“Put your faith in what you most believe in.
Two worlds, one family.”
Two worlds, one family.”
Il crepitio della fiamma si specchia nei buchi neri incastonati tra le cavità oculari infantili, riverberandosi come piccole pagliuzze dorate nella notte oltremodo gelida. Il monossido di carbonio si infila prepotentemente su per il setto nasale principesco che si arriccia infastidito. La cassa toracica sussulta ad una brusca contrazione del diaframma, accompagnata da colpi di tosse talmente forti da squarciare il petto di un comune mortale. Ma lui, comune mortale non è, e sebbene l’ossatura infantile rechi solo dieci anni di vita con sé, ha già deciso dittatorialmente che non sarà un po’ di stupida anidride carbonica a togliergli la vita. Eppure la fiamma che ardeva innanzi a lui ora sembra bruciare finanche l’epidermide livida, ma non è l’ustione a lacerare l’orgoglio, quanto più la consapevolezza di trovarsi ai piedi dell’assassino della sua razza, di colui che gli ha tolto la corona. Si diverte lui, deve essere uno spettacolo esilarante per le sue iridi violacee iniettate di sangue osservare come il fuoco bruciante della notte stia divampando leggermente sulla falce lunare del corpo infantile e martoriato. Dolore non sente, o forse finge di non sentirne, eppure chissà cosa gridano gli occhi persi tra le fiamme aranciate che danzano nell’iride misogina.
La fiamma ora sembra quasi più nitida, più evidente, poiché ad accoglierla vi sono lapislazzuli adolescenziali, frivoli e avidi di attenzioni superflue che scrutano la candelina rosa, con la cera che lentamente cola verso il basso, schiantandosi su una nuvola di diabetica panna colma di zucchero. Risate gaie e spensierate che si elevano da labbra vagamente dipinte di rosa brillante, fruscii di carte da regalo che vengono strappate via, ringraziamenti che si confondono tra di loro in un mormorio smodato irritante, tanto convenevole che alla fine nemmeno si capisce più a chi vengono rivolte dolci parole di circostanza. Fuori la notte è fredda, nello spazio probabilmente ancor di più, ma cosa importa ai lapislazzuli che riflettono la candelina di compleanno, se qualcuno là fuori da qualche parte sta ingoiando cenere e fuoco al posto del marzapane fatto in casa. Al di fuori c’è un altro mondo, perché mai dovrebbero incontrarsi?
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Nota:
Ispirata da “Two worlds (One family) di Phil Collins, dal film Disney “Tarzan”.
Letizia