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Autore: Fujikofran    14/02/2016    2 recensioni
Dopo tanto stress accumulato, per Ryo e Kaori è il momento di fare una vacanza, con destinazione Honolulu. Sarà una vacanza memorabile, ma forse manca ancora qualcosa. Brano da ascoltare durante la lettura: "Eurasian Eyes" di Corey Hart
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Camere separate
 
Shinjuku (Tokyo), 1988

Un periodo piuttosto brutto, con lo stress che era diventato l’inquilino numero uno, in casa Saeba/Makimura. Lui si alzava con loro, faceva colazione insieme a loro, lavorava con loro, cenava con loro e dormiva con loro. La sera, poi, si divertiva a trascorrere con Ryo momenti divertenti per le vie di Kabukicho, la zona del vizio di Tokyo. Oppure, se aveva intenzione di starsene più calmo, faceva compagnia a una Kaori che rimaneva sola in casa, dopo la solita giornata orrenda, in una vita che le stava più stretta di un jeans dopo un’abbuffata di cibo. Non era la sua vita, però, alla fine, a darle pensieri. Era la presenza di Ryo, in quale, una mattina, appena sveglio, decise di organizzare qualcosa di impetuoso: un piano per sfrattare lo stress da casa loro.

-Kaori…-

-Ryo…dimmi-

-Dobbiamo smetterla di farci trattare così dalla nostra vita-
Kaori non comprendeva, in quell’istante, le parole di Ryo, così sibilline, come tanti discorsi che lui faceva quando si trattava di loro due insieme.

-Kaori…dobbiamo farlo!-

-Beh, Ryo, come hai deciso che…insomma, adesso…adesso?Proprio adesso?-

-No…dopodomani…eccoli!-

Ryo le mostrò dei biglietti per un volo Tokyo-Honolulu.

-Non sto capendo, Ryo…intendi fare un viaggio?-

-Sì, Kaori…ce ne andiamo al mare, facciamo una vacanza come si deve, lontano da tutto e tutti. Abbiamo accumulato un po’ di soldini: perché non spenderli per rigenerarci?-

-Wow, Ryo, grazie, ci sto! Ma…hai prenotato anche l’albergo?-

-Certo, a 5 stelle!-

-Tu sei matto…Ma le camere? Insomma…-

-Camere separate, ovviamente! Non vorrei che pensassero che io vada a dormire con gli uomini-

Kaori non ci pensò due volte a schiacciarlo per terra con un martello gigantesco.  Si sentì di colpo triste, ma non ce l’aveva con Ryo: odiava se stessa per aver pensato, per un solo istante, che una vacanza in due potesse rappresentare una svolta nel loro rapporto di coppia. Ma quale coppia? No, non erano una coppia, anche se… Kaori si affrettò a preparare la colazione. Tirava su col naso, per non piangere, e non voleva farsene accorgere da Ryo, ma che fatica! Avvertiva gli occhi di quell’uomo su di sé, si sentiva osservata fin troppo e desiderava quasi sbraitargli in faccia, per chiedergli per quale maledetto motivo stesse a fissarla in quel modo. Lui si mise a leggere il giornale. Kaori si girò per accendere la tv.

-No, niente tv, Kaori, non voglio sentire parlare delle solite disgrazie, al tg! Prepariamoci, invece, al relax che ci aspetterà a Honolulu-

Kaori obbedì silenziosamente.

-Oh, ma che diavolo hai? Non vuoi partire? Vuoi perennemente marcire in questo caos di città, Kaori? Io posso pure andare da solo…anzi, mi saresti meno di impiccio, così potrei spassarmela con le hawaiane-

-Sei un idiota! Punto primo: non ti ho detto di no. Punto secondo: se devo venire in vacanza con te e starmene da sola in albergo o in spiaggia, mentre tu te la spassi a fare il cretino con le pollastrelle hawaiane, sappi che caschi male-

-La solita gelosa…-

Una martellata, piccola, lo colpì in testa.

-Volere la tua compagnia non equivale ad essere gelosa!-

-Ok, ok, stai calma, su. Scherzavo, non ho mai detto di non volere la tua compagnia, altrimenti non ti avrei mai proposto una vacanza. Se io non volessi avere a che fare con te, non ti vorrei nemmeno come socia-

-Beh, ma tu stai facendo tutto questo per volere di mio fratello, altrimenti…-

-Ok, basta, non voglio più discutere con te. Finiamo la colazione e iniziamo a organizzarci per il viaggio-
 
 
Honolulu, Hawaii (Stati Uniti)
 
Appena arrivati, un simpatico tassista li accompagnò all’hotel e rimasero senza fiato nel notare la lussuosa bellezza del luogo. Kaori era quasi commossa. Furono accompagnati nelle loro rispettive camere e Ryo sembrava curioso di vedere come fosse quella della sua socia.

