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Autore: Mitsuki no Kaze    18/02/2016    0 recensioni
- Yuu-kun, sai quali sono i compiti di un Generale?-
[...]
- Cosa sta tentando di dirmi?!-
- Che… Ecco… ho un allievo per te. O meglio, un’allieva.-
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo XX - Regrets.


Kanda giunse nella sala di controllo e la prima cosa che attirò la sua attenzione fu un capannello di gente riunita intorno al Gate dell'Arca.
Erano passate delle settimane dall'attacco dei Noah, ma l'Ordine Oscuro non poteva dirsi ancora operativo, perciò vedere tante persone riunite sulla passerella lo stupì. Si avvicinò e riconobbe immediatamente il Supervisore Komui che parlava al gruppo. Mentre il giapponese si stava avvicinando notò che lo scienziato aveva poggiato la mano sulla spalla di qualcuno e solo quando salì i gradini che conducevano alla piattaforma del Gate riuscì a scoprire di chi si trattasse.
Era Akita. Indossava la nuova uniforma cucita da Johnny in quegli ultimi giorni, dato che la precedente era rimasta strappata e non più utilizzabile. Il ragazzo occhialuto aveva ideato un nuovo modello per tutti gli Esorcisti che comprendeva una camicia bianca e smanicata, sulla quale veniva indossata una cravatta rossa, pantaloni scuri e stivali molto alti, che superavano il ginocchio. Akita aveva fatto personalizzare la propria aggiungendo un paio di manicotti chiari e modificando leggermente la camicia, in modo che avesse un colletto alto, alla coreana.
- Che succede?- chiese non appena li ebbe raggiunti.
- Oh ciao, Kanda.- lo salutò con un sorriso Komui. - Sto solo facendo le presentazioni tra Akita e il responsabile della Sede Asia, Bak Chang.-
Il giapponese scorse l'uomo biondo, al fianco della sua allieva.
- Come mai questa visita?- domandò senza nascondere il fastidio nella propria voce. Tutto ciò che riguardava la sede Asia lo irritava.
- Ho preferito venire di persona a prendere Akita e Inu, per accoglierli dato il loro trasferimento.-
Il Generale sgranò gli occhi e spostò lo sguardo da Bak, ad Akita, poi si voltò verso Komui ed infine ritornò sulla ragazza.
- Trasferimento?-
- Sì.- rispose la castana. Era la prima volta che parlava da quando era iniziata quella conversazione. Una delle poche volte in cui scambiavano qualche parola da quella sera. - Io e Inu verremo trasferiti in Cina per portare avanti degli studi sulla nostra Innocence.-
- Studi?- proruppe Kanda. - Vorrai dire esperimenti! Sono il suo Generale, lei è una mia allieva! Perché non sono stato informato?-
A quel punto Komui prese la parola.
- Non sei stato informato, perché non hai voce in capitolo Kanda.- disse con voce bassa. - E' stata una decisione presa dal Vaticano e nessuno può opporsi.-
- Sono un Generale! Com'è possibile che non abbia voce in capitolo?!- gridò l'Esorcista.
- Questo non cambia niente.- riprese Akita. - Anche se lei potesse esprimersi sulla questione, le cose non cambierebbero. Noi vogliamo andare in Asia.-
La ragazza abbassò lo sguardo incontrando quello del cane, seduto al suo fianco, come per esprimere la loro unanimità su quella decisione.
Anche l'animale indossava una specie di uniforme nera che gli avvolgeva il torace, e un collare rosso che richiamava la cravatta dell'uniforme della compatibile.
- Ma lo sai almeno cosa ti faranno là?!- esclamò il giapponese voltandosi direttamente verso di lei. - Verrai torturata! Verrete torturati! Come è successo a me e ad Alma!-
- Kanda, ora calmati per favore.- tentò di placarlo il Supervisore.
- Le cose sono cambiate da allora, Kanda.- intervenne Bak. - Non utilizzeremo quei metodi su Akita e Inu. Innanzitutto perché sono studi diversi e poi perché non possiamo permettere di fare del male a voi Esorcisti, siete preziosi.-
Kanda fece schioccare la lingua, in un verso di stizza.
