The
wind Melody
Il
tuo nome è John
Egbert e non hai la minima idea di chi sia la persona di fronte a te.
Si
è presentato davanti
alla tua porta e prima che potessi fare nulla, è entrato in
casa tua ed ha
iniziato a blaterare con foga su qualcosa chiamato Sburb, o qualcosa
del
genere.
Non
stai dando molta
attenzione a quello che sta dicendo mentre stai cercando un modo per
mandarlo
via, anche se ad una parte di te fa piacere avere ospiti; sebbene se si
tratti
di uno sconosciuto invasivo e fin troppo chiacchierone.
A
volte la solitudine
si faceva troppo pesante da sopportare, vivendo in questa casa troppo
grande
per una sola persona; come se mancasse qualcosa o qualcuno…
Una
forte fitta alla testa
ti interrompe, come succede ogni volta che ti soffermi su pensieri del
genere,
e ti porti una mano alla fronte nell’inutile tentativo di
alleviare il dolore.
Uno
schiocco di dita ti
riporta alla realtà. L’origine del suono proviene
dal tuo inaspettato ospite,
Dave era il suo nome se hai capito bene, che non avendo ricevuto
risposta alla
sua domanda la ripropose; una volta ottenuta la tua attenzione:
“Ti
ricordi vero,
John?”
Non
capisci come possa
sapere il tuo nome ma capisci che è giunta ora di mettere
fine a questa
situazione e rispondi:
“Mi
dispiace, ma
davvero non so di cosa tu stia parlando o chi tu sia. Credo che tu
abbia
sbagliato indirizzo e sarebbe meglio se andassi via” concludi
cercando di non
suonare troppo sgarbato ed accennando un sorriso di circostanza anche
se
l’intera situazione sta iniziando a farti agitare.
Nel
momento in cui le
tue parole lo raggiungono, noti come impallidisce tutto d’un
colpo e le uniche
tracce di colore sul suo viso sono date dalle ciocche bionde dei suoi
capelli e
dalle lenti neri dei suoi occhiali da sole.
Nonostante
ciò, la sua
voce rimase composta anche se leggermente irritata, sotto cui
però si
nascondeva una lieve nota di panico:
“Se
questo è uno dei
tuoi scherzi, sappi che non è divertente Egbert.”
Ne
hai avuto
abbastanza. Hai cercato di essere gentile nonostante la stranezza della
situazione, ma sembra non funzionare. Quindi ripeti con in modo
più fermo e
risoluto che non sai di cosa sta parlando, che ha bussato alla porta
sbagliata
per colpa di un evidente caso di omonimia.
A
quel punto si
avvicina verso di te e afferrandoti per le spalle ti scuote leggermente
e quasi
urlando disse:
“MA
TU DEVI RICORDARE!”
nel cui tono di voce esplodono infine ruvide e disperate le sue
emozioni. E
prima che tu possa dire o fare nulla, le sue labbra vanno a poggiarsi
sulle
tue, muovendosi fameliche e tenendo il tuo viso in una presa delicata
ma salda;
come se temesse che tu potessi svanire da un momento
all’altro.
Inizialmente
rimani bloccato
perché non ti aspettavi un tale contatto, poi
inspiegabilmente ti senti come se
il vuoto dentro di te fosse finalmente riempito, ed il suo tocco ti
sembra così
familiare…
Ma
ecco che una nuova
fitta alla testa ti fa riemergere dal quel tornado di sensazioni,
ricordando
che la persona che ti sta baciando è un perfetto estraneo e
ti allontani
bruscamente, interrompendo il contatto con un sonoro schiaffo. A causa
del
colpo ricevuto, i suoi occhiali da sole volano per terra rivelando
così i suoi
occhi.
La
loro sfumatura ti
incuriosisce ed affascina e non riesci a smetterla di fissarli, cremisi
vicino
alla pupilla da cui si diffondevano varie sfumature rosse
nell’iride, come le
fiamme di un incendio che divampa.
E’
come se quella
sfumatura così strana, eppure così familiare,
stesse cercando di dirti qualcosa
e pensi che se li fisserai abbastanza a lungo riuscirai a capire
perché ti
senti come se fossero collegati a qualcosa o qualcuno che per te era
davvero….
Una
fitta molto più
forte delle precedenti ti colpisce e ti lasci sfuggire un gemito di
dolore
mentre ti appoggi al vicino muro in cerca di sostegno.
