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Autore: Tinucha    19/02/2016    3 recensioni
Lui, Jorge Blanco. Pugile fin dalla nascita.
Lei, Martina Stoessel. Infermiera.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiudo gli occhi colpendo sempre più forte il mio sacco da pugilato.
'NO JORGE SONO ESAUSTA, È FINITA' le sue parole mi tornano alla mente e mi ritrovo a sferrare pugni sempre più forti. << E bravo Jorgito >> mi volto incazzato a guardarlo. << Samuel lasciami in pace quando mi alleno, te l'ho detto un miliardo di volte >> << Se ci fosse quello schianto della tua mogliettina l'accoglieresti a braccia aperte >> mi avvicino minaccioso tirandolo per il colletto della camicia e puntandogli contro un pugno. << Non la nominare, non pensarla. Martina non ha niente a che fare con te e quelle mezze donne che frequenti >> lo lascio e lui si aggiusta l'indumento stropicciato. << Allenati vah >> roteo gli occhi senza più guardarlo, non sopporto che qualcuno mi dia ordini, cerco di togliermi Martina dalla testa e penso a quel che la mia vita è diventata. Distrutta. Il termine adatto è proprio distrutta. Da quando Lei se n'è andata. Accipicchia pensavo di poterla dimenticare visto che lei mi aveva detto che tra noi era finita. 

Quando mi sveglio la prima cosa che faccio è TOCCARMI l'occhio, l'incontro è andato bene ma mi sono beccato un pugno abbastanza potente. Qualcuno bussa insistentemente alla mia porta ed io mi alzo stufo ad aprire. << Quando vengo a casa tua non voglio trovare la porta chiusa, non farmi aspettare >> entra in casa tranquillo colpendomi la spalla. << Samuel non darmi ordini ti ho detto >> << Quando te lì dava quella mezza checca di Fernando.. >> << Stai incappando troppe volte in discorsi che non ti convengono, a meno che tu non voglia farti spaccare la faccia >> sbuffa sbattendomi sopra qualcosa e beccandosi un'occhiataccia. Un giornale. << Leggi >> << Jorge Blanco il famoso pugile che si candiderà ad essere il campione del mondo? >> inarca un sopracciglio. << Ora dimmi grazie >> << Ma Vaffanculo >> gli tiro sopra il giornale. << Non lo faccio per professione ma per passione >> << Si ma se vivi di questo, se grazie ai soldi dell'incontro mangi e campi vuol dire che un po' lo fai per professione >> non lo ascolto, la cosa a preoccuparmi in realtà è il modo in cui l'avrà presa Martina. << Devo andare, fa quel cazzo che ti pare ma io ho da fare >> mi infilo veloce sotto la doccia. << Perdi ancora tempo con Lei? Andiamo Jorge te lo ha detto esplicitamente che non vuole più stare con te >> mi affaccio piano a guardarlo << Bravo, ha detto che non vuole più stare con me e vedermi, no che non mi ama più >>

Entro velocemente in ospedale correndo verso la sua postazione di lavoro. Apro la porta intravedendola mettere al posto alcune carte. Si volta a guardarmi. << Che ci fai 
qui? >> << Hai letto il giornale >> lo capisco dal suo tono freddo e distaccato. << Non ce n'è bisogno, ne parlano tutti >> mi avvicino velocemente. << Stammi lontano Jorge, te l'ho detto, non ti voglio più >> << Devi dirmelo guardandomi negli occhi >> << Cosa? Che sono stanca? L'ho già fatto qualche tempo fa se non mi sbaglio >> << Infatti quello che voglio sentirti dire è che non mi ami più, che non sono più il primo uomo che hai amato, che hai baciato, toccato. Che non sono più il primo sotto cui hai tremato e a cui hai consentito di toccarti, che non sono più il primo e unico ragazzo con cui hai fatto l'amore >> << Te ne devi andare >> risponde con amarezza senza guardarmi. << Ti sei immischiato con quei tipi, e lo sai che il loro unico scopo è rovinarti per poi ucciderti. Ma io non ce la faccio Jorge. Non ce la posso più fare. Vederti rientrare a casa con un occhio nero, uno spaccato, il labbro spaccato e addirittura le costole già mi faceva male, ma saperti un mafioso.. >> << Non sono un mafioso, sono sempre io Martina. Sono il tuo Yoyi, Guardami.. >> << Va' via Jorge, non farmi cedere se non vuoi vedermi ancora stare male >> << Me ne vado Tini ma sappi che non è finita qui, non mi arrendo. Lotterò per te perché lo sai che Ti Amo. Perché tu sei e sarai sempre mia >> detto questo le sorrido e vado via. 