-Accidenti, tu hai un terrazzo magnifico con vista mare! La mia dà sul cortile, anche se è il panorama è bello lo stesso. Però, vuoi mettere? Avere il mare di fronte è tutt’altra cosa. Inoltre, la mia camera è più piccola della tua. Pazienza…-

Si salutarono, per riposare e vedersi all’ora di cena. Kaori si guardò attorno: la sua camera era davvero grande, con letto matrimoniale e bagno con vasca idromassaggio. “Ora mi sdraio sul letto e poi farò un bel bagno. Devo rilassarmi e non pensare a nulla” disse fra sé e sé. Prima di uscire, guardò nuovamente la sua stanza, le sembrava enorme, per una persona sola, e si incupì, pensando che avrebbe voluto dividerla con Ryo.  
Ryo, invece, sdraiatosi sul letto, si addormentò subito e sognò di trovarsi nella stanza di Kaori e di fare l’amore con lei. Non era la prima volta che gli capitava di avere dell’intimità con lei, durante il sonno, e si risvegliava quasi sempre in maniera brusca, come da un incubo, accaldato e, soprattutto, fisicamente eccitato. Corse a farsi una doccia gelida, per poi prepararsi ad incontrare Kaori nella hall dell’hotel, dove li attendeva un cocktail offerto dalla direzione.

Cenarono in un ristorante che offriva piatti tipici hawaiani e l’atmosfera era piuttosto informale. Delle ballerine improvvisarono una danza locale con le classiche corone di fiori al collo.

-Siamo capitati in un ristorante per turisti, mi sa- affermò Ryo, accennando un sorriso un po’ amaro.

-Non importa, a me piace ed è tutto buonissimo. Ho mangiato benissimo e poi il conto non credo sarà alto-

-E chi se ne frega del conto, Kaori! Vorrei che questa settimana sia perfetta e forse potevamo andare in un posto migliore-

“Per me conta solo essere con te” pensò Kaori.

-Ma non sei contento, con tutte quelle belle ragazze mezze nude che ballano?- gli domandò poi.

-No, non mi interessa la cosa- le rispose, guardandola intensamente negli occhi, sorridendole e Kaori arrossì –per un motivo ben preciso: che non ballano solo per me!-

-Ah, ecco che cosa intendevi per settimana perfetta. Non oso immaginare che farai domattina in spiaggia-

-Domattina? No no, sulla spiaggia andremo tra poco. Non vorrai già aver voglia di andare a dormire col mangiare sullo stomaco?-

-No, invece, io vorrei passeggiare e…-

-…passeggeremo sulla spiaggia!-

Dopo cena si recarono, quindi, sulla spiaggia, per camminare e osservare le luci dei grattacieli e degli hotel di Honolulu.

-Sembra di essere in un film hollywoodiano- disse la ragazza.

-Ci manca però la Ferrari fiammante parcheggiata vicino alla spiaggia-aggiunse Ryo.

Sembrava come se tutte le luci fossero lì per illuminare il volto di Kaori, che Ryo trovò bellissimo, in quel momento.  “Adesso la bacio e le dico che la amo, una volta per tutte” pensò l’uomo, che però non riuscì a mettere in pratica quel pensiero.
 
La mattina successiva i due si recarono in spiaggia e Kaori si sentiva nervosa, temendo che Ryo l’avrebbe lasciata sola, per correre dietro alle ragazze. Vero è che ce n’erano tante, sdraiate al sole o a passeggio in riva al mare, ma Ryo, anche se ogni tanto le fissava, non si comportò da cascamorto e rimase accanto a Kaori.

-Perché rimani supina o seduta? – le domandò- Hai forse intenzione di sembrare un biscotto a due gusti, uno bianco e uno nero? Abbronzati anche sulle spalle!-

-Meglio di no, fatico a spalmarmi la crema abbronzante dietro le spalle, finisco sempre col fare un pastrocchio. Quindi non metterò nulla e non voglio ustionarmi, quindi…-

-Ma dai! Te la metto io…-

-Non ti preoccupare, Ryo, io…-

-Ti vergogni, forse?-

Ryo sembrava sicuro di sè, mentre spalmava la crema abbronzante sulle spalle di Kaori. La sua sicurezza non era altro che un modo per mascherare l’imbarazzo e l’eccitazione che la pelle morbida di quella ragazza gli procurava al tatto. Da quel momento in poi, la giornata al mare si trasformò in qualcosa di indimenticabile, soprattutto per la sensazione di benessere che il sole e l’acqua salata trasmisero sui loro corpi, cancellando tutti i segni dello stress e della tensione che c’era tra loro due. Lo stesso copione si ripeté per tutti gli altri giorni, fatti di mare, di cene esotiche e di lunghe passeggiate per le vie di Honolulu o sulla spiaggia. Eppure qualcosa mancava, a Ryo e Kaori. Era tutto così bello, perfetto, rilassante ed elettrizzante allo stesso tempo, ma…forse prima di ripartire mancava…un brindisi! Infatti, Ryo, la sera prima di partire, seguì Kaori fino alla sua stanza, con due bicchieri flute in mano. Quando se lo ritrovò dietro, mentre stava per aprire la porta della sua camera, le venne quasi un colpo.-