Quando
vedi l’altro che
accenna ad avvicinarsi per aiutarti, ti sposti
mettendo distanza tra di
vuoi ed urli:
“FUORI
DA CASA MIA”
Lo
vedi raccogliere i
suoi occhiali da sole, che vanno a coprire nuovamente i suoi occhi e la
tempesta di emozioni contrastanti che ora vi è presente, ed
infine uscire.
Appena
sei da solo, vai
subito a prendere le pillole che il dottore ti ha prescritto per
aiutarti ad attenuare
il dolore alla testa quando hai di questi attacchi. Ti distendi sul
letto,
sperando di scivolare in fretta in un oblio senza sogni e senza
pensieri.
...#...#...#...
Il
tuo nome è Dave
Strider e l’amore della tua vita ti ha appena preso a
schiaffi e sembra affetto
da amnesia.
Ti
sei diretto da Rose,
grazie al cielo lei si ricorda tutto, e quando le racconti di
ciò che è
successo sembra preoccupata per quanto riguardo l’amnesia.
Ti
ha offerto un caffè e
adesso seduta sulla sua poltrona ti sta osservando, analizzando sia te
che
tutta questa situazione e nota che la tua guancia è ancora
leggermente rossa
per lo schiaffo, nonostante al tuo arrivo ti avesse dato del ghiaccio.
Quando
infine posa la
sua tazzina sul tavolo decidi di rompere il silenzio e di chiedere la
sua
opinione:
“Quindi,
pensi che
possa essere un effetto collaterale del gioco?”
“Non
credo sia questo
il caso, altrimenti ci avrebbe colpiti tutti. Mentre invece entrambi
ricordiamo
tutto e quando trovai Jade, ricordava tutto
anch’essa” rispose con voce calma
per poi continuare.
“Penso
che la causa sia
in John stesso, potrebbe essere un meccanismo di inconscio della sua
mente per
proteggersi e dimenticare ciò che lo fa soffrire. Durante il
gioco ha vissuto
alcune esperienze dolorose ed altrettante perdite. E’
successo a tutti noi”
concluse quasi in un sussurro, fissando il vuoto per un momento.
“Allora
non c’è nulla
che possiamo fare?” chiese Dave, cercando di trattenere la
paura che la condizione
di John fosse irreversibile.
“Per
il momento
possiamo solo attendere e dargli tempo. E’ possibile che sia
solo una
condizione temporanea. Ma in caso non lo fosse, dobbiamo considerare
l’opzione
di rispettare la sua volontà e di lasciarlo andare.
Lasciargli vivere la sua
nuova vita, se è questo ciò che
desidera.”
Si
interruppe un
momento, prese un profondo respiro e con un sorriso triste concluse:
“Anche se,
in quel caso, mi mancherà. E’ stato davvero un
buon amico.”
“Non
sono ancora pronto
a rinunciare a lui, non dopo tutto ciò che abbiamo
passato” sussurri,
stringendo con forza la tazzina nelle tue mani, non curandoti che
potrebbe
rompersi e ferirti.
Ma
Rose lo nota e si
avvicina a te per togliertela dalle mani e sedendosi accanto a te sul
divano,
ti offre un abbraccio cercando di darti un po’ di conforto
nel tuo dolore.
...#...#...#...
Nelle
ultime due
settimane non hai più avuto nessun grave attacco, solo
qualche sporadico e
sopportabile episodio, ma in cambio hai iniziato a fare dei
sogni davvero
bizzarri.
Sogni
riguardanti una
luna che sembrava fatta d’oro, di strane persone dalla pelle
grigia e con le
corna, e salamandre. Un SACCO di salamandre.
E
anche se cerchi di
non pensarci, nei tuoi sogni era presente anche quel ragazzo che si era
presentato sulla porta di casa tua. Anche se i ricordi sono confusi,
riesci a
raccogliere alcuni dettagli: un bagliore metallico di quella che sembra
essere
una spada e un mantello rosso mosso dal vento.
Quando
ti svegli, tutto
ciò che rimane dei tuoi sogni sono frammenti e
più cerchi di afferrarli per
maggior dettagli, più ti sfuggono come acqua tra le dita.
...#...#...#...
Stai
attraversando il
parco vicino a casa tua quando il vento inizia a soffiare e guardando
come le
foglie vengono sollevate; pensi a come il vento ti dia sentimenti
contrastanti;
adori sentirlo soffiarle sulla tua pelle ma ti lascia sempre con un
profondo
senso di nostalgia. Ed in esso a volte ti sembra di percepire una sorta
di
melodia, come se il vento stesse cantando solo per te.
