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Autore: Arya Tata Montrose    19/02/2016    1 recensioni
Anche quest'anno ritorno alla carica con la mia seconda Gajevy Week. L'anno scorso avevo tentato un approccio con delle storie slegate mentre queste avranno un filo conduttore e saranno in ordine cronologico. Hanno un contesto preciso: il loro viaggio fino a trovarsi al Concilio e il mutare delle loro sensazioni.
Buona lettura!
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✤ 31th Jan – Bonus Day One – Differences
✤ 14th Feb – Day One – Blanket
✤ 15th Feb – Day Two – I love you
✤ 16th Feb – Day Three – Childhood
✤ 17th Feb – Day Four – Forbidden
✤ 18th Feb – Day Five – Council
✤ 19th Beb – Day Six –
✤ 20th Feb – Day Seven –
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gajevy Week 2016
19th February
[ Day Six]

 
Song
 




 
Contrariamente a quanto aveva precedentemente pensato, ad un mese e mezzo dal suo ingresso ufficiale nell’Unità Esecutiva, Gajeel si stava divertendo come un matto – eccetto per tutte le scartoffie da compilare, odiava quella parte. 
In quel misero lasso di tempo, Gajeel era stato promosso Capitano e Levy si era tenuta stretta il suo posto di Tenente, ottenuto un paio di settimane prima di Gajeel proprio per rimanere con lui. Non le andava una nuova separazione. Lily invece era Sottotenente, carica che non gli andava molto a genio, soprattutto se comparata a quella che aveva ad Edolas. Non se ne lamentava, però, perché quella particolare conformazione faceva davvero piacere agli altri due membri del loro Team – oramai gli Shadow Gear erano andati da un pezzo, nell’ultimo periodo erano solo loro tre – e permetteva a Gajeel di fare la testa calda senza particolari ripercussioni, come alla Gilda, dato che era lui che comandava.
Ovunque andassero, erano sempre in coppia, che fossero Capitano e Tenente, Tenente e Sottotenente o Sottotenente e Capitano. Era davvero raro vederli  in giro da soli, che fosse in giro per l’accampamento o nella divisione della loro Unità al palazzo del Concilio. 
 
Quel giorno, però, Gajeel si annoiava profondamente. Nemmeno la tortura giornaliera alle reclute sembrava aver sollevato la densa coltre di noia che lo avvolgeva. 
Levy sembrava davvero preoccupata, di solito, alla Gilda lo trovava in quello stato quando una missione era stata troppo semplice, senza che avesse potuto prendere a calci nessuno, oppure quando mancavano le risse da qualche giorno. Insomma, ogni volta che non poteva menare le mani per un po’. Lily gli aveva perfino portato la cartellina con i disegni di Reedus ma sembrava non importargli; li sfogliava lentamente, senza soffermarsi su nessuno in particolare, nemmeno su quello intitolato “Notte prima degli esami”, quello che qualche mese prima aveva permesso che quella testa di bulloni – come lo chiamava Natsu, a volte – realizzasse i suoi sentimenti per Levy.
 
«Sono due giorni che fa così, non so che diamine abbia.» borbottò Lily, nella forma di Edolas, mentre prendeva il vassoio dal bancone della mensa, seguito a ruota da Levy. 
«Io forse sì, però devi chiarirmi una cosa. Da quanto non lo senti cantare?» chiese lei, mentre prendevano posto al tavolo degli ufficiali. 
«Le mie povere orecchie sono grate per i quattro mesi in cui ha solo canticchiato a mezza voce.» l’Exeed si portò le zampe sulle orecchie, massaggiandole, come per sottolineare quanto detto poco prima. 
Levy ridacchiò, divertita da quella reazione molto pacata rispetto al mai celato disgusto degli altri maghi. «Dai, non è così male…» si sforzò di dire. In realtà non piacevano nemmeno a lei quelle canzoni, ma aveva sempre fatto finta del contrario giusto per far contento Gajeel. 
«Quindi, come ci riprendiamo il solito Gajeel cretino e burbero?» fece Lily, addentando la bistecca.
«Ho un’idea, ma tu mi devi supportare. Hai impegni ora?» 
«No, nessuno. Però ho paura di quello che frulla in questa testolina.» Lily le toccò una tempia con un dito in un modo che fece ridacchiare ancora di più Levy. 
 