- Non importa cosa dite, so bene quello che farete!-
- Kanda.- Akita lo chiamò per nome, con voce profonda e seria. Puntò i suoi occhi in quelli del Generale, sostenendo il suo sguardo. Non accadeva da giorni, evitava i suoi occhi da quella sera. - Non si tratta di te, di quello che ti è successo e di quello che vuoi che si faccia. Si tratta di me. E io voglio diventare più forte, voglio combattere con voi, proteggere i miei compagni e se andando nella Sede Asia potrò imparare ad usare l'Innocence in maniera cosciente, allora andrò lì e affronterò tutti i test a cui mi sottoporranno. Sono io a volerlo.-
Dette quelle parole si voltò verso Bak.
- Andiamo allora?-
Il Capo della Sede Asia salutò il collega e accennò un saluto verso Kanda con un cenno del Capo. Poi il Gate fu aperto e il due vi entrarono.
Akita non lo aveva salutato.
 
Kanda andò in mensa. Non potevano ricevere incarichi perciò non aveva la possibilità di distrarsi da quello che era appena accaduto. Aveva pure rinunciato alla possibilità di fare meditazione, sperava che mangiare qualcosa lo avrebbe potuto far star meglio.
... Perché doveva star meglio? Stava male? Doveva essere così, ma non ne capiva il motivo di quel malessere. Non si era mai preoccupato tanto per qualcuno da quando era all'Ordine Oscuro. Il Moyashi non faceva testo, perché si sentiva responsabile del risveglio della memory del Quattordicesimo, quindi nei suoi confronti aveva una sorta di debito.
Ma per Akita? Perché gli dava così fastidio che se ne fosse andata, ignorando le sue parole?
Il vuoto alla bocca dello stomaco gli fece capire che non era il caso di mangiare e che la situazione era anche peggiore del previsto. Lui era preoccupato. Non poteva negarlo, perché infondo aveva ancora una certa paura della Sede Asia e di tutto quello che era accaduto lì. Quel luogo era legato a ricordi dolorosi e sapere che una persona a cui teneva stava andando volontariamente in quel posto non poteva fare altro che agitarlo.
... Una persona a cui teneva...
- Hey, Yuu!- la voce di Lavi lo distolse dai suoi pensieri e lui gliene fu grato, perché non gli piaceva  che direzione avesse intrapreso il suo riflettere.
- Che vuoi?-
Il rosso lo osservò per un attimo, poi emise un lungo fischio prima di sedersi al suo fianco sulla panca che aveva occupato.
- Non mi hai insultato e non ti sei neanche arrabbiato perché ti ho chiamato per nome.- constatò. - C'è qualcosa che non va?-
Il giapponese lo ignorò guardando fisso davanti a sé.
- C'entra la partenza di Akita, vero?-
Centro.
Lavi lo capì da come lo spadaccino sgranò gli occhi, ma fu svelto a riprendersi. Il rosso ringraziò la sua capacità di cogliere anche il più minimo dei dettagli.
- Tu che ne sai?- sbottò il Generale.
- Me lo ha detto lei, qualche giorno fa.- spiegò il nuovo Bookman.
Delle piccole rughe incresparono la fronte del moro.
- Non te lo aveva detto?- insinuò.
Kanda non riuscì a trattenere uno sbuffo.
- L'ho saputo stamattina. L'ho vista prima che partisse.-
- Almeno vi siete salutati.- commentò Lavi, sempre squadrando l'altro con il suo occhio verde.
Il giapponese arricciò il naso, perché effettivamente non si erano salutati. L'immagine di Akita che spostava lo sguardo da lui a Bak e poi gli voltava le spalle, gli passò davanti agli occhi e lui dovette abbassare le palpebre per provare a non rivivere quegli attimi.
Il rosso lo scrutava, con la testa sorretta dal braccio poggiato al tavolo.
- Cosa è successo tra di voi?- chiese all'improvviso.
Kanda si voltò a guardarlo e non riuscì ad interpretare la sua espressione. Era neutra, ma riusciva a scorgere un po' di irritazione ed una certa curiosità.
- Niente, che deve essere successo?- rispose scostando ancora una volta lo sguardo.
- Non lo so.- rispose il Bookman. - Ma qualcosa è successo, dato che non ti ha detto che voleva essere trasferita.-
- Sono stati giorni pieni, date le riparazioni.-
- Lo ha detto a tutti, tranne a te che sei il suo Generale. E' strano.-
- Lo ha detto a tutti?- ripeté Kanda ritornando a guardare Lavi stupito.
