per il suo compagno.

“A chi lo dici!”

Rouge guardava la porta, poi l'orologio sulla parete della cucina, ed infine si sistemava alla meglio il vestito o un boccolo.

Quella sera usciva con Knuckles, ovviamente. Chissà se l'avrebbe portata lo stesso a ballare...

L'affascinate donna indossava un elegantissimo e lucente vestito rosso carminio che le arrivava fino ai piedi, ed aveva una profonda scollatura a V ed un'ampia spaccatura sulla gamba destra. Attraente, come al solito.

Ai piedi calzava tacchi alti e rossi come il vestito. Ovunque andava lasciava una scia di Chanel n°5.

Indossava gli orecchini fatti e regalati da Knuckles l'anno prima: il guardiano aveva scavato in lungo e in largo per trovare quel particolare tipo di pietre, per poi lavorarle ed incastrarle in fili di rame, ed il tutto aveva la forma di una goccia.

Rouge sapeva che il suo ragazzo non aveva un becco di quattrino, e che a malapena sapeva dell'esistenza del denaro. Tuttavia, aveva faticato tanto per farle un regalo che le potesse piacere, e tra tutti i gioielli di Rouge quel paio di orecchini era il più caro e prezioso. Poteva dare via tutto tranne quello.

All'inizio Knuckles si vergognava e si era scusato dicendo che gli dispiaceva che fossero così rurali e che non fossero perfetti come quelli in gioielleria, ma Rouge l'aveva interrotto con un bacio, dicendogli commossa che erano stupendi.

“Non ti dispiace, vero?” chiese ad un certo punto la giovane donna, interrompendo il silenzio.

“Io vado fuori mentre tu resti a casa da solo.” spiegò la giovane donna, con un radioso sorriso, ma allo stesso tempo un po' dispiaciuta di lasciarlo tutto solo.

“Neanche un po' Rouge!” esclamò l'amico, come se fosse scontato (e di fatto lo era).

“Tu e Knuckles avete bisogno di andare fuori a divertirvi! Dopo tutto quello che hai fatto te lo meriti proprio!” rispose l'amico, dando un sorriso d'approvazione. La donna annuì contenta.

“Chissà cosa mi ha regalato quest'anno!” gioì l'amica, mentre si controllava il trucco per l'ennesima volta.

Shadow chiuse gli occhi. Era davvero felice per la collega ed il suo amico...

Poi un pensiero gli invase la mente.

Aprì gli occhi e si mise a sedere, proprio mentre la giovane donna stava per andare alla porta.

“Anche Silver voleva dichiararsi ad Amy, 'sta mattina...” pensò ad alta voce, e Rouge lo sentì.

“Sì!” disse contenta. Buone notizie in arrivo.

“Non hai saputo? Quando Silver si è confessato, Amy gli è saltata al collo!” riferì, deliziata da tale tenerezza.

“E ho sentito che stasera escono assieme!”

“Buon per lui, sono davvero contento.” replicò il riccio nero.

“Tails e Marine vanno al cinema insieme! Ah, amore giovane! E poi ho anche sentito che-”

Shadow guardò l'orologio: un quarto alle otto.

“Mi piacerebbe stare qui a fare gossip e a spettegolare.” interruppe Shadow “Ma sarà meglio che tu vada, non è mica alla 8 l'appuntamento?”

Rouge guardò l'ora.

“Cavolo, hai ragione! Vola il tempo quando si chiacchiera!”

“Ritorni a casa stasera?”

Rouge ci pensò.

“Mmh... non lo so.” disse maliziosa, facendogli l'occhiolino.

“In ogni caso non aspettarmi sveglio! Buona notte, Shadow!”

“Anche a te!”

Rouge uscì e richiuse la porta con forza.

Shadow aspettò seduto fino a quando non sentì più il rumore dei tacchi della collega. Poi, con un sospiro, si sdraiò sul divano e chiuse gli occhi.

L'immagine di Blaze che lo salutava sorridente dalla nave gli apparve davanti, e sorrise.

San Valentino è un giorno davvero speciale, in fondo.

*--------*

N.A: BUONASERA!

E' da un po' che non mi faccio sentire... Quindi pensavo di fare uno speciale di San Valentino, prima di continuare le altre storie!

Riconosco che magari non sia la one-shot più bella che abbia mai fatto, ma ce l'avevo in mente e quando le cose ce le ho in mente devo scriverle.

E' di base una shadaze, ma c'è dentro un po' tutto per far ricordare agli stronzetti che mi seguono (in senso tenero, s'intende ;)  ) quali sono le coppie che comandano in questo account! Detto questo, buon San Valentino ! Anche a chi è solo come un cane come me

   
 
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