Come
in questo momento.
Chiudi
gli occhi,
mormorando la melodia che senti e con l’aria che vortica
attorno al tuo corpo
hai quasi la sensazione che potresti alzarti in volo da un momento
all’altro…
Un
sonoro schianto ti
fa aprire immediatamente gli occhi. C’è stato un
incidente d’auto su una strada
poco distante da lì e dato che sei
l’unico nelle vicinanze chiami
un’ambulanza e ti avvicini per cercare di aiutare.
Ma
quando sei quasi
arrivato, rimani bloccato alla vista della pozza di sangue che si
estende
vicino ad una delle macchine.
Non riesci a distogliere lo sguardo da tutto quel sangue ed
è in quel momento
che una fitta ti colpisce, così forte che per un momento non
vedi altro che
bianco.
Quando
riacquisti la
vista, ciò che vedi non è più
l’incidente ma un terreno a scacchi bianco e nero
su cui è riverso un corpo; quello di tuo Padre.
Lo
shock dell’aver
ricordato ciò, fa crollare come sabbia il muro che avevi
inconsciamente
costruito attorno ai tuoi ricordi; che adesso stanno ritornando come
un’inondazione nella tua mente.
Il
vento ruggisce nelle
tue orecchie mentre corri via, ignorando i graffi sulle mani e sulle
ginocchia
che ti procuri cadendo, mentre ricordi tutto riguardo Skaia, tuo Padre,
le tue
amiche Rose e Jade.
Ed
infine ricordi lui.
Dave.
Ricordi
il suo
discutibile senso dell’ironia, la sua forza anche nei suoi
momenti di
debolezza, ed il suo tocco sulla tua pelle…
Hai
bisogno di
trovarlo, anche se non hai la minima traccia o idea di dove potrebbe
essere.
Inizia
a piovere ma
continui a correre, sei disposto a correre per tutta la
città per trovarlo.
I
tuoi vestiti sono
ormai zuppi d’acqua ma non ci fai caso e mentre ti fermi un
momento per
riprendere fiato, si alza una lieve brezza e puoi sentire una nuova
melodia. E’
diversa dalla precedente, ti trasmette un senso di speranza e decidi di
seguire
quella che sembra l’ultima scintilla dei tuoi poteri da god
tier.
Corri
per quella che ti
sembra un’eternità e quando la melodia si ferma
vedi che dalla parte opposta della
strada si sta avvicinando una figura, il cui viso è gran
parte nascosto
dall’ombrello.
Quando
la figura si
ferma e sposta di lato l’ombrello mentre apre la porta di
casa, vedi che la tua
ricerca è giunta al termine.
Corri
verso di lui
urlando il suo nome e quando lo raggiungi, l’impatto del tuo
corpo contro la
sua cassa toracica gli toglie il respiro per un momento e lascia cadere
a terra
l’ombrello. Lo abbracci e posando la testa sulla sua spalla,
mormori:
“Ti
ho ritrovato.”
A
cui lui risponde stringendoti
come se non volesse lasciarti mai più andare.
Quando
l’abbraccio
finisce, posi le tue labbra sulle sue cercando di esprimere con quel
bacio
tutto ciò che stai provando al momento: la tua
felicità, le tue scuse, ed il
tuo amore.
Il
bacio che era
iniziato gentile esplode in una fiamma di passione disperata, e quando
le
vostre lingue si incontrano percepisci un lieve gusto di mela e sorridi
alla
familiarità della sensazione. Posi una mano dietro il suo
collo per avere un
contatto più profondo e senti sotto le tue dita la
morbidezza dei suoi capelli
bagnati.
I
vostri corpi si
incastrano assieme perfettamente e senti il calore proveniente dal suo
corpo
sciogliere il ghiaccio della tua solitudine, mentre percepisci le sue
mani che
vagano, toccando ed accarezzando i tuoi capelli ed ogni centimetro di
pelle
sotto la tua maglietta.
La
pioggia scende
sempre più violentemente e decidete che forse sarebbe meglio
entrare in casa e
quando senti la porta chiudersi e Dave che ti accarezza lentamente
lungo il collo
per poi riprendere a baciarti, puoi sentire l’ultimo
brandello della tua
solitudine svanire come nebbia soffiata via dal vento del primo mattino.