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Autore: Neens O Brien    19/02/2016    1 recensioni
Fanfic ambientata alcuni mesi dopo la fine di Città del Fuoco Celeste. Coinvolgerà soprattutto i Malec, ma anche i Sizzy e i Ragnael (si, lo so lol ).
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Ragnor Fell, Raphael Santiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Cosa stai facendo?

La voce dello stregone proveniva dalla camera da letto, nella quale Alec lo aveva lasciato una decina di minuti prima. “Torno subito” aveva detto.
In realtà non aveva intenzione di tornare. Non fino alla mattina dopo, almeno.

Probabilmente l’assenza di una risposta da parte del ragazzo fece preoccupare Magnus, che pochi istanti dopo stava entrando in soggiorno, strusciando a terra le sue ciabatte leopardate e legandosi la vestaglia in vita.

-Alexander, si puoi sapere cosa stai facendo?

Alec gli aveva sempre detto che non amava essere chiamato così. Sin da quando era piccolo, era quello il modo in cui lo chiamavano i suoi genitori quando dovevano sgridarlo o dargli una brutta notizia.

Ma a Magnus sembrava non importare, e Alec con il tempo aveva iniziato ad amare il modo in cui il suo nome suonava sulle labbra dello stregone. Era come se avesse assunto un significato completamente nuovo, sembrava che Magnus avesse fatto uno dei suoi incantesimi, trasformando una cosa che per Alec aveva solo risvolti negativi, nella cosa più bella che potesse sentire.

Lo Shadowhunter era seduto sul divano, e stava sfogliando distrattamente un libro. Aveva cercato di leggerlo davvero, ma si era ritrovato a fissare la stessa frase per tutto il tempo, senza riuscire ad andare avanti. Sollevò lo sguardo dalle pagine, incrociando quello del suo compagno, e accennò un sorriso.

-Niente. Cioè, sto leggendo. Non volevo disturbarti tenendo la luce accesa, quindi ho pensato di venire di qua.

Magnus se ne stava appoggiato allo stipite della porta, con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate.

-La lettura è la tua scusa anche per tutte le altre sere? Ti sei unito ad un club del libro e non mi hai detto niente?

Alec cercò di ribattere, ma come spesso accadeva, si ritrovò a balbettare scuse incomprensibili.

-Io non…è che…

Scuotendo leggermente la testa, Magnus sollevò una mano per fermarlo. Il ragazzo si zittì immediatamente, e lo stregone lo raggiunse, sedendosi al suo fianco sul divano e sospirando appena.

-Non c’è bisogno di mentire. Lo so qual è il motivo. So dei tuoi incubi.

Il pensiero di negare tutto passò per la mente dello Shadowhunter, ma poi realizzò che non avrebbe avuto senso. Si teneva dentro tutto quello da più di una settimana, e non ne aveva fatto parola con il compagno solo perché non voleva sembrare debole ai suoi occhi. Avrebbe anche dovuto sapere di non poter nascondere una cosa del genere a Magnus.

Magnus che, anche quando era impegnato a fare altro, seguiva con la coda dell’occhio ogni spostamento di Alec. Magnus che si preoccupava più per il suo ragazzo che per se stesso.

-Hai ragione. Non…non volevo svegliarti, tutto qui.

-E’ una motivazione ammirevole, ma non riesco a dormire se non ci sei anche tu.

Non era una bugia. Quando Alec non era nel letto, Magnus se ne stava sdraiato a fissare il soffitto, dicendo a se stesso che semplicemente non aveva sonno. Ma la verità era che non riusciva a tranquillizzarsi finchè non sentiva il calore di Alec accanto a se, e l’odore della sua pelle.

Lo Shadowhunter si passò una mano tra i capelli, in un gesto nervoso, e Magnus piegò le labbra in un sorriso dolce. Esistevano due versioni di Alec: il cacciatore, sicuro di se, determinato, e il ragazzo che aveva davanti in quel momento, timido, imbarazzato e nervoso.

Gli posò una mano sulla spalla e sentì i muscoli tesi del ragazzo rilassarsi leggermente.

-Lo so che non è facile. Ma gli effetti del veleno di quel demone spariranno tra pochi giorni, e così anche i tuoi incubi.

