II
Era di smeraldo Camilla,
partendo dagli occhi.
La potevi vedere,
la luce verde che emanavano ogni sera,
quando nei sogni si perdeva,
quando la luna le carezzava la pelle candida,
salendo dalle gambe sottili
ai morbidi fianchi,
per poi distendersi
tre la curve dei seni e l'incavo delle clavicole.
Brillavano gli smeraldi che aveva per occhi
e le brillava il volto incorniciato dai capelli di grano.
Candida era, come le lenzuola da cui le piaceva essere avvolta.
Profumava Camilla,
di fragola e lampone,
di mare, d'amore,
d'estati calde e di terre lontane.
Ballava tra i fiori di campo, al tramonto,
quando il cielo era rosa e arancione,
quando le nuvole sembravano zucchero filato.
Si muoveva sinuosa tra gli steli lunghi dei papaveri,
e gli alberi di ciliegio in fiore.
A Camilla piaceva il mare,
immergersi nelle onde di cristallo blu
nell'ora in cui l'orizzonte č irriconoscibile,
quando acqua ed il cielo sembrano confluire.
Poi tornava a casa, quando il buio imperversava,
quando i mostri piů paurosi uscivano dai letti e dagli armadi.
Le faceva paura qualsiasi cosa fosse scura,
viveva di luce, lei, e di colori brillanti.
Camilla si perdeva tra le parole nere delle pagine consunte,
di libri riletti e riletti,
di emozioni che mai una volta le avevano fatto del male.
Sapeva che una volta girata l'ultima pagina,
nessuno dei personaggi di cui aveva letto, l'avrebbe abbandonata.
E questo era l'unico amore che le bastava.