I grieve
Non troviamo il significato della vita da soli,
lo troviamo insieme a qualcun altro”
{Thomas Merton}
Un attimo di
assoluto stupore, poi la sua mente realizzò che cosa davvero
era successo. Scoppiò
in singhiozzi, mentre il team dietro di lui abbassava le armi
impotente.
Maeve era
morta.
Reid sentì il
suo cuore andare in mille pezzi, per quanto sapesse che una cosa del
genere è
anatomicamente impossibile.
Avanzò tremante
di qualche passo verso Maeve, la sua
Maeve. Solo quando la suola delle sue scarpe affondò nella
grande pozza di
sangue, Spencer si lasciò cadere in ginocchio accanto a lei,
schizzandole il
viso di piccole gocce rosse.
La sollevò
per le spalle e la strinse a sé convulsamente, tremante di
singhiozzi.
- Ti amo,
Maeve – Gemette. – Mi dispiace… mi
dispiace…
Lei non
poteva rispondergli: non l’avrebbe fatto mai più,
con quella sua voce dolce e
quel cervello in grado di tenere il passo col suo.
Era la donna
della sua vita, Spencer lo aveva sempre saputo. E ora era troppo tardi.
La mano di
Hotch si posò paternamente sulla sua spalla. Non si era reso
conto che il
coroner era arrivato. Quanto tempo aveva passato, inginocchiato in
quella
pozza?
- Andiamo,
Reid. Lasciala andare.
Era
impossibile lasciarla andare. Non
l’avrebbe
mai fatto.
La posò a
terra delicatamente, e Hotch lo aiutò ad alzarsi e lo
scortò fuori dal
magazzino.
Aveva tentato
di salvarla con tutte le sue forze, ma aveva fallito.
In quel
momento Reid capì che cosa significasse avere un vuoto
profondo nella testa e
al centro del petto. Smise di pensare, e si lasciò andare
nel black-out della
sua mente geniale.
Zugzwang.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi
va!
Baci
Nut