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Autore: MagikaMemy    22/03/2009    2 recensioni
Il mio sguardo si sposta involontariamente su Alessio, che sogghigna di nuovo. …dovrò sopportarlo per tre mesi?! MA STIAMO SCHERZANDO??? Ok, ok, cerchiamo di stare calme. In fondo, non è nulla di grave. A tutto c’è una soluzione. Per il momento, devo guardare il lato positivo della cosa….qual’è???? Ah, ecco, sì trovato….non può andarmi peggio di così, no? “Emh…Andrea?” “Dimmi, Piper!” “…hai le mie mutande in testa.”
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La peggior estate della mia vita

Prologo

Ok, proverò a raccontare la mia storia senza peli sulla lingua né seghe mentali, fattori che, purtroppo, molto spesso tendono ad avere il sopravvento quando tengo una conversazione.

Mi chiamo Andrea Santi.

Ho diciassette anni.

Abito in quello che dovrebbe essere una sorta di agriturismo moderno tra le sperdute collinette italiane da ben undici anni.

E sono una ragazza.

Esatto, mi chiamo Andrea ma sono una femmina.

Fem-mi-na.

Ok, ok, ridete se volete, è più che giusto, non vi dò torto: fatevi queste sacre risate sulle disgrazie altrui, così poi posso continuare con ‘sta storia patetica in santa pace.

Finito?

Momento di ilarità passato?

Bene, andiamo avanti.

Anzi, no, torniamo indietro: cominciamo dall’inizio, ovvero dalla mia infanzia.

Si parla di quando, a cinque anni, la mia vita era più bella di una farfalla appoggiata a un fiore illuminato dalla luce del sole estivo (no, tranquilli, non sono la versione femminile di Shakespeare, è che ho sempre voluto fare uno di questi paragoni esagerati.Ueeeh, finalmente ce l’ho fatta! Una cosa in meno da scrivere nella lista di cose che voglio fare prima di morire.).

Allora la mia unica preoccupazione era finire l’album delle figurine dei Pokèmon, mentre spazzolare la criniera colorata e sbrilluccicosa dei miei Mini-pony rappresentava l’operazione più emotivamente coinvolgente che potessi svolgere.

Ma, ahimè, ancora non sapevo che l’ombra della pazzia era nascosta nell’angolo della mente piccola e alquanto contorta del mio vecchio.

Traduzione: un giorno, quell’idiota si è svegliato, è balzato fuori dal letto, senza neanche infilarsi le ciabatte pelose a forma di coniglio, è corso in cucina e ha gridato a mia madre un qualcosa che, all’epoca, mi sembrò molto simile a “Genoveffa, mi è venuto un colpo di genio!”

Ora: avevo sempre saputo che mio padre non ci stava poi molto, con la testa.

Voglio dire, anche se ero solo una creaturina innocente di cinque anni, vedere quel pazzo che parlava con l’aspirapolvere o dormiva col criceto mi aveva fatto pensare seriamente all’infermità mentale di papà.

Ma speravo che col tempo sarebbe passata, che il suo stato mentale avesse radici da un problema psico-somatico o qualcosa di simile (ebbene sì, ero una bimba pericolosamente intelligente….ma tranquilli, con gli anni la mia genialità è andata ad esaurirsi), perciò non diedi molta importanza alla cosa.

Solo quando mi ritrovai nel sedile posteriore della macchina, accerchiata da valigie piene di vestiti e tonno in scatola e con il mio –tanto orrendo quanto da me amato- Gremlins di peluche sotto braccio, mi resi conto che, proprio a causa della patetica sete di libertà di mio padre, si stava chiudendo il primo capitolo della mia vita.

Con le lacrime agli occhi, tra me e me lanciai un ultimo saluto ai miei amici di scuola (uno più antipatico dell’altro, a ripensarci adesso, ma allora non credo diedi molta importanza alla cosa), al negozio di giocattoli sotto casa e alla mia stanza con la carta da parati degli Orsetti Del Cuore per addentrarmi nella sconosciuta e lucente campagna italiana.

I miei avevano una casa da quelle parti –notizia di cui non ero mai venuta al corrente, prima di allora-, e quel vecchiaccio debosciato col cervello da acaro aveva avuto la folle idea di ristrutturarla e farci una specie di residence ultra lussuoso, con tanto di piscina.

Peccato che, quando mia madre andò in banca per informarsi sul nostro credito, scoprimmo con sommo terrore che i nostri sudatissimi risparmi non sarebbero bastati neanche per comprare un trampolino.

E così, il progetto del residence ultra lusssuoso si trasformò ben presto in quello di un agriturismo a basso costo, dove, come piaceva dire a mio padre, ‘avremmo puntato tutto sull’ospitalità’.

Ero piccola, allora, e non mi rendevo ancora conto che quell’estate avrebbe cambiato la mia vita –già abbastanza patetica di suo-per sempre.

Credevo che sarebbe durata poco, che fosse soltanto una delle mille fantasie di mio padre, uno di quei tipi che, dopo aver visto ‘Balla coi Lupi’ in dvd, parla per giorni come un cow-boy di vecchia stampa, con tanto di sigaretta alla James Dean e stella da sceriffo sulla camicia a quadri.

Ma, per la prima volta in tutta la sua vita, Angelo Arnoldo Arcibaldo Santi (vi prego, non commentate…i nomi tragicamente schifosi sono una maledizione di famiglia, temo) ha continuato nei suoi intenti, e otto mesi dopo il nostro agriturismo è stato aperto al pubblico.

Ed ora, eccomi qua.

Una ragazza di diciassette anni, con una famiglia che sembra venire da ‘La casa nella prateria’, che abita nel bel mezzo del Nulla Assoluto, costretta a rifare letti e nutrire maiali puzzolenti e galline isteriche da undici anni.

Abituata ad avere contatti con la popolazione umana solo attraverso clienti tra i quaranta e gli ottantasette anni, che non ha una conversazione seria con un ragazzo o almeno un individuo di città sotto i venti anni da più o meno metà della mia esistenza.

…ma insomma, davvero mi aspetta un’intera vita tra questo schifo?!

In fondo, non mi sembra di chiedere molto…vorrei solo che il vento cambiasse un po’!

Ok, era una frase molto in stile Pocaonthas, ma era per far capire il concetto…

Una novità!!!

…non mi sembra di chedere molto, no?!

Beh, mi rimane sempre la speranza.

La speranza che un giorno un ufo molto affascinante scenda sulla terra, si innamori di me al primo sguardo e mi porti romanticamente con sé sulla sua navicella spaziale, per vivere una vita tra viaggi per le galassie e baci al sapore di cryptonite.

…vedete che effetto mi fa questo posto?!

Nella tana dell’autrice:

Mio ennesimo tentativo di iniziare una long fic originale, sperando che stavolta mi arrivi almeno l’ombra di un commento =___= anche se ormai neanche ci spero più…

Che dire della storia?

Mi è venuta in mente quando ho studiato gli agriturismi per Ricevimento XD chi ha detto che lo studio porta solo stanchezza?

Ne avevo scritta una prima versione a scuola, ma a mano non riesco mai a dare il meglio di me, quindi ho tenuto l’idea in cantiere e ho deciso di iniziarla con calma qui sul pc.

Questo era solo il prologo, per darvi un assaggio dello stile che avrà la storia.

Se vi paice, per favore…lasciatemi una parola! Anche un ‘vaffanc*lo’ andrebbe benissimo, davvero xD di questi tempi mi accontento di tutto!

Fatemi sapere

Baci, grazie per ave letto ^.- _MagikaMemy_

   
 
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