<< Come è andata con la 
piccoletta? >> << Non sono cazzi tuoi e cosa più importante non chiamarla così, allora? Quand'è il prossimo incontro? >> << Stasera con il messicano Ponce de Leon, è uno forte ma tu rimani lo storico ed epico Jorge Blanco, quindi datti da fare >> << Quello che faccio sempre Nascimento, ora sgombra perché devo allenarmi e non ho bisogno di te >> alza le mani << Vado, a stasera campione se vuoi un po' di polvere.. >> lo blocco con una mano. << Niente droga, e ora sparisci >> lo spingo fuori << Ma dai, stavo a scherza' Jorge >> << Va' via Coglione >> accendo lo stereo cominciando a prendere a pugni il sacco. Verso le 12 e mezza mi preparo una bistecca e vado a letto. Mi alzo ben riposato verso le 17 e dopo essermi preparato, scendo giù a farmi una passeggiata. Sono in moto a godermi un venticello fresco e faccio un giro. Da lontano ad un tratto scorgo un ragazzino che avrà all'incirca 6-7 anni. È per terra a toccarsi un labbro sanguinante, fermo il mio mezzo e scendo correndo da lui. << Stai bene? >> lo faccio alzare. << E tu chi sei? >> << Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda è da maleducati. Che hai fatto? >> ridacchia << Anche tu sei un maleducato >> lo guardo seriamente per poi scoppiare a ridere. << Dove abiti? >> << Nella casa famiglia con Suor Cristina >> lo prendo in braccio. << Sai che Suor Cristina è stata una mamma anche per me? >> mi guarda attentamente << Minchia che hai fatto all'occhio? >> sorrido << Sono un pugile >> gli metto il casco mentre lui continua a fissarmi. Mi sento in imbarazzo. << Dì un po', ce l'hai la fidanzata? >> << Mm..Forse, ora sali che ti riporto a casa Nano >> << Io non sono un Nano >> obietta mentre io accendo la moto ridendo e portandolo a casa sua. 
<< Oh grazie Jorge, meno male che ci sei, sai Leon scappa spesso! >> << Non far arrabbiare Suor Cristina >> non mi risponde facendo il prepotente ed incrociando le braccia. << Perché non mi 
rispondi? >> << Perché non parla Jorge >> << Ma prima con me.. >> lo guardo << Tu Nano prima mi hai parlato >> sorride andandosene in camera sua ed io lo seguo. << Domenica prossima vieni a trovarmi? >> << Allora, vedi che parli? Non sono io che sono impazzito >> sbuffa << Vieni si o no? >> << Non lo so >> << E se vieni, dove mi porti? >> << Staremo a vedere, tu comportati bene e studia, e non pensare solo alle ragazze >> << Quelle femminucce? Non mi interessano >> ridacchio pensieroso. << Ne riparleremo quando sarai più grande >> 'e quando avrai bisogno di loro per essere soddisfatto' << Tu salutami la tua fidanzata >>

Quando arrivo in palestra per l'incontro clandestino è già l'una e mezza passata. << MA DOVE CAZZO SEI STATO? >> mi grida contro Samuel insieme al suo scagnozzo. << L'incontro inizia fra pochi minuti, vatti a cambiare >> sbuffo << Sto andando non rompere >>

