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Autore: AddyOswald    16/02/2016    3 recensioni
[ Ambientata dopo gli avvenimenti della 5x16 ]
Rifletté molto su questa cosa. Stiles l'aveva salvata, non solo quella notte, ma l'aveva salvata tutti i giorni che la precedevano. Lui l'aveva fatta uscire dal suo scudo, da quella corazza che si era creata perchè pensava che il mondo non l'avrebbe mai accettata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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S A V E D

 

[ "Lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una donna può essere salvata."

Cit. ]

 

 

Lydia appoggiò delicatamente la testa sul cuscino, mentre sua madre le accarezzava dolcemente il volto, intenta a trattenere l'ennesime lacrime. Per tutto il tragitto in macchina non aveva fatto altro che ripetere: "la mia bambina" e "mi dispiace così tanto", che Lydia poteva ancora sentire l'eco di quelle parole nella sua testa. E per un attimo, tutte le altre voci, sembravano lontane rispetto a quel dolce suono che la faceva sentire, in quel momento, così tranquilla e al sicuro.

Tra lei e sua madre non c'era mai stato molto contatto fisico, si volevano molto bene ed entrambe lo sapevano, ma erano sempre state più brave a dirsi ciò che provavano a parole.
Ma quella sera ogni barriera era stata abbattuta, e la ragazza si era posizionata tra le braccia della donna e si era lasciata coccolare.
Erano già le tre e mezza del mattino, Natalie si era addormentata di fianco alla figlia. Si era decisa a passare tutta la notte sveglia, in caso avesse avuto bisogno di aiuto, ma alla fine la stanchezza aveva avuto la meglio e gli occhi avevano iniziato a cedere.
Lydia l'aveva vista parecchie volte sbattere le palpebre per poi sforzarsi a restare sveglia, così aveva finto di addormentarsi per lasciare che anche lei riposasse.

Lei però di dormire nemmeno ci pensava. Erano successe troppe cose, troppo era cambiato e nella sua testa stava cambiando ancora di più.
Le voci che fino ad allora sembravano volerla uccidere, ora si erano affievolite, ma erano ancora preesenti. Se si concentrava abbastanza poteva sentire il dolore di qualcuno, l'agonia di qualcun'altro, il terrore di una persona qualsiasi.

Ogni volta che le capitava, si girava verso la madre e quel viso sembrava tranquillizzarla per qualche minuto. Ma non era abbastanza, perchè tutto tornava a galla e non le permetteva di prendere sonno.
Sentiva le ossa indolenzite, il corpo che rifiutava di stare sveglio un attimo in più ma la mente era talmente iperattiva che faticava a starci dietro.
Osservò l'orologio, le 3.45. Sbuffando decise di alzarsi dal letto, si infilò le pantofole, indossò un golfino di lana e scese le scale, andando verso la cucina.
Aprì il frigorifero e prese il cartone di latte, per poi versarne un pò in un bicchiere.
Il suo cellulare era riposto sopra uno scaffale della cucina, era ormai inutilizzato da settimane.
Nemmeno ci aveva pensato, una volta quell'aggeggio era così importante per lei da non riuscire a staccarsene nemmeno per qualche ora, e ora invece era diventato un oggetto del tutto insignificante.

Lo accese, probabilmente per trovare una futile distrazione a quel suo nuovo stato d'animo, e in pochi minuti cominciarono ad arrivargli vari messaggi.
Gente che le chiedeva perchè non fosse a scuola, compagni di classe che, non curanti della sua situazione, le chiedevano aiuto per dei compiti, vecchi flirt che le mandavano emoticon prive di senso.. Lydia cancellò tutto.
Stava per riporre il telefono quando una vecchia conversazione catturò la sua attenzione.
La chat con Stiles era la più recente sul suo telefono, così iniziò a leggere gli ultimi messaggi.

 

S: Hey, ci troviamo da Scott tra mezzora. Devo passare a prenderti?
L: No grazie, ci troviamo la.

Era ciò che si erano scritti l'ultima volta, pochi giorni prima che tutto quanto accadesse.
Sicuramente, scrivendo quel messaggio, non si sarebbe immaginata che cosa sarebbe successo da lì a poco. Provò a ricordarsi quale fu l'ultima cosa che gli disse a voce, prima di Eichen House, ma era stato qualcosa di poca importanza.