La cosa sembrò rassicurare Alec, che annuì. Lo stregone sapeva che nella sua testa stava rivivendo il momento in cui era stato ferito durante una delle sue ultime missioni. Il taglio era guarito quasi subito, grazie ad un Iratze di Jace, ma il veleno del demone Versick rimaneva nel sistema molto più a lungo. Senza contare il suo spiacevole effetto, ovvero riempire il sonno di chiunque venisse infettato con i suoi peggiori incubi.

Magnus non voleva chiedergli che cosa lo spaventasse, sapeva che rispondendo a quella domanda, Alec si sarebbe sentito debole, ma in quel modo non aveva idea di cosa fare per rassicurarlo.

Lo stregone si alzò in piedi, porgendo una mano al ragazzo.

-Forza Alexander, andiamo a letto. Abbiamo già interrotto il sonno ristoratore di Chairman Meow, e non vorrei che per vendicarsi decidesse di farsi le unghie sui nostri bellissimi volti.

Alec lanciò uno sguardo al gatto, che se ne stava sdraiato sul davanzale, con gli occhi semichiusi. Non sapeva perché, ma gli sembrava che li stesse guardando male, e provò l’impulso di lasciare la stanza per farlo riposare. Prese la mano di Magnus con un sorriso, e lo seguì in camera.

Non lasciarono la mano dell’altro nemmeno una volta che si furono sdraiati. Alec non voleva chiudere gli occhi. Non voleva rivedere quello che lo teneva sveglio ormai da una settimana.

Guardò lo stregone al suo fianco, aveva gli occhi chiusi, ma era improbabile che stesse già dormendo.

-Magnus?

Era quasi un sussurro. Una parte di lui sperava di non sentire la voce dell’altro, perché in quel modo avrebbe potuto evitare di parlarne, almeno per un altro po’.

-Mhmh?

Alec sospirò sentendo quella sorta di risposta.

-Volevo..volevo parlarti dei miei incubi.

Magnus si girò da un lato, per guardare il compagno.

-Non devi parlarne per forza, lo sai.

Lo Shadowhunter continuava a fissare il soffitto, come se dentro di lui stesse ancora avvenendo una lotta, per decidere se continuare a parlare o meno.

-Lo so, io- Lo so.

Si girò a sua volta verso Magnus, e incontrò il suo sguardo.

-Ma io voglio parlartene. E’ giusto, perché…

Un altro sospiro.

-Perché i miei incubi riguardano sempre perdere te. E’da quando siamo stati nel Regno Demoniaco che continuo a pensare a come sarebbe la mia vita senza di te e…

Magnus non sapeva che cosa fosse. Se il fatto che il suo ragazzo si era aperto spontaneamente su una cosa così personale, o se il fatto che il peggior incubo di Alec fosse perdere lui. In ogni caso le sue labbra si aprirono in un sorriso, e attirò il ragazzo a se, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.

-Non mi perderai mai, Alexander.

Diede un bacio sulla testa di Alec, mentre gli accarezzava dolcemente il braccio.
 
-Mai.

Non potevano essere passate più di un paio d’ore da quando si erano addormentati. Per un po’ Magnus era rimasto sveglio ad ascoltare il suono regolare del respiro di Alec e il battito del suo cuore, sperando che gli incubi gli dessero tregua, almeno per quella notte.

Ma non erano stati gli incubi a svegliarli, bensì un suono assordante che continuava a ripetersi, e che non accennava a smettere. Magnus si alzò dal letto, dopo aver fatto scivolare dolcemente Alec dal suo lato, rassicurandolo e intimandogli di tornare a dormire.

Una volta in piedi, si rese conto che il suono proveniva dalla porta, e la aprì, piuttosto infastidito.

-CHI OSA DISTURBARE IL SONNO DI MAGNUS BANE, SOMMO STREGONE DI BROOK-

Le parole gli morirono in bocca quando vide chi aveva davanti.

-Ciao Magnus. Chi non muore si rivede, eh?

Ci vollero alcuni secondi prima che riuscisse a proferire parola, e anche allora tutto quello che gli uscì fu:

-..Ragnor??
   
 
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