-Che sono quei bicchieri, Ryo?-

-Tra poco arriverà un cameriere a portarci lo champagne: fammi entrare, voglio brindare con te alla riuscita di questa bella vacanza, sul terrazzo della tua camera. Ho pensato a questo momento fin da quando ho visto la famosa vista mare. Non puoi dirmi di no, ho ordinato già un paio di bottiglie-

-Un paio di bottiglie?Ma se io con due bicchieri già crollo!-

-Ci sarò io a raccoglierti!-

Poco dopo, arrivò il cameriere, che entrò in camera di Kaori, portando un carrello con lo champagne. Ryo gli diede la mancia, dopo averlo guardato un po’ di sbieco per aver notato il suo sguardo malizioso.  

-Sei pronta?-disse poi a Kaori, dopo averle versato lo champagne nel flute. Aveva portato il carrello sul terrazzo e le bottiglie erano pronte per essere svuotate.

-Alla salute!- dissero all’unisono e brindarono, rivolti verso il mare. La vista era mozzafiato, tra la luce della luna, quelle artificiali che si stagliavano sulla costa e il mare che, silenzioso, sembrava compiacersi di quell’atmosfera magica. Ryo e Kaori si avvicinarono, ma non troppo, e si guardarono negli occhi. La prima bottiglia finì subito e quasi non se ne accorsero. Bevevano e parlavano, poi ridevano, parlavano di nuovo, si guardavano e ogni tanto regnava il silenzio, in uno scenario che a Kaori sembrava nuovamente da film hollywoodiano tipico degli anni Ottanta. Ryo inaugurò anche la seconda bottiglia, Kaori voleva bere ancora. Fino a quel momento l’alcool non le aveva dato alla testa, ma si sentiva allegra, sì. Bevvero ancora, anche Ryo iniziava a sentirsi “leggero” e decise di posare il bicchiere. Kaori fece la stessa cosa e per poco il bicchiere non le cadde a terra.

-Basta, basta, non beviamo più- affermò Ryo, avvicinandosi a Kaori – Comunque, è stato un bel brindisi, proprio come me lo ero immaginato.  Forse dovrei bere ancora per liberarmi di me stesso, perché ancora non ci riesco.

-Ahahhahha, no, ti prego, non liberarti vomitandomi addosso!- disse Kaori, scoppiando a ridere.

-No, non hai capito…sciocca, non intendevo questo, ma questo-

Ryo le si avvicinò ancora e la baciò sulle labbra. La ragazza non si ritrasse, ma ricambiò. Lui credeva di non essere ubriaco, ma lo era. Lei era ubriaca e non pensava se lo fosse o meno, soprattutto perché non oppose resistenza quando l’uomo, nel giro di un attimo, si era slacciato i pantaloni e, dopo averle sollevato il vestito e scostato gli slip, si era insinuato dentro di lei, muovendosi già freneticamente, per darle e ricevere tutto il piacere possibile. Non importava se qualcuno li potesse vedere, ma loro erano lì, in piedi, a fare l’amore appoggiati alla parapetto del terrazzo, col mare e le luci di Honolulu che li osservavano. Si spostarono poi in camera, senza accendere la luce: quelle esterne erano già sufficienti. Lo fecero per quasi tutta la notte, ma Kaori era semi-incosciente e passiva, mentre Ryo conduceva il tutto secondo i fumi dell’alcool. Se non avesse bevuto, non avrebbe mai avuto modo di dimostrare a quella ragazza tutta la passione per lei che lo divorava da tempo. Quando tutto finì, tornò in camera sua, sperando che Kaori non ricordasse nulla della notte trascorsa con lui.

La mattina successiva, mentre facevano colazione, Ryo era silenzioso. Aveva dei ricordi della notte precedente, ma non nitidi, anche se gli tornava spesso in mente il momento in cui era finito a letto con Kaori. Lei, invece, non ricordava nulla.

-Sai, Ryo, tutto quell’alcool ieri sera mi ha devastata, però mi è servito per sentirmi allegra. Per non parlare, poi, del sogno che ho fatto…lasciamo perdere-

-Che sogno hai fatto?-

-No, guarda, una cosa che non accadrebbe mai tra me e te: ho sognato che dopo il brindisi succedeva qualcosa tra noi. Ma, appunto, era un sogno, perché, puoi stare tranquillo, tu con gli uomini con andresti mai a letto, lo hai sempre detto, no? Ahahahhaha e poi non mi verrebbe mai voglia di fare qualcosa con te, così come non verrebbe a te, giusto? Era solo un sogno, per fortuna. Non agitarti,eh?-

Ryo non disse nulla e sembrò quasi guardarla male.

-Ma sì, era solo un sogno- le disse abbassando lo sguardo.
(c) 2016 by Fujikofran  
 
 
 
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