Provò una stretta al cuore, pensando che quelle potevano essere davvero le ultime parole rivolte al ragazzo.

Scorse i messaggi, andando più indietro.

 

S: Ho dimenticato le mie chiavi a casa tua?

L: Le cerco.

L: Sono finite nella boccia dei pesci rossi, come diavolo hanno fatto a finire li?!?!?

 

 

L: Sono leggermente in ritardo, mi tieni un posto a scienze? Non voglio finire di nuovo con Fred il maniaco!

S: E va bene, ma devi smetterla di prepararti per la scuola con le canzoni di Lana Del Rey in sottofondo, altrimenti ti perdi via a cantare e fai sempre tardi!

L: E' SUCCESSO UNA VOLTA SOLA

L: FORSE DUE, OK? Ma non per questo sono in ritardo.

S: Ti sei dimenticata di fare benzina?

L: Ok, sei inquientante. COME FAI?

 

Si accorse che, scorrendo i messaggi, non poteva fare a meno di sorridere.

Era ben consapevole che i suoi amici l'avessero salvata, era riconoscente a ognuno di loro in egual modo, ma c'era una piccola parte di lei che sentiva che Stiles era la ragione per cui era ancora viva.

I giorni passati alla Eichen House erano per lei giorni bui, giorni in cui non aveva davvero vissuto. Era come se, per un pò, fosse morta.
E aveva iniziato a risentirsi viva dal momento in cui Stiles aveva aperto quella porta e l'aveva portata via con sé. Tutto aveva riniziato a filtrare nella giusta prospettiva, ogni cosa era tornata al suo posto e finalmente sentiva di nuovo.

Dopo che Jackson se ne era andato, Lydia aveva deciso che amare era doloroso. Lui le aveva spezzato il cuore, ripetutamente, e l'aveva sempre trattata come una nullità. Eppure lei lo aveva amato così tanto che si era fatta consumare dai sentimenti, fino ad annullarsi.
Aveva fatto esattamente ciò che sua madre aveva fatto con suo padre, anni indietro. Pur di tenersi l'affetto di quell uomo, a cui poco importava come lei veramente stasse, si era annullata.

Così aveva deciso che mai più avrebbe cessato di esistere solamente per l'approvazione di un uomo. Si riteneva una donna forte, indipendente e intelligente abbastanza da cavarsela da sola.

Ma spesso, al sicuro sotto le coperte, si era immaginata come sarebbe stato stare insieme a Stiles. Tra il giorno, in mezzo agli altri e alla luce del sole, non si permetteva di fare certi pensieri, come se qualcuno avesse potuto intuirlo e deriderla.

Capitava poi che si accorgeva dei suoi stessi pensieri e scuoteva la testa, cercando di allontanarli dalla sua mente. Perchè insomma, si era ripromessa una cosa.

La cosa che più le faceva paura era ripensare a quanto era arrivata a fare per Jackson, per un ragazzo che, sebbene non fosse cattivo, l'aveva trattata ingiustamente e spesse volte l'aveva ignorata. Se era arrivata a tanto per lui, dove sarebbe potuta arrivare per Stiles Stilinski? Un ragazzo che l'aveva sempre trattata come una principessa, che si era sempre preoccupata per lui e che, infine, le aveva salvato la vita.

Rifletté molto su questa cosa. Stiles l'aveva salvata, non solo quella notte, ma l'aveva salvata tutti i giorni che la precedevano.

Lui l'aveva fatta uscire dal suo scudo, da quella corazza che si era creata perchè pensava che il mondo non l'avrebbe mai accettata. Lui l'aveva presa per mano, a quel ballo, e le aveva detto di smetterla di fingere di essere stupida, perchè sapeva quanto in realtà fosse intelligente. E così Lydia aveva iniziato ad aprirsi un pò di più, aveva iniziato a mostrare al mondo la vera se stessa e tutto ciò era grazie a Stiles.

L'aveva salvata quando, dopo essere stata ritrovata nuda nei boschi, non aveva cambiato il modo in cui la trattava. Metà scuola da allora aveva iniziato a trattarla con riguardo, mentre l'altra metà l'aveva derisa. Lui invece era rimasto quello di sempre, facendole capire che, nonostante tutto, per lui rimaneva sempre la stessa Lydia di sempre.