- Sì lo sappiamo tutti. Io, Kaya, Lenalee, Timothy, Miranda, Marie, i Generali... Mi sembra anzi che avete parlato poco in questi giorni. A stento vi salutavate.-
- Siamo stati impegnati.- insistette lo spadaccino, ma il rosso non poté fare a meno di notare come il giapponese sembrasse dispiaciuto alla scoperta che tutti gli altri Esorcisti erano stati informati della partenza della ragazza.
- In ogni caso mancherà tutti.- gli disse provando a sviare il discorso per vedere come avrebbe reagito.
- Figurati! Il fatto che se ne sia andata non mi dispiace, una scocciatura in meno per me.- esclamò lui.
- Certo, tu non sei dispiaciuto per la sua partenza.- concordò il Bookman.
- Esatto.-
- Tu sei preoccupato, Yuu.-
Il moro sgranò gli occhi, ma quella volta non tentò di nasconderlo, anzi si voltò nella sua direzione.
- Che sciocchezze vai dicendo?-
Centro, parte due.
- Oh Yuu sei così preoccupato che non reagisci alle provocazioni! Ti ho chiamato per nome, di nuovo e non hai fatto una piega! Hai continuato a pensare ad Akita!-
Il giapponese sembrò arrendersi all'evidenza.
- E va bene.- ammise. - Sono preoccupato per lei.-
- Oooh! E che ci voleva ad ammetterlo?- lo canzonò il rosso. - Lo siamo tutti.-
- Ma non è da me.- disse il Kanda guardando il tavolo.
- Ma Akita non è una persona qualunque, lei è speciale.-
- Cosa stai insinuando, idiota?- esclamò scattando in piedi.
Lavi alzò le mani come per difendersi.
- Voglio dire è la tua allieva! E’ ovvio che tu abbia un senso di protezione nei suoi confronti.-
Kanda rimase sorpreso, pensava che il rosso volesse intendere altro.
- Tu cosa credevi volessi dire?- insinuò a quel punto.
Lo spadaccino si tese come una corda di violino.
- Che ne so! Pensavo volessi rifilarmi qualcosa di stupido, come i sentimenti!-
Lavi a quel puntò spalancò l’occhio.
- Si tratta di questo allora! Avete parlato di questo!- esclamò comprendendo finalmente tutto.
Kanda capì troppo tardi di essersi fregato con le sue stesse mani. Era giunto all’argomento che voleva evitare.
- No, non c’entra niente questo.- tentò di rimediare.- Ora vado nella mia stanza.-
- L’hai rifiutata, vero?- lo incalzò il rosso.
Il giapponese rimase in piedi, fermo, dando le spalle al Bookman.
- Perché lo hai fatto?- continuò senza aspettare una sua risposta che sapeva non sarebbe arrivata.- Dannazione, tu non hai alcun problema! Nessun obbligo verso nessuno! Perché non hai rinunciato alla possibilità di essere felice?-
- Chi te lo dice che sarei stato felice?- ribatté lui, senza voltarsi a guardarlo.
- Perché ti sei innamorato! E non provare a negarlo, lo sai benissimo anche tu!- Lavi a quel punto si alzò e si portò davanti a lui.- Avrei voluto essere io al tuo posto, avrei preferito non dover lasciare Kaya perché il vecchio è morto, avrei preferito non essere Bookman! Tu perché stai rinunciando a tutto questo?-
- Perché tutto questo non mi serve. Siamo in guerra, te lo sei dimenticato? Siamo in guerra e tutto questo è solo una distrazione. Tutto questo non mi salverà la vita.- rispose Kanda.
- Forse hai ragione. Ma chi ti garantisce che senza sentimenti, senza amore, riuscirai a sopravvivere? Accidenti, non dovrei farteli io questi discorsi! Sono un Bookman!- esclamò il rosso avvilito. - Io ho dovuto rinunciare al mio cuore per il dovere, ma tu non sei costretto. Probabilmente morirai in ogni caso, ma almeno non rimpiangerai di non essere stato felice.-
 
Dovettero passare ancora alcune settimane prima che l'Ordine Oscuro potesse riprendere le sue normali attività. Quando gli Esorcisti  furono autorizzati a riprendere le missioni, erano stati accumulati moltissimi incarichi. Data la partenza di Akita, la scomparsa di Chaoji e il rapimento di Allen gli operativi erano davvero pochi e i più esperti furono costretti a partire da soli, non in coppia come erano soliti fare. Era anche diventato difficile identificare gli incarichi che potevano riguardare frammenti di Innocence da semplici attacchi di Akuma, al semplice scopo di mietere vittime innocenti per aumentare il proprio livello. I Noah avevano approfittato della disorganizzazione dell'Ordine Oscuro per metterli ancora in più in difficoltà.