Il Colonnello Baker era un omuncolo basso, con i mustacchi e un ciuffo di capelli a mo’ di ricciolo di panna color grano e un paio di occhiali a fondo di bottiglia. Non esattamente l’uomo più intimidatorio che ci fosse e nemmeno ciò che ci si immaginava quando lo si definiva Colonnello. Quello che gli aveva permesso di raggiungere quella carica era stata la sua intelligenza e abilità strategica. Aveva vinto una battaglia abbastanza importante e l’avevano decorato. 
Era un tipo particolarmente odioso ed era quasi impossibile entrare nelle sue grazie. Per ottenere qualcosa da lui, era in atto un circolo immenso di favori. 
Levy era fuori da tutto quello ma, per qualche scherzo del destino, l’aver battuto Baker a scacchi le aveva fatto guadagnare la sua stima. La presenza di Lily era solo una garanzia in caso Baker fosse stato restio a concederle ciò che chiedeva. Fortunatamente, Baker era stato ben felice di accettare e Levy aveva avuto campo libero. 
Lei e Lily avevano lavorato una settimana intera, ma alla fine ce l’avevano fatta.
 
La sera prestabilita, Levy aveva trascinato Gajeel a mettersi il suo completo bianco e, per l’occasione, si era infilata il cappello che le aveva dato alla partenza da Magnolia e non ne aveva voluto sapere di ridarglielo. Poi l’aveva spinto fino al palco e gli aveva cacciato in mano la chitarra. 
«Signore e signori, dopo gli incantesimi di magia arborea di Mike, ecco a voi il Capitano Redfox e la sua splendida musica!» aveva annunciato la ragazza. Per l’occasione si era vestita con dei pantaloncini, delle parigine nere, gli stivaletti e una camicetta con le maniche tirate su a tre quarti, oltre all’immancabile fascetta che domava i ribelli fili turchini.
Gajeel ci aveva messo un po’ a realizzare quanto era successo e soprattutto dove si trovava, troppo concentrato ad ammirare Levy, andatasi a sedersi in prima fila e che gli sorrideva, sgargiante.
Il ragazzo si espresse nel suo consueto ghigno, prima di mettersi a cantare, allegro.
 
A poco valsero le innumerevoli proteste da parte del pubblico, lui non smise nemmeno per un secondo di cantare, osservando sporadicamente Levy che, da sotto il cappello bianco, continuava a guardarlo sorridente. 
Quando ebbe finito, dal coro di sospiri di sollievo si levò un singolo applauso: Levy. 
«Grazie a tutti!» ghigno Gajeel prima di scendere dal palco, accompagnato da nuove esclamazioni di sollievo.
 
Qualche metro a distanza dal palco, trovò Levy a salutarlo e a fargli i complimenti per l’esibizione.
«Tu non dovresti essere a presentare la prossima esibizione?» fece il ragazzo.
«Ho delegato a Lily. E poi ora ho voglia di una passeggiata, mi accompagni?»
«Faccia strada, Tenente Gamberetto.» ghignò Gajeel, sollevando il cappello e scompigliandole i capelli con una mano.
«Questa sera sono solo Levy, Gajeel. Quando siamo io e te puoi anche lasciarle perdere, le formalità» lei si voltò a regalargli l’ennesimo sorriso della serata. 
«Allora grazie, Levy.» 
 
Per aver organizzato lo spettacolo, per avermi fatto esibire, per aver applaudito alla mia canzone mentre tutti fischiavano. Per averci pensato.
 
«Di nulla. Però il cappello me lo tengo.»
«Te lo regalo, allora.»
 
[1016 words]
Angolo autrice
Come al solito, torno in corner. 
Questo capitolo è un po' più corto dei precedenti ma personalmente è quello che mi piace di più finora. Cioè, da qui si comincia una vera e propria interazione tra i due, che si accentuerà domani. Chi conosce il prompt di domani capirà perchè *ghigna come Gajeel*.
Quindi... niente, spero che vi sia piaciuto leggerlo quanto è piuaciuto a me scriverlo! 
Un grazie enorme a MaxB che recensisce sempre, anche se ancora le devo rispondere *la incoronano Signora dei Ridatat(ar)i*

E niente, a domani
Tata❤︎
   
 
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