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Autore: darkrin    18/02/2016    4 recensioni
La via che conduce all’Inferno, dicono alcuni, è lastricata di buone intenzioni. [...]
- Sei in ritardo, marito – lo accoglie una voce più fredda di quella, leggera e petulante, che lo ha salutato quando ha lasciato il suo regno per andare ad avvisare Nico.
(Ade/Proserpina | ambientata durante BoO)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Persefone
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: - Storia ambientata durante BoO, subito dopo che Ade incontra Nico in Portogallo
- La Persefone di Rick Riordan non mi è mai piaciuta neanche un po' e non c'ho voglia di iniziare la filippica sul perché quindi ho un po' approfittato della figura di Proserpina per cercare di ridare un po' di spessore e onore alla sua figura. E mi piaceva l'idea che, nonostante la scissione tra entità greca e romana, Ade e Persefone fossero comunque in grado di trovarsi
- Ho il vago ricordo, ma non so secondo quale fonte, che Proserpina fosse una divinità più oscura e temuta della Persefone greca. Del tipo che non si poteva neanche pronunciarne il nome perché portava male perché era la regina degli Inferi. 
- E le note finiscono qui perché non c'ho sbatta magari poi torno
- NO BETA quindi segnalatemi qualsiasi errore, svista, strafalcione.


 

Era Persefone

 

La via che conduce all’Inferno, dicono alcuni, è lastricata di buone intenzioni. Quella che conduce all’Averno, invece, dovrebbe essere una strada diretta e senza soste. Almeno per lui, ma non lo è quando la Terra stessa gli sguscia sotto i piedi e sembra volerlo portare fuori strada, sembra volerlo trascinare nelle sue più oscure profondità e divorarlo come Crono divorava i suoi figli.
Quando posa, infine, piede sul suolo degli Inferi, il sole del Portogallo è solo un ricordo lontano, divorato dalle ossa bruciate che si è lasciato alle spalle, e Ade si sente prosciugato. In parte dal potere di sua madre ed in parte dalla sua stessa essenza che sembra volerglisi rivoltare contro e indossare altre forme, altre vesti, altri poteri e gli dilania la mente.
- Sei in ritardo, marito – lo accoglie una voce più fredda di quella, leggera e petulante, che lo ha salutato quando ha lasciato il suo regno per andare ad avvisare Nico.
La donna è mollemente seduta sul suo trono, con le gambe accavallate e lasciate scoperte dal lungo abito scuro che indossa; ha occhi neri come l’onice e privi di ogni taccia di compassione e un sorriso freddo e ferino le piega le labbra rosse come melograni. Il dio avanza verso di lei con passi resi incerti dal dolore che gli perfora il cranio.
Era Persefone quando l’ha lasciata – Persefone con i suoi colori chiari e il suo corpo morbido e caldo -, ma è Proserpina ad accoglierlo. È ai piedi di Proserfina che si siede, è sul grembo di Proserpina che posa il capo e sono le sue dita fredde e bianche come ossa che gli accarezzano i capelli.
- Erano secoli che non ci vedevamo. –
La voce della donna sembra essere fatta della stessa sostanza del vento gelido che sferza le tombe dei morti nei lunghi mesi invernali e gli era mancata, oh gli era mancata così tanto. È della fresca innocenza di Kore che Ade si è innamorata; è il corpo di Persefone che ha venerato per secoli, ma è alla gelida regalità di Proserpina, alla sua capacità di giudicare le anime dei caduti, che Ade ha rinnovato i suoi voti. Che Ade – Plutone quel giorno, in quel mondo - ha rinnovato il suo amore.
- Mi sei mancata – mormora depositando un bacio contro la pelle del ginocchio della donna.
Non importa quale sia il suo volto, quale il suo aspetto o il suo nome; non importa da quale potere sia dilaniato il mondo, Ade sa che ci sarà sempre un luogo – ci saranno sempre braccia bianche e labbra rosse – a cui tornare.

 

 
   
 
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