Le giornate scorrevano così, tra incarichi sempre più difficili e rischiosi, ritorni a casa quasi miracolosi, medicazioni, sangue e lacrime.
Le uniche gioie erano le lettere di Akita, che Kaya riceveva.
La ragazza aspettava che almeno la maggior parte degli Esorcisti fosse presente per leggerle a tutti.
Raccontavano gli studi e i test che stavano effettuando su lei ed Inu, nella sede Asia vi erano le migliori tecnologie scientifiche e la stessa Akita sembrava fiduciosa sull'ottenimento di risultati positivi.
Avevano scoperto il perché della sua mutazione in una creatura simile ad un cane, quando l'Innocence aveva preso il controllo di lei: era causato dalla presenza del frammento del DNA di Inu nel suo corredo genetico, provocato dalla sincronizzazione. La sostanza divina si basava su quello per indirizzare la mutazione della compatibile in caso di difficoltà, potenziando il suo corpo, rendendola una predatrice di Akuma.
Non era ancora stato spiegato se vi fosse una connessione tra la sua trasformazione e la perdita di conoscenza del cane, o se nelle due volte in cui ciò era avvenuto era stato solo un caso.
Stavano studiando un dosaggio minimo di Innocence da somministrare ad Akita per permetterle di trasformarsi in quella forma letale, senza però perdere coscienza di sé e del mondo che la circondava.
Era tutto però all'inizio, non era certo che ce l'avrebbero fatta.
 
Non tutte le lettere furono piacevoli. Non quella che arrivò a distanza di pochi giorni dalla ripresa delle missioni degli Esorcisti al Supervisore. Riunì tutti gli Esorcisti nel proprio ufficio, Generali compresi. Komui aveva un'espressione triste, quasi arrendevole. Teneva tra le mani un foglio bianco su cui erano scritte poche righe.
- Con la presente, informiamo la distruzione del Laboratorio di Ricerca 2 della Sede Asia da parte di un gruppo di Akuma, guidato da tre di livello 4. Non sono stati trovati superstiti.- lesse il cinese, con voce tremante.
Nessuno commentò quelle poche parole.
Solo Kanda se ne andò sbattendo la porta non appena comprese il significato di quella missiva. Il Laboratorio di Ricerca 2 era quello in cui stavano portando avanti le ricerche su Akita.
 
- Siamo certi che sia rimasta coinvolta?- chiese Lavi al Supervisore una volta che tutti se ne furono andati dal suo ufficio.
- Sembra che non ci siano dubbi.- rispose Komui con voce bassa, sedendosi nella sedia dietro la scrivania.
Era il terzo Esorcista che perdeva in circa due mesi. Era molto più che distrutto. Tolse gli occhiali e si portò le mani al viso, stropicciandosi gli occhi.
Il Bookman lo osservava in piedi, difronte al tavolo.
Il cinese gli avvicinò un paio di fogli tenuti insieme da una graffetta.
- E' il rapporto dell'incidente.- spiegò al ragazzo che lo stava già scrutando. - Dice che di turno quel giorno vi erano scienziati uomini, così anche come riporta il registro delle firme, qui allegato. L'unica donna era Akita, infatti hanno ritrovato sono un corpo femminile.-
Il rosso lesse velocemente il rapporto, in cui erano elencati i danni che l'edificio aveva riportato e le testimonianze degli scienziati di altri laboratori.
- E' stato un attacco mirato, volevano distruggere proprio quel laboratorio.- constatò.
- Probabilmente perché era il più grande, era stato costruito di recente.- ipotizzò Komui. - Forse pensavano di riportare abbastanza danni così.-
- Potrebbe essere.- convenne il più giovane.
Il suo occhio si focalizzò sulle firme degli scienziati presenti all'interno del laboratorio al momento dell'attacco. Connie Strauss, Viktor Laplace, John Evan, Samuel Elm... tutti uomini. L'unico nome femminile che spiccava, anche perché senza cognome era quello di Akita.
- Ed Inu?- domandò improvvisamente.
Il Supervisore sembrò ridestarsi da un momento di riflessione.
- No, lui non è stato ritrovato.-
- E non è strano?-
Komui alzò le spalle.
- Potrebbe essere fuggito non appena ha capito che la sua compatibile era... hai capito cosa voglio dire, no? Magari per trovare un nuovo Esorcista con cui sincronizzarsi.-
Lavi abbassò il capo.