<< E Jorge Blanco vince anche questo match >> vedo Xabiani con un occhio leggermente nero alzarsi e darmi piano un cinque. << Sei forte Blanco >> << Anche tu Ponce >> scendo dal ring mentre Samuel riscuote i soldi della vittoria e vado a sciacquarmi. Esco dalla palestra profumato e stanco aspettando di tornare a casa. Sono per strada e ad un tratto sento qualcuno alle mie spalle, mi volto intravedendo l'uomo che ho battuto nella partita di ieri. << Non lo fai più il gradasso 
adesso? >> tiene tra le mani un coltellino e me lo punta contro man mano che avanza nella mia direzione. Man mano che si avvicina posso sentire la puzza di alcool. << Lo sai che adesso non ho più un lavoro? Nessuno mi ama, neppure più la mia puttana >> lo guardo disgustato, è una cosa ignobile dare della puttana ad una donna. << Hai bevuto Ponte, torna a casa >> << Non ho una casa come la tua calda e accogliente, non ho una mogliettina che mi apre le gambe ogni notte disposta ad amarmi e a darmi tutto ciò di cui ho bisogno.. >> appena lo sento parlare di Lei mi ci scaravento sopra. Tutti ma non Lei. Non la conosce neanche. Non sa nulla di lei. Abbiamo fatto l'amore a malapena un paio di volte da quando ci siamo amati quel giorno in cui i nostri sguardi si sono incontrati. Lei sentiva troppo dolore, sia fisico che morale. Causato da me ovviamente, ma non ha mai voluto dirlo. Lo ha confessato (solo quando mi ha lasciato) che non ce la faceva più, che stava male. L'ho trascurata troppo da quando ho lasciato Fernando per cominciare ad avere a che fare con Samu e la sua banda. Provo a combattere con tutte le forze che mi rimangono, poi penso ancora a Lei. A cosa penserebbe se mi vedesse così. Mi distraggo e lui prende il sopravvento su di me conficcandomi il coltello nella costola sinistra. Sento un dolore lacerante pervadermi, lui si alza ridendo, mentre io rimango piegato per terra, poi quella macchina che passa. Un uomo scende << Sta' bene? >> << Mi hanno accoltellato >> guarda la mia ferita sconvolto << Oh Signore, venga, la porto in ospedale >> mi aiuta a tirarmi su guidandomi fino alla sua macchina. Arriviamo in clinica e ad un tratto la vedo stanca che ridacchia di qualcosa con un uomo. << Dottor Dominguez >> fa un vocione da uomo alzando un sopracciglio. << Tinita non prendermi in giro >> i nervi si espandono nel mio corpo (solo io posso chiamarla così) e mentre l'uomo che mi sta aiutando finisce davanti a loro, si voltano a guardarci. << Che cosa è 
successo? >> si avvicina spaventata a toccarmi l'occhio mentre io mi copro la ferita. << È ferito, la sua costola >> interviene l'uomo che mi ha salvato ed in questo momento vorrei prenderlo a pugni per averla fatta preoccupare. << Oh cazzo! >> ridacchio, è la prima volta che la sento parlare in questo modo. Mi tira uno schiaffo. << Martina! >> la rimprovera il moro. << Si scusa Diego, ma mi fa incazzare come una bestia >> << Andiamo campione di box devo curarti >> << Ci penso io >> << Tini è grave ed è il mio dovere.. >> << Ed è mio Marito, quindi lo curerò io >> sbotta nervosa tirandomi. 
<< Sono stati loro vero? >> non le rispondo << Non farmi innervosire Jorge perché poi lo sai come va a finire >> << Bello il tuo studio >> non lo avevo mai guardato attentamente. << È sempre lo stesso, forse solo ora ci fai caso >> sbuffo << Vuoi parlarne qui? >> << No, voglio solo curarti >> << Questo vuol dire che ti preoccupi per me >> affermo sicuro e dolorante mentre con un cerotto mi copre la ferita. << Non fare troppi sforzi >> << Se vuoi potremmo farli insieme >> le sorrido sghembo e malizioso. Avvampa di colpo. << No >> << Potresti farli con il nuovo dottore >> ridacchia << Ci penserò >> e mi fa un occhiolino. Quando mi accompagna all'uscita, vedo il moro avvicinarsi per chiedermi come sto sorridente ed abbracciarla di fronte a me. Non reggo più. << Dottor Dominguez >> lo richiamo e lui mi rivolge uno sguardo. Preparo il mio gancio destro colpendogli l'occhio sinistro e me ne vado.
Fisso l'orologio che segna le 7 del mattino. Il campanello suona insistentemente, apro la porta convinto di ritrovarmi davanti Samuel ma di fronte ai miei occhi c'è lei. << Buongiorno Bimba >> le sorrido invitandola ad entrare e lei mi spinge. << Ti odio >> << Non ti deve toccare Martina >> torno serio ed arrabbiato << Non ti importa niente di me >> << Martina lui non ti deve toccare. Nessuno deve farlo, nessuno deve provarci >> << Ora neanche mio cugino può farlo? >> << Tuo che?! >> << Diego è mio cugino Stronzo >> l'attiro a me soffiando sulla sua bocca e premo le mie labbra contro le sue. Prova a respingermi ma ad un tratto la sento lasciarsi andare. La mia lingua gioca con la sua e senza neanche accorgercene ci ritroviamo in camera da letto. Ci allontaniamo e immediatamente butto via la mia maglietta e mi tolgo il pantaloncino, la vedo tremare. Ancora. Come quelle due volte in cui mi ha concesso di perdermi in lei. Mi avvicino a sbottonare la sua camicetta, non obietta, rimane a fissarmi intimorita come se potessi farle del male. << Sta' calma Nena >> provo a rassicurarla facendo volare quell'indumento. Rimane di fronte ai miei occhi in reggiseno e con una gonnellina. Anche quest'ultima vola. Ritorno sulle sue labbra aprendo il gancetto del suo reggiseno e facendolo pian piano scivolare giù dalle sue spalle. Guardo il suo seno cresciuto, più prosperoso di prima. Accarezzo dolcemente quel punto avventandomi di nuovo sulle sue labbra e la butto sul letto spogliandola immediatamente. La conosco bene per questo ci copro entrambi con le lenzuola. Non mi ha mai visto nudo e non credo vorrà farlo mai. Tiro via i miei boxer e ritorno a baciarla. Sul collo, tra i capelli, sulle guance e sulle labbra. Tra le gambe anche. Deglutisce e apre le gambe quando mi sente sempre più vicino. Entro in lei piano e all'inizio sembra piacerle, mi muovo più veloce e la vedo staccarsi per ansimare. La guardo sotto di me, con la bocca semichiusa, i capelli sparsi sul cuscino e le guance arrossate e penso che per me il mondo potrebbe finire anche ora. Provo a far capire tutto ciò che ho represso in questi anni aumentando l'intensità delle spinte. Prende un po' di fiato gemendo nella mia bocca e subito spinge la mia nuca verso la sua. Con una mano nel frattempo mi sorreggo e con l'altra afferro i suoi capelli carezzandoli. << Jorge, Jorge io sto per.. >> deglutisce. Le mie spinte diminuiscono man mano ed un gemito più forte degli altri fuoriesce dalle sue labbra confermandomi che ha raggiunto la gioia. La seguo a ruota fermandomi ed uscendo definitivamente da lei. Mi guarda cercando di capire le mie mosse e si mette a sedere coprendosi con il lenzuolo. << Solo sesso, no? Niente coccole? >> i suoi occhi luccicano. << Vieni qui, Amore >> la tiro verso di me facendole posare il capo sul mio petto. << D'ora in poi cambierà tutto, sarò una persona diversa. Mollerò Samuel e tornerò da Fernando, l'unico uomo e allenatore che mi abbia fatto anche da padre. E soprattutto non oserò mai più trascurarti per gli incontri >> sento il mio petto bagnarsi ed immediatamente poso una mano sotto il suo mento in modo da alzarle il capo ed incontrare il suo sguardo. I suoi occhi sono vivi e luminosi. << Ti ho mentito Jorge, ti ho mentito quando ti ho detto che fare l'amore con te fosse stato l'errore più grande nella mia vita. Ti ho nascosto la verità, perché io volevo fare l'amore con te ogni notte, volevo essere un'unica cosa con te, volevo che mi stingessi dicendomi che ero solo tua >> le sorrido baciandola teneramente. << Rimedieremo a tutto >> alzo il lenzuolo infilandomici sotto e passiamo l'intera notte a rimediare. A fare l'amore come non lo abbiamo mai fatto, a perderci l'uno nell'altro e ad amarci come faremo per il resto della vita. 