Osservò nuovamente l'orologio, le 4.05. Ormai di dormire non se ne parlava proprio, e dopo vari tentennamenti, decise di premere la cornetta verde e chiamarlo.
Aveva esitato perchè non voleva preoccuparlo, probabilmente anche lui stava dormendo, distrutto da tutti gli eventi della serata, e non voleva privarlo di quel meritato sonno.

Ma sapeva che l'unica cosa in grado di calmarla, in quel momento, era la sua voce.

Il telefono fece due o tre squilli, prima che il ragazzo rispondesse.
Si aspettava di sentire la sua voce mezza addormentata, invece il ragazzo rispose subito reattivo.

 

"L..Lydia? Tutto bene?"

 

Quella voce.. Già si sentiva meglio, - "Scusa io.. non volevo disturbarti.." sussurrò. "Non riesco a dormire.."

 

Lo sentì sospirare. - "Oh beh, siamo in due. Ti senti bene?

 

"Si, tranquillo, è che.. Ripensavo a tutto quello che è successo, è troppo da elaborare."

 

"Ce la farai, ok? Magari non in una notte, ma ce la farai. E io ti aiuterò".

 

"Hai già fatto tanto." Avrebbe voluto accarezzargli il viso in quel momento.

 

"Per te non è mai troppo."

 

"Ti va.. di raccontarmi qualcosa? Qualasiasi cosa. O magari vuoi dormire e.. scusami, è tardissimo, lo so. Dieci minuti e poi ti lascio dormire, ok?"

 

"Mh, la jeep non è molto comoda quindi non dormirei comunque."

 

"La jeep?"

 

"Sposta le tende della tua finestra.. Pensavi davvero che ti avrei lasciata sola?"

 

Lydia fece come le venne detto e, davanti al portico di casa sua, c'era parcheggiata la jeep di Stiles. Doveva essere arrivato poco dopo di lei e sua madre, si sorprese di non averlo sentito, con tutto il rumore che faceva quell'affare. Notò Stiles che, dalla jeep, le faceva un cenno.

Sorrise istintivamente e chiuse la chiamata, senza preavviso.
Aprì la porta di casa, cercando di non fare rumore, e si avviò verso la macchina. Nemmeno aveva pensato che in quel momento si trovava in pigiama, con i capelli tutti sfatti, delle ciabatte imbarazzanti ai piedi e un golfino che faceva invidia a qualsiasi nonnina.
Appena Stiles la vide aprì la portiera, facendola entrare.

 

- Sei un pazzo! Che ci fai qua fuori? Fa freddissimo.

- Non riuscivo a dormire, ero.. uhm, ero preoccupato per te.

 

Lo guardò, sorridendo al suo leggero imbarazzo. Era talmente buffo, a volte. Si ricordava le prime volte in cui aveva parlato con lui, sembrava un bambino in difficoltà, le faceva tenerezza. Ma in quel momento invece, per assurdo, la trovava la cosa più attraente del mondo.

Era sempre stata sicura di avere un debole per i ragazzi macho, quelli sicuri di poter spaccare il mondo, ma quel momento nella jeep con Stiles le fece realizzare quanto fosse sbagliata l'idea che aveva di sé.

Il motivo per cui aveva scelto sempre ragazzi del genere era appunto perchè non erano il suo tipo. Scegliere loro, invece di Stiles, significava rischiare meno. Significava tenere, nuovamente, la corazza ben piazzata dentro di sé. Stiles aveva provato così tante volte a spezzarla, e sebbene ci fosse riuscito in gran parte, stava a lei fare in modo che crollasse del tutto.

Si sentì veramente una stupida ad aver sprecato così tanto tempo, quel ragazzo le aveva salvato la vita stanotte!
Avrebbe potuto morire senza avere l'occasione di dirgli come stavano veramente le cose.
Il pensiero la fece arrabbiare talmente tanto con sé stessa che ebbe un brivido.