- Sì, è possibile.-
- Non dovresti preoccuparti così tanto, lo sai?- gli domandò il cinese poggiando il mento sulle dita intrecciate delle mani.
- Era una mia amica.- ammise il rosso restituendogli i documenti. - E sono preoccupato per gli altri.-
- Non dovresti esserlo, dato che sei un Bookman, no?-
Lavi annuì con un cenno della testa.
- Allora io me ne vado.- si congedò e uscì dallo studio del Supervisore.
Il cinese lo vide allontanarsi e non poté fare a meno di preoccuparsi di come sarebbero andate le cose da quel momento in poi.
 
Bianco.
Iniziava sempre così.
Un'infinita distesa bianca, senza confini per le quattro direzioni.
Allen si era ormai abituato a quel paesaggio, quasi quasi gli piaceva anche. Rimase seduto per terra, una gamba distesa, l’altra piegata  le mani poggiate su quel ginocchio.
Era in attesa.
In attesa del Noah che presto avrebbe fatto la sua comparsa.
Ed ecco che la macchia scura cominciava a delinearsi in quella distesa candida. Allen sorrise nel vederlo, quegli incontri non lo spaventavano più, sapeva come affrontarli. Aveva anche una nuova idea e non vedeva l'ora di provarla.
La macchia nera, prese consistenza e mostrò l'aspetto di un giovane dalla pelle scura, i capelli neri e gli occhi dorati, la fronte coperta di stimmate.
Il Quattordicesimo si avvicinò ad Allen e si sedette difronte a lui imitando la sua posa.
- Non ti stanca mai questo gioco?- domandò il ragazzo dai capelli chiari e gli occhi argentei.
- No, non lo trovo affatto noioso.- rispose il moro con un sorriso. - Anzi è piuttosto divertente, anche perché sei un avversario molto interessante.-
Allen negò con un cenno del capo.
- Allora cambio domanda, non sei stanco di perdere?-
Neah fece schioccare la lingua.
- Una vittoria dà più soddisfazione se è sudata.-
- Non vedo per te molte speranze di successo.- lo contraddisse l’Esorcista.- Non riesci più a prende il sopravvento su di me come un tempo, ormai so come sconfiggerti.-
- Al massimo sai come controllarmi, ma ancora se molto lontano dal riuscire a sconfiggermi.-
Questa volta fu Allen a sorridere.
Il corpo di Neah fu presto avvolto da sottili filamenti bianchi, il Noah provò a strapparli con le mani ma non appena si liberava di alcuni, se ne formavano almeno il doppio.
Presto il corpo del Noah fu ricoperto dal quel filo bianco, ma riuscì a liberarsi a spiccare un balzo indietro arretrando. Nella sua mano destra comparve una spada, identica in tutto e per tutto alla Spada dell'Esorcismo di Allen, se non fosse stato per il colore nero della lama e la croce bianca disegnata in essa. I colori erano invertiti rispetto all'arma del ragazzo dai capelli chiari. Allen conosceva già quella lama, l'aveva vista in mano al Conte del Millennio in persona.
Anche l'Esorcista scattò in piedi e il suo braccio sinistro mutò nell'arma sorella a quella del Quattordicesimo.
- Immaginavo che la Crow Belt non sarebbe bastata.- ammise il ragazzo, mentre Neah si toglieva di dosso i restanti filamenti candidi. Quando alzò lo sguardo si accorse che Allen indossava una specie di capotto bianco, doveva essere fatto della stessa sostanza che aveva tentato di avvolgerlo.
- Questa è l'ultima sfida, lo sai Allen?- gli domandò il moro.
Lui annuì.
- O io perisco e tu prendi il mio corpo, o io vinco e tu sparisci.-
- Esattamente.-
- Non perdiamo altro tempo, allora!- gridò Allen correndo in direzione del Noah brandendo la spada con la sola mano destra.
Neah sorrise divaricando le gambe e preparandosi a difendersi.
- Aspettavo questo momento da tanto tempo!-
Il fendente dell'Esorcista arrivò dall’alto verso il basso e il Noah non faticò a pararlo. Rispose immediatamente all'assalto, sferrando un calcio al fianco del ragazzo che cadde a terra. Neah non perse tempo e si preparò a calare l'arma su di lui. Allen fu veloce a reagire e rotolò su un fianco riuscendo ad evitare l'affondo, recuperando al volo la spada che gli era scivolata di mano.