10 anni dopo.
<< Leon sei pronto? >> grido dal piano di sotto guardando la mia splendida moglie davanti allo specchio che cerca di sistemarsi una ciocca di capelli. Mi posiziono alle sue spalle precedendola e posandole un bacio sulla guancia. << Sei bellissima >> le sussurro dolcemente per poi posare una mano sul suo ventre. << Anzi, SIETE bellissime >> si volta mentre io avanzo tenendola incastrata tra il mio corpo e lo specchio. << Ti Amo, Bimba >> << Ti Amo, Yoyi >> mi circonda il collo protendendosi verso di me e sfiorandomi le labbra, sorrido sentendo il suo pancione dividerci e dopo aver scambiato un dolce ma intenso bacio con lei scendo a baciarle il ventre. << Altrimenti si ingelosisce >> spiego sghignazzando mentre vedo mio figlio scendere le scale mano nella mano con mia figlia. Il bel biondino alla fine sono tornato da Suor Cristina a trovarlo ed è diventato il primogenito per me e Tini, il fatto che appena 1 anno dopo sia arrivata (per merito di Diego che ce l'ha fatta conoscere) la nostra bellissima e dolcissima Violetta ci ha resi ancora più felici. All'incirca 7-8 anni dopo i due si sono innamorati (come accade) nei migliori film e adesso, beh adesso sono una coppia, ed io sono geloso. Soprattutto perché abitano nella stessa casa ed hanno le camere ed il bagno comunicanti, non sarebbe certamente un piacere trovarmeli nello stesso letto un giorno di questi, ma sto cercando di controllarmi lavorandoci su grazie a Martina e all'uomo che considero mio padre: Fernando. Samuel e la sua banda sono stati arrestati e soprattutto hanno finalmente smesso di spacciare droga nel quartiere. Sorrido guardando la mia famiglia e aprendo la porta di casa pronto ad andare a festeggiare il Natale con Fernando e sua moglie Cecilia. Leon e Vilu escono di casa mano nella mano e Martina li segue. La guardo meglio, ha qualcosa di diverso. Non solo è più bella ma.. << Ti brillano gli occhi >> sorrido << Ti sto guardando, mi brillano sempre quando lo faccio >> avvampa baciandomi ancora e aspettandomi sul pianerottolo per poi stringersi a me con addosso il piumino pronta a partire.  
   
 
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