 

- Va tutto bene? Hai freddo? - le chiese lui, appoggiandole una mano sul braccio.
- No, sto bene. E' solo strano essere di nuovo qui, all'aperto.
- Immagino che tu abbia tanto da superare.
Lei annuì. - Spero di farcela. Voglio farcela! Voglio tornare alla mia vita e non sprecarne più nemmeno un giorno.
- Sei Lydia Martin, puoi fare praticamente qualsiasi cosa. Ok? Ti ho vista indossare dei jeans a pois blu e gialli e sembrare comunque una diva!
Scoppiarono entrambi a ridere, allentando un pò la tensione.
Poi Lydia decise di essere più audace, e sfiorò la mano del ragazzo.
- Grazie, per essere qui.
Il ragazzo, visibilmente sorpreso, incastrò le dita nelle sue, e sorrise. Quel contatto lo faceva sentire talmente felice che aveva perso le parole. Avrebbe voluto passare tutta la sua vita così, a tenerla per mano. Alzò lo sguardo e notò che lei lo stava guardando. Se poco prima si era perso a osservare le loro mani, ora si perse totalemente in quello sguardo.
Lydia avrebbe voluto che gli sguardi in quel momento avessero saputo parlare, perchè Stiles potesse capire veramente cosa stava cercando di comunicargli

Anzi, avrebbe voluto che, come con sua madre, comunicare fosse facile. Ma forse con lui era totalemetne l'opposto, con lui i gesti valevano più delle parole, era sempre stato così.

- Stiles. - Disse solo, non avendo la forza di distogliere lo sguardo.
- Hai ragione scusa, ti sto fissando ed è inquietante. - rispose lui, scuotendo la testa e grattandosi la nuca con la mano libera, leggermente in imbarazzo.
Lydia rise, mordendosi poi il labbro. - No, ecco.. Ci sono così tante cose che vorrei dire ora e nessuna di queste sembra giusta.
- Oh conosco la sensazione, mi capita tutti i giorni! Mi puoi dire qualsiasi cosa, comunque.
- Sento.. Sento che essere qui, di nuovo, è una seconda occasione. Avrei potuto morire lì dentro, avrei potuto farmi consumare dai miei poteri e morire su quel lettino alla clinica di Deaton.. Ma per qualche ragione sono ancora qui.
Stiles era totalemente immerso in quelle parole, le sembrava di star ascoltando un angelo. Lydia si stava aprendo con lui, e non era una cosa che lei faceva spesso.

- Vorrei.. - qualche lacrima le scese dagli occhi, a tradimento. Oh, era così difficile per lei.
- Ehi, ehi. Non fare così! - Ci volle una frazione di secondo prima che lui la prendesse fra le sue braccia, cercando di darle conforto.
- Tutto il tempo che ho perso.. tutte le occasioni che ho sprecato e.. ora non so nemmeno se sono ancora in tempo.. non so nulla, io non.. -
- In tempo per cosa? Hai tutto il tempo del mondo per fare qualsiasi cosa desideri, non abbatterti. -
Le asciugò le lacrime, sperando di poter fare qualcosa in più per lei.
- Non parlo della mia vita parlo.. di parole non dette, di occasioni perse, di me che mi sono talmente chiusa in me stessa da aver allontanato una persona essenziale per me. - Non aveva il coraggio di guardarlo in faccia mentre parlava. Era passato così tanto tempo, in fin dei conti. Lui era stato con un altra persona, come poteva pensare che i suoi sentimenti fossero ancora quelli di un tempo?
Il cuore di Stiles cominciò a battere all'impazzata. Cercò di rimanere calmo perchè comunque Lydia era rimasta molto vaga e non voleva costruirsi castelli in aria prima del tempo. Così cercò di misurare le parole, cercando di capire meglio dove volesse andare a parare.


- Credo che.. Se una persona davvero ci tiene a te.. nonostante quante volte tu la allontani, lei non se ne andrà mai davvero.
Lei alzò lo sguardo, consapevole che lui aveva capito. - Non è nemmeno giusto che io te lo chieda.
- Muoio dalla voglia di risponderti, perciò fallo.
Si alzò da quell abbraccio, solamente per poterlo guardare negli occhi. - Provi.. provi ancora qualcosa per me?
Lui annuì, e un lieve "sì" uscì dalla sua bocca.
Lydia cercò di far incrociare nuovamente i loro sguardi, ma lui teneva lo sguardo basso.
Così con una mano gli alzò il mento, costringendolo a guardarla.
- Sono stata una stupida per tutto questo tempo. Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno. Tu mi hai salvata, in tutti i modi in cui una donna può essere salvata.  

  
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