La distesa candida cominciava a tingersi di nero e il ragazzo digrignò i denti. Non poteva farsi sopraffare.
Il Quattordicesimo partì alla carica tentando un affondo. L'Esorcista gli afferrò il braccio teso e lo colpì con una testata. Neah gemette ed arretrò di un passo, portandosi la mano al capo. Quel colpo sembrava averlo stordito e quella dimensione risplendette di luce chiara.
Allen non perse l'occasione e con la Crownbelt afferrò il nemico. Mentre le braccia e le gambe venivano avvolti ancora una vota da i filamenti bianchi che provenivano dal braccio destro del ragazzo, Neah riprese conoscenza e con un singolo fendente della sua arma recise le corde che lo bloccavano.
- Complimenti Allen, sei proprio in gamba! Ma questo non basta!- Esclamò ritornando a fronteggiarlo.
Le lame cozzarono e per un po' sembrò che nessuno dei due avesse la meglio. Il luogo in cui si trovano era perfettamente diviso tra bianco e nero, tra luce ed ombra. Le loro forze erano in perfetto equilibrio.
Dopo un ultimo fendente che si scambiarono, le lame subirono una sorta di contraccolpo e i due sfidanti furono sbalzati via. Rimasero per terra ansimanti, le rispettive spade lontane.
Quando Allen si alzò a sedere, notò una cosa che lo fece rabbrividire. La sua mano destra stava diventando trasparente. Sollevò lo sguardo e vide che la stessa cosa stava succedendo a Neah e che anche lui stava osservando l'arto che perdeva consistenza.
- Che sta succedendo?!- esclamò.
Il Noah temporeggiò un po' prima di rispondergli.
- Credo che le nostre coscienze siano fin troppo forti. Ci stiamo distruggendo a vicenda.-
- Cosa significa?- proruppe Allen agitato.
- Significa che se continuiamo a combatterci scompariremo entrambi. Siamo due forze identiche, ma opposte, ci annulliamo a vicenda. Mi capisci?- chiese Neah fissando con i suoi occhi dorati quelli argentati di Allen.
- Sì, credo di sì.- annuì il ragazzo. - E cosa dobbiamo fare per impedire che questo accada?-
- Dobbiamo accettarci e coesistere, non penso abbiamo molta scelta.-
- Ma tu hai tentato per mesi di annullare la mia coscienza per prendere il controllo del mio corpo!- esclamò Allen.
- Lo so, non mi aspettavo una simile conclusione. Non mi sarei mai aspettato che tu fossi così forte, tanto da riuscire a tenermi testa.- lo sguardo di Neah si spostò sulla mano che stava svanendo.
- Non posso fidarmi di te.- asserì Allen alzandosi in piedi.
- Vuoi allora continuare a combattere? In questo modo scomparirai anche tu, assieme a me!-
Allen si voltò in direzione delle loro armi, identiche ma opposte. Anche quelle stavano scomparendo.
- Cos'altro potremmo fare?-
Neah si prese un altro attimo di riflessione.
- Tu vuoi sconfiggere il Conte del Millennio, giusto?-
L'Esorcista annuì con un cenno del capo.
- Io sono il Noah Traditore proprio perché ho tentato di eliminare Adam molti anni fa. Dunque in nostri obbiettivi coincidono, no?-
Allen sgranò gli occhi e Neah sorrise a quella reazione.
- Alleiamoci, giovane Allen Walker.-
 
Angolo Autrice
Shalalalalà, shalalalalà ̴
Ok, volevo creare una bella atmosfera, con una musica ad effetto, ma dubito sia venuta fuori una cosa intelligente (No, Sel non lo è affatto!)
Va beh concludo con i deliri, che già il capitolo è bello carico di per sé, non è necessario il mio intervento-
Ad essere sincera non ho molto da dire, se non che… Siamo alla fine! Ma stavolta sul serio *A* un capitolo e ci salutiamo! Forse sono fin troppo felice di aver concluso la Fic, ma davvero ragazzi, la soddisfazione è enorme e il senso di libertà che sento non è immaginabile xD
Va beh lasciamo stare i miei festeggiamenti! Aspetto i vostri pareri! E ringrazio come sempre Ya_mi per il sostegno che mi dà ogni volta e per la recensione al capitolo 19! Bene, ho concluso! Ci si vede ad Aprile!
Un bacione,
̴ Mitsuki <3
   
 
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