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Autore: AndreMCPro    16/02/2016    3 recensioni
Oh, non prestate attenzione a me, sono solo un avventuriero come tanti. Il mio nome non è importante, ma ho molte storie da raccontare. E una di queste sono certo che la troverete interessante...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dovahkiin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie di un avventuriero
 
«Questi fatti risalgono al periodo in cui viaggiavo per il Reach, giovane e inesperto, e soprattutto ignaro del pericolo che comportavano allora i Rinnegati. Fui attaccato, in un crocevia vicino Markarth. Mi sarei difeso, ma la mia spada di ferro non poteva nulla contro quattro di loro. Sarei stato ucciso ancor prima di impugnare la mia arma.
Come ho fatto a salvarmi? Beh, non è stato per mio merito: un lupo mannaro sbucò da dietro di me, mi saltò oltre e li assalì, facendoli fuori uno dopo l'altro. Infine si voltò verso di me e mi fissò per un istante. Rimasi lì, pietrificato, mentre si allontanava, ma quello sguardo, fiero e sofferente alo stesso tempo, mi rimase impresso per il resto della mia vita.
 
Passò il tempo. Il luogo delle mie avventure divenne il Rift, dove mi misi alla prova con alcuni lavoretti che mi fruttarono molti septim. Ero perfettamente in grado di cavarmela in caso di attacchi, così presi coraggio e andai a Riften, dove risiede la tristemente famosa Gilda dei Ladri.
Per la strada mi imbattei casualmente in un gruppo di soldati imperiali che trasportavano un prigioniero, un lupo mannaro, incatenato con delle catene d'argento. Mentre mi avvicinavo, perché il gruppo procedeva in direzione opposta a me, il lupo alzò lo sguardo e mi fissò. Era lui. Aveva lo stesso sguardo di quello che mi aveva salvato tempo prima, anche se non aveva la stessa fierezza di quel giorno.
Pochi giorni prima avevo trovato una pergamena di trasmutazione; la presi e la lessi a bassa voce. Poi, mentre passavo vicino al lupo, feci scivolare la mano sul metallo, che cambiò immediatamente in oro.
L'essere reagì, spezzando le catene e ruggendo ai soldati, che fuggirono subito a gambe levate. Infine si voltò su di me e mi saltò addosso, atterrandomi. Credevo mi avrebbe ucciso, e invece si prese al posto mio l'artigliata di un orso che mi stava attaccando, probabilmente messo in allarme dalla confusione, e lo mise in fuga, per poi sparire tra gli alberi.
 
Passò altro tempo. Ormai ero esperto, e le mie armi in vetro facevano impallidire molti dei miei colleghi avventurieri e dei miei nemici. Viaggiavo tranquillamente nei pressi di Winterhold, in direzione Dawnstar, quando uno dei pochi nemici ancora in grado di farmi a pezzi mi assalì.
Un maestoso drago atterrò nei pressi della strada e, ruggendo, mi soffiò contro una tempesta di ghiaccio. Mi riparai immediatamente dietro una roccia e guardai la strada, in cerca di aiuto.
Proprio in quel momento arrivava da ovest un uomo, con delle armi e un'armatura d'ebano, senza elmo. Appena quello vide il drago gli corse incontro e gridò tre parole, che provocarono un'onda d'urto infuocata. La creatura, colpita da quel Thu'um, si zittì. L'uomo allora lo assalì con le armi, gli saltò sulla nuca e lo uccise.
Pelle e muscoli dell'essere si disgregarono, generando un vento che venne assorbito da quell'uomo. Certo, siete liberi di non credermi... anche io stentavo a credere a quello che avevo visto, ma vi giuro che era lui, il Dovahkiin! Il leggendario Sangue di Drago!
Ma non è questa la cosa più stupefacente, perché dopo aver assorbito l'anima del drago si voltò verso di me, fece un cenno e se ne andò, lasciandomi lì impietrito. Perché i suoi occhi io li avevo già visti: erano gli stessi occhi della bestia che mi aveva salvato già due volte, fieri e sofferenti allo stesso tempo.
 
Da allora non passò giorno senza che facessi  una qualche ricerca su quell'uomo. Chi era? Perché mi aveva salvato così tante volte? E qual'era la sua storia? Volevo incontrarlo, conoscerlo, magari anche viaggiare insieme a lui e imparare ciò che sapeva. Ecco, il mio più grande desiderio era che diventasse mio maestro. E ci spero ancora... Ma dopo quell'incontro non lo vidi più. E da quel giorno, ormai, sono passati ben tre anni...»
 
L'uomo tacque e si sedette, poi si rivolse alla barista e si fece servire un boccale di Idromele. Ma prima che potesse anche solo toccarlo, un uomo con una corazza in ossa di drago si alzò dai tavoli e lanciò delle monete alla donna. Infine, fissando l'avventuriero con il suo sguardo fiero e allo stesso tempo sofferente, disse:
«Preparati, ragazzo. Domani si parte all'